Perché ci facciamo del male?
Moderatori: franchino, fujiko, gambacorta, filattiera
Re: Perché ci facciamo del male?
Per non spaccarsi alla fine c'è solo una cosa da fare: non esagerare, sia in qualità che in km. È per questo che evito la mezza e la maratona e faccio ripetute solo ogni tanto (però le faccio, ovviamente). Antibo comunque spaccava fondoschiena perché prima se lo spaccava lui in allenamento! Era un'altra epoca per lo sport italiano.
P.S. Quello che intendi tu è il lunghissimo, che di fatto coincide con il medio per la maratona. Vedi che alla fine il medio c'è sempre?
P.S. Quello che intendi tu è il lunghissimo, che di fatto coincide con il medio per la maratona. Vedi che alla fine il medio c'è sempre?
Re: Perché ci facciamo del male?
ni i lunghissimi proposti dalla scuola italiana (soprattutto per amatori) sono tendenzialmente a un ritmo più basso di quelli usati in altre scuole. Gli stessi lunghissimi di kipchoge pre berlino 2017 (del 2018 non si sa ancora nulla) sono sì a 3.20 ma in altura, su sterrato collinare (quindi come effort un 3.10 in piano?).
Ecco l'allenamento di kipchoge, ma di quello dei maratoneti in generale, è un tipico caso in cui il 80/20 vacilla se non è direttamente inapplicabile visto che è presente un robusto numeri di km ad andatura moderata.
ps il concetto di esagerare è relativo non assoluto. Per gradi si fa (quasi) tutto. Senza arrivarci per gradi ci si spacca lo stesso anche con volumi che per altri sono ridicoli.
Non è 10 o mezza il discrimine...
Lo stesso vale in palestra ad esempio. Puoi arrivare a 30 serie allenanti settimanali o oltre per un muscolo (grande) quando magari un neofita si spacca con 10.
Il mio diario tra pesi corsa e (ogni tanto) dieta
5k 19.07 (passaggio test) 10k 38.34 (test pista 01/22)
21k 1h23.23(Roma Ostia '22)
42k 2h58.47 (Milano '22)
6h 70.4km (Grosseto '24)
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Re: Perché ci facciamo del male?
Mi sono accorto di aver letto male. Botte di 40, cioè suppongo 40 km. In tal caso è un allenamento diverso, in effetti ridimensionato rispetto alle preparazioni recenti. Kipchoge si è preparato con allenamenti molto più intensi e, in proporzione rispetto alla scuola vecchia, con un volume minore di quello che ci si aspetta. Infatti gli atleti moderni professionisti terminano la maratona con split negativo, perché imparano ad allenare meglio la velocità.
Poi oh, io non sono né Bolt (un estremo) né Kipchoge (l'altro estremo). Sembrerò troppo timoroso o cauto, ma va bene così finché posso sempre correre senza farmi male.
Poi oh, io non sono né Bolt (un estremo) né Kipchoge (l'altro estremo). Sembrerò troppo timoroso o cauto, ma va bene così finché posso sempre correre senza farmi male.
Re: Perché ci facciamo del male?
Il problema come dicevo è che loro la maratona la finiscono in 2h... Noi in quasi il doppio. Diventa quasi uno sport diverso.
Sul chilometraggio di kipchoge vediamo se e quando esce qualcosa. Magari non solo le 6 settimane di specifica.
Non volevo dire che tu sei "timoroso" figurati. Ognuno fa quello che si sente. Volevo dire che la mezza (ma anche la maratona per certi versi) sicuramente non è qualcosa che implichi il farsi male. Se fatto con la testa.
Anzi io nella mia breve vita da runner mi sono fatto male preparando i 10k non le lunghe né tantomeno quando ho alzato, pur di molto il chilometraggio settimanale
Sul chilometraggio di kipchoge vediamo se e quando esce qualcosa. Magari non solo le 6 settimane di specifica.
Non volevo dire che tu sei "timoroso" figurati. Ognuno fa quello che si sente. Volevo dire che la mezza (ma anche la maratona per certi versi) sicuramente non è qualcosa che implichi il farsi male. Se fatto con la testa.
Anzi io nella mia breve vita da runner mi sono fatto male preparando i 10k non le lunghe né tantomeno quando ho alzato, pur di molto il chilometraggio settimanale
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6h 70.4km (Grosseto '24)
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Re: Perché ci facciamo del male?
Ma infatti, puoi farti male in un verso o in un altro (o in entrambi, ovvio). Le lunghe distanze non le corro sia perché non mi piacerebbe essere doppiato da Kipchoge sia perché non voglio rischiare con le articolazioni (e poi in realtà ci sarebbe anche un fattore estetico, dettagli). Dall'altro lato, è anche bene non esasperare la velocità. Ognuno poi testa su se stesso, verifica la sua predisposizione fisica e mentale e sceglie la soluzione più equilibrata. Con il fine di esprimere sia il proprio potenziale da un lato sia senza farsi prendere troppo dall'altro.
- CarloR Donatore
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Re: Perché ci facciamo del male?
Comunque spaccavano il c. a tutti perché:
1) non c'erano gli africani
2) c'erano medici e tecniche di preparazione diciamo "discutibili"
(Il punto 2 vale anche per lo sci di fondo)
Fine OT
Concordo con Dr.Kriger sulle motivazioni, allenarsi per continuare a correre senza farsi male, ma non credo che allenarsi per mezza e Mara sia più dannoso che allenarsi per le gare brevi
1) non c'erano gli africani
2) c'erano medici e tecniche di preparazione diciamo "discutibili"
(Il punto 2 vale anche per lo sci di fondo)
Fine OT
Concordo con Dr.Kriger sulle motivazioni, allenarsi per continuare a correre senza farsi male, ma non credo che allenarsi per mezza e Mara sia più dannoso che allenarsi per le gare brevi
Re: Perché ci facciamo del male?
Su quello ti capisco benissimo, ma ti tranquillizzo
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42k 2h58.47 (Milano '22)
6h 70.4km (Grosseto '24)
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Re: Perché ci facciamo del male?
Riapro un attimino l'OT solo per dire che gli africani c'erano anche all'epoca. Solo che loro sono andati avanti, l'Italia come al solito no!
Comunque non ho detto che per forza di cose ci si infortuna sulle lunghe distanze. Però è anche innegabile che i due fattori siano quelli: ti fai male o perché tiri troppo o perché fai troppi km. Sui troppi km, ho preferito non rischiare tagliando la testa al toro, mentre sul tirare troppo cerco di essere veloce (altrimenti diventi pigro) ma, come si dice, "cum grano salis". Perché uno nemmeno può pensare di fare gare ogni settimana. O, come fanno alcuni, addirittura due sedute di ripetute o test ogni settimana. A volte magari ti viene la tentazione di strafare, ma mordi il freno. A mio parere allungare i progressi non è una cosa negativa, anche se capisco che uno abbia molta foga.
Comunque non ho detto che per forza di cose ci si infortuna sulle lunghe distanze. Però è anche innegabile che i due fattori siano quelli: ti fai male o perché tiri troppo o perché fai troppi km. Sui troppi km, ho preferito non rischiare tagliando la testa al toro, mentre sul tirare troppo cerco di essere veloce (altrimenti diventi pigro) ma, come si dice, "cum grano salis". Perché uno nemmeno può pensare di fare gare ogni settimana. O, come fanno alcuni, addirittura due sedute di ripetute o test ogni settimana. A volte magari ti viene la tentazione di strafare, ma mordi il freno. A mio parere allungare i progressi non è una cosa negativa, anche se capisco che uno abbia molta foga.
Re: Perché ci facciamo del male?
Anche sul numero di uscite di qualità... Dipende.
Se uno fa 5/6 uscite settimanali, 70km sono troppe 2 qualità per un totale di una 15 di km intensi? Direi di no perché hai una base sufficientemente larga per assorbirli.
Chiaro se uno fa 35km settimanali di cui 15 intensi e l'altra CL tirata sulla base del precetti VR+45 qualcosa che non va c'è
Oppure se passa da 3 uscite 35 a 5 uscite 70 nell'arco di una settimana...
Gradualità sempre
Se uno fa 5/6 uscite settimanali, 70km sono troppe 2 qualità per un totale di una 15 di km intensi? Direi di no perché hai una base sufficientemente larga per assorbirli.
Chiaro se uno fa 35km settimanali di cui 15 intensi e l'altra CL tirata sulla base del precetti VR+45 qualcosa che non va c'è
Oppure se passa da 3 uscite 35 a 5 uscite 70 nell'arco di una settimana...
Gradualità sempre
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21k 1h23.23(Roma Ostia '22)
42k 2h58.47 (Milano '22)
6h 70.4km (Grosseto '24)
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Re: Perché ci facciamo del male?
Non voglio sempre tornare sullo stesso pensiero, ma continuo a pensare che ci si faccia male indipendentemente da tutte queste cose che avete citato : si può correre male e non farsi niente, si possono correre mille mila km e non farsi niente e si può fare tanta qualità senza farsi niente.
L'unica cosa che distingue una persona che si infortuna e una no, è la SINGOLA capacità di sostenere lo stress meccanico.
C'è chi si fa male facendo anche solo 30km a settimana e chi corre 160km alla settimana senza avere mai un doloretto.
Certo, sicuramente poi vengono i nodi al pettine in un futuro, a TUTTI. Ma non tiriamo in ballo i pro o i poveri africani che non centrano nulla.
L'unica cosa che distingue una persona che si infortuna e una no, è la SINGOLA capacità di sostenere lo stress meccanico.
C'è chi si fa male facendo anche solo 30km a settimana e chi corre 160km alla settimana senza avere mai un doloretto.
Certo, sicuramente poi vengono i nodi al pettine in un futuro, a TUTTI. Ma non tiriamo in ballo i pro o i poveri africani che non centrano nulla.
She's a maniac, maniac at the show,
And she's dancing like she's never danced before
“Your body can do it. It’s your mind you need to convince.”
And she's dancing like she's never danced before
“Your body can do it. It’s your mind you need to convince.”