Complimenti a tutti voi finisher e grazie per i vostri bellissimi racconti.
Vien proprio voglia di farla, LUT o CT, però si capisce che deve essere preparata in modo più adeguato rispetto a quanto sono abituato a fare. La LUT in particolare è decisamente molto impegnativa e le 30 ore di tempo limite costringono a viaggiare veloci se non si vuole correre sul filo del rasoio dei cancelli.
Bravi ancora!
Ecco la mia LUT:
Ciski, facciamo la LUT? Quando Tasso chiama, io ci sono! Poco dopo aver detto sì, iniziano le paranoie. Ma sono 120km. Ma sono 5800D+. Ma si parte alle 23. Va beh, ormai ho detto sì, tanto non ci sorteggeranno mai. Invece, presi. E adesso mi tocca farla. Nel mentre, sorteggiato anche per il TOR, e la LUT diventa una “gara test”. La preparazione è stata disastrosa. Arrivo al 28 giugno, data della partenza con ZERO gare trail fatte nel 2019. In verità ne ho fatta una, ma non l’ho finita: DSQ. I dubbi, sono più delle certezze. So che ho il 50% di possibilità di non tagliare il traguardo, mai fatto una gara così lunga (nei trail mai superato i 56km), però ho in mente il Malatrà, ci siamo dati appuntamento a settembre, lui è già lì ad aspettarmi, e questa è una certezza, alla bisogna venderò cara la pelle. Poi aggiungiamo l’infortunio alla caviglia, due le settimane di stop a ridosso della gara. Senza contare il problema al braccio, non so se riuscirò ad usare le bacchette per tutta la gara. Cena tarda con Tasso e Chiara. Importante in questi momenti avere una persona con la sua esperienza con cui parlare, ti mette serenità che poi è solo apparente, perché tra un paio d’ore correrò verso l’ignoto. Prima del via incontriamo Ciccio e Supertramp, loro sono già pronti, noi no. Scambiamo due parole per stemperare la tensione e poi via in albergo a prepararci. Sono le 22:45 ed entriamo in griglia, e rincontriamo Ciccio e Supertramp. Dietro di noi 3/4 persone e davanti più di 1800, beh, almeno non si partirà a cannone. Le note L'estasi dell'Oro del maestro Morricone sono il preludio della partenza. Un saluto ai miei compagni di viaggio e da ora in poi solo le mie gambe e la mia testa saranno con me. La tensione è palpabile nell’aria. Siamo racchiusi tra due ali di folla, parte il countdown 3… 2… 1… VIA. Si parte. La parte iniziale sono 2/3 km asfaltati in salita fino a Ciadin De Sora dove inizia il sentiero e ci fermiamo perché la strada si restringe. Senza volerlo mi ritrovo a fianco di Ciccio e Supertramp. Loro hanno già concluso gare ultra trail oltre i 100km, Supertramp è già finisher alla LUT. Decido di stare con loro per un po’, poi vedrò il da farsi. Bella la partenza al buio, ne ero titubante, ma dopo pochi minuti ho apprezzato, soprattutto pensando quanto caldo hanno preso i partecipanti alla Cortina (partenza 09:00). Arrivo al primo ristoro ad Ospitale, km 18 820D+ in 1754 posizione. La temperatura si sta abbassando. Metto manicotti e smanicato, mangio della frutta, bevo qualche bicchiere e si riparte. Poco dopo la partenza mi rendo conto che stare nella scia dei miei paesani non paga, siamo in ritardo e rischiamo di rimanere fuori dal cancello. Abbasso la testa, inizio a fare il passo. Non mi volto mai, non so se i miei compagni mi seguono, almeno il primo cancello devo passarlo! check point a Passo Tre Croci km 28 1491 D+ posizione 1638. Arrivo al secondo ristoro a Valborna km 33 e Supertramp è desaparecidos, Ciccio è con me, mi “scuso” per aver aumentato il passo, ma eravamo a rischio. Ad un km dal ristoro c’è il primo cancello. Passiamo con 30’ di vantaggio, un nulla! Sono 1587 in classifica. Il prossimo step è Misurina al km 42. Spengo la frontale, sta facendo giorno. Gambe e testa sono ok. A Misurina i D+ sono 2116, iniziano ad essere importanti. La Classifica dice: 1509. Il prossimo step e il Rifugio Auronzo. Si devono fare circa 7km con 600D+. Le gambe sono collaborative e recuperiamo 30’ sul cancello. Ora abbiamo un’ora di vantaggio (posizione 1544). Al ristoro incontriamo Chiara, Tasso è un’oretta avanti e sta bene. Ci incamminiamo e dopo qualche minuto davanti agli occhi le Tre Cime di Lavaredo, uno spettacolo. Nel mentre i concorrenti della 87 km si uniscono a noi. Hanno decisamente un altro passo e si vede. Noi abbiamo quasi 50km sulle gambe non siamo neanche a metà gara! Il prossimo step e Cimabanche, dove troveremo il cambio. Si scende molto, la prima parte della discesa non è “bellissima”. Chi corre la 87 km va giù che è un piacere. Inizia a far caldo e i 17 km tra i due ristori sono tanti. Finisco l’acqua (1.5 lt) durante il tragitto. Ciccio fatica tenere il passo. Io cammino e lui “deve” correre per stare con me. Siamo in ritardo e sono combattuto. Vorrei rallentare, ma il cancello non perdona. Ciccio mi dice di tenere il mio passo, arriverà anche lui. A Cimabanche incontro mezza crew di Tasso, lui sempre ok. Incontro anche Supertramp, per una serie di motivi non ha superato il primo cancello. Bisogna uscire entro 14h 30’ dal ristoro. Mangio, mi cambio le scarpe e vedo arrivare Ciccio che “mi obbliga” a ripartire da solo, crede di non riuscire a passare il cancello successivo. Bisogna fare 9 km e poco più di 500 D+ in 2 ore. Mio malgrado decido di partire da solo, mi spiace un sacco non avere più la sua compagnia e più avanti saprò che ha preferito non continuare. La prima parte è in salita, poi quando si scollina si scende e lì primo problemino: noia. Mi assale una noia che la metà basta e rallento il passo. Arrivo a Malga Ra Stua in 1370 posizione, 32’ minuti prima del limite, rischio! Miglior ristoro della gara quello di Malga Ra Stua. Mangio e bevo in abbondanza, non curante di quello che avrei trovato da lì a poco, o forse inconsciamente lo sapevo. Devo fare circa 20 km e 1200 D+ per arrivare al prossimo cancello: Rifugio Col Gallina (95 km) entro le 21:30. Parto, sono quasi le 15 e il caldo si fa sentire sempre più. Per molti km non saprò più cosa sia l’ombra. Arrivo al check point Pian De Loa in 1313 posizione. Mancano circa 40 km alla fine, meno di una maratona e mi sento finisher. Un lungo domenicale ed è fatta, ma nelle ultra la crisi è sempre dietro l’angolo. La Val Travenanzes è un posto stupendo, ma quando sei in giro da più di 18 ore e hai 80 km nelle gambe non è che sia tutta sta bellezza e se ci mettiamo che ho finito l’acqua, più che Val Travenanzes sembra di essere nella Death Valley. Fortuna che la zona è piena di corsi d’acqua. Per non rischiare “devo” bere l’acqua dai torrenti. Non potete immaginare quanto fosse buona. Bagno il caps, ma tempo zero ed è asciutto. Fa veramente caldo. O forse è la stanchezza che amplifica. Alla malga Travenanzes ristoro idrico e stop. Siamo al 90km. Pensavo che il peggio fosse finito, invece sbam! Poco dopo la partenza dal ristoro mega crisi. Se sommassi tutte le crisi avute nelle gare fino a qui disputate non arriverei alla metà di questa. Sono in salita, le gambe non ne vogliono sapere. In questi casi si dice che conta la testa. Peccato che anche lei non è collaborativa, anzi è messa peggio delle gambe, ogni passo è una tragedia. Ho mal di stomaco, non vedo l’ora di arrivare al ristoro per bere del brodo caldo. Finita la salita, dopo qualche centinaio di metri inizia una poderale in discesa. Incontro degli escursionisti che mi dicono che il Col Gallina e a circa 30’. Mi riprendo, inizio a corricchiare, ma dura poco. Il ristoro non si vede e non arriva mai. Vorrei fermarmi qui, ma penso a quanta strada ho fatto per arrivare fino a qui. Penso al Malatrà, non posso pensare di partire in una gara da 350 km e poi ritirarmi in una da 120, solo perché sono in crisi nera. Devo raschiare il barile per continuare ad andare avanti e ad un certo punto sotto di me vedo il Col Gallina, la luce in fondo al tunnel. Arrivato al ristoro incontro Luca, ritirato ieri notte. Mi chiede come va, gli dico di mexda. Le sue parole di conforto mi sono state molto utili, quasi fondamentali, però quando mi ha detto: Ormai è finita. La mia risposta è stata: Sto caxxo! Mancano 25 km e ci sono ancora 3 salite da fare. Esco dal cancello alle 20:32 in 1262 posizione. Ho 2h 28” di vantaggio. Devo fare 4 km e 450 D+. Nelle gambe sono già 4765 D+. Tosta la salita, ma si sale bene. Il brodo ha fatto il suo dovere, la crisi come è venuta, se ne è andata. Dopo 1 ora e 20” son al Rifugio Averau chilometro numero 100 posizione 1226. Sono le 21:56, devo fare 3 km e 108 D+ e devo arrivare entro la mezzanotte all’ultimo cancello. Alle 23:15 Son al Giau. L’ultimo controllo orario l’ho passato e sono molto più tranquillo. Due salite, circa 400 D+ in otto chilometri, poi “solo” discesa. La prima salita non finisce mai! Vedo le frontali davanti a me ad un passo, ma il buio appiattisce le distanze, non le raggiungerò mai. La discesa è da incubo. Tratti con neve e a volte ghiaccio. Siamo in contropendenza e tutti procedono lentamente, nessuno fa il fenomeno. Arrivo a Mondeval alle 00:51 posizione 1251. Manca una salita. Arrivo al Rifugio Croda da Lago, al ristoro le facce sono stanche, tutti si riposano, ormai è finita. Una decina di chilometri e si arriva a Cortina. Mi fermo pochissimo, infatti recupero tantissime posizioni, ora sono in 1183 posizione. Mi sento finisher, difficoltà non ce ne sono più e la mia testa si rilassa. Nei 5 km che separano il Rifugio Croda da Lago Lago d'Ajal perdo parecchie posizioni, ora sono in 1268 posizione. Poco importa, il mio obiettivo è Cortina. Arrivassi ultimo sarebbe comunque una vittoria. Il terreno a volte è infimo, non voglio rischiare una storta per cui cammino e chi mi segue, letteralmente mi svernicia. Però, questo mi ha dato modo di migliorare la mia tecnica di discesa vedendo gli altri come la affrontavano. Al buio puoi concentrarti più facilmente su un singolo dettaglio, nella fattispecie dei piedi di chi mi superava. Mi sento bene, sono giustamente stanco, ma lucido. Però il cervello ha bisogno di riposarsi. Inizio la fase pre allucinazioni. Sono sempre presente e mi rendo conto che quello che vedo è irreale. Vedo teste di cavalli, mucche, pelli di animali a essiccare e gatti, gatti ovunque. Però la cosa non mi crea problemi. Sono a Cortina, vedo l’asfalto. Una scritta per terra dice che mancano 2 km, c’è un ristoro abusivo e non c’è nessuno, mi sa che fino a qualche ora fa qua c’era festa, adesso sono le 4 di mattina e tutti dormono. Sono quasi arrivato, mi raggiungono in due stanno correndo, io ormai non ne ho più voglia, minuto più minuto meno non fa differenza. Taglio il traguardo dopo 29 ore 9 minuti e 40 secondi in 1275 posizione su 1302 arrivi. Ritiro il premio da finisher, mi bevo una meritatissima birra e me ne torno in albergo non vedendo l’ora di rifare una gara del genere, perché se correre una maratona ti fa vivere una nuova vita, correre un ultra trail a 3 cifre ti proietta in una nuova dimensione.
Complimenti per la tenacia e la determinazione.
essere passati da 60 a 120 km può farlo solo un Ultra runner FOLLE! ma siamo tutti pazzi come dice mia moglie
Grazie mille ragazzi. @victor76 in quei casi la linea è sottilissima. Ci va grande forza di volontà e/o un grande obiettivo per non gettare la spugna. @comigius stando con lo zoppo ho imparato a zoppicare. Il mio amico Tasso ha fatto 50km -> 350km e io non potevo essere da meno
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