SCARPE NEWTON RUNNING

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del58
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Re: SCARPE NEWTON RUNNING

Messaggio da del58 »

=D> ...E POI ALLENAMENTO A ZIGZAG.... :D
stefano3125
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Re: SCARPE NEWTON RUNNING

Messaggio da stefano3125 »

del58 ha scritto:=D> ...E POI ALLENAMENTO A ZIGZAG.... :D
A forza di parlarne ..stasera mi faccio un cotechino..tanto sono fermo,male ai polpacci.... :mrgreen: :pig: :beer:
del58
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Re: SCARPE NEWTON RUNNING

Messaggio da del58 »

ahi....pancetta in formazione........ :asd2: (e i polpacci che diventeranno cotechini....)
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dovedavide
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Re: SCARPE NEWTON RUNNING

Messaggio da dovedavide »

stefano3125 ha scritto:Articolo di ingegneria biomeccania Università di Padova
Il piede cavo
L’aspetto più importante sottolineato dallo studio del Prof. Liberman, come da tutti i
sostenitori della corsa “minimal”, “natural”, ecc, è costituito dall’elasticità del piede: il piede
è la struttura più ammortizzante nell’azione di corsa ed assorbe gli impatti al suolo
evitandone la trasmissione alle ginocchia. Le calzature minimaliste sono costruite proprio
attorno a questo concetto, e per la maggior parte non includono le strutture molto
ammortizzanti tipiche delle scarpe “cushioning”. Per i runner con i piedi cavi, tuttavia,
questo concetto non può essere applicato. Il piede cavo ha un arco plantare più alto e
concentra l’appoggio sull’avampiede e sul tallone, come evidenziato nell’impronta lasciata
dall’esame podoscopico.Un arco plantare di questo tipo è più rigido e non riesce ad ammortizzare correttamente i
carichi quando il piede appoggia sul terreno. Un piede che non ammortizza, durante la
corsa, scarica tutte le sollecitazioni sul ginocchio, stressando le strutture capsulolegamentose dell’articolazione femoro-rotulea. In questi casi una calzatura “minimal” pare
davvero poco adatta: può portare a seri problemi di usura dell’articolazione del ginocchio,
così preziosa per chi vuole continuare a dedicarsi al running. Nelle forme meno accentuate
di piede cavo, è consigliato l’utilizzo di un plantare correttivo personalizzato, eseguito da
un centro specializzato.

È sempre meglio preferire una corretta
analisi biomeccanica al semplice “fai da
te”, anche per individuare forme
particolari, come il piede cavo-valgo, che
ha l’aspetto di un piede piatto, per la
marcata valgizzazione del calcagno,
mentre all’esame podoscopico mostra
l’impronta tipica del piede cavo.
Il centro specializzato può anche consigliare al runner se utilizzare calzature “minimal”
abbinate ai plantari personalizzati, oppure se preferire calzature “cushioning” più
protettive, in grado di svolgere la funzione ammortizzante di cui il piede cavo non è dotato.

E come sempre, poi, spetterà alla salute del runner l’ardua sentenza.http://www.runningforum.it/posting.php? ... 5&p=745402#
Se mi permetti, il testo in rosso non credo derivi dagli studi di Lieberman.
Per il contenuto di quello in rosso, in sostanza: chi ha il piede cavo deve usare i plantari, bisognerebbe prima definire o quantificare il piede cavo, perché alla fine chi piu chi meno, tutti abbiamo il piede cavo (tranne chi ha il piede "piatto").

Dal che deriva la logica conclusione (come anche evidenziata nella parte sottolineata) che tutti dovremmo correre con i plantari?
Non sono sicuro che se gli si presenti questa conclusione al Prof. Lieberman, lui apprezzi che vengano citati i suoi studi per giungere ad una tale conclusione.

Il che non toglie che l'ultima frase, anche se banale e poco documentata sia verissima.

In fine visto che il discorso è la corsa di avanpiede, nessun specialista pro corsa avanpiede, dice che chi corre con scarpe ammortizzate e di tallone; senza problemi; salutarmente; senza velleità agonistica e quindi non in cerca di performance debba cambiare scarpe o modo di correre. Per tutti gli altri... vedi l'ultima frase.

:beer: :beer:
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Re: SCARPE NEWTON RUNNING

Messaggio da del58 »

Mi piace tanto la frase sottolineata. È' la mia filosofia...
stefano3125
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Re: SCARPE NEWTON RUNNING

Messaggio da stefano3125 »

Solo le prime due righe sono estrapolate da un articolo del Prof., per quanto riguarda la definizione di piede cavo si intende quando l'istimo plantare appoggia meno del terzo della superfice,esiste cavismo di 1grado 2 grado e 3 grado in base alla quantità di appoggio dell'istimo plantare,il mio ad esempio è di secondo grado l'istimo plantare prorpio non appoggia e purtroppo il mio peso viene distribuito esclusivamente su avampiede e tallone.In pratica senza i plantari, correndo di tallone o di avampiede non avrei la parte mediana che ammortizza che è la sua funzione in natura(corsa naturale).Ho provato i due modi ma senza plantari le mie tibie chiedevono pietà per la cattiva distribuzione del peso ------E si invidio chi ha piedi normali sig.sig...:cry:

Per quanto riguarda l'ultima frase concordo con...te.Visto che io sono pro avampiede e ho le isaac newton....ma penso di aver esagerato le prime uscite , ho i polpacci dolenti da non poter correre,vorrei sapere se è successo anche a te. :afraid:

Nella frase sottolineata si intende che i plantari non vanno bene quando il piede è talmente cavo da diventare equino,li si interviene con la chirurgia. :asd

E poi vorrei capire se tutti sti studi gli hanno fatto su piedi normali, o con persone che avevano gia problemi congeniti di appoggio.

P.S. Quando dico appoggio di tallone, non vuol dire atterrare come un elefante sul tallone,ma intendo il primo accompagnatorio contatto con il terreno.
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dovedavide
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Re: SCARPE NEWTON RUNNING

Messaggio da dovedavide »

allora ho capito male io nella frase sottolineata, cioè l'esatto contrario di quello che scrivi;

quando il piede cavo non tende ad essere equino vanno usati plantari personalizzati, quindi nelle forme meno estremi di piede cavo. (per questo ho voluto puntualizzare che in questo caso tutti dovremmo portare i plantari :oops: )

Io sono pro salutare :wink: ma per me passa di meso avan piede. Non ho usato le Newton perché non vedo scarpe minimaliste ma di transizione.

Io sono passato a scarpe piu minimaliste e sono passato dagli inevitabili dolori ai polpacci, anche non esagerando.

Ma alla fine passano ed i polpacci tornano a non farsi sentire :beer:
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Re: SCARPE NEWTON RUNNING

Messaggio da stefano3125 »

dovedavide ha scritto:allora ho capito male io nella frase sottolineata, cioè l'esatto contrario di quello che scrivi;

quando il piede cavo non tende ad essere equino vanno usati plantari personalizzati, quindi nelle forme meno estremi di piede cavo. (per questo ho voluto puntualizzare che in questo caso tutti dovremmo portare i plantari :oops: )

Io sono pro salutare :wink: ma per me passa di meso avan piede. Non ho usato le Newton perché non vedo scarpe minimaliste ma di transizione.

Io sono passato a scarpe piu minimaliste e sono passato dagli inevitabili dolori ai polpacci, anche non esagerando.

Ma alla fine passano ed i polpacci tornano a non farsi sentire :beer:

Infatti farrò passare il dolore e poi continuerò anchio,però con le Newton al momento psicologicamente mi danno piu' ""sicurezza"" e spero in futuro di passare alle minimali,polpacci permettendo.

p.s. quando dico appoggio di tallone ,intendo quel leggero primo contatto accompagnatorio al terreno.Non come un trivellatore del terreno.

n.b. Il piede equino è un problema piuttosto grave,ma trattato chirurgicamente, chi ha questo problema non puo certo pensare di correre. [-X
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dovedavide
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Re: SCARPE NEWTON RUNNING

Messaggio da dovedavide »

stefano3125 ha scritto:
p.s. quando dico appoggio di tallone ,intendo quel leggero primo contatto accompagnatorio al terreno.Non come un trivellatore del terreno.

Infatti si dice anche "appoggio di tallone propriocettivo" quindi meno di avanpiede e piu di mesopiede.

Prima io ero quel trivellatore :emb: :emb:
stefano3125
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Re: SCARPE NEWTON RUNNING

Messaggio da stefano3125 »

Oggi ricomincio a correre sulle mie Isaac Newton,anche se ho un leggero dolore al tibiale o soleo non so bene,speriamo bene per i mie polpacci,devo...dico devo passsare a correre di avampiede...datemi coraggio...ditemi che ce la farrò :hail:
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