[DIARIO] La mia corsa è il mio treno

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elisa udine
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Re: [DIARIO] La mia corsa è il mio treno

Messaggio da elisa udine »

certo che c'è. e ci siamo anche noi a sostenerti. non smettere di cercare il tuo spazio, non lasciarti calpestare. arriverà il momento in cui affronterai la paura senza soccombere. non mollare. un abbraccio :vicini:
21km: 1h36'33" 2020
42km: 3h24'02" Cividale 2019
6h: 70,3km Biella 2021
75km: 7h21'20" Ob Mrzli Reki 2019
100km: 9h18'51" Imola 2021
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Leoxgiusti
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Re: [DIARIO] La mia corsa è il mio treno

Messaggio da Leoxgiusti »

Daje! :vicini:
5k: 21'15" (25/01/2014, allenamento)
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LittleJames88
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Re: [DIARIO] La mia corsa è il mio treno

Messaggio da LittleJames88 »

Caro diario
Quanti giorni e quanti treni sono passati dall'ultima volta che ho deciso di fermarmi qui da te, quante volte con il pensiero ho scritto nelle tue pagine e quanti momenti rimarranno così solo un ricordo volatile, si ma infondo tu nonostante lo sia stato poche volte, sei un diario di corsa e io di corse dovrei parlarti. Ti avevo promesso un racconto sul mio "pb nella mezza", così lo chiamano quelli che masticano di corsa, ma io infondo a quel mondo non penso di essere mai appartenuto o forse oggi che anche una manciata di kilometri sono per me un muro insormontabile mi rendo conto di averne fatto parte inconsapevolmente, si, che bella soddisfazione agitare il pugno sotto il traguardo per aver raggiunto un obbiettivo, che bello commuoversi ancor oggi ripensando a quegli ultimi metri di una maratona che ormai è lontana due anni. Già, quella maratona, quel treno che mi ha investito improvvisamente ed è proprio per colpa sua se oggi ho deciso di fermarmi qui da te. E' bastata un'immagine, quella che rappresenta quella medaglia che tra poco più di due mesi molti si metteranno al collo, ognuno agitando il proprio pugno ed ognuno con la propria gioia personale, quanto vorrei anch'io provare ancora una volta quella emozione, ma i treni passano e se uno di questi mi ha portato la serenità che cercavo, un altro si è portato via il mio tempo e la mia voglia di sudare per strada. Ho fatto una promessa a me stesso, non so come, ma io quella medaglia la voglio stringere tra le mie mani e sentirmi vincitore ancora una volta, quindi caro diario, perdonami se non mi fermerò spesso nella tua stazione e i miei pensieri passeranno veloci su di te, ma tu che puoi spingi questo mio treno verso altre vittorie.
30 Novembre 2014
Sono entrato in piazza S.Croce salutando il pubblico come se fossi lo sportivo più famoso di questo mondo e sotto il traguardo ho alzato le braccia come se fossi arrivato primo.Forse non tutti lo sanno, ma io contro me stesso ho vinto.

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elisa udine
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Re: [DIARIO] La mia corsa è il mio treno

Messaggio da elisa udine »

il treno della serenità è sicuramente il più importante!!!!! e sono sicura che stringeraì anche quest'anno quella medaglia e questa volta sarà ancora più bello!
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LittleJames88
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Re: [DIARIO] La mia corsa è il mio treno

Messaggio da LittleJames88 »

Caro diario
Meno 22 se la matematica non mi inganna, eppure Firenze mi sembra così lontana, forse perché ancora il sole vince la sua battaglia con l'autunno e la nebbia non ha inghiottito il paesaggio, si, dev'essere per questo, non mi immagino a correre in strade di campagna dove la visibilità è ridotta a poche decine di metri e il paesaggio è un unico muro bianco, allora per me Firenze è solo un'idea lontana dalla realtà. Ma il tempo non inganna, lui non guarda in faccia nessuno, va dritto per la sua strada, fregandosene se su di essa splende il sole o cala la nebbia, e allora torna quella matematica che come il tempo non si discute, mancano 22 giorni e sarò ancora lì ai nastri di partenza. Allora mi guardo indietro, vedo i passi faticosi fatti ad agosto e quelli un po' più leggeri degli ultimi giorni, quel traguardo immaginario di 10km che sembrava una montagna e la mezza di una settimana fa, allora penso di aver fatto comunque il mio percorso, di non essere pronto per correre 42km perché pronto non lo sono mai stato, eppure non mi sono mai tirato indietro, e allora anche questa volta non può che essere un successo.
30 Novembre 2014
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LittleJames88
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Re: [DIARIO] La mia corsa è il mio treno

Messaggio da LittleJames88 »

Caro diario
guardo l'orologio e mi dico che tra meno di sette giorni sarà tutto finito, come un'operazione, un esame da affrontare, qualcosa che mi spaventa, e mi chiedo perché, perché fino a pochi giorni fa contavo le ore che mancavano come un bambino fa per il Natale, e ora invece ne ho paura e vorrei fosse già tutto finito. Perché la testa e lo spirito che ho sempre detto mi avrebbero portato dove le gambe non sarebbero mai arrivate ora giocano contro di me. Perché ora ho paura di quel lungo non fatto, quando due anni fa non sapevo nemmeno cosa fosse un lungo, perché sento il mio corpo cadere a pezzi invece di trasudare energia.
Caro diario, e se tutta la storia della testa fosse una favola e io dovessi veramente farcela solo con le gambe? Questo mi spaventa, questo non mi piace, non voglio giocare con il tempo, io voglio guardare le persone in faccia, voglio spronarli a dare tutto, voglio essere lì se avranno bisogno di me, voglio perdermi nei miei pensieri, io voglio solo amare la mia corsa.
30 Novembre 2014
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elisa udine
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Re: [DIARIO] La mia corsa è il mio treno

Messaggio da elisa udine »

e sarà così! forzaaaaa!!!!! :rambo:
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lilligas Utente donatore Donatore
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Re: [DIARIO] La mia corsa è il mio treno

Messaggio da lilligas »

Franci vai sereno a questo appuntamento, il risultato se deve venire, verra'.....testa innanzitutto, la fatica per mancanza del lungo arrivera' ma tu puoi gestirla, la testa ce l'hai!
42km: 3h20'19''Pisa '14
50 km: 4h27'15''Seregno '16
100 Km: 9h24'51" Seregno '18
6h: 66,541 km Sud-Tirol '17
12h: 121,620 km Franciacorta '18
24h: 213,846 km Mondiale Albi '19
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MarcelloS. Utente donatore Donatore
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Re: [DIARIO] La mia corsa è il mio treno

Messaggio da MarcelloS. »

LittleJames88 ha scritto:Perché ora ho paura di quel lungo non fatto
Quando ti ho visto io lo hai fatto eccome :mrgreen:

Vai tranquillo e divertiti! Non fare come me che non ho dormito la notte prima di Montecarlo :smoked:
PB:
21K:1:22:50('11) - 42K:2:59:49('12)
100K:8:57:38('18) - 6h:70,942*('20) *no Fidal
12h:121,724 km('16): 1° 12h Reggio Em.
24h:200,920 km('17)
Backyard:31h - 207,8 km('23)
9 Colli Finisher 202 km ('18, '19)
Maratone:22+1eco - Ultra:98 (2 ritiri)
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LittleJames88
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Re: [DIARIO] La mia corsa è il mio treno

Messaggio da LittleJames88 »

Caro diario
non potevo lasciarti senza il mio racconto ed eccomi qua.
Ci siamo, ultima domenica di novembre ed è Firenze Marathon, la terza consecutiva per me, sono passati tre anni da quando la affrontai con il solo pensiero di arrivare alla fine con le motivazioni che mi spingevano allora e l'idea che quella sarebbe stata un'esperienza particolare che non avrebbe avuto seguito, ed invece toccava nuovamente a me.
Ore 5:59 suona la sveglia, per la prima volta sono riuscito a dormire prima di una gara, ma invece di sentirmi più tranquillo penso proprio che psicologicamente da questa gara sono distaccato, attendo qualche minuto sotto le coperte con la speranza che la voglia di correre aumenti, ma dopo aver perso ogni speranza mi fiondo a far colazione e nella mia tabella mentale è già tardi.
Passa velocemente il tempo e complice la partenza ravvicinata a casa con Madda scendiamo le scale quando invece avremmo dovuto essere al luogo fissato per il raduno. Non senza difficoltà riusciamo a raggiungere gli altri, giusto il tempo di una foto, due parole e ognuno verso la propria griglia. Rimango solo con Leo, ci siamo incontrati ormai più di una volta, ormai siamo amici di vecchia data, ci sistemiamo in griglia poco davanti ai palloncini delle 4h e mentre siamo lì ci raggiunge un'altro della banda forum. Poco dopo mentre mi guardo intorno perso nei miei pensieri mi sento salutare, caso dalle nuvole ed è proprio Federico, l'anno scorso per gran parte l'abbiamo corsa insieme, almeno fino a quando io ce l'ho fatta, poi lui giustamente è andato a prendersi quello che si meritava ma io il mio tempo lo devo anche a lui. Siamo quasi al momento dello start, Leo nel tentativo svuotare la bottiglietta d'acqua che si porta dietro offre da bere a tutti e io accetto, come se fosse la pozione di Asterix e Obelix penso che se lui va forte poi andrò forte anche io. Poi scambio di i incoraggiamenti e via, partiti.
Prendo posto al lato destro della strada, cerco già Federico con lo sguardo che si materializza accanto a me, ma prima della partenza mi ha confessato il suo obbiettivo e quindi senza nessun problema ci salutiamo e lui inizia la sua rincorsa ai palloncini arancioni che contraddistinguono i pacer delle 3h45'.
Io in realtà non ho un obbiettivo, so che alle mie spalle ho i pacer delle 4h e proseguo con un passo regolare. Passano pochi kilometri e sento come pungere i polpacci, come se fosse l'avvisaglia di crampi, ma non è possibile, è vero non sono allenato ma sto andando con passo tranquillo e non è che l'inizio. Cerco di non pensarci e fortunatamente vengo distratto dal passaggio sotto il primo tunnel, intoniamo tutti il motivetto che ha accompagnato la nazionale di calcio durante i mondiali del 2006 e l'eco è da brividi, quasi mi commuovo, sento di aver provato ancora una volta quello che per me è la maratona e sento i capelli rizzarsi sulla testa come se il gel non bastasse. Entriamo alle cascine, in alcuni tratti il vento non mi fa pentire della scelta della maglia a maniche lunghe, in altri invece il sole la mette in discussione, forse questo continuo cambio di temperatura se pur minimo turba anche la mia pancia che fa rumori strani, ma non riesco a capire se questo sia dovuto alla fame o al mio peggior incubo, ovvero lo stomaco sta per propormi un bello scherzetto. Siamo circa al nono kilometro quando raggiungo i palloncini arancioni, intravedo Federico dall'altro lato della strada, ma volutamente non lo affianco, non voglio essergli di peso, il mio problema ora è che se sono lì significa che sto andando troppo forte, certo non in quel momento, ma a lungo termine potrei pagare quella velocità. Decimo kilometro, il primo rifornimento dato che volutamente salto quello presente al quinto, allungo un po il passo per afferrare una bottiglietta, nel farlo troppo vigorosamente fuoriesce dell'acqua e bagno un runner che mi era dietro, è in canottiera e avrà freddo penso, ho il timore di voltarmi e penso a quanto mi stia maledicendo. In questa operazione però guadagno qualche metro sui palloncini, è decisamente troppo, continuo col mio passo con l'intento di guadagnare quei secondi che mi permetteranno di fare la sosta "giardinaggio" (vedi pipì sull'albero) e non perderli di vista. Proseguo con questa idea e appena possibile la metto in pratica, ma quando rientro nel percorso sento che i pacer sono ancora dietro, sento e non vedo perché non voglio girarmi per non avere riferimenti. Siamo quasi fuori alle cascine quando per la prima volta in tre anni mi accorgo che alla nostra sinistra c'è l'ippodromo, sembra però dismesso e l'incuria di alcune parti sembra darmene la conferma. Si ritorna su strade dove c'è anche un po di tifo e dopo aver costeggiato l'arno si punta decisamente fuori città, la conosco questa strada, si affronta anche durante la mezza e ne ho un piacevole ricordo di quando colpito dal caldo trovai refrigerio sotto una doccia improvvisata col tubo, ma oggi non ce n'è bisogno e anche se il vento presente alle cascine ha smesso di farsi sentire ho trovato quantomeno il mio equilibrio termico. Siamo davanti a palazzo Pitti, so dove si apposta il fotografo ufficiale e mi faccio trovare pronto con la mia solita smorfia, ormai anche questa se vogliamo è una tradizione. Torniamo lungo le rive dell'Arno, nell'altra sponda vedo tutti quelli che mi procedono e non di poco, uno spettacolo, un fiume abbracciato simbolicamente da un fiume colorato. E' il ventesimo kilometro e nei miei programmi ho di fare il primo rifornimento anche di cibo solido, ma non sono attento e mi sfugge oppure non c'è e mi accontento di un'altra bottietta d'acqua, questa volta senza fare il bagno a nessuno e depositandola nel primo cestino disponibile, memore dell'insegnamento del mio altro pacer personale dell'anno scorso. Questa volta sono io a vedere il fiume che scorre dietro di me, ed è subito svolta secca a destra, la strada per un attimo si allarga e la traiettoria migliore suggerisce di rimanere sul lato destro, ma dall'altro lato vedo delle mani pronte a ricevere il cinque e facce un po sconsolate, mi sacrifico io più che volentieri, faccio sicuramente qualche metro in più degli altri, ma va bene così perché la maratona mi ripaga subito, sguardo a destra e siamo in santa croce, mi commuovo ancora, sto per piangere ma poi penso che sembrerei uno stupido, ancora uno sguardo e un saluto veloce, quanto mi dispiace non vedere più qui l'arrivo ma già esserci passati secondo me le rende onore. Ci siamo, so che Marcello e Francesca faranno il tifo in un punto da dove sia visibile sia il 22°km che il 35°, penso quindi di sapere dove si apposteranno infatti li cerco con lo sguardo, li trovo, li saluto, nei metri precedenti pensavo a cosa avrei potuto dirgli quando li vedo ma in quel momento riesco ad urargli solo "io ho già vinto", immediatamente mi pento di non essermi fermato per un saluto o per un selfie volante addirittura. Va bene penso, li rivedrò più tardi, anche se il 35° è davvero lontano. Al rifornimento del 25° finalmente riesco a mangiare anche un pezzetto di banana, questa parte di percorso mi spaventa, ho sempre iniziato ad accusare cali fisici dovuti alla fame qui, anche se questa volta ho con me una mini bottiglietta d'acqua e due caramelle. Continuo comunque con il mio passo quando a pochi metri dal 29° arriva l'ufficialità che anche questa maratona non riuscirò a correrla completamente, mi fermo e cammino qualche metro, forse mi salva l'idea del rifornimento poco distante e il pensiero di rifare qualche passo magari rimangiando qualcosa, così riparto senza apparente calo nel ritmo. Al rifornimento adotto la tattica prevista, bicchiere di te, a passo recupero la solita banana e poi dietro ancora acqua. Questa volta mi rifilano anche due gel, non so perché li afferro, forse pensavo d'essere ancora all'Expo e mi venissero dati dei volantini. Mai presi gel in vita mia e anche se per un'attimo penso di provarlo abbandono l'idea e li infilo nella tasca anteriore dei pantaloni, sembro un canguro, ma quella "abbuffata" mi fa bene e riparto. Mi do obbiettivi fattibili, penso che non voglio camminare all'interno dello stadio d'atletica per poter dire poi chissà a chi "io ho corso nello stadio d'atletica di Firenze" e non camminato, che sarebbe poco gratificante. Così faccio e mi sembra di correre su un materasso morbido, niente a che vedere con l'asfalto che ho calpestato fino a quel momento. Nell'uscire dal campo però vedo che i palloncini sono proprio all'ingresso e ormai il mio vantaggio su di loro è veramente scarso, anche se io in realtà nella mia testa lotto con quelli delle 4h. Poco dopo altro cedimento, altri passi, scarto la caramella che mi era rimasta e riparto incitato anche da alcuni volontari. Sento che devo darmi un altro obbiettivo e che i kilometri che dovrò affrontare fino al traguardo dovrò farli con la testa. Allora mi dico che devo arrivare al cavalcavia dell'affrico correndo, per affrontarlo ad armi pari, nelle nostre sfide siamo a pari merito e voglio passare in vantaggio. Lo affronto così a testa bassa, senza paura, a metà della sua rampa trovo un atleta in carrozzina, non so come devo comportarmi, ho timore a chiedergli se abbia bisogno d'aiuto, ma per rispetto proseguo col mio passo e con piacere poco dopo lo vedo sfrecciare infondo alla discesa, abbiamo vinto entrambi contro il cavalcavia. Questa sfida mi lascia un po' sulle gambe e sulla curva successiva che ci riporterà verso il centro non riesco ad allargare la traiettoria e a battere il cinque ad una bambina, con il pensiero le chiedo scusa. Siamo diretti verso il 35°, ci saranno ancora Marcello e Francesca a fare il tifo, occasione per rimediare alla mia mancanza di prima, ma anche questa volta una volta avvistati tra la folla non riesco a fermarmi e riesco solo a dirgli che io ci proverò con la testa, sperando che oltre a perdonare la mia mancanza abbiano capito le mie parole. Si va verso il centro, stranamente riesco a mantenere il ritmo anche se le gambe sono pesanti, ma i palloncini arancioni sono dietro. Poco prima di entrare in piazza duomo un bambino invece di stare con la mano pronta per battere il cinque allunga una caramella gommosa, o almeno spero che la stia offrendo a noi che passiamo, perché la afferro e lo ringrazio in inglese, non so perché in quel momento mi sia venuto così. Poco dopo mi fermo nuovamente, questa volta i pacer mi passano, ma lo sapevo sarebbe andata così, bevo dalla mia boccetta e riparto. Altro passaggio sotto il duomo direzione ponte vecchio, nell'affrontarlo però subisco il seppur minimo cambio di dislivello e sento le gambe farsi sempre più dure, ma ormai mentalmente ho fatto i calcoli, i kilometri al traguardo sono pochissimi e anche se dovessi camminare per qualche tratto dovrei ottenere il nuovo personale. Nel ponte successivo vado bene e poi intravedo l'ultimo ristoro dove penso che berrò solamente qualcosa. Poco dopo il ristoro altre piccole mani si allungano verso di me, non mi tiro indietro e dico loro che un giorno sarà la loro volta, chissà se qualcuno in futuro correrà veramente la maratona e si ricorderà di quel signore che l'aveva previsto e magari l'ha anche ispirato, probabilmente è l'adrenalina a darmi delirio d'onnipotenza, proseguo. Mi fermo nuovamente, ma penso che manca davvero poco e memore di quello successo l'anno scorso e del personale perso per 15" mi dico che non posso mollare e che posso stare sotto le 3h45' tempo che se mi fosse stato proposto alla partenza mi sarei fatto delle grosse risate. Riparto, non so nemmeno quali strade sto facendo eppure le conosco sicuramente, ormai mi interessa rivedere solo il duomo.
Eccolo, è laggiù in fondo alla strada, ce l'ho fatta ancora, posso iniziare ad agitare le braccia come da tradizione, voglio coinvolgere il pubblico, mi porto le mani alle orecchie per farli urlare più forte, ma in realtà non sento niente, sono totalmente nel mio mondo, fuori dal mio corpo che ormai viaggia con il pilota automatico. L' orologio mi dice che sono a 3h43', non so quale sia il tempo reale e non lo vorrò sapere fino a quando più tardi non sarò seduto a casa. Prendo la mia medaglia, la bacio e me la metto al collo. Non so come abbia fatto ad arrivare alla fine e perdipiú con un buon tempo. Certo per quanto mi riguarda sento di aver barato, non ho sempre corso, ho camminato per alcuni tratti e Roma rimane l'unica volta in cui ho corso dal primo all'ultimo metro ed ero contento che a quella corsa appartenesse il tempo migliore. Come per la partenza anche l'arrivo è a pochi passi da casa, ma in quei pochi passi mangio e bevo tutto quello che mi viene proposto, poi mi fiondo sul citofono e alla nonna incredula di sentirmi così presto urlo di preparare la pasta, frase che naturalmente prende alla lettera, tanto che arrivato in casa devo farmarla perché devo aspettare la Madda, che con mia grande sorpresa non trovo già in casa, dato che nei giorni precedenti aveva "minacciato" il ritiro. Il tempo di una doccia e di vedere dalla finestra una proposta di matrimonio di un runner alla sua ragazza che sul telefono di Madda arriva il messaggio di TDS, a questo punto è arrivata anche lei, mi rifaccio 80 scalini e l'aspetto sulla porta. Eccola, ha un sorriso a tremila denti e gli occhi pieni di soddisfazione, ci spostiamo anche noi nel punto dove poco prima è avvenuta la proposta, ma per noi niente matrimonio, solo una foto con le nostre medaglie. Questa volta nonna butta veramente la pasta e mentre stiamo mangiando quasi con disinteresse decido di guardare la classifica e il mio tempo reale, dice 3h43'46". Impossibile, non mi sembra vero e ancora oggi scrivendolo mi viene il dubbio.
Caro diario, non so veramente cosa altro dirti, ho vissuto male l'avvicinamento a questa gara, avevo pensato anche di non partire o di mollare dopo pochi kilometri, ma poi è andata così e va bene, certo se non mi sentissi un baro sarebbe anche meglio, ma spero sia solo lo stimolo per provarci ancora e magari correre per tutti i 42195 metri e strappare un tempo migliore che già oggi ti dico sarebbe un miracolo.
30 Novembre 2014
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