[DIARIO] My endurance life - Vita di un Ultrarunner

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bidioi
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Re: [DIARIO] My endurance life - Vita di un Ultrarunner

Messaggio da bidioi »

@naz è un diario ma postano tutti e lo faccio anch'io: la bellezza dei tuoi racconti sta proprio nel riuscire a mettere insieme l'animo ultra e la performance atletica. A volte il risultato arriva, altre no. Come in altre occasioni in Istria sei riuscito a mettere da parte la classifica per mantenere il piacere e la soddisfazione di raggiungere un obiettivo. Applausi per tutto!
(...) Solo chiacchiere e distintivo (...)
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Ultra runner Naz 82
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Re: [DIARIO] My endurance life - Vita di un Ultrarunner

Messaggio da Ultra runner Naz 82 »

Grazie mille a tutti!!! :D
Ho una buona memoria fotografica, in gara è come se filmassi ciò che sto vivendo e attraversando...@bidioi: è stata dura, molto dura stavolta. Nelle condizioni in cui sono arrivato a metà viaggio (Buzet), non mi davo più del 5% di possibilità di finirla.
Quando anche le funzioni organiche vanno a quel paese, allora la situazione si fa pessima...in una gara così lunga, gli equilibri alimentari ad esempio, sono fondamentali. Saltare un ristoro o bere troppo poco, sono l'anticamera di una bastonata che può portare ad un ritiro.
Ma questo lo scoprirete molto presto...per Pasqua prometto di pubblicare il racconto, anche perché il week end dopo sono in Spagna per la Penya! :wink:
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pietro1115
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Re: [DIARIO] My endurance life - Vita di un Ultrarunner

Messaggio da pietro1115 »

sei più grande dei grandi corridori........molti in quella situazione si sarebbero ritirati.

bravo
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Ultra runner Naz 82
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Re: [DIARIO] My endurance life - Vita di un Ultrarunner

Messaggio da Ultra runner Naz 82 »

Grazie Pietro! Peccato perché con la forma che avevo/ho, 23-24h erano davvero alla mia portata, direi anche abb easy...ma una XL è stracolma di imprevisti, può succedere di tutto. Non mi va di ritirarmi, se sono in condizioni di continuare, vado avanti...devo essere in condizioni tali da non poter continuare per dire basta. Alcuni atleti di altissimo livello (pochi) lo fanno, cioè onorano la gara anche quando perdono le prime posizioni in classifica e reputo loro i veri campioni. Può andare male, ma se puoi continuare, il viaggio va onorato!
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Re: [DIARIO] My endurance life - Vita di un Ultrarunner

Messaggio da El_Gae »

pietro1115 ha scritto:sei più grande dei grandi corridori........molti in quella situazione si sarebbero ritirati.

bravo
Naz è un grande corridore :D
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Re: [DIARIO] My endurance life - Vita di un Ultrarunner

Messaggio da Ultra runner Naz 82 »

Grazie mille Gaetano...troppo gentile!!!! :D
Domani raccontino che esce dall'uovo di Pasqua...un'esperienza che mi ha segnato e arricchito allo stesso tempo. L'Istria di quest'anno mi ha regalato emozioni contrastanti, che spero di trasmettervi! :beer:
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Re: [DIARIO] My endurance life - Vita di un Ultrarunner

Messaggio da Ultra runner Naz 82 »

100 MILES OF ISTRIA 2017, TENTANDO IL COLPO...(IL SOGNO, 1°PARTE)

Dopo il Bericus, esco fuori convinto e rigenerato. Metto su un'altra settimana non leggerissima fra gli 85 e i 90 km con parecchio D+ e poi scarico la settimana successiva. Oramai marzo arriva alla fine e nel giro di pochi giorni, l'Istria è lì. Il ricordo dello scorso anno è ancora molto vivido. So dove ho sbagliato, so dove devo limare minuti e minuti per raggiungere l'obiettivo che ho in testa.
So che dovrò fare una gara meticolosa, una gara calcolata nei minimi particolari e non sarà semplice.
Fino ai 100 km, ormai ho trovato abb facile "calcolarmi" ma sopra è sempre un enigma. Le variabili si decuplicano e qualsiasi dettaglio può confermare o inficiare la buona riuscita del viaggio.
Il giovedì corro un pò di km su percorso ondulato...le sensazioni sono ottime.
L'indomani, dopo aver lavorato il mattino, partiamo in tarda mattinata.
Tutto è affardellato al meglio. Lo zaino nuovo, l'Ultrun di Compressport, riesco a riempirlo al top per far stare tutto e di più. Il grosso del cibo lo metto in una belt piccolina, quella del pacco gara di Cesano.
Riusciamo ad aggirare le ore di coda alla frontiera di Dragogna, prendendo quella dopo. A Sicciole c'è molta meno gente in fila e nel giro di poco tempo siamo in Croazia. A mezzogiorno siamo a Umago, resta ancora di trovare la zona del ritiro pacco gara/pettorali che quest'anno è cambiata.
La troviamo non prestissimo e infatti mi preparao abbastanza velocemente incasinandomi non poco fra borsa per Buzet (metà gara) e quant'altro...riesco appena in tempo, a prepararmi per bene. Lascio la borsa della base vita all'una e corro alle navette. Saluto Marta, che non mi seguirà, ma verrà domani nell'ultima parte di gara e prendo il pullman più vuoto tra i 4 messi a disposizione dall'organizzazione.
Cerco di rilassarmi, metto il mio pettorale numero 28 sulla maglietta, mangio le pizzette che mi sono portato dietro, bevo e metto in opera gli ultimi dettagli. Davanti a me un gruppo di trailer veneti e uno di trailer austriaci. Fanno un brusio tremendo, vorrei cercare di riposare ma non ci riesco.
Non me la prendo male e dopo aver attraversato tutta la regione istriana e i suoi panorami unici, che riattraverseremo anche in gara, siamo ai piedi dell'irta che porta al centro storico di Albona. La start line è proprio in cima alla collina, nel cuore del centro storico della cittadina istriana.
Mancano quasi due ore alla gara...
Nel mio pullman fra gli altri, anche Jimmy Pellegrini, che visto in tutta la sua lunghezza fa un certo timore :D
Un torpedone di atleti/e di ogni dove si sparge in piazza. Vado in uno dei bar in piazza, mi bevo un caffè e nel mentre il barista mi riempie buona parte delle borracce, stragentile...dopo una pausa popò, vado a salutare tutti e tutte vicino alla loggia dove l'organizzazione ha messo su un rinfresco che nel giro di qualche minuto svanisce nel nulla. Saluto tutta la compagine del nordest, fra cui Cesco Rigodanza, Gabry, Ricky, Matteo...il grande Paolone, Michele Piatto con il fido levriero Killian (un nome, un indizio :D ) che farà assistenza a Matteo...prima ancora ho salutato il grande Denis Treu e uno dei miei totem personali, Enrico Viola.
Passa il tempo, alcune foto e saluti con varia bella gente, Inchi in primis, Cristiana Follador e chiacchierata pre gara con un altro dei miei totem, il grande Luca Guerini. Mentre io, Cesco e Gabry ce la raccontiamo con un gruppo di atleti trentini...Alen Paliska dà il via alla gara...rimpiango di non essere partito davanti, il primo km più che correre si cammina fra una selva di gambe...la cosa che qualcuno dovrà spiegarmi è perché chi punta a finirla in poco meno di 48h (il tempo massimo concesso), debba partire davanti e fare tappo...passata la prima discesa dove saluto Inchi che era partito come suo solito davanti a tutti, supero un bel pò di gente sulla seconda discesa che presenta tratti più tecnici...fa davvero molto caldo, sono in maniche corte e pantaloncini e i manicotti messi dentro a metà nei pantaloncini. Ho deciso di metterli già dopo il primo ristoro perché verso le 18, la temperatura muterà sicuramente.
Finita la discesa che porta al lungomare, sui 2 km di asfalto supero anche Ricky e tanta altra gente...vedo sempre più fisici tonici e capisco che runner dopo runner sto entrando nel gruppo che mi interessa...saliamo la prima rampa dura che corricchio in tranquillità e poi finalmente prendiamo il sentiero...gli odori e i colori della primavera fanno capolino, davanti a me vedo figure note, fra cui Cristiana Follador e Francesca Canepa, tallonate dal buon trailer bulgaro Pirin Galov. Vado a un passo tranquillo ma costante, prendo in salita le due donne e Pirin e raggiungo altri due atleti che vedendo il loro numero di pettorale (in molte gare dell'Ultra trail World tour, il numero dei pettorali viene dato per coefficiente Itra, i più bassi sono quelli degli atleti con coefficiente più alto, di solito), capisco che sono gente tosta. Sul tratto in altopiano, dopo aver incontrato il primo fotografo e i ragazzi con il drone (parte contraddistinta da numerosi falsipiani) dopo una piccola pausa pipì, mi lascio sfilare da uno dei due davanti e sento qualcuno alle mie spalle. E' Gabry, lo vedo abb bene, ma capisco che mi sta celando qualcosa. Questo tratto è molto panoramico, il cielo terso del cielo, si accompagna al blu acceso del mare. Il sentiero di gara calca perfettamente la sagoma del golfo ed è uno spettacolo per gli occhi. Siamo assieme a Sebastian Frei, forte trailer austriaco, vestito completamente di nero e rosso Salomon. Dopo aver salito sopra la ciminiera di Portalbona, scolliniamo e scendiamo subito verso il porticciolo...la discesa è facile e velocissima...io vado cauto, con me Gabry e Sebastian che si stacca...ci passano a bomba 4-5 atleti che non capisco se abbiano tenuto conto che mancano ancora circa 160 km alla fine della gara.
Fra di loro una Francesca Canepa in spinta, che vedo tonica ma forse troppo a tutta fin dall'inizio...arriviamo al porticciolo e dopo un tratto di asfalto, c'è il tratto erboso in salita che porta al paese di Plomin, dove c'è il primo ristoro e CP della gara.
Le erbacce e le ortiche grattano non poco le nostre caviglie, dietro di noi scorgo qualche figura...spuntiamo fuori dal bosco, sotto la rocca...Michele Piatto ci saluta e ci dice che stiamo andando bene, io gli dico che ce la stiamo prendendo comoda e Alen Paliska se la ride...1h37' di gara e poco meno di 18 km in saccoccia...arriviamo al ristoro, con Francesca che sta ripartendo e dopo poco arriva anche Cristiana, in mezzo a me e a Gabry un altro manipolo di trailer.
Dopo un paio di bicchieri di liquidi (acqua e Cola) e un pò di frutta, si riparte...cerco di correre il tratto ripido che porta in cima al primo scollinamento...ribecco un paio di atleti...poi facciamo elastico con un tipo partito decisamente forte...siamo io e Denis Treu...scherziamo e nei momenti in cui si cammina ci si parla un pò, la testa è "nel viaggio". Stimo molto Denis, uomo di montagna, atleta forte nelle XL, può dar filo da torcere a molti trailer più veloci di lui, un vero mastino che difficilmente, anzi quasi mai, molla.
Gabry è ancora con noi, ma su una discesa dissestata lo perdo di vista...intanto Plomin e dietro la collina, a breve risaliamo nuovamente e mentre il sentiero da carraia facile diventa single track erboso e a tratti tecnico, risale Cesco...resto con lui una ventina di minuti, parliamo e discutiamo sul da farsi. Lo vedo bene, mangia e beve di continuo, i bastoncini li usa alla grande (il passato sciistico aiuta...) e dopo un pò, dopo aver preso prima il ragazzo russo con maglietta giallo fluo e num. 26 in piena crisi (gia adesso???) e un tipo seminudo con solo svolazzini e zaino sopra, fermo in un angolo in crisi mistica, risalgono altri 3-4 atleti...Seb Frei, un paio di austriaci e Duncan Oakes...il pezzo duro non è poi così lungo, scollinato, scendiamo su una prima carraia che poi risale la collina...un altro gruppetto è dietro di noi...stiamo andando tutti a bombazza! Mi lascio sfilare da questo gruppetto che sale forte, con un paio di sloveni fra cui Miha Vidali e volti nuovi...corrono forte, io corricchio bene ma sempre in pieno controllo...alla fine della carraia inizia il tratto tecnico, qui mi faccio raggiungere da Denis e lo facciamo all'inizio assieme, è un tratto decisamente quasi incorribile. La traccia del sentiero è pressoché inesistente e ed è un continuo susseguirsi di massi fissi e mossi in una pineta sempre meno fitta e sempre più fredda, il tutto in salita...i piedi iniziano a fare male, ma nelle mie Inov8 Terraclaw 220 ho una specie di soletta salva piedi dell'Altra che mi fa da scudo alle pietre appuntite.
Sto bene, ed inizia a far freddo...non voglio consumare troppa energia, ho iniziato mangiare qualcosa e bevuto un pò di acqua e sali. Dopo il primo ristoro ho già infilato i manicotti che scendevano a penzoloni nei primi km, perchè ora, dopo circa 3h di gara, si inizia a sentire il freschino.
Il ristoro spartano di Bodaj non è poi così lontano...perdo per alcuni metri Denis, abbiamo perso la traccia della gara, qui le balise si vedono poco o nulla...dopo un pezzo di off road, ritroviamo il percorso e dall'altro versante c'è anche Pirin Galov ad accompagnarci...ormai il ristoro è vicinissimo...un pezzo duro fra le rocce sporgenti in cresta, Cristiana è dietro di me di poco. Ormai la carraia è lì dietro all'ultimo strappetto...la prendo e poi scendo a bomba verso il ristoro...come da tabella circa 3h45' per 32k con 1800m abbondanti di D+...insieme a me, Denis, Pirin, gli austriaci, qualche new entry, il forte ungherese Gabor Nyakas e Cristiana, che si ferma meno di tutti...io mangio di tutto e bevo molto, riempiendo anche la borraccia d'acqua...riparto di buona lena, salutando i volontari splendidi in questo ristoro a dir poco spartano (l'unico situato in un piazzaletto senza un reale appoggio logistico)...la carraia passa vicino ad un recinto pieno di cavalli, poi inizia il tratto di saliscendi veloce che porta a quell'insieme di case che sta sotto al Monte Maggiore, la montagna più alta dell'Istria, in croato l'Ucka. Assieme a me c'è Gabor e questo mi fa piacere, è un atleta estremamente intelligente, di una regolarità pazzesca. Quando il sentiero si interseca e sale nel bosco per arrivare all'insieme di case di pastori, ormai la frontale è ben accesa sopra la mia testa...avvicino di molto chi è davanti a noi...e dopo aver superato le case, all'incrocio per prendere la diretta per la cima del Vojak, la cima principale dell'Ucka, inizio a camminare con i miei Curve. Salgo una meraviglia e in men che non si dica, supero diverse persone, fra cui Denis...capisco che manca poco al pianoro che porta allo strappo finale...tengo un discreto ritmo e ogni tanto corro un pò, poi supero uno degli austriaci e attacco la rampa del Vojak...sono le 21 circa e da qui in alto si scorge un panorama da mozzare il fiato...la luna in semi plenilunio che si nasconde ed esce ogni tanto da una coltre di nubi, le luci di Fiume dall'altra parte sul mare...i rumori della notte, le luci delle frontali dei miei compagni d'avventura, tiro uno Wow dovuto e salgo con il sorriso fino in cima...scollino assieme ad Helmut, dicendogli di fare attenzione...dopo un tratto di pietre appuntite bruttine e viscide, superiamo l'antenna della stazione meteo e iniziamo a scendere...dopo un pò d'asfalto si va su e poi giù su single track semi tecnico e non facilissimo...ma veloce...faccio da apripista a Helmut e i soci che ci stanno dietro di poco...fra cui il suo amico tatuatissimo e con maglia rossa Hannes. Scendiamo di buon passo e gli dico che manca poco al ristoro...dopo aver passato la strada e preso il secondo pezzo cade dietro di noi Hannes...fortunatamente senza gravi conseguenze, solo qualche escoriazione...nel mentre il ticchettio dello zaino di Pirin Galov si avvcina e su un tratto largo mi sorpassa...lo lascio passare...ormai sul terzo ed ultimo tratto del single track in discesa, anche Pirin cade, in maniera goffa, anche lui fortunatamente senza conseguenze...seguo la sua ombra a qualche metro di distanza...ormai Poklon è a poche decine di metri...le luci del ristoro stile villaggio di Natale, sono inconfondibili...ci siamo, ancora un tratto bastardo semi fangoso e pieno di radici, con qualche capitombolo che sento dietro (e qualche imprecazione :D ) e ci siamo!
Arrivo sotto il tendone in 5h30' spaccate come da programma, per fare questi oltre 43k con circa 2440m di D+...con me ci sono tutti: Denis, Pirin, gli austiaci, Gabor...qualche altro trailer sopraggiunge, ho freddo intanto...ho paura, perché sto così bene, ma non capisco cosa abbia lo stomaco. Mi sforzo di mangiare cose "elaborate" tipo wafer, pane e formaggio, oltre la frutta. Bevo un sacco di tè caldo...mi fermo un bel pò al ristoro...voglio stare bene ed essere in forze...il prossimo pezzo so che sembra non finire mai...riparto salutando tutti, per ora sto bene, ma la notte è lunga, lunghissima e siamo appena all'inizio...
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Re: [DIARIO] My endurance life - Vita di un Ultrarunner

Messaggio da Ultra runner Naz 82 »

100 MILES OF ISTRIA 2017, TENTANDO IL COLPO...(L'INCUBO, 2°PARTE)

Le sensazioni che lascio camminando fuorin dal tendone di Poklon sono contrastanti. Mi sento rifocillato, ma strano allo stesso tempo...non capisco casa mi stia succedendo. Intanto dopo un breve tratto in asfalto, mi rimetto sul sentiero di gara, il tè che ho versato in una delle due borracce è talmente caldo, che per tenerlo con me devo raffredarlo con un bel pò d'acqua dell'altra borraccia...il tratto che sto per calcare è uno dei più corribili...una lunga. lunghissima forestale, con in mezzo un paio di strappi niente male.
In queste remote zone forestali, illuminate solo dalle nostre frontali, il tempo scorre lentamente...due tipi in vena di far numeri partono a cannone sugli innumerevoli saliscendi che troviamo fin da subito, per scaricare la frenesia, urlano come dei pazzi...mi dico ma questi che si sono fatti a Poklon?
Intanto faccio un pò di tira e molla con un ragazzo che va più o meno al mio stesso ritmo, ha il numero 90...speriamo non mi salga la paura :D
Il tratto è facile è particolarmente privo di difficoltà...capisco che a parte bere il tè annacquato al sapore di "polverina" non mi riesce di mangiar nulla e che ho una sensazione di pienezza che mi induce ad aspettare Brgudac per cercare di nutrirmi...il silenzio dei boschi istriani è affascinante, siamo solo noi a far rumore...in sottofondo i versi dei rapaci notturni e di qualche altro animale. Su una rampa scavata nel bosco, fra tronchi d'albero tagliati di recente, inizio a battere un pò la fiacca...con me il solito gruppone...intanto Gabor si è volatilizzato.
Arriviamo ad uno svincolo presidiato, con tanto di fuoco propiziatorio, qui c'è lo strappo che soffro, molto, anzi moltissimo...mi stacco da diversi atleti che corrono con me e proseguo del mio passo...scollinato il Cicarija, il primo pezzo della discesa è terribile...il buio e le poche energie mi tolgono la voglia di correre, ma più cha altro su questa ripida discesa, il problema sono le foglie. Le foglie ad aprile? Incredibile, ma anche nei due tratti successivi, troveremo un sacco di km di single track completamente ricoperti di foglie...già farli di giorno non sai dove metti i piedi, figurarsi di notte.
Sotto c'è di tutto...dal fango, alle radici e alle immancabili pietre...mi semi stiro il bicipite femorale dx e dopo aver fatto passare un paio di atleti e imprecato le forze creatrici dell'universo, torno a corricchiare onestamente.
Il sentiero torna ad essere facile, pietroso ma veloce. Ormai son passate quasi due ore da quando o lasciato Poklon e vedo fra gli alberi le luci di Brgudac...mi affianca un atleta che mi chiede dov'è il ristoro e gli dico che ci siamo...in men che non si dica ci troviamo sulla strada asfaltata ed in paese, Il ristoro è adibito in una casa all'inizio del piccolissimo centro abitato.
Il tipo che mi ha appena superato entra qualche secondo priima di me e mntre sto entrando, saluto Cesco Rigodanza e Paolo Massarenti. Entrambi particolarmente provati. Capisco che anche per loro non è giornata...
Al ristoro mi fermo moltissimo, quasi un quarto d'ora, mi sforzo di mangiare ma non mangio praticamente nulla. Bevo molto tè caldo e parlotto con il buon Denis, 7h30' e poco più per fare 57 km con 3000m D+ non male comunque, ci diciamo.
Oltre alle ormai facce note dei ristori precedenti, arriva la forte trailer slovena Alina Pavc, seguita come un'ombra ai ristori dal marito allenatore...parte prima di noi. Dico a Denis di andare mentre gli dico che ho freddo e metto la giacca...finalmente esco dal ristoro e superando una tavolata di gente che mi saluta e che contraccambio con un Vecer ('sera), mi butto sul sentiero di gara, dopo un piccolo monumento commemorativo e una cabina del telefono senza telefono...si apre un nuovo mondo, quello del bosco...sul pratone sconfinato corro abb bene, il tempo sembra non passare mai, sono da solo e gli elementi visivi e uditivi costituiscono uno stato emozionale ed esistenziale unico, aumentato nelle sue percezioni dalla fatica. Dopo un breve salita che camino veloce coni bastoni, immerso nel bosco, vedo che sono già passati 30-40 minuti.
Un viaggio metafisico, più che fisico, una catarsi annebbiata dalla fatica e dal buio.
Arrivato su una carraia facile che non ricordavo, vedo che c'è qualcuno che mi sta raggiungendo...mi dico strano, perchè penso sia andato abb forte...il tratto successivo porta in cima all'Orljak, la correnti scorrono fredde e pungenti sulle gambe e le braccia, che seppur coperte soffrono...mi sono sforzato a mangaire un pezzo di barretta che nonostante diverse sorsate stavo per rigettare. In cima all'Orljak saluto un volontario che si scalda davanti a un falò...la discesa successiva è un continuo lamento per le pietre mosse e le foglie e lascio passare il tipo che ho alle calcagna...fra diversi saliscendi sono nuovamente da solo. Anzi no, a farmi compagni c'è il bosco, con in suoi rumori, i suoi misteri.
Dopo un lieve tratto di salita asfaltata illuminata dal riverbero di luce della luna, inizia a piovere qualche goccia...splendido. Anche la fatica fa un passo indietro, la grande crisi che mi sta attanagliando, per un pò non la sento.
Ancora qualche avvicendamento, avrò perso 3-4 posizioni al massimo, attendo l'ultima salita prima dell'infida diesca che porta al piccolo abitato di Trstenik. Alle pendici del monte, ho la vista annebbiata, il fiato corto, le gambe dure. Devo fermarmi e raccogliere le ultime forze e portarle al ristoro. Mi metto su una pietra, prendo un integratore che in parte verso su una scarpa, bevo un pò di tè e saluto Ulrike Striednig in grande spolvero, che mi chiede come sto. Gli dico "So lala" (così così, per non dire male...), riparto dopo un pò e dopo aver scollinato scendo nei pratoni infidi e pietrosi che girano la spalla della collina che sta sopra il paese.
Riesco a vedere ancora le luci della frontale di Ulrike e di chi la precede.
Ma dopo un pò non le vedo più...vedo che si stanno approntando per la discesa altre "luci"...la parte fra pietre e sottobosco è un purgatorio. Le erbacce, i rovi e le pietre tagliano la pelle delle caviglie...tanti piccoli tagli che bruciano e fanno sgorgare sangue...sul tratto più tecnico della discesa, contraddistinto da veri e propri massi, un trailer rumeno con barba lunga da hipster e num. 56, mi raggiunge. Mi chiede dov'è il ristoro...gli dico che mancano pochi km e siamo arrivati, indicandogli i pali della luce che stanno sotto di noi...gli dico che secondo me, la parte più dura del percorso l'ha fatta ed è proprio quella che ha appena corso, lunga, infida, fredda...dopo aver rischiato le caviglie ancora un paio di volte arriviamo finalmente al ristoro...2h55' per arrivare da Brgudac...davvero molto...la mancanza di forze si è fatta sentire drasticamente.
Sotto il tendone un gruppo di volontarie molto gentili ci chiede il numero e io mi sforzo di tirar giù della zuppetta insipida...riesco a mettere in bocca anche due-tre chips, ma niente di più. Con il cucchiaio prendo un pò di pastina, ma al secondo boccone mi sento male allo stomaco e desisto a finirla.
Riparto frastornato e con già un paio di atleti e il ragazzo rumeno che mi accompagnano...i primi due prendono il largo, con il rumeno resto un pò, poi non lo vedo più...devo svegliarmi, devo reagire. Non so cosa fare, mai poi sulla rampa che porta in cima allo Zbevnica, mi fermo, bevo Cola e metto la musica nelle orecchie grazie all'ipod che mi sono portato nello zaino...ho portato le cuffie sbagliate e quindi i pezzi che ascolterò sono soltanto 3-4, ma mi danno la carica giusta per reagire...recupero su quelli davanti e tengo dietro chi ho alle calcagna...dopo un pianoro velocissimo e un'ultima salita, scollino.
Qui un altro volontario, che è Tommaso de Mottoni, che conosco bene ma che nell'annebbiamento del mio cervello non riconosco, mi chiede il numero, glielo dico, lo saluto e scendo...in discesa all'inizio prendo velocità e quando rientro nel bosco, sui tornatini trovo un trailer che sta andando piano piano, al numero 71 e sta cercando le pile di ricambio della frontale. Mi chiede di fargli luce. Mi fermo per alcuni minuti che sembrano ore. Non riesco ad apririgli il guscio dove sta la pila esausta, decide di utilizzare le stilo e portare la frontale in mano...mi ringrazia e riparto...ma ho perso il passo...dopo un pò di discesa su single track tecnico che smebra non finire mai, passiamo una strada asfaltata, incrociamo un furgone che ci viene da dietro...riprendiamo il sentiero e dopo pochi minuti ci ritroviamo a Slum, non siamo ancora a Buzet putroppo...riprendiamo il sentiero e il bosco successivo sembra non finire mai...le forze mi abbandonano e il ragazzo con frontale in mano e un altro trailer che da un pò ci accompagna, prendono margine...attendo con ansia di vedere la stazione ferroviaria di Buzet, che è il preludio alla base vita...ma non arriva.
Finalmente questo bosco che finisce con una leggerissima ma interminabile salita, si apre. Un pò di discesa ed ecco la stazione ferroviaria di Buzet.
Passo un nugolo di case e fra un cane abbaiante e tanta stanchezza, prendo una lunga carraia in discesa...bellissima da correre, meno se ti dici dev strascinare. Corricchio come riesco e stringendo i denti scorgo le luci della cittadina istriana...vedo le luci al neon blu del palazzetto ancora lontane...si fanno un pò più vicine, scendo e finalmente vedo strade asfaltate. Il sogno si è tramutato in incubo, ormai sono da poco passate le 5 del mattino, 13 ore di gara.
Scendo lungo il canale per circa mezzo km, sento che qualcuno sta sopraggiungendo...con la forza della disperazione, aumento un pelo il ritmo quando mi trovo sulla strada principale...sono all'incrocio, una macchina dell'organizzazione presidia la zona e dopo un leggero zigzag, passo sul prato dietro al palazzetto e poi finalmente ci sono. Non so più come chiamo, anche in questo tratto ho solo bevuto, non ho mangiato nulla.
Ormai sono consumato, sono molto molto provato. Sono circa le 5.20, dico alle volontarie il mio numero e mi siedo difronte a Rigo. Appoggio la testa sulle braccia che sono sulla tavolata. In questo momento dentro la mia testa, stanno già scorrendo i titoli di coda... :asd2:
Ultima modifica di Ultra runner Naz 82 il 20 apr 2017, 13:29, modificato 1 volta in totale.
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Re: [DIARIO] My endurance life - Vita di un Ultrarunner

Messaggio da frankly »

Grande Nazareno,
dopo questa avventura le promuovi o meno le terraclaw rispetto alle roclite?
Ultima modifica di frankly il 19 apr 2017, 7:48, modificato 1 volta in totale.
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Re: [DIARIO] My endurance life - Vita di un Ultrarunner

Messaggio da Ultra runner Naz 82 »

Grazie mille frankly!!!
Bella domanda, le promuovo ma con dei dettagli non positivissimi da annotare. Le roclite 243 erano delle sottilette ma ben tassellate, i tasselli fungevano quasi da cuscinetti. Le terraclaw 220 sono ancor meno ammortizzate e poco tassellate e quindi per non soffrire troppo gli urti è necessario utilizzare un inserto o una soletta all'interno della scarpa...
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