[DIARIO] che fatica alzarsi dal divano!
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Re: [DIARIO] che fatica alzarsi dal divano!
Vai, Pesca!!!!
La cipolla è un'altra cosa...
Cantiamo a cincifrencia lilleranti!
fai correre anche tu il porcellino di runningforum, scopri qui come! viewtopic.php?t=46765
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Re: [DIARIO] che fatica alzarsi dal divano!
Coraggio Pescanoce, e facci un bel resoconto di emozioni e sensazioni!
5 km: 22:24 - 16/10/2022
Re: [DIARIO] che fatica alzarsi dal divano!
10k 40'06" TuttaDritta 2017
21k 1h28'56" Novara Half Marathon 2023
42k 3h19'19" Verona Hoka Marathon 2022
My ukulele channel:
https://www.youtube.com/channel/UCmBw_v ... tZYVdqX4Iw
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- percefal
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Re: [DIARIO] che fatica alzarsi dal divano!
Come direbbe Renè Ferretti: „Dai, dai, dai!“
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Tabella "Inizia a correre" di Albanesi - Level 2
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Re: [DIARIO] che fatica alzarsi dal divano!
Grazie del tifo ed ecco un lunghissimo e noiosissimo resoconto!
Io non dico che le previsioni che Pippotek consulta siano errate, per carità. Semplicemente, conosco ancora poco la città e scesa dal pullman devo aver sbagliato strada e invece che finire alla Run tune up sono finita lì dove si tiene il concorso “Miss & Mister maglietta tecnica bagnata”. In ogni caso, molto divertente.
La mia giornata è iniziata alle 3:30 a.m., quando mi sveglio accorgendomi che il chiappone ancora duole dal giorno prima. Una felice spulciata su dottor internet, così per rassicurarmi, e decido di alzarmi e farmi gli impacchi freddi. Perché di rinunciare non era proprio questione, avevo pagato la quota piena e, soprattutto, avevo preso anche qualche appuntamento. Dopo essermi surgelata per bene torno a nanna. Purtroppo al secondo risveglio trovo degli spiacevoli disguidi casalinghi da risolvere, che mi mettono di cattivissimo umore. Più che il dolore alla gamba, è l’ennesimo piccolo ma fastidioso problema da risolvere che mi farebbe desistere. Ma, appunto, avevo un appuntamento e mi dispiaceva paccare: come ho raccontato in passato, avevo messo in passato un annuncio su facebook per chiedere informazioni sulle società podistiche bolognesi, prendendo contatti con due, giusto per sentirmi un po’ come l’asino di Buridano. La sera prima il presidente di una di queste mi aveva rinnovato l’invito a prendere un caffè nella loro tenda e mi ha offerto ospitalità presso di loro, e mi dava fastidio l’idea di non presentarmi a questo appuntamento. Quando esco di casa sono leggermente in ritardo sulla mia tabella di marcia, ma per fortuna ho ritirato maglia, pettorale e pacco gara il giorno prima. Ahimè! Perché “Ahimè”? Lo scoprirete tra poco.
E quindi esco. Il divertimento inizia già sul pullman, incontro una signora in tenuta da runner, subito mi sorride, facciamo due chiacchiere e mi racconta la sua storia: esce da una brutta malattia e vuole riprendere con le sue passioni. Anche lei farà la 10, non le importa del tempo. Ci auguriamo di rivederci alle prossime gare e mi consiglia di contattare una terza società.
Scendo dal bus, inizia a piovere. Per fortuna poche gocce e sono convinta, ma convinta!, che tra poco smetterà. In quel momento decido di guardare sulla mappa il luogo dove mi hanno dato appuntamento e mi rendo conto di non avere idea di dove sia. Ci metto qualcosa come 20 minuti per fare un chilometro ma alla fine li trovo, mi presento e, ça va sans dire, scrocco il caffè e l’uso della tenda. La pioggia aumenta, e di molto, ma intanto il dolore alla natica è passato. Qualche persona la conoscevo già, avevo fatto una disastrosa corsa in apnea con loro sotto il sole la domenica precedente. È il momento di fare le foto, visto che sono un’intrusa mi propongo di scattare io, ma molto gentilmente insistono per includermi nello scatto.
Il gruppo si separa, chi fa la dieci si reca verso la partenza. 5 minuti prima del via, sono già fradicissima. Ma tanto so che nello zaino poi mi aspetta una maglia asciutta, una tuta asciutta, persino un reggiseno asciutto. Le scarpe? Le scarpe no, tanto questa mattina mica piove! Mh.
Dopo pochi istanti dallo sparo, si parte veramente. All’inizio calca, addirittura una tizia, peraltro con già un kway, decide di aprire l’ombrello, rischiando di accecare i suoi vicini, che, giustamente, le dicono che, magari, l’ombrello anche no. Allora va sotto i portici (Bologna è la città dei portici). Con l’ombrello aperto.
Decido che posso tentare di accelerare un pochino. Il mio piano infatti è quello di seguire la respirazione e le mie sensazioni, mantenendo fino a quasi la fine un respiro regolare, per poi magari accelerare solo alla fine. Per un po’ accompagno un gruppetto che racconta la tormentata storia d’amore social dei loro amici, poi li perdo. Verso la fine, invece, incontro una coppia di avvocati che parla di quanto capita nel loro studio. È il momento di correre più veloce. In tutto questo farmi gli affari degli altri non mi perdo una, ma nemmeno una pozzanghera. Credo di meritare un premio speciale per questo.
A parte le pozzanghere, la gara è andata bene: molto concentrata sul respiro, ho avuto solo un momento di crisi all’inizio con un forte dolore agli addominali ma dopo pochi metri di cammino è passato. Nei momenti di stanca mi è bastato pensare a mia figlia, a come ieri per la prima volta ha avuto il coraggio di reggersi in piedi senza sostegno facendo qualche passetto e al suo sguardo orgoglioso e soddisfatto di questa conquista. Non potrei avere esempio migliore! Trovare lei con mio marito ad aspettarmi al traguardo sarebbe stato un sogno, ma purtroppo il freddo e la pioggia hanno rimandato questo obiettivo.
Al traguardo capisco che, per poco, Gianni Morandi mi ha battuto, lo stavano festeggiando sul palco. Mi vado a prendere la frutta, l’integratore del ristoro, i kiwi e, d’improvviso, il dramma. Se avete sentito un rumore, oggi, era il mio cuore che si spezzava. Per avere il panino alla mortadella bisognava presentare un buono. Che io avevo lasciato a casa. Mesta, bagnata, infreddolita, di mortadella privata faccio il km che mi porta alla tenda. Ma, proprio dentro la tenda, una visione: panini alla mortadella. Mi è entrata la pioggia nel cervello e ho le allucinazioni? No, sono proprio panini alla mortadella, e focacce, che fanno parte del ristoro privato della società. Un po’ mi consolo, un po’ no, perché avrei potuto comunque avere due panini alla mortadella e, invece, solo uno! Ah!
Con i vestiti asciutti e le scarpe tragicamente bagnate saluto chi mi ha gentilmente ospitato e cerco di tornare a casa in un labirinto di fermate spostate e deviate.
Secondo il mio tomtom, ho fatto 10,15 km in 1:00:12. Secondo Endu invece ho percorso 10 km precisi in 01:01:12.
Difatti il meteo, che era stato funestamente minaccioso fino al giorno prima, prometteva benissimo: una mattinata fresca, per fortuna non calda come i giorni passati, ma soleggiata, al massimo due gocce due. Quando sono uscita ho messo il cappellino da pioggia più per sfizio che per altro.
Io non dico che le previsioni che Pippotek consulta siano errate, per carità. Semplicemente, conosco ancora poco la città e scesa dal pullman devo aver sbagliato strada e invece che finire alla Run tune up sono finita lì dove si tiene il concorso “Miss & Mister maglietta tecnica bagnata”. In ogni caso, molto divertente.
La mia giornata è iniziata alle 3:30 a.m., quando mi sveglio accorgendomi che il chiappone ancora duole dal giorno prima. Una felice spulciata su dottor internet, così per rassicurarmi, e decido di alzarmi e farmi gli impacchi freddi. Perché di rinunciare non era proprio questione, avevo pagato la quota piena e, soprattutto, avevo preso anche qualche appuntamento. Dopo essermi surgelata per bene torno a nanna. Purtroppo al secondo risveglio trovo degli spiacevoli disguidi casalinghi da risolvere, che mi mettono di cattivissimo umore. Più che il dolore alla gamba, è l’ennesimo piccolo ma fastidioso problema da risolvere che mi farebbe desistere. Ma, appunto, avevo un appuntamento e mi dispiaceva paccare: come ho raccontato in passato, avevo messo in passato un annuncio su facebook per chiedere informazioni sulle società podistiche bolognesi, prendendo contatti con due, giusto per sentirmi un po’ come l’asino di Buridano. La sera prima il presidente di una di queste mi aveva rinnovato l’invito a prendere un caffè nella loro tenda e mi ha offerto ospitalità presso di loro, e mi dava fastidio l’idea di non presentarmi a questo appuntamento. Quando esco di casa sono leggermente in ritardo sulla mia tabella di marcia, ma per fortuna ho ritirato maglia, pettorale e pacco gara il giorno prima. Ahimè! Perché “Ahimè”? Lo scoprirete tra poco.
E quindi esco. Il divertimento inizia già sul pullman, incontro una signora in tenuta da runner, subito mi sorride, facciamo due chiacchiere e mi racconta la sua storia: esce da una brutta malattia e vuole riprendere con le sue passioni. Anche lei farà la 10, non le importa del tempo. Ci auguriamo di rivederci alle prossime gare e mi consiglia di contattare una terza società.
Scendo dal bus, inizia a piovere. Per fortuna poche gocce e sono convinta, ma convinta!, che tra poco smetterà. In quel momento decido di guardare sulla mappa il luogo dove mi hanno dato appuntamento e mi rendo conto di non avere idea di dove sia. Ci metto qualcosa come 20 minuti per fare un chilometro ma alla fine li trovo, mi presento e, ça va sans dire, scrocco il caffè e l’uso della tenda. La pioggia aumenta, e di molto, ma intanto il dolore alla natica è passato. Qualche persona la conoscevo già, avevo fatto una disastrosa corsa in apnea con loro sotto il sole la domenica precedente. È il momento di fare le foto, visto che sono un’intrusa mi propongo di scattare io, ma molto gentilmente insistono per includermi nello scatto.
Il gruppo si separa, chi fa la dieci si reca verso la partenza. 5 minuti prima del via, sono già fradicissima. Ma tanto so che nello zaino poi mi aspetta una maglia asciutta, una tuta asciutta, persino un reggiseno asciutto. Le scarpe? Le scarpe no, tanto questa mattina mica piove! Mh.
Dopo pochi istanti dallo sparo, si parte veramente. All’inizio calca, addirittura una tizia, peraltro con già un kway, decide di aprire l’ombrello, rischiando di accecare i suoi vicini, che, giustamente, le dicono che, magari, l’ombrello anche no. Allora va sotto i portici (Bologna è la città dei portici). Con l’ombrello aperto.
Decido che posso tentare di accelerare un pochino. Il mio piano infatti è quello di seguire la respirazione e le mie sensazioni, mantenendo fino a quasi la fine un respiro regolare, per poi magari accelerare solo alla fine. Per un po’ accompagno un gruppetto che racconta la tormentata storia d’amore social dei loro amici, poi li perdo. Verso la fine, invece, incontro una coppia di avvocati che parla di quanto capita nel loro studio. È il momento di correre più veloce. In tutto questo farmi gli affari degli altri non mi perdo una, ma nemmeno una pozzanghera. Credo di meritare un premio speciale per questo.
A parte le pozzanghere, la gara è andata bene: molto concentrata sul respiro, ho avuto solo un momento di crisi all’inizio con un forte dolore agli addominali ma dopo pochi metri di cammino è passato. Nei momenti di stanca mi è bastato pensare a mia figlia, a come ieri per la prima volta ha avuto il coraggio di reggersi in piedi senza sostegno facendo qualche passetto e al suo sguardo orgoglioso e soddisfatto di questa conquista. Non potrei avere esempio migliore! Trovare lei con mio marito ad aspettarmi al traguardo sarebbe stato un sogno, ma purtroppo il freddo e la pioggia hanno rimandato questo obiettivo.
Al traguardo capisco che, per poco, Gianni Morandi mi ha battuto, lo stavano festeggiando sul palco. Mi vado a prendere la frutta, l’integratore del ristoro, i kiwi e, d’improvviso, il dramma. Se avete sentito un rumore, oggi, era il mio cuore che si spezzava. Per avere il panino alla mortadella bisognava presentare un buono. Che io avevo lasciato a casa. Mesta, bagnata, infreddolita, di mortadella privata faccio il km che mi porta alla tenda. Ma, proprio dentro la tenda, una visione: panini alla mortadella. Mi è entrata la pioggia nel cervello e ho le allucinazioni? No, sono proprio panini alla mortadella, e focacce, che fanno parte del ristoro privato della società. Un po’ mi consolo, un po’ no, perché avrei potuto comunque avere due panini alla mortadella e, invece, solo uno! Ah!
Con i vestiti asciutti e le scarpe tragicamente bagnate saluto chi mi ha gentilmente ospitato e cerco di tornare a casa in un labirinto di fermate spostate e deviate.
Secondo il mio tomtom, ho fatto 10,15 km in 1:00:12. Secondo Endu invece ho percorso 10 km precisi in 01:01:12.
But just because it burns, doesn't mean you're gonna die
You gotta get up and try, and try, and try
You gotta get up and try, and try, and try
Re: [DIARIO] che fatica alzarsi dal divano!
Brava Simona !
e bel racconto !
e bel racconto !
21,097 Km -1h56'07"-Garda Trentino HM 2013
29 Km -2h57'18"- Corsa del Principe 2017
42,195 Km - 4h29'36"- XXI Maratona di Ravenna 2019
Ho letto di cose già vissute e pensato di cose già scritte.
Miro
29 Km -2h57'18"- Corsa del Principe 2017
42,195 Km - 4h29'36"- XXI Maratona di Ravenna 2019
Ho letto di cose già vissute e pensato di cose già scritte.
Miro
Re: [DIARIO] che fatica alzarsi dal divano!
Brava Simo!
Ma poi a casa ti sei fatta un altro panino con la mortadella?
Ma poi a casa ti sei fatta un altro panino con la mortadella?
La domanda non è se puoi, ma se vuoi.
- ludovico_van
- Top Runner
- Messaggi: 12350
- Iscritto il: 26 ago 2012, 22:43
- Località: Legnano - Rho
Re: [DIARIO] che fatica alzarsi dal divano!
devo correggerti pesca, ma la città dei portici per antonomasia penso sia Padova. Cmq gran bel racconto. Cavoli il ristoro con la mortazza mi sembra un bell incentivo per correre. Fondamentalmente a me della gara nn me ne frega nulla... io voglio la mortadella!
" Al diaul l' è mort ! " M. T.
" Il vino gioisce i polmoni, l'acqua marcisce i piantoni. " M. T.
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- runningmamy Donatore
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Re: [DIARIO] che fatica alzarsi dal divano!
Pesca, I tuoi racconti sono sempre un mito, bravissima!
Oh, ma tutti bei maschioni in quella società
Oh, ma tutti bei maschioni in quella società
Puoi diventare grande, sai? E' tutto qui, nella tua testa! (J.K.Rowling, Harry Potter I )
Fai correre anche tu il porcellino
di Running Forum, scopri come!
viewtopic.php?t=46765
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Re: [DIARIO] che fatica alzarsi dal divano!
Brava Pesca!
Ludo, devi venire a tapasciare in Veneto, qui il panino è praticamente la regola, mortazza, cotto o formaggio...
Ludo, devi venire a tapasciare in Veneto, qui il panino è praticamente la regola, mortazza, cotto o formaggio...
La cipolla è un'altra cosa...
Cantiamo a cincifrencia lilleranti!
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