[DIARIO] L'improbabile corridore.

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Re: [DIARIO] L'improbabile corridore.

Messaggio da JJruns »

Le due J stanno riacquistando un po' di entusiasmo e voglia di far bene, caro diario. :D :D
Questa mattina un 10x400 con tempi inauditi, ne ho scritto un po' sulla pagina degli allenamenti dedicati alla maratona.
Bene, bene.. ci voleva, che qua le settimane passano e bisogna mettersi sotto!
Una cosa che non ho scritto nell'altro thread: mi sa che ho la FCmax più alta di quello che sospettavo. Nell'ultima ripetuta di questa mattina il TomTom ha segnato 178 bpm. Ho guardato bene il grafico, non sembra sia uno sbarellamento del sensore, le curve sono tutte abbastanza regolari. Beh.. ne sarei felice! Farò qualche altro test più avanti indossando anche la fascia toracica che dovrebbe essere più affidabile.
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Re: [DIARIO] L'improbabile corridore.

Messaggio da JJruns »

Olà, diariuzzo! :mrgreen: :mrgreen:
Un po' che non ti aggiorno eh?
Direi che sta andando benino, guarda un po' qua gli ultimi allenamenti:

Sa 29/06: dopo le 10x400 del giovedì precedente, 8 km CL. Prima di Padova, la sensazione di corsa facile la sentivo tra i 5:30 e i 5:40, ora tra i 5:20 e i 5:25! Bene!

Do 30/06: marcia UMV di Grezzana. Bella tapasciatona domenicale, mi trovo con Belvale e partiamo prestino. Ovviamente si fa il percorso più lungo da 16 km. Osti!!!!! Non così lungo però. ](*,) Un volontario dell'organizzazione non si mette nel punto giusto all'altezza di una deviazione decisiva e quindi mi tocca fare insieme ad un centinaio di altri runner, quasi 3 km in più. Alla fine sono 19,72 km con 598 metri D+ in 2:21:14 incluse lunghe soste ai ristori. Benone!

Ma 02/07: 1 ora di CL, questa volta una faticaccia: la sera prima andato a letto tarduccio, boh.. diciamo verso le 2 causa tripla puntata di Chernobyl, prima serie TV che mi ha appassionato dopo una vita.. e quindi la sveglia delle 5:40 non è stata dolcissima proprio. Comunque, alla fine porto a casa 11,11 km in un'ora con buone sensazioni finali.

Gi 04/07: è giovedì, e cosi si fa al giovedì? Qualitààààààà.... :D :D Dopo 2 km di riscaldamento, via per un 4 x (2 km a 4:45 con rec. 500 m CL)... Beh, niente male neanche questo allenamento, i 2 km sono andati a 4:22 - 4:19 - 4:25 - 4:29, mentre i 4 recuperi da 500 m sono passati con una media di 5:18 - 5:19 - 5:18 - 5:17. Già, ho riguardato anch'io 4-5 volte i dati sui recuperi, di una regolarità non da JJ... :mrgreen:

Sa 06/07: in programma 45 minuti di CL, ma avevo buone sensazioni (e anche un po' di fiato sul collo della mogliettina che prima di uscire mi ha minacciato di evirazione in caso di rientro tardivo. E allora, un po' l'uno e un po' l'altro, alla fine è venuto fuori un buon mediotto (forse più CLS), 8,82 km in 45 min quindi 5:06/km

Do 07/07: volevo andare ad un'altra marcia in provincia, ma invece mi sono addormentato, il calo delle temperature mi fa dormire troppo bene (anche se poi quando il sole si è alzato un po' ha ricominciato a fare un caldaccio infame). Allora ho rimediato con un lunghetto in solitaria che è andato così: 1 km riscaldamento + 9 km CL + pausa fontanella + 7 km progressivi + 3 km defaticamento, in totale 20 km in 1:52:43 incluso pausa pausa fontanella. Bene direi, è stato un andata e ritorno su ciclabile, con ritorno faticosetto, alle 8:40 sole alto in fronte senza alcuna possibilità di ombra per parecchi km ---> faticaaaaaa! :asd2:

Ma 09/07: stamattina, niente di che, volevo 10 km CL, ma non c'era molta voglia e allora fatti solo 8 km, media finale 5:26/km. Mica si può sempre sparare tutto al massimo, vero?

E' tutto, alla prossima, diarietto!

PS. Starei pensando alla Trans d'Havet, quella da 40 km. E' vicina, è bella, di sabato... Io in realtà avrei già deciso, per me è: SI! Solo che devo convincere l'altra metà del mio cielo, per la quale andare al rifugio Fraccaroli sul Carega a fine luglio o affrontare la parete est del Nanga Parbat in gennaio senza ossigeno è più o meno la stessa cosa. :mrgreen: :mrgreen:
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Re: [DIARIO] L'improbabile corridore.

Messaggio da gambacorta »

....per la quale andare al rifugio Fraccaroli sul Carega a fine luglio o affrontare la parete est del Nanga Parbat in gennaio senza ossigeno è più o meno la stessa cosa....
mi sa che la tua dolce metà la sa lunga :mrgreen: ..., provare per credere :-# (cit. Guido Angeli, mitico)
…”quando l’uomo ha mete da raggiungere non può invecchiare” … cit. EF
fai correre anche tu il :pig: scopri->qui<-come!
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Re: [DIARIO] L'improbabile corridore.

Messaggio da JJruns »

Ahahaha... si, un pochino è vero... :mrgreen: :mrgreen:
Ma sarebbe una gita più che altro, mica c'ho ambizioni cronometriche... E poi lo sai come fa il detto, no? Venexiani gran signori... blà blà blà... ecco.. :smoked:
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Re: [DIARIO] L'improbabile corridore.

Messaggio da JJruns »

OFF TOPIC
Simona Quadarella: GRAZIE!
Gregorio Paltrinieri: GRAZIE!
Federica Pellegrini: GRAZIE!

Chissà che un giorno anche l'atletica possa regalarci queste soddisfazioni, forse FIDAL dovrebbe guardare un po' in casa FIN.
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Re: [DIARIO] L'improbabile corridore.

Messaggio da JJruns »

Ciao diario,
Non mi sono dimenticato di te, eh..
Magari fra un po' ti aggiorno un po' più nel dettaglio.. Per ora ti basti sapere che le due J sono in ferie, ma la corsa è sempre nei loro pensieri, si vede anche dai dettagli.. :D :mrgreen:


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Re: [DIARIO] L'improbabile corridore.

Messaggio da JJruns »

Disclaimer: i successivi post raccontano un po' la mia maratona di New York.
Sono stato un po' logorroico e ho pure tagliato tanti pezzi.
Se volete procedere armatevi di tanta pazienza e se lo fate, ok, buona lettura! :D :D
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Re: [DIARIO] L'improbabile corridore.

Messaggio da JJruns »

03 NOVEMBRE 2019
MARATONA DI NEW YORK


Come si può raccontare un’esperienza come quella della partecipazione alla maratona di New York senza scadere nel ripetitivo, nel già letto un po’ ovunque in innumerevoli libri sull’argomento e ovviamente in Internet? Come si può mettere nero su bianco il tornado di emozioni che si vivono, che provano coloro i quali si sono dati tacito appuntamento in una fredda mattina di Novembre a Staten Island, turbinio di emozioni oltretutto decisamente amplificate per chi della corsa si è innamorato? Ci ho pensato parecchio e non sono giunto ad una risposta. Anzi, si, in realtà la risposta l’ho trovata ed è semplicemente che: non si può. Non si può raccontare davvero. Non si può trasmettere completamente. Certo, si possono descrivere i fatti, il susseguirsi degli eventi, si può provare a scrivere un po’ tutto, ma davvero sono convinto che non si riesca a spiegare chiaramente fino in fondo. Per capire bisogna viverla in prima persona. Io stesso sono rimasto stupefatto. E vi assicuro che non sono partito impreparato. Ho letto di tutto, non credo ci sia un racconto in Internet che mi sia sfuggito. Conoscevo il tragitto a memoria già mesi prima di partire, ero al corrente del tifo incessante sulle strade, avevo ben compreso che l’esperienza sarebbe stata unica. Si, ma non così “unica”!! E allora che fare? Non scrivere nulla? Non lasciare niente al futuro quando un giorno, magari con un po’ di nostalgia, avrò voglia di ricordarmi cosa ho vissuto in questi giorni strabilianti da poco trascorsi? No. Non mi sembra proprio una buona idea. E allora, provo a scrivere qualcosa, a raccontare, seppur malamente, questa bellissima storia. E come tutte le storie che si rispettino non può che cominciare così:
Ultima modifica di JJruns il 11 nov 2019, 15:29, modificato 1 volta in totale.
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Re: [DIARIO] L'improbabile corridore.

Messaggio da JJruns »

C’era una volta l’ora. Si, proprio l’ora, quella che ti dice che sei in ritardo per arrivare in ufficio per quell’importante riunione o che tuo figlio, a quell’ora, ti aspetta perché ha finito l’allenamento o l’ora che ti fa capire che è tardi, che sei stanco ed è meglio andare a dormire. Ecco, c’era una volta l’ora. E benedetti siano tutti i Santi del Paradiso, ve n’era una sola! Era facile, easy come dicono gli Americans. Potevi conoscerla in molti modi. Con l’orologio al polso. Con quello da taschino. Guardando in aria l’orologio del campanile. Una clessidra, per i più eclettici. Ma per Diana, era una sola. Poi hanno inventato l’ora legale. E già qui, a volte, è un po’ un casino. Ma il peggio è stato quando si sono inventati di associare all’ora legale quegli aggeggi elettronici (compreso quello da cui state probabilmente leggendo queste righe), quelli che si aggiornano appunto l’ora da soli. Così, impunemente, senza chiedere il permesso a nessuno. Tantomeno al loro legittimo proprietario.
Sta di fatto che io, la notte tra il 2 e il 3 Novembre, mi sono svegliato in una stanza di un Hotel carino di Manhattan con 3 dispositivi che segnavano 3 ore diverse, 1:09 – 2:09 – 3:09. Per qualche lunghissimo minuto ho vissuto una situazione kafkiana. Non sapevo davvero che ore erano! Erano le 1:09? O le 2:09? Le 3:09 no, son riuscito a scartarla come ipotesi quasi subito, nonostante il rincretimento notturno potenziato dal senso di panico. Quella notte anche negli States, così come in Europa la settimana prima, le lancette si sarebbero spostate indietro di un’ora (la maledetta) per tornare all’orario solare. Cosa a tutto vantaggio dei matti che avevano deciso di correre una maratona la mattina successiva. Si, perché così si sarebbe potuto usufruire artificialmente di un’ora di sonno in più. Ottimo, mi son detto fin dal primo momento ricevuta l’informazione. Vuoi che non sfrutti questo mini vantaggio fino in fondo? E che cappero, sono o non sono un runner evoluto, io? Unico dettaglio: predisporre accuratamente un sistema di sveglie che ti eviti di perdere il bus per il trasferimento alla zona di partenza. Ecco, accuratamente è stato il problema.
Avevo una sveglia nella camera d’albergo. Una di quelle digitali con la radio, una roba color arancione che in una qualche fase della sua storia deve essere transitata da Chernobyl. Era ovvio che non facesse parte della famiglia di aggeggi auto-aggiustanti l’ora. Ma la sera prima non ero riuscito a trovare il metodo di spostare indietro l’ora. Così, nel pieno della paranoia pre-gara, m’è venuto il dubbio: non è che sia un subdolo attrezzo? Vuoi mai che faccia solo finta di non aggiornarsi da solo e invece poi, zacchete… ecco lì, bello che fregato? Con il cervello pieno di visioni di me stesso che corre verso Staten Island all’alba per raggiungere in tempo la zona di partenza decido di scartare quella sveglia e metto in pratica una brillante idea: metto la sveglia sul Garmin al polso, impostandola in modalità manuale e anticipando già di un’ora. Fico, Gianni, sei un genio! Detto, fatto. A nanna verso le 23.
Mi addormento quasi subito dato che, nonostante tutti i consigli, nonostante lo sapessi benissimo che fare troppo turismo il giorno prima poco si addice allo sforzo richiesto il giorno dopo, niente da fare, Mr. Garmin mi dice che durante il giorno di sabato 2 Novembre dell’anno di grazia 2019 ho camminato per circa 18 km. Un altro inestimabile colpo di genio. Ma d’altronde, non mi sono nemmeno tanto autoinsultato per questa cosa; voglio dire, provate voi a sbarcare in un soleggiato sabato a Manhattan e poi fatemi sapere se riuscite a starvene buoni buoni in albergo. Vi avviso: se avete intenzione di rispondere che si, che voi ce l’avreste fatta, vi dico subito che darò più credito a terrapiattisti, melariani e Facebook.
E quindi alle 23:05, JJ piomba nel mondo dei sogni che c’è anche un po’ di fuso orario da smaltire. Apro un occhio alle 1:05. Illumino il Garmin. Ok, 1:05, ho ancora 3 ore abbondanti di sonno. Ma.. ‘spetta un po' che controllo. Rotazione carpiata verso il comodino e apro l’altro occhio. L’aggeggio arancione dell’hotel dice invece che sono le 3:05. Lì per lì, non ci ho nemmeno fatto caso più di tanto. Poi però il neurone il sussulto di dignità ce l’ha avuto. Come 3:05? Fan due ore di differenza! Doveva essere solo una tirando indietro il Garmin. Ok, panico. Niente panico, ma ok panico.
Che faccio? Che stracacchio di ore sono? Per un attimo penso di accendere la TV, ma cestino l’idea, moglie e figlio dormono beati. Ok, vado giù in reception. No dai, e che corbezzoli! No, ‘sta figura non la faccio. Idea! Accendo il PC. Fico, sono tornato ad essere un genio. Accendo il PC, osservo la rotellina di Windows che gira e penso che se non smette di girare entro 5 secondi, resto a breve senza un PC causa lieve frattura dello schermo. Ma poi, finisce di girare, guardo l’ora, segna le 2:09. Riguardo il Garmin, 1:09. Il muffin color radiazione nucleare sul comodino, 3:09. Tre maledetti con tre maledette ore diverse. Ora, non è che io sia davvero un genio, spero non l’abbiate mai creduto davvero nemmeno per un micro secondo. Però, insomma, proprio deficiente non lo sono. Ma si vede che tra fuso orario, stanchezza, agitazione il panico per qualche minuto c’è stato davvero. Esasperato tra l’altro dal totale silenzio della stanza d’albergo. Cristo, non potevo nemmeno cacciare uno dei miei urlacci liberatori.
E niente, non vedo altra via d’uscita che prepararmi e andare giù nella hall in lievissimo anticipo ad aspettare Mary (ve la presento dopo). Poi, grazie al cielo, un’illuminazione: ma santa la patata slovena, ma guarda su Internet, no?! Google, ora attuale New York, risultato: 2:15. Torna tutto, il Garmin, chissà perché e chissà come, ha anticipato ulteriormente di un’altra ora, deve aver beccato un segnale GPS oppure ce l’ha nelle impostazioni, mentre la bestia radioattiva sul comodino è rimasta sui suoi passi e il PC si aggiornato di un’ora. Se avevate bisogno di un suggerimento su come giocare un brutto scherzo ad un amico, ecco qui, questo funziona, ve l’assicuro. Mi rimetto a letto, ma ovviamente di dormire subito non se ne parla manco per sogno. Ricordo di aver guardato l’ultima volta l’orologio (con orario opportunamente corretto) che erano le 3:35, poi qualcosa devo aver dormito.. Ma evidentemente poco, troppo poco.
Ultima modifica di JJruns il 11 nov 2019, 15:29, modificato 1 volta in totale.
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Re: [DIARIO] L'improbabile corridore.

Messaggio da JJruns »

Quando alle 4:20 l’orologio vibra mi sembra di emergere da una buia palude densissima, faccio fatica a fare qualsiasi movimento, anche solo aprire gli occhi richiede uno sforzo non da poco. Lo so come son fatto in queste situazioni, se non mi alzo subito mi riaddormento in un niente. E quindi, mettendoci davvero tanto impegno, riesco a scendere dal letto e a sedermi sulla moquette. Ci resto un paio di minuti, poi il pensiero arriva: “Ci siamo. È il giorno!” Lentissimamente, sia per non svegliare i miei ma anche per evitare inopportuni momenti di reciproca conoscenza tra le dita dei miei piedi e i temibilissimi spigoli dei mobili, raggiungo il bagno. La vestizione è altrettanto lenta e accurata, c’è in me la voglia di assaporare ogni singolo momento della giornata. Per la cronaca, ho indossato calze corte, polpacciere a compressione media, pantaloncini aderenti sopra il ginocchio, altrimenti detti ciclisti, una maglia termica a maniche corte e la maglia blu scuro leggera a maniche lunghe della maratona di NY. Abbigliamento azzeccato, starò benissimo durante la corsa.
Ovviamente, per quanto piano io possa fare in queste situazioni, non c’è modo di evitare che mia moglie si svegli. Ha il sonno più leggero di una carta velina. D’altronde lei me lo dice sempre: noi donne non dormiamo, riposiamo giusto un po’. Un bacio, mi dice “in bocca al lupo, ci vediamo dopo”. Mi sposto sull’altro lato del letto, bacio anche alla piccola peste polpettifera. E scendo. Quando arrivo nella hall, Mary non c’è ancora. Giustamente. Sono in anticipo di un quarto d’ora. E allora esco, file di pullman nel buio delle 5 di mattina, l’ottava Avenue è trafficatissima, ma solo di mezzi pesanti. Alcuni runner vanno in direzione opposta. Credo volessero raggiungere la fermata della metro per poi arrivare autonomamente a Battery Park da dove partono i Ferries per raggiungere Staten Island. Io, emblema intergalattico della contraddizione vivente, non riesco a resistere: sigaretta per questa anteprima di emozione. Non fa nemmeno troppo freddo, il termometro dell’hotel dice 5 °C. Vero è che mi sono vestito davvero pesante. E devo dire che anche questa scelta si è rivelata azzeccata, le ore da far passar saranno molte e sprecare energie per tenersi caldi non è il più efficiente dei modi per affrontare una maratona (oddio, neanche farsi 18 km a piedi il giorno prima, ma vabbè.. ci siamo spiegati prima).
L’aria è elettrica, penso che lo sia sempre qui a NY, soprattutto a Manhattan. Ma mi piace pensare che questa mattina lo sia ancor di più, intrisa dell’energia di migliaia di persone che si sono date appuntamento, proprio oggi, proprio qui, per… correre. Già, solo questo. Correre. Niente di più semplice. E niente di più bello.
“Gianni!” Mi giro. Mary è arrivata, bardatissima anche lei. Mary è la mia amica. Abbiamo i figli a scuola insieme e hanno fatto insieme gli anni dell’asilo. E’ stata lei che due anni fa ha acceso questa mia passione per la corsa. Durante un week end insieme nell’estate 2017, quando la vidi rientrare da una corsa mattutina, le chiesi dov’era andata. “A correre!” mi rispose. “Ah si? E dove, di bello?” chiesi un po’ distrattamente. “Eh.. sono andata fino a Riccione” mi disse. “Riccione? Come Riccione? Ma se noi siamo a Rimini?” “Embè?” continuò lei “che c’è di strano?” “Come che c’è di strano?” dissi io “Rimini Riccione sono 15 km andare e tornare! Vorrai mica dirmi che li hai fatti davvero di corsa?” “Beh.. si, non sono poi molti”. Ecco, questa cosa mi lasciò talmente di sasso che qualche relè deve aver cambiato stato nel neurone e niente.. 28 mesi dopo, eccomi qui, a NY. Si, perché entrambi quest’anno facciamo cifra tonda con gli anni, io 50, lei, non si dice, e i nostri coniugi ci hanno regalato i pettorali per questa corsetta.
“Ciao, sei pronta?” “Nemmeno un po’” “Perfetto, tutto ok allora, siamo in due, andiamo a far colazione”. E così, lasciamo il nostro albergo per spostarci in un altro vicino, decisamente più adatto ad ospitare decine di runner addormentati, emozionati e affamati visto che il nostro hotel aveva un servizio breakfast decisamente scadente. Mangiamo bene entrambi, un bagel, un po’ di una roba tipo riso in umido che non ho capito come si chiamasse, succo di frutta, una banana, qualche biscotto, un mega american coffee per me. Ed è subito ora di salire sul pullman. Che, grazie al cielo, è bello riscaldato e con sedili oltremodo comodi e spaziosi. Si parte, c’è una lunga colonna di autobus, tutti con la stessa meta, tutti pieni di vita e di voglia di correre. A dire il vero, le nostre postazioni sul pullman sono così comode che io e Mary ci diciamo: “Mah.. quasi, quasi restiamo qui, chi ce lo fa fare di scendere e faticare così tanto?”. Ovviamente, ci stiamo mentendo tutti e due, sono emozionato, anche lei lo è.
Lentamente, l’autobus avanza. All’esterno vediamo molto traffico. Credo che i new yorkesi si stiano spostando ora ben sapendo che fra poche ore, molte delle strade della loro città verranno chiuse per l’evento. Fuori le prime luci dell’alba iniziamo a rischiarare i contorni della sky line della città capitale del mondo. E’ bellissimo, resto per l’ennesima volta a bocca aperta rischiando la lussazione mandibolare, le sommità dei grattacieli che si colorano poco alla volta, scompaiono le luci dei piani alti ed è stupendo il contrasto con quelle invece ancora accese dei piani inferiori. Non so dopo quanto, credo circa un’ora, finalmente imbocchiamo il ponte. Anzi IL PONTE. È quello dedicato a Giovanni da Verrazzano. Si tratta del ponte che unisce Brooklyn a Staten Island. E’ stato per parecchio tempo il ponte sospeso più lungo del mondo ed è tutt’ora quello più lungo degli Stati Uniti. Sono 1600 metri. Li percorreremo a piedi in senso contrario fra poche ore. Ma in quel momento non mi fa molta impressione. Il bus sta transitando nella corsia inferiore e non me ne rendo conto. E poi sono rapito dall’alba che osservo girandomi alla mia sinistra, un sole magnifico sta sorgendo. Anche il brusio nel pullman si affievolisce, siamo tutti in religioso silenzio di fronte a questo spettacolo.
Ultima modifica di JJruns il 11 nov 2019, 15:30, modificato 1 volta in totale.
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