Il ritiro: rinuncia o coraggio?

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darioedante
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Il ritiro: rinuncia o coraggio?

Messaggio da darioedante »

Leggendo le firme di molti utenti, é pieno di incitazioni a non mollare mai, il ritiro non è un'opzione, never give up ecc.. ecc.
Ora, io sabato correvo un trail, ci tenevo parecchio e. Ci avevo lavorato abbastanza sperando in un buon tempo. Solo che fin dal mattino avevo capito che qualcosa non andava: i postumi dell'influenza non erano superati, non riuscivo ad idratarmi e le gambe erano stanche. Ho comunque impostato il ritmo che pensavo di tenere, considerando l'ottimo risultato di un trail di 20 gg fa egli ultimi allenamenti. Per farla breve, al 18° km su una salita niente affatto proibitiva mi sono piantato, fiatone e sete, fermo a rifiatare ogni pochi passi. Senza più riuscire a mangiare nulla, mi sono trascinato per altri 7km camminando pure in discesa. Al successivo ristoro la decisione: ritiro. Mancavano ancora 20km, e per la prima volta da anni ero in montagna e avevo netta la sensazione di voler essere dovunque tranne che lì. Decisione saggia,credo:finirlo per finirlo non mi interessava. Però ad oggi non.mi sono ancora ripreso dalla delusione:una parte di me mi dice che dovevo finirla,costi quel che costi, e che é troppo facile ritirarsi una volta che non si é in forma.mia Moglie ha apprezzato la mia scelta, dicendo che rischiare di farsi male non é una buona idea. Io però oscillo tra la soddisfazione di essere stato prudente(che in montagna é saggio) e l'amarezza di non averci provato abbastanza (che nello sport, e non solo, sono rimpianti). Voi che dite? Cosa pensate dell'opzione ritiro?
Tony78
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Re: Il ritiro: rinuncia o coraggio?

Messaggio da Tony78 »

quest'anno alla maratona di rimini mi sono ritirato dopo 23 km ... io soffro tantissimo il caldo e già in partenza sentivo le gambe imballate, allo spugnaggio del 22 esimo mi sono buttato un po' di acqua in testa .. brividi e uno svarione di qualche secondo.
mi sono fermato un attimo, poi ho ripreso ma le gambe (e la testa) avevano deciso di fermarsi. primo ritiro. [-(

probabilmente sarei riuscito ad arrivare al traguardo alternando corsa e camminata ma ho preferito fermarmi.
rischiare per una corsa non ha senso per me, ce ne sono cosi tante ... capita la giornata no.
10k 43'02" (Monza 2021) Mezza Maratona 1h32'17" (Monza 2021) Maratona 3h33'35" (Pisa 2021) 50k 5h04'51" (Castel Bolognese 2022)
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victor76 Utente donatore Donatore
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Re: Il ritiro: rinuncia o coraggio?

Messaggio da victor76 »

darioedante ha scritto: 25 set 2018, 10:09Solo che fin dal mattino avevo capito che qualcosa non andava: i postumi dell'influenza non erano superati, non riuscivo ad idratarmi e le gambe erano stanche. Ho comunque impostato il ritmo che pensavo di tenere
Secondo me il tuo errore è stato questo... Se avessi impostato un ritmo più lento magari non ti saresti ritirato. Ma sono cose che capitano, quindi ciò può solo servire come esperienza.

Io non mi sono mai ritirato in una gara anche se un paio di volte ci sono andato molto vicino. Credo che rallentando il passo e soprattutto conoscendo il proprio corpo si può sempre terminare una gara, a patto chiaramente di non rischiare danni per la propria salute e di non pensare al tempo finale. Ma se uno sta male si deve fermare e basta, se si vuole continuare a correre non bisogna essere incoscienti.
5 km: 21'20'' (4'16''/km) ---10 km: 43'54'' (4'23''/km)
21 km: 1h35'29'' (4'32''/km) --- 30 km: 2h37'57'' (5'15''/km)
42 km: 4h07'29'' (5'52''/km)
--- 6 ore: 50,506 km (7'08''/km)

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CarloR Utente donatore Donatore
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Re: Il ritiro: rinuncia o coraggio?

Messaggio da CarloR »

Così a naso (non conosco o le statistiche e potrei dire una boiata) mi sembra che i top tendano a ritirarsi un po' troppo spesso, una volta verificato che non riescono a fare il tempo prefissato.
Invece quelli un po' più lenti sono molto restii a farlo a costo di compromettere la salute. Emblematici sono gli ultimi 10 km delle maratone dove ho visto dei veri e propri cadaveri ambulanti e del cui comportamento non riesco proprio a darmi una spiegazione, non c'è proprio niente di eroico.
A me è capitato una volta sola di ritirarmi, a metà di una salita in una gara per la quale mi ero preparato per mesi, non per problemi fisici ma per le condizioni meteo improvvisamente peggiorate. È passato un anno ed ancora non l'ho mandata giù ma credo sia stato molto meglio così.
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pippotek Utente donatore Donatore
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Re: Il ritiro: rinuncia o coraggio?

Messaggio da pippotek »

@darioedante, hai fatto benissimo.
Le frasi in firma sono anche ironiche, come questa faccina :rambo: siamo tutti tapascioni
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21k 1h28'56" Novara Half Marathon 2023
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zeromaratone
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Re: Il ritiro: rinuncia o coraggio?

Messaggio da zeromaratone »

Ritirarsi non è coraggio ma è sempre buonsenso, in ogni occasione in cui si sente di aver toccato il limite e di rischiare per la integrità fisica è saggio ritirarsi. Soprattutto in montagna. Peraltro andare a prendersi la medaglia in una maratona camminando per 5-7 km non è proprio una scelta onorevole perché vuol dire avere sbagliato tutto (infortuni a parte ).
La frase “never give up” è consona per evitare che la mente suggerisca scorciatoie troppo facili... sappiamo bene che un dolore può insorgere comunque in fare lunghe e a volte ci si dà per spacciati troppo presto.
Ad esempio evito accuratamente di scegliere un hotel posizionato in città, a metà della maratona, peggio ancora se ci passassi davanti ... perchè si sa c’è sempre una vocina che ti dice che la doccia calda è molto piacevole ...
Dal 2014:18 maratone, 6 stars finisher; 2018 100km del Passatore, Ironman70:3
I miei libri: Il Passatore da zero https://tinyurl.com/er5tzd3z +il mio blog [url]https://zeromaratone.blogspot.com[/url]
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grantuking Utente donatore Donatore
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Re: Il ritiro: rinuncia o coraggio?

Messaggio da grantuking »

Io mi sono ritirato due volte. La prima durante la maratona di Santhià. Pioveva era freddo ed ero vestito male. Al bivio mezza/maratona decido di rientrare a Santhià senza fare l'eroe. Avevo talmente freddo che non riuscivo quasi a muovere le dita delle mani ed avevo dolore ad un braccio. La seconda al Cervino x-trail. Un po come l'esperienza di @darioedante non ero in forma già alla partenza, male ai denti, ma decido di partire lo stesso. Quando sono arrivato in quota (2800mt circa) sono stato male ed ho alzato bandiera bianca e mi hanno riportato in jeep alla partenza. Il mio pensiero è: Un conto è avere un problema oggettivo e ritirarsi, l'altro mollare perché si è convinti di non farcela.
21km 1:33:34 ('18) - 30km 2:45:41 ('16) - 42km 3:27:40 ('19) - 50km 4:57:44 ('19) - 100km 13:20:10 ('19) Finisher: 11 Ultra - 23 Maratone - 50 di Romagna - Pistoia Abetone - Passatore - GTC55 - UMF - LUT
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Ultra runner Naz 82
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Re: Il ritiro: rinuncia o coraggio?

Messaggio da Ultra runner Naz 82 »

Io annovero 2 ritiri all time. Uno in maratona ed uno in un Ultra trail. Uno per questioni fisiche, uno per questioni motivazionali. Il primo è stato alla Maratona di Padova del 2014, dove puntavo a scendere per la prima volta sotto le 3h. Tutto bene fino alla settimana della gara, dove oltre al virus intestinale, nel mezzo di un allenamento di qualità mi stiro il bicipite femorale dx. Parto comunque sperando in un miracolo, ma al 5°km non riesco quasi a camminare, mi sono fatto uno strappo muscolare di 1°grado (documentato poi dall'ematoma assorbito nelle settimane successive)...e devo alzare bandiera bianca. L'anno dopo mi riprendo la rivincita con il 1° di diversi sub3h con il 2h57' proprio a Padova.
Il ritiro in un Ultra trail è successo alla LUT 2017. Era appena morta mia nonna , a cui ero molto legato. Mi ero promesso o va o non va. La Val Travenanzes infuocata mi apre il sedere e non solo (dove già avevo penato l'anno prima)...arrivo al Col Gallina (95° km) in proiezione per fare 20h, ma non mi basta, un black out motivazionale e dico stop.
Per il resto, sia in gare in cui punto a fare risultato e altre in cui o perché principalmente di allenamento o perché non è giornata non c'è possibilità di far risultato, non ho mai pensato al ritiro. Ma non biasimo nessuno che lo possa prendere in considerazione, perché fa parte del gioco, sia appunto per motivi fisici o per motivi psico-motivazionali. Non capisco invece bene i cosiddetti top che finiscono 2 gare su 6, ma che almeno 2 volte su 4 si ritirano senza alcun problema...
Ultima modifica di Ultra runner Naz 82 il 25 set 2018, 22:40, modificato 1 volta in totale.
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Re: Il ritiro: rinuncia o coraggio?

Messaggio da tomaszrunning »

Frangar non flectar!!!

Usque ad finem !!!
per fortuna non dovevo mai mollare...
piuttosto cammino fino alla metà se non riesco più a correre
ovviamente in caso di una emergenza medica (un malore, una rottura del legamento etc) non proseguirei - chiamerei i soccorsi!
Immagine
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darioedante
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Re: Il ritiro: rinuncia o coraggio?

Messaggio da darioedante »

Ecco, diciamo che l'amarezza viene proprio dal fatto che io, la gara, l'avrei sicuramente finita. Solo che rispetto al tempo che pensavo di avere, e che da altre prestazioni realisticamente potevo aspettarmi, ero lontanissimo per problemi fisici. Mi sono forse comportato come quei famosi top, senza peraltro esserlo nemmeno lontanamente? tra finirla con un tempo ridicolo(non in assoluto, chiaro, ridicolo per il mio attuale stato di forma) e non finirla affatto ho preferito la seconda opzione..diciamo che mi aspettavo di arrivare entro i primi 50 e così avrei finito, diciamo, intorno ai 100. Proprio a spanne, ovviamente. Ecco, questo mi fa sentire vagamente in colpa, anche se ovviamente non ha senso perché mica lo dovevo a qualcuno questa gara. Comunque camminare in un trail di 45 km per tutti gli ultimi 28 km, discese comprese, mi pare come fare a piedi gli ultimi 10 della maratona.
Se ci ripenso, ho mollato perché in quel momento, cosa che non mi capitava da almeno 8 anni, non avevo nessuna voglia di stare in montagna. Anche i falsopiani d pochi metri d+ mi disgustavano, non vedevo l'ora di smetterla con questa corsa. Avevo solo voglia di tornare a casa mia, e allora mi sono detto, che senso ha continuare? Per un titolo di finisher di cui non so che farmene? per quella retorica per cui ritirarsi è sempre sbagliato?
Eppure, quella retorica evidentemente un poco mi ha contagiato, altrimenti non farei questi pensieri.

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