lele 71 ha scritto: La mia personalissima opinione pero' e' che su un soggetto che debba ancora imparare a correre (o comunque sia "podisticamente molto giovane") apprendere una tecnica piuttosto che un'altra potrebbe non rappresentare un vero problema (a meno di particolarita' omrfologiche del soggetto)
Credo che nella tua frase si dovrebbe eliminare "podisticamente".
Quando si e' giovani e' abbastanza naturale avere un appoggio piu' sbilanciato verso l'avampiede, ma 1) ovviamente l'elasticita' e' decisamente superiore e b) ci si allena e si gareggia su distanze ridotte; mantenere lo stile di corsa che si ha da ragazzi in eta' piu' avanzata e su distanze superiori e' quasi proibitivo.
Non so quanti di voi abbiano corso nelle categorie giovanili, ma la mia esperienza (per quel che vale, dato che sono tutt'altro che un campione) e' stata quella di un cambiamento radicale e soprattutto inevitabile di falcata e appoggio.
A mio parere metodi come il "pose", o anche solo la corsa sul mesopiede/avampiede (magari in accoppiata con l'uttilizzo di scarpe "minimali") non sono applicabili ad atleti non piu' giovani, lenti o che corrono su distanze lunghe; possono essere eventualmente adatti per atleti di altissimo livello, anche se ho i miei dubbi che alla lunga tendini e muscoli reggerebbero...(e pure sul fatto che anche per un campione sia possibile mantenere un tale controllo della corsa per 40 chilometri).
In generale penso che possa essere deleterio pensare possano essere "venduti" come tecniche per tutti, dal top-runner al jogger da 6'/km o per tutte le distanze (che poi Carl Lewis possa correre con il "pose" per 100metri a piu' di trenta orari e su pista di atletica mi pare abbastanza ovvio).
Quello delle scarpe ammortizzate, poi, secondo me e' un falso problema, credo che si stia confondendo la causa con l'effetto...