Spezie & tisane

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tomaszrunning
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Re: Spezie & tisane

Messaggio da tomaszrunning »

Tante cose mai viste con i nomi strani... Ho scelto le cose conosciute prese al peso: tarassaco, finocchio, curcuma e goji...
Sono troppo ignorante in materia e poco avventuroso!
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Re: R: Spezie & tisane

Messaggio da runningmamy »

Se ti vuoi fare una cultura su tè e tisane (ma non sulle spezie) c' è un bel libretto, costa pochi euro
Té e tisane, di Orietta Sala ed . Vallardi
Semplice e scorrevole, proprio carino, lo consiglio!
Puoi diventare grande, sai? E' tutto qui, nella tua testa! (J.K.Rowling, Harry Potter I )
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Re: Spezie & tisane

Messaggio da tomaszrunning »

ciao
mia madre mia mandato una email con un articolo (in polacco) su l'erbe adattogene.
ne avete sentito?
c'è un thread esistente che mi è sfuggito?
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Re: Spezie & tisane

Messaggio da runningmamy »

Ma quando mai ti potrebbe sfuggire un argomento Thomasz? :-)
Ho googlato e penso vada bene parlarne qui di seguito
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Re: Spezie & tisane

Messaggio da tomaszrunning »

Perfetto.
Leggerò un pò in giro e poi condividerò su queste pagine!
cominciamo dalla definizione:
:study:
tratto da Trapani Gianfranco "Il Doping naturale"
Gli adattogeni sono delle sostanze naturali che aiutano ad adattarsi allo stress, migliorano il metabolismo dell’organismo, aumentano la resistenza fisica e psicologica verso lo stress ambientale e verso le malattie acute e croniche aumentando l’azione del sistema immunitario. Le piante adattogene, non sono solo antiossidanti, ma migliorano le funzioni generali dell’organismo.

Gli adattogeni sono stati descritti perla prima volta dal dott: Nikolai Lazerev che ha scritto” gli adattogeni sono sostanze che permettono al corpo di contrastare gli eventi avversi sia fisici che chimici che biologici, aumentando le resistenze non specifiche e permettono all’organismo di adattarsi agli stressor ambientali”.
Nel 1968 il dott Israel I. Brekhman, ed il dott I.V. Dardymov hanno scritto che un adattogeno per essere tale non deve essere tossico per chi lo assume, deve aumentare al risposta agli stressor ambientali producendo una risposta non specifica, e che deve essere in grado di ricostruire l’equilibrio fisiologico dell’organismo, quando questo viene perturbato dagli agenti esterni aggressivi.
Gli adattogeni sono delle sostanze che non sono tossiche, e che aumentano in modo non specifico la resistenza dell’organismo verso un largo numero di fattori esterni nocivi e normalizzano le funzioni biologiche. (S.Weil 2006)
Anche per gli adattogeni vale il principio che la pianta presa nella sua globalità è più attiva del singolo principio. Come per la cura con le piante (la fitoterapia) non si tratta di utilizzare i principi attivi estratti dalla pianta con funzioni particolari, (acido acetilsalicilico, l’aspirina estratta dalla corteccia della china) ma dall’utilizzare la pianta nel suo insieme (il fitocomplesso). Le piante sono sempre state studiate ricercando i principi attivi in loro presenti. Il principio attivo viene isolato ed applicato alla malattia ritenuta sensibile. Questo risultato per quanto positivo, distrugge l’unità biologica della pianta intera. Il biancospino che ha azione sulla funzione del cuore, contiene dei principi attivi, dei flavonoidi, che sono i responsabili di questa azione. Bene quando questi sono stati isolati ed utilizzati singolarmente, non si è riuscito a riprodurre la stessa azione sul cuore. La pianta intera (fitocomplesso) è un insieme che si potenzia in modo naturale, con un’attività di cura più adattabile rispetto ad un principio attivo singolo. Inoltre utilizzando la pianta nella sua totalità, anche i principi attivi che da soli non hanno azione biologica, ovvero non agiscono per la salute della persona, tutti insieme hanno un effetto diverso e non altrimenti quantificabile. Si ottiene così lo stesso risultato restando sotto la soglia di tossicità del principio singolo. Tutto questo vale anche per gli adattogeni.

La spiegazione sul meccanismo d’azione globale degli adattogeni è che questi riescono ad avere una condizione di stimolo su tutto il sistema che regolala nostra capacità di risposta agli stress, ovvero le strutture cerebrali,lobo frontale del cervello, ipotalami, ipofisi e ghiandole surrenali.
Le teorie sul loro meccanismo d’azione sono tante e complesse, probabilmente stimolano il sistema neuroendocrino attraverso diverse vie metaboliche. Agiscono sulle ghiandole endocrine come l’ipofisi, la tiroide, le paratiroidi, le surrenali, il pancreas, le ovaie, i testicoli, sul sistema immunitario e sulle vie neurologiche migliorando la loro possibilità di azione e di reazione. Diversi studi in vivo ed in vitro hanno confermato queste azioni, ma non sono sufficienti il loro numero è ancora ridotto perché la scienza le accetti.
I prodotti adattogeni aiutano l’organismo in tutte le condizioni di stress in particolare il sistema neuroendocrino e tutte le funzioni surrenaliche. In questo modo riescono a ridurre al minimo il danno che lo stress provoca e tutti gli effetti negativi che ne conseguono.
Questi farmaci vegetali, aiutano a mantenere l’omeostasi (l’equilibrio) dell’organismo, ovvero a ridurre sia l’iperreattività che l’iporeattività del sistema nervoso, del sistema immunitario, della pressione arteriosa. Possono avere anche un’azione preventiva perché aumentano le resistenza non specifiche dell’organismo ai vari stressor, aumentano la produzione di energia, amplificano anche l’azione contro i radicali liberi, proteggendo le cellule contro lo stress ossidativo, ovvero conto il danno provocato dal radicali liberi (questa è la loro caratteristica principale), migliorano così le condizioni di benessere ed influenzano in modo positivo sia il corpo che la mente.
Molti di questi prodotti accrescono e migliorano l’attività del fegato, eliminando le tossine in eccesso, in questo modo si riesce ad avene una maggiore energia e vitalità con un senso di benessere globale.
Anche l’influenza che gli adattogeni hanno sulla psiche e sul corpo è globale. Ormai è assodato che i pensieri positivi fanno stare meglio e chi è sereno si ammala meno di chi è stressato sofferente, sia di malattie acute, che di malattie croniche. Come troverete più avanti, anche la meditazione e la preghiera possono cambiare la biochimica del cervello e migliorare le risposte immunitarie. Lo stato d’animo, la percezione che abbiamo del nostro ruolo nella società possono modificare le risposte immunitarie in senso positivo, come le possono peggiorare in senso negativo lo stress e la depressione.
In pratica, grazie a questi farmaci naturali si potenzia la risposta agli stress fisici, chimici, ambientali ed emozionali attraverso una migliore connessione tra il sistema neurologico, quello endocrino e quello immunitario. Questi prodotti ottimizzano le risposte di adattamento, regolando sia la risposta eccessiva che quella troppo scarsa, diminuendo i danni che gli effetti negativi degli eventi stressanti possono causare.
La loro azione principale si esplica aumentando la produzione di energia a livello delle cellule, ovvero aumentano la produzione di ATP, per combattere in modo ottimale lo stress ossidativo, in pratica i danni provocati dai radicali liberi.
Gli adattogeni migliorano anche l’azione del fegato che agisce sia come organo di pulizia delle tossine che provocano le reazioni chimiche causate dallo stress, che la produzione di energia attraverso l’uso delle riserve di zucchero (glicogeno ) che è presente nel fegato. In questo modo si riduce anche il logoramento causato dai processi biologici che provocano l’invecchiamento progressivo dell’organismo.
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Re: Spezie & tisane

Messaggio da paolone2 »

Theacrine , noto anche come il tè amaro cinese , Kucha , , TeaCrine e TeaCor , si trova in Camellia Kucha Tea Leaves e Cupuaçu ( Theobroma grandiflorum ) .
Theacrine è una molecola purina alcaloide con una struttura chimica simile alla caffeina , il che significa che esibisce proprietà stimolanti quando ingerita perché attraversa la barriera ematoencefalica e si lega ai recettori dell'adenosina e dopamina .



Sulla base di ricerche cliniche TeaCrine esalta il collegamento muscolo mente , che facilita una vasta gamma di funzioni

Supporta l'attività metabolica e produzione di energia *
decrementi il disagio fisico associato con l'esercizio fisico intenso *
Riduce sforzo percepito da esercizio *
Aumenta la protezione cellulare attraverso l'attività antiossidante *
Supporta un umore positivo e diminuiscono i sentimenti di stress e irritabilità *
Aumenta la motivazione di esercitare e svolgere compiti *
Aumenta la spinta neurale *
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Re: Spezie & tisane

Messaggio da tomaszrunning »

tornando alla presentazione delle piante adattogene:
ecco alcune più conosciute:
1. Andrografis (Chiretta Verde, Echinacea Dell'India, Carmantina, Re Del Bitter, Nuvola Scura, Bile Della Terra, Creat, Green Chireta, Kariyat, Kalmegh, Roi Des Amers, Ki Oray, Sambilata, Ampadu, Kariyaat Kalpa, Maha-tita, Bhui-neem, Sirunangai, Andhra Pradesh, Chuan Xin Lian) - La pianta è tipica della medicina tradizionale cinese, dove viene suggerita come amaro tonico; solo recentemente è stata utilizzata in alcuni studi clinici come rimedio antinfiammatorio contro i sintomi dell'influenza (rinorrea, cefalea, faringite, tosse e dolori muscolari); il meccanismo d'azione dell'estratto di Andrographis, tuttavia, non è stato ancora chiarito, anche se è dimostrato un effetto anti-PAF. Il periodo di osservazione clinica è inoltre troppo breve per poterne valutare la reale tollerabilità, gli effetti collaterali e le interazioni. Pur essendo interessante sulla base della risposta clinica, è tuttavia prematuro dare un giudizio di sicurezza, che deve necessariamente precedere l'impiego clinico dell'Andrographis.
(Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/erbori ... aphis.html)
2. Yerba Santa- Il fiore deriva da un termine spagnolo che significa "Erba santa" e si rivolge alla sanità dell'animo umano all'interno del cuore che deve rimanere aperto e libero. Ma è una parte sensibile e vulnerabile alle emozioni dell'animo. Se queste emozioni non vengono utilizzate in maniera attiva, si immagazzinano e seppelliscono in questa parte del cuore. Quindi il fiore è utile per lo sconforto e tristezza profonda con senso di oppressione al petto. Angoscia e malinconia interiorizzate perchè le emozioni sono state represse e fanno apparire le persone deperite, come se si stessero consumando. E' per tutti i dolori e l'angoscia legati al "cuore", agli affetti, angoscia repressa o eccessivamente interiorizzata che si riflette con disturbi alla zona toracica. Riguarda shock affettivi come la perdita di una persona cara anche nell'infanzia, un divorzio, traumi vissuti in famiglia, tutte situazioni il cui dolore è stato soffocato. Dona la capacità di lasciar fluire liberamente le emozioni, di espellere il dolore ed il cordoglio profondi delicatamente. Con questo fiore "benedetto" la persona ristabilisce il proprio santuario, rendendo libero il cuore umano di vivere il mondo con una rinnovata emotività, pieno di luce e più spazioso.Per le persone che hanno sentimenti di oppressione, che soffrono di profonda tristezza e conservano nella loro memoria i ricordi traumatici. "Soffrono in silenzio." Pazienti con propensione a malattie psicosomatiche che annegano nella loro stessa"aria." Il fiore libera dai vissuti oppressivi, tranquillizza in caso di effetti spiacevoli prodotti da altre essenze. La lezione da imparare è quella dell'imparare a respirare col "cuore" e lasciare uscire fuori le pene.
(tratto da http://www.fioriperlanima.com/yerba-santa.html)
3.Tulsi (Basilico Sacro indiano)- Il tulsi (Ocinum sanctum), conosciuto anche come tulasi, in sanscrito, è una pianta sacra della tradizione indiana, che identifica Lakshmi, la sposa di Vishnu, divinità protettrice del mondo e dell'umanità, che nella propria ultima reincarnazione si sarebbe trasformato proprio in esso. Lakshmi è simbolo della bellezza e dea della fertilità. Si tratta di una pianta erbacea annuale. Il colore delle sue foglie può variare dal verde al violaceo.Esistono tre varietà di basilico sacro, la cui altezza può raggiungere il metro. La prima varietà, Krishna tulsi, ha foglie di colore verde o violaceo. La seconda varietà, Shin o Ram tulsi, ha foglie verdi, mentre la terza tipologia, Vana tulsi, è caratterizzata da fiori bianchi e cresce spontaneamente ai margini delle foreste.Il basilico sacro indiano viene impiegato dalla medicina ayurvedica per via delle sue proprietà benefiche. Il tulsi è un antistress, un antinfiammatorio, un cardiotonico e un espettorante. Ha inoltre proprietà digestive e antibatteriche. E' utile per abbassare il colesterolo e i livelli di zuccheri nel sangue.Le tre varietà di tulsi vengono impiegate per la preparazione di una tisana benefica, reperibile online o nei negozi di prodotti naturali e nelle erboristerie, utile per contrastare lo stress e per rafforzare il sistema immunitario in modo naturale. Il tulsi è ricco di antiossidanti e protegge la salute del fegato e dei polmoni. La tisana di tulsi è benefica per abbassare la febbre e per regolare la pressione sanguigna, favorisce il benessere generale e migliora i livelli di energia. Aiuta l'organismo a depurarsi dalle tossine e mantiene la pelle giovane. Riduce l'acidità, allevia l'asma e i sintomi di raffreddore e influenza. Dalle foglie di tulsi viene ricavato un olio essenziale utilizzato per preparazioni erboristiche curative.Il miglior tulsi impiegato per la preparazione delle tisane viene coltivato in India secondo metodi tradizionali e biologici. Il basilico sacro purifica il sangue, migliora la memoria, protegge dalle malattie croniche e dai disturbi legati all'avanzare dell'età. Contribuisce ad eliminare il senso di nausea e favorisce la digestione. Nella preparazione di una tisana tonificante può essere abbinato a fiori di ibisco (karkadè) e petali di rosa (un cucchiaino raso di ogni ingrediente per ogni tazza d'acqua bollente). Per dolcificare la tisana è possibile aggiungere alle erbe in infusione una o due foglie di stevia.In alcune pratiche religiose induiste il basilico sacro tulsi è venerato come una vera e propria divinità. In alcuni casi i devoti ricevono dal proprio maestro spirituale il permesso di coltivare e di venerare il tulsi. Al basilico sacro in India viene dedicato almeno un vaso in ogni casa, ma con esso si creano anche vere e proprie aiuole, affiancate da altari per la venerazione.Il basilico tulsi può essere coltivato anche in Italia, ricordando che la pianta ama particolarmente il clima caldo e il sole. I semi e le piantine non sono però di facile reperibilità. Per utilizzare il tulsi a scopo curativo si consiglia di acquistare le tisane a base di basilico tulsi in erboristeria, online o nei negozi di prodotti biologici e ayurvedici.
3. Cha de bugreCordia salicifolia è usato in Brasile per sopprimere l'appetito e perdere peso. E' un piccolo albero che cresce nella foresta pluviale brasiliana ed è conosciuta come "caffè do mato", o caffè del bosco, perché produce un frutto rosso simile al chicco di caffè che è tostato e infuso nel tè come sostituito del caffè, producendo potenti effetti stimolanti.E' un ottimo soppressore dell'appetito. Ma piuttosto che togliere l'appetito del tutto dà un senso di sazietà e dopo aver mangiato solo qualche boccone. Questo sembra promuovere pasti molto più piccoli, più frequenti, che è ciò che molti esperti credino sia il miglior modo per perdere peso a lungo termine, mantenendo sempre attivo il metabolismo. Durante tutta la giornata. Funziona meglio se preso 30 minuti a un'ora prima di un pasto.I componenti attivi in Cha de Bugre sono la caffeina e l'acido allantoico.
(http://www.chadebugre.com/)
4. Mullein (Verbasco)-Pianta della famiglia delle Scrofulariacee molto diffusa in tutte le zone temperate. Cresce ai margini dei boschi, sui terreni disboscati, nei campi. Ha fiori ¡mbutiformi, gialli, con peduncolo breve e raccolti in un comparto a spiga. La spiga floreale è grande e arriva a misurare fino ad un metro di altezza, molto retta, azione che si proietta nel rimedio floreale, sviluppando ­ la virtù dalla rettitudine e l'onestà.
Aiuta a collegarsi alla propria coscienza morale per una consapevolezza profonda, per chi non ha ancora sviluppato la sua scala di valori etici. Persone deboli, confuse ed indecise che tendono a non essere sincere nè con se stesse nè con gli altri. Mancano di chiarezza interiore e non riescono ad essere se stesse auténticamente, cambiano facilmente opinione e comportamento per opportunismo, scivolando a volte nell'insinceritá, oppure non hanno sufficiente forza d'animo per essere coerenti con le proprie idee. Estremamente efficace per coloro i quali non possiedono fermezza morale e che ricorrono alla disonesta o all'inganno nel condurre le questioni di tutti i giorni.Puó aiutare un gruppo di persone a sviluppare la coscienza collettiva, la chiarezza di pensiero, la correttezza e la solidarietá necessarie alla realizzazione di un progetto comune, malgrado la pressione sociale o le tendenze sociali confuse.Nella gravidanza quando si è in dubbio se tenere o meno il bambino, aiuta a mettersi in contatto con i propri valori morali.Per le persone indecise su quello che riguarda alla direzione che vogliono seguire nella loro vita rispetto ai propri valori.
Per persone che non hanno chiari i valori morali, mentono e non sanno vedere la differenza tra il buono ed il cattivo, per esempio nelle psicosi.
Aiuta a sviluppare la pazienza ed equilibrare l'entusiasmo.Fortifica la colonna vertebrale, e questo ha a che vedere con la sua forma che sembra una spada che si erge.Permette di trovare la verità in noi stessi ed affrontare il mondo.
(tratto da http://www.fioriperlanima.com/mullein.html)
prossimamente posterò le info su Cordyceps,Astragalo, Echinacea, Eleuterococco, Vischio, Uncaria, Fucus, , Aglio, Aloe gel, Curcuma, Maca Andina, Ginseng, Withania, Brionia, Centella...
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Re: Spezie & tisane

Messaggio da tomaszrunning »

5.Cordyceps- Fungo parassita di un lepidottero della famiglia delle Hepialidae, di cui invade progressivamente la larva affondata nel terreno. Originario dell’altopiano tibetano (regione Qinghai) può crescere fino a 5000 metri di altezza. Il nome Cordyceps deriva dall'unione delle due parole latine “cord” (pianta) e “ceps” (testa), esplicito richiamo alla forma che assume fuoriuscendo dalla larva mummificata di un lepidottero, generalmente Hepialus armoricanus. Per questo motivo è conosciuto anche con il nome "Winter-worm summer-grass", cioè verme d'inverno erba d'estate, oppure anche come "Caterpillar fungus", cioè fungo del bruco. Esistono numerose specie di Cordyceps, come ad esempio il militaris, tuttavia quando si parla in termini di fungo medicinale si intende il sinensis.Essendo la sua forma selvatica estremamente rara, il suo prezzo è elevatissimo, tanto che un tempo ne potevano disporre solo l'imperatore, la sua famiglia e la nobiltà. Attualmente dal Cordyceps sinensis dipende la maggior parte dell’economia del Tibet.L'eccezionale richiesta commerciale data dal suo enorme valore ha portato ad un' anticipazione dei tempi di raccolta con conseguente aumento del rischio di estinzione di questa specie.Per questo motivo organizzazioni e istituzioni governative stanno collaborando per regolamentarne la raccolta. Dal momento che in Europa è vietata l’importazione del Cordyceps in quanto specie in via di estinzione, si è trovato il modo di riprodurlo in laboratorio e di coltivarlo in colture controllate.
Perchè il Cordyceps può apportare benefici alla salute?
Nonostante in occidente questo fungo sia conosciuto solo da pochi anni, sono già stati effettuati numerosi studi scientifici per tentare di confermare ciò che i terapeuti Cinesi già sanno da tempo.Secondo la Medicina tradizionale Cinese, il Cordyceps esercita un effetto riequilibrante del meridiano di polmone e di rene (considerato in MTC la sede dell’energia vitale) conferendo dunque protezione ai polmoni e alle vie respiratorie e migliorando la funzionalità renale attraverso una tonificazione sia Yin che Yang. In MTC, il Cordyceps è stato utilizzato per trattare molte situazioni patologiche tra cui malattie respiratorie e polmonari, patologie renali ed epatiche, alterazione del profilo lipidico, malattie cardiovascolari ed è stato utilizzato come supporto nelle malattie oncologiche.Il Cordyceps è un “tonico”, un rimedio per la stanchezza e la fatica, e per questo viene utilizzato per il recupero energetico e nella convalescenza dopo malattie debilitanti. È considerato inoltre un rimedio anti-aging. Ha un largo seguito che lo ritiene un afrodisiaco sia nell’uomo che nella donna e un trattamento efficace in alcuni tipi di impotenza.In Occidente i principali utilizzatori del Cordyceps sono gli atleti e gli anziani.
Perchè il Cordyceps è utilizzato dagli atleti?
L’uso del Cordyceps da parte degli atleti deriva dalla pubblicità derivata dalle performance delle atlete Cinesi ai Chinese National Games del 1993. Durante questi giochi le atlete hanno battuto con margini sostanziali 9 record del mondo nella corsa di resistenza (1500 - 10.000m). Inizialmente le autorità governative pensarono ad una problematica di doping, ma gli allenatori dichiararono che le prestazioni erano attribuibili all’utilizzo del Cordyceps, che determinava un aumento della resistenza e della performance senza però alcuna alterazione dei parametri ematochimici.
E' stato clinicamente dimostrato che l’utilizzo del Cordyceps è in grado di aumentare l' energia cellulare fino al 55% mediante il miglioramento dell’utilizzo dell’ossigeno e all'aumento della produzione di ATP. Il suo meccanismo d'azione è sostanzialmente diverso da quello di sostanze eccitanti quali la caffeina, l’efedrina e le anfetamine che vanno invece a stimolare il sistema nervoso centrale.
Nello sportivo la sua assunzione permette quindi un miglioramento della performance aerobica, di velocizzare i tempi di recupero muscolare e la clearance dell’acido lattico nonché un' azione anabolica a livello muscolare attribuibile a un aumento del testosterone durante l’attività fisica.
Tra gli studi effettuati in merito è di particolare interesse quello a doppio cieco recentemente effettuato presso l'Università di Pavia su un gruppo di ciclisti non professionisti: vengono descritti gli effetti sui livelli di testosterone e cortisolo in seguito ad un integrazione fungina di Cordyceps associato a Reishi (uno dei più importanti funghi medicinali per le sue capacità adattogene), per determinarne il rapporto tra anabolismo e catabolismo . I risultati sono notevoli: l'aumento massimo di testosterone è stato del 249,5%, mentre il calo massimo di cortisolo è stato di -77,1% (clicca qui per vedere lo studio). Questo studio, seppur preliminare, apre la strada ad impieghi massivi del Cordyceps anche qui in occidente, non solo in ambito sportivo ma anche in quelle situazioni patologiche, come la disfunzione erettile e la riduzione della libido, dovute ad una ridotta produzione di testosterone.
:study: http://www.cordycepsitalia.it/
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Re: Spezie & tisane

Messaggio da tomaszrunning »

6. Astragalo( huáng qí), - una pianta di origine orientale da secoli utilizzata nella medicina cinese per le sue proprietà tonificanti, nonché stimolanti del sistema immunitario. L’Astragalus membranaceus, questo il nome scientifico, è una pianta perenne di altezza variabile: dai 25-40 ai 150 centimetri, raggiunto il pieno accrescimento. Ricco di foglie di circa 5 centimetri ciascuna, per gli scopi di cura si sfruttano le radici, dal tipico colore bruno. Originario della Cina, dove cresce spontaneamente, è molto diffuso anche in Corea, Mongolia e Siberia, mentre nelle altre aree del mondo viene coltivato in serra o in vivai. Proprio la sua grande disponibilità in Oriente ne spiega il ricorso nei secoli per la medicina tradizionale, per degli effetti sia confermati dalla saggezza popolare che dalla recente scienza medica.
Le radici risultano ricche di molti principi attivi, tra qui le saponine astragalosidi, gli isoflavoni come la calicosina e la formonoletina, ammine biogene, polisaccaridi e flavonoidi. Queste caratteristiche ne conferiscono un potere antinfiammatorio e immunostimolante, molto indicato per le affezioni delle vie respiratorie stagionali, quindi in inverno per il trattamento di influenze e raffreddori. Inoltre pare che la pianta presenti delle specifiche peculiarità antiretrovirali nonché antineoplastiche, specificate nel rafforzamento dell’azione dei linfociti T, al momento tutt’ora al vaglio della scienza medica.
Così come ogni rimedio naturale, l’assunzione di astragolo non dovrebbe mai avvenire con superficialità. Prima di spiegarne gli usi, perciò, si raccomanda di chiedere un parere al proprio medico curante anziché lanciarsi nell’automedicazione, così da vagliarne effetti indesiderati e possibili interazioni con altri trattamenti farmacologici in corso.
Usi comuni
Come già ricordato, l’astragalo è da sempre un’ingrediente fondamentale della medicina tradizionale cinese, proprio perché i suoi effetti contro le infezioni delle vie respiratorie sono conosciuti sin dai tempi antichi. Negli ultimi anni, tuttavia, si sta cercando di comprendere come ricorrere alle radici per la definizione di nuove terapie e rinnovate categorie di farmaci, sia nel trattamento degli stadi influenzali che di patologie più temibili come neoplasie e HIV. Di seguito, gli impieghi più comuni:
- Raffreddore e influenza: stimolando naturalmente la risposta dei linfociti T e degli indispensabili linfociti NK, quelli definiti “natural killer”, il rimedio si rivela efficace in tutte le più comuni infezioni virali. Può garantire un immediato sollievo a un naso colante per il raffreddore, ma anche aiutare la remissione da una brutta influenza: supporta infatti il sistema immunitario, rendendolo meno vulnerabile agli attacchi esterni;
- Neoplasie e immunosoppressione: sebbene questa tipologia di ricorso non sia ancora stata standardizzata, si ipotizza che il ruolo sul sistema immunitario possa essere di supporto al trattamento delle neoplasie, poiché aiuterebbe a ridurre gli effetti collaterali di terapie chemioterapiche e affini. Allo stesso modo, si sta vagliando la possibilità che l’astragalo possa essere d’aiuto nei pazienti immunosoppressi – ad esempio nei sieropositivi – grazie all’azione combinata antiretrovirale e stimolante sul sistema immunitario. Come già accennato, non esistono al momento precise indicazioni mediche, quindi l’astragalo non può e non deve essere considerato un sostituto alle attuali terapie riconosciute;
-Fegato: il rimedio presenterebbe anche una blanda azione epatoprotettrice, utile per riportare le funzionalità del fegato nella norma a seguito di una patologia o all’assunzione massiccia di farmaci;
-Tonico: tradizionalmente all’astragalo è associato un potere rigenerante e tonificante, tale da ridurre lo stress, migliorare il sonno e combattere la stanchezza cronica.
L’assunzione avviene solitamente sotto forma di capsule o comprese, spesso in formulazione d’integratore con l’associazione ad altre piante come il ginseng e la liquirizia.
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Re: Spezie & tisane

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7. Echinacea- L’echinacea è una pianta della famiglia delle Composite Tubiflore dalle cui radici si ottengono estratti per la cura delle malattie da raffreddamento in quanto sono dotati di proprietà antagoniste della ialuronidasi.
Esistono diverse specie di echinacea che vivono spontanee nel Nord America (Echinacea angustifolia, Echinacea atrorubens, Echinacea levigata, Echinacea pallida, Echinacea paradoxa, Echinacea purpurea, Echinacea simulata, Echinacea tennessensis); quelle importanti dal punto di vista fitoterapico sono l’Echinacea angustifolia e l’Echinacea purpurea. La prima era quella usata dagli indiani d’America e studiata dalla scuola di medicina eclettica nata negli Stati Uniti nella metà del XIX sec. Gli studi sulla pianta ripresero attorno al 1930 e sono giunti ai giorni nostri. L’Echinacea purpurea fu studiata soprattutto da ricercatori tedeschi alla fine degli anni ’80 e attualmente è la più venduta anche se non ci sono motivi scientificamente validi per affermare che sia migliore dell’Echinacea angustifolia. Anzi, gli unici studi che ne hanno dimostrato la superiorità sono stati condotti su animali.
Lo studio di Melchart et al. (1998) ha rilevato che nel gruppo che assumeva placebo il 37% manifestò sintomi di raffreddore durante i tre mesi dell’esperimento contro il 32% di chi aveva assunto Echinacea angustifolia e il 29% di chi aveva assunto Echinacea purpurea. Le differenze non sono significative (una protezione del 20% può non essere statisticamente significativa su un campione di 300 volontari divisi in tre gruppi come quello dell’esperimento). Il dosaggio dell’estratto di echinacea usato era però più basso (1:11) rispetto a quello di altri studi (1:5) che avevano dimostrato l’efficacia dell’echinacea (come quello di Brauning, 1992).
Lo studio di Brinkeborn et al. (1999) studiò l’effetto dell’Echinacea purpurea ai primi sintomi di raffreddore su 199 volontari. Fu efficace nel 68% dei casi (240 mg di estratto al giorno per circa otto giorni). Anche lo studio di Hoheist et al. (1997) mostrò un’efficacia del 60% dell’Echinacea purpurea in pazienti colpiti da raffreddore; inoltre solo il 40% dei pazienti così curati subì una recidiva, contro il 60% di chi assunse placebo.
Come per tutti i prodotti fitoterapici occorre distinguere fra certezze e ipotesi. L’echinacea è stata proposta come panacea per moltissime patologie, ma la ricerca seria finora ha accertato tre impieghi fondamentali:
- prevenzione delle malattie da raffreddamento;
- cura di tali patologie;
- cicatrizzazione delle ferite.
L’ultima proprietà non è particolarmente interessante perché esistono molte altre sostanze (fra cui l’aloe vera) che meglio assolvono al compito.
Dose efficace
L’assunzione andrebbe fatta rispettando dosi minime; per l’Echinacea angustifolia tali dosi sono 1 g di estratto puro 1:5 di radice e rizoma per la prevenzione e 3 g in presenza di sintomi. L’assunzione di dosi inferiori di echinacea riduce notevolmente i benefici. Purtroppo molti integratori sul mercato, per ragioni di costi, propongono dosi piuttosto basse. Appare ragionevole fare cicli di 10-15 giorni durante la stagione fredda seguiti da interruzioni per un periodo equivalente. Durante tale interruzione è possibile utilizzare altre sostanze immunostimolanti (vedasi per esempio l’arginina).
È però necessario ricordare che l’interpretazione di numerose ricerche, fra cui quelle precedentemente citate, porta a concludere che assumere echinacea per lunghi periodi non previene significativamente i malanni stagionali; sembra infatti che l’organismo, dopo un certo periodo, reagisca annullando l’effetto della pianta; inoltre si deve tener conto che assumere echinacea ai primi sintomi è una misura efficace nel 60% dei casi contro un 40% della sostanza placebo: non sembrano numeri particolarmente interessanti perché entrano nell’ambito del trucco del placebo, soprattutto tenendo conto che il raffreddore è una patologia che si risolve da sé.
Cosa ci si può aspettare quindi dall’uso dell’echinacea? Qualche risultato lo si può ottenere, ma le difficoltà sopra citate le fanno preferire integratori di più recente formulazione, come per esempio i probiotici.
(dal sito di Albanesi)
invece in inglese c'è un articolo interesante qui: http://www.ergo-log.com/echinaceaepo.html
Megadose of Echinacea raises EPO level
Give human athletes eight grams of Echinacea purpurea daily, and their EPO production increases by more than fifty percent American researchers at Northwestern State University discovered. The supplement had no effect on the concentration of red blood cells or the oxygen carrying haemoglobin – but there is a solution to this.
The researchers came up with the idea of examining the effect of Echinacea on red blood cells because other studies had shown that Echinacea increases the production of immune cells. Maybe Echinacea has a similar effect on the oxygen transporting red blood cells, was the researchers' thinking. So they gave twelve male amateur athletes a daily dose of eight grams of Echinacea purpurea for twelve weeks. That's a pretty high dose. Most supplements manufacturers advise a daily dose of a few hundred milligrams.
Twelve other test subjects were given a placebo.
Below you see the effects of the supplement on the concentrations of EPO and Interleukin-3. Interleukin-3 is a cytokine that increases the manufacture of blood cells – including that of red blood cells.

............Day 7 Day 14 Day 21
EPO ....+44% +63% ..... +36%
Il-3 ...... .... +65% ...... +73%

The table only shows the statistically significant effects. The blood values that really mean something to endurance athletes – like the number of red blood cells or the concentration of haemoglobin[organic iron] in the blood – did rise as well, but the effects were not statistically significant.
The findings are not that strange. The Italian sports doctors that gave the national cycling team huge injections of EPO made an important contribution to combating anaemia discovered back in the eighties that EPO injections bring very minimal improvements to the performance of endurance athletes. EPO only works if you give athletes heavy doses of iron supplements as well. If the Americans had done this with their subjects, the results of their study would probably have been different.
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