Drop zero.
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Re: Drop zero.
Ciao, da non minimalista rispondo a @davide1977: credo che il minimal rimarrà più un approccio filosofico alla corsa che non un percorso di tipo prestazionale, in primis perché le minimal non garantiscono certo un automatico miglioramento delle prestazioni (non è questo il loro scopo). Sulla riduzione generalizzata del drop, spero che contnuino ad esistere modelli a drop elevato dato che certamente ci sono runners a cui la riduzione può causare problemi. Questo secondo il principio per cui ciascuno è diverso e deve trovare la propria strada per stare bene e avere risultati positivi.
Itadakimasu (con umiltà ricevo).
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Re: Drop zero.
La Pegasus 31 ha 10 mm di drop solo sulla carta
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Re: Drop zero.
Il drop non dice tutto però. Le case sanno che ora su parla di drop e lo hanno ridotto, spesso molto poco. Altezza ed eccessiva morbidezza dell'Intersuola contano nell'economia complessiva. Ci credo che spacciano robaccia ammortizzata per minimal e poi la gente ci si fa male. Persone che, per inciso, spesso sbagliano la transizione, come dimostra il forum, con distanze immediatamente eccessive.
Quando parliamo da gara ricordiamoci anche di quelle vecchie, precedenti all'era delle ammortizzate e di quelle da pista
Quando parliamo da gara ricordiamoci anche di quelle vecchie, precedenti all'era delle ammortizzate e di quelle da pista

Re: Drop zero.
@mabru
Non credo, ti garantisco che la differenza tra i 12-13mm delle 29/30 e le 31 si sente da subito. E' chiaro che sono 2-3mm non ci si aspettava sensazioni totalmente differenti.
Non credo, ti garantisco che la differenza tra i 12-13mm delle 29/30 e le 31 si sente da subito. E' chiaro che sono 2-3mm non ci si aspettava sensazioni totalmente differenti.
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Re: Drop zero.
Secondo me , Ubaldo ha centrato l'argomento: il drop non è l'unico fattore a rendere una scarpa minimalista. Ci sono i sistemi di ammortizzazione, le strutture di correzione dell'appoggio , etc.
Fare un buon tempo sulla distanza della mezza con delle A3 , per me , è stato semplice e immediato.
Riuscire a ricoprire quelle distanze ed ad avvicinarmi, ma non raggiungere ancora, quei tempi con le minimal, ha richiesto impegno e pazienza.
@Davide, voglio essere corretto: uso le 5dita.
Buone corse
Fare un buon tempo sulla distanza della mezza con delle A3 , per me , è stato semplice e immediato.
Riuscire a ricoprire quelle distanze ed ad avvicinarmi, ma non raggiungere ancora, quei tempi con le minimal, ha richiesto impegno e pazienza.
@Davide, voglio essere corretto: uso le 5dita.
Buone corse
Re: Drop zero.
Ragazzi, qui credo che nessuno abbia sottinteso che il drop fosse la discriminante.
Il punto è, secondo me, che la moda del minimalismo ha influenzato le scarpe tradizionali principalmente con il concetto di drop (ora di moda).
Differenza solo formale quando si guardano scarpe "da gara" di ogni ordine e grado, nel senso che queste hanno avuto drop medio bassi o bassissimi, semplicemente non si parlava di drop.
Differenza invece concreta nel campo delle A3, settore in cui di fatto non esistevano drop inferiori ai canonici 12mm. Ma sempre di moda si tratta.
Ovviamente le caratteristiche di una minimalista sono anche altre.
Quando parlo di moda non lo dico in termini negativi, sono contento ci siano ammortizzate a drop meno ingombranti, né utilizzo il termine moda in termine dispregiativo per parlare del fenomeno minimalista. Ma è un dato di fatto che gli anni d'oro sono passati, in fretta, peraltro senza mai che il trend diventasse davvero fenomeno di costume. Le percentuali di vendita e di utilizzo sono bassissime ed in calo, escono statistiche ogni tanto.
Chiaramente al minimalista soddisfatto questo non interessa, ma qui si parlava proprio del futuro di questo tipo di calzature quindi credo sia inevitabile parlarne in questi termini.
Le dinamiche di mercato visibili sono
a) il minimalismo propriamente inteso diventa sempre più di nicchia -> le scarpe minimaliste propriamente intese non scenderanno mai a compromessi, confidando sullo zoccolo duro
b) alcuni concetti del minimalismo sono filtrati nelle linee tradizionali, più appetibili alla maggior parte dei runner, per cui si vedono sempre più A3 a drop e peso ridotto e massimaliste. In giro peraltro, quanto a massimaliste, continuo a leggere/ascoltare testimonianze di diversi runner ed ultrarunner che si sono innamorati della categoria "zero drop, tanta gomma" proveniendo da scarpe destrutturate tipo minimus e merrell.
Il punto è, secondo me, che la moda del minimalismo ha influenzato le scarpe tradizionali principalmente con il concetto di drop (ora di moda).
Differenza solo formale quando si guardano scarpe "da gara" di ogni ordine e grado, nel senso che queste hanno avuto drop medio bassi o bassissimi, semplicemente non si parlava di drop.
Differenza invece concreta nel campo delle A3, settore in cui di fatto non esistevano drop inferiori ai canonici 12mm. Ma sempre di moda si tratta.
Ovviamente le caratteristiche di una minimalista sono anche altre.
Quando parlo di moda non lo dico in termini negativi, sono contento ci siano ammortizzate a drop meno ingombranti, né utilizzo il termine moda in termine dispregiativo per parlare del fenomeno minimalista. Ma è un dato di fatto che gli anni d'oro sono passati, in fretta, peraltro senza mai che il trend diventasse davvero fenomeno di costume. Le percentuali di vendita e di utilizzo sono bassissime ed in calo, escono statistiche ogni tanto.
Chiaramente al minimalista soddisfatto questo non interessa, ma qui si parlava proprio del futuro di questo tipo di calzature quindi credo sia inevitabile parlarne in questi termini.
Le dinamiche di mercato visibili sono
a) il minimalismo propriamente inteso diventa sempre più di nicchia -> le scarpe minimaliste propriamente intese non scenderanno mai a compromessi, confidando sullo zoccolo duro
b) alcuni concetti del minimalismo sono filtrati nelle linee tradizionali, più appetibili alla maggior parte dei runner, per cui si vedono sempre più A3 a drop e peso ridotto e massimaliste. In giro peraltro, quanto a massimaliste, continuo a leggere/ascoltare testimonianze di diversi runner ed ultrarunner che si sono innamorati della categoria "zero drop, tanta gomma" proveniendo da scarpe destrutturate tipo minimus e merrell.
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Re: Drop zero.
Il tuo discorso lo condivido in pieno, l'ho sostenuto tempo addietro anche io. C'è stato il travaso di qualche concetto nelle strutturate
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Re: Drop zero.
Io sono contro le categorie, Per me l'importante e' che il mercato offra tipologie diverse di scarpe e che uno possa scegliere quella che piu' gli va bene.
Sogno il giorno in cui la si finisca con sta stupidaggine del "questa scarpa va bene per questo peso/passo" oppure "se inizi a correre ti serve una A3 super-ammortizzata".
Ste semplificazioni rovinano la gente.
Imho
Sogno il giorno in cui la si finisca con sta stupidaggine del "questa scarpa va bene per questo peso/passo" oppure "se inizi a correre ti serve una A3 super-ammortizzata".
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PB
21k 1h22’25” (Brescia Half Marathon 10/03/19)
42k 2h58’46” (Maratona di Reggio Emilia 08/12/19)
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Re: Drop zero.
Ubald ti porto un esempio. Se non ricordo male vai in bicicletta e conosci bene l'evoluzione che c'è stato nel settore della mountainbike, quando 7 anni fa qualcuno scoprì che le ruote da 29" erano meglio delle 26". Poi qualcun altro ha scoperto che la 27,5" è il giusto compromesso. Oggi il settore mountainbike professionistico e non, si trova a gareggiare con 2 grandezze diverse, 27,5"e 29". Noi runners ci troviamo nella stessa situazione. Il settore si è diviso. La classica A3 di sicuro sta scomparendo e la 10mm gli do un'altra stagione di vita. Resteranno in commercio le A3 molto meno strutturate e sempre più leggere e le nostre minimal. 

10 km 00:40:14
21 km 01:30:27
42 km 03:40:30
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Re: Drop zero.
Condivido in pienoMarcos ha scritto:Io sono contro le categorie, Per me l'importante e' che il mercato offra tipologie diverse di scarpe e che uno possa scegliere quella che piu' gli va bene.
Sogno il giorno in cui la si finisca con sta stupidaggine del "questa scarpa va bene per questo peso/passo" oppure "se inizi a correre ti serve una A3 super-ammortizzata".
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