Sempre su allenamenti per le fibre lente da affiancare (o no) a ripetute veloci, Albanesi è abbastanza scettico arrivando persino a dire che ai fini di un allenamento per la maratona sono pure "dannose".
http://www.albanesi.it/Arearossa/Articoli/03brevi3.htm
Chi ci segue dovrebbe aver ormai compreso che
una distanza si allena correndo nei dintorni delle velocità che si usano nella gara.
Appare del tutto illogico inserire ripetute sui 200-300-400 m nella preparazione di una gara come la maratona.
[...] Va da sé che un top runner che esegua tali sedute in realtà non lo fa per migliorare la sua prestazione sulla maratona quanto per affinare doti di velocità che nel finale potrebbero permettergli di vincere una maratona importante. Per un amatore sprecare una seduta per "fare velocità" è un controsenso che non può essere giustificato con una grandiosa volata finale all'alba magari delle quattro ore.
I
mitocondri – Una seduta lattacida (come quella appunto in cui si corrono ripetute brevi) è deleteria per i mitocondri. Correre 10x200 m per "svegliare" le gambe addormentate da un lunghissimo, significa ridurre i benefici del lunghissimo. Infatti i mitocondri (fondamentali per le caratteristiche aerobiche dell'atleta) soffrono l'ambiente acido e non ha senso svilupparli con i lunghissimi per poi "ucciderli" con sedute lattacide. Se si vogliono svegliare le gambe occorre usare
allunghi da 80 m con ampi recuperi;
Le fibre veloci - Per migliorare sulla maratona un modo abbastanza semplice è di promuovere la trasformazione delle fibre veloci in fibre lente; ammesso che ciò sia totalmente possibile (non tutti i ricercatori sono d'accordo), è insensato proporre allenamenti per le fibre veloci, allenamenti che rallentano o sopprimono il processo di trasformazione.