@migliocri: i miei sono solo consigli e quindi prendili come tali considerando che non sono un vero runner ne tantomeno un tecnico.
A mio parere conoscere il proprio corpo è la condizione essenziale per migliorare nell'allenamento di qualunque attività fisica; conoscere il proprio corpo, in estrema sintesi, vuol dire "feedback psicofisico" o, in termini ancor più semplici "autoregolamentazione".
Cerco di spiegarmi meglio usando una metafora "automobilistica": il cambio automatico funziona in modo che conoscendo i giri del motore esso decide se scendere o salire di rapporto ergo si tratta di un vero e proprio sistema a retroazione.
Il "feedback psicofisico" è un sistema che funziona allo stesso modo: quella che chiamo "velocità di crociera" è quella particolare andatura (leggasi velocità) in cui si ottiene il miglior equilibrio tra sforzo cardiaco e sforzo muscolare.
La forza di gravità non fa sconti a nessuno

ergo quando corri sei portato a tenere una andatura praticamente istintiva senza nemmeno pensarci o misurarla; questa andatura è un punto di equilibrio dove se diminuisci l'andatura inizi a fare più fatica muscolare, se aumenti l'andatura inizi a fare più fatica cardiaca. Se ti rendi conto che decellerando/accellerando ottieni questi feedback immediati (bastano poche decine di secondi) allora hai trovato la tua velocità di crociera.
Trovare la tua andatura (definiamola "naturale" e/o "istintiva") ti permette di autoregolarti in modo tale da, volendo, poter parlare con minore difficoltà nel mentre svolgi la tua sessione; è ovvio che più aumenta la distanza percorsa ad andatura "naturale" più verrà difficile conversare ma questo è un effetto naturale della fatica del corpo umano.
Come ho scritto nel thread del cardiofrequenzimetro, a mio parere non è necessario usare questo strumento e a me questo "ricercare" la propria andatura naturale viene istintivo e non mi comporta alcuna difficoltà; non ho bisogno di uno strumento per sapere che i battiti stanno aumentando o diminuendo, ecco perché credo che la sensibilità di conoscere il proprio corpo debba essere coltivata e sviluppata in maniera nettamente superiore piuttosto che affidarsi, da subito, a strumenti di misura.
Per aumentare il chilometraggio non devi pensare all'andatura ma, progressivamente, diciamo ogni 2-3 settimane, aumentare il numero di chilometri totali percorsi, per esempio, fai 2 settimane di, poniamo, 20 Km percorsi, poi altre 2 settimane da 25, poi altre due da 30 Km ma questo andamento è assolutamente soggettivo (io, per esempio, aumentavo di 10 Km a settimana ogni 2 settimane) e modificabile a piacimento secondo la propria condizione psicofisica.
Per le uscite 3 a settimane vanno bene, 4 sarebbero l'ideale, di più, per me, no.