Mondiale 24 ore Torino 11/12 aprile 2015

Appuntamenti, esperienze, domande sulle distanze più estreme

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unalieno
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Re: Mondiale 24 ore Torino 11/12 aprile 2015

Messaggio da unalieno »

Ci hanno dato una maglietta di cotone scucita però!
vorrei che un robot corresse al posto mio, dovrebbe farlo per la prima legge
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ilmara
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Re: Mondiale 24 ore Torino 11/12 aprile 2015

Messaggio da ilmara »

Avranno pensato che tanto dopo 24 ore di corsa non sareste stati in grado di intendere e volere ma soprattutto di reagire.
Corro regolarmente da qualche anno ma sono un Runner dal 24/07/2010
183 cm x 74kg x 50 anni
PB 21km: 1h.33'.37''
PB 42km: 3h.22'.58''
Venice Marathon 2012 .... io c'ero

Non si può essere veloci,  belli e pure svegli...... portate pazienza.
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lukedt
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Re: Mondiale 24 ore Torino 11/12 aprile 2015

Messaggio da lukedt »

caporaso è più impegnato a fare altro che pensare alle medaglie :mrgreen:
10k: 40:24 (TuttaDritta 12/04/2015) (obiettivo 2015 <40:00)
21k: 1:30:43 (1°Santander Mezza Maratona 29/03/2015) (obiettivo 2015 <1:30:00)
30k: 2:18:32 (Lago Maggiore Marathon 30k 18/10/2015)
42k: 3:36:54 (Turin Marathon 16/11/2014) (obiettivo 2015 <3:25:00)
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MarcelloS. Utente donatore Donatore
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Re: Mondiale 24 ore Torino 11/12 aprile 2015

Messaggio da MarcelloS. »

Intanto assurdi punteggi IUTA assegnati per la gara.

30 punti e basta a chi ha raggiunto il 60% dei km del primo classificato (io ce l'ho fatta, e ho preso lo stesso bonus di chi ha corso 220 km :shock: :nonzo: :nonzo: )
0 punti :oops: a chi non ha raggiunto il 60% dei km del primo. Cioè come chi non avesse corso :nonzo:
Di solito in una gara IUTA faccio dai 60 ai 70 punti, per dare un raffronto.

Ho subito mandato una mail di richiesta spiegazioni perchè mi sembra francamente molto penalizzante. :asd2: :asd2:



Domani arriva il racconto intanto :beer: :D
PB:
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24h:200,920 km('17)
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JenaPlinsky
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Re: Mondiale 24 ore Torino 11/12 aprile 2015

Messaggio da JenaPlinsky »

Oggi ho letto di questa grande impresa...di Marcello e di tutti gli altri partecipanti...e pensavo che io di correre per 24 (dico 24) ore non ci ho mai pensato...mi sembra qualcosa di estremo...poi però questa sera ci ho trovato tanta poesia!!!
Grandi!!! :)
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5K 21'04 RdC Dalmine 25/05/16
10K 43'57 Bergamo 04/02/18
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MarcelloS. Utente donatore Donatore
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Re: Mondiale 24 ore Torino 11/12 aprile 2015

Messaggio da MarcelloS. »

A grande richiesta :D ... eccolo!!! :beer:


Mondiale 24 ore – Torino 11 e 12 aprile 2015

Premessa: nello scorso weekend ho vissuto un’esperienza incredibile a Torino, potendo partecipare ad una gara valida come Campionato Mondiale di 24 ore, con atleti provenienti da 42 nazioni. Era la mia prima 24 ore, è andata benissimo, ed è avvenuta in un contesto ben diverso dai miei standard abituali. Le emozioni di questi due giorni sono state fantastiche e travolgenti e mi hanno lasciato un po’ “stordito”… troppe cose da raccontare, un flusso di ricordi e un vortice di avvenimenti difficile anche da ordinare. Ho impiegato più del previsto a scrivere questo lungo racconto che non riuscirà probabilmente a descrivere come vorrei la magia di questi due giorni torinesi. E’ stato però uno dei momenti più intensi della mia vita, di questo ne sono certo. Lo condivido volentieri, come sempre. E ora posso cominciare il racconto, ringraziando chi avrà la voglia e il tempo di leggerlo.


Metà ottobre, ricevo una mail la cui sintesi è: “Ciao, il tuo nominativo risulta tra quelli dei fortunati che potranno prendere parte alla gara Open del Campionato del mondo della 24 ore a Torino in aprile. L’opzione scade il 30 ottobre ed entro quella data, se lo desideri, dovrai perfezionare la tua iscrizione”. Leggo e mi dico: 24 ore di corsa, ma scherziamo? Non ci penso affatto! Passano però un paio di giorni e un amico, esperto e ottimo ultramaratoneta, sul sito di RunningForum scrive lo stesso messaggio ricevuto nella mia mail, dicendo che l’occasione è più unica che rara e che lui è già iscritto. Comincio a pormi dei dubbi, ne parlo subito con Francesca, con parenti e amici e tutti mi convincono a partecipare a questo importante evento e così la settimana successiva invio il modulo di iscrizione al Mondiale della 24 ore. Ad aprile si va a Torino!

Mancano oltre 5 mesi, c’è ancora tempo, ma entro subito in fibrillazione. Correrò insieme ad atleti di ogni parte del mondo (su un circuito di 2 km al Parco Ruffini) e sposterò più in là la mia “asticella”… chissà cosa vuol dire correre per ventiquattro ore, al massimo finora sono arrivato poco dopo le 11 ore e mai oltre i 100 km. Nel frattempo chiudo il 2014 con altre due ultramaratone in novembre (8 in totale nel 2014) e arrivo sesto nel Grand Prix nazionale IUTA di ultramaratona nell’anno del mio esordio IUTA (l’associazione di ultramaratona italiana), un risultato cercato ma al di là delle aspettative: sarò premiato in primavera con i primi dieci della classifica! Arriva l’inverno, si avvicina il mondiale, ma io continuo i miei soliti allenamenti “blandi” e il chilometraggio resta basso, poco sotto i 200 km corsi sia a gennaio (ma con una settimana di stop per influenza) che a febbraio.

Marzo è il mese chiave e ho in programma tre ultramaratone in quindici giorni: in tre weekend consecutivi devo correre i 58 km della Strasimeno (il giro del lago Trasimeno), la 6 ore di Putignano, in Puglia, e la 60 km di Seregno. E come può iniziare la settimana precedente a questo trittico? Con la seconda febbre stagionale (mai avute negli ultimi anni e stavolta ne arrivano due in un mese e mezzo, sto proprio invecchiando!) e il mercoledì sera, a soli quattro giorni dalla Strasimeno, ho ancora la febbre. Mi passa di giovedì, ma la gara domenicale si rivela un disastro, una delle mie peggiori in assoluto: impiego 50 minuti più dei due anni precedenti e il morale subisce una brutta botta. E’ colpa della febbre recente, ma non voglio ammetterlo e mi sembra un fallimento. Per fortuna non ho molto tempo per pensarci, perché il weekend successivo devo andare in Puglia per disputare la mia prima 6 ore e per essere premiato con gli altri atleti della IUTA per il GP del 2014. La gara del sabato pomeriggio è stupenda: si corre in 1,4 km di circuito (duro) nei vicoli di Putignano, con un tifo da stadio e con continui incroci ed incitamenti reciproci con gli altri 230 partecipanti ed amici. Chiudo con oltre 63 km e al trentatreesimo posto, mi sono decisamente ripreso! La domenica mattina, davanti ad una piazza gremita, salgo sul palco con i primi 10 classificati italiani nel GP IUTA 2014, mi riempiono di premi (compresa una statuetta personalizzata) e l’esperienza pugliese (purtroppo senza Francesca) si rivela fantastica. Il morale torna alto e salirà ulteriormente la settimana seguente con i 60 km di Seregno che corro regolarissimo in 5h14’ (meglio del previsto) e con sensazioni ottime. Arrivo 38mo, secondo di categoria e mi premiano pure qua. E intanto nel GP IUTA 2015 balzo in seconda posizione, con il primo posto nel mirino: a Torino arrivo con una preparazione probabilmente discutibile… ma felice e carico!

Si chiude marzo… mancano circa 15 giorni al via e l’organizzazione del mondiale rinuncia! Panico generale e le informazioni scarseggiano. Ma che succede? Subentrano in fretta e furia altri organizzatori, la FIDAL insieme alla IUTA e al CUS Torino mettono una pezza in tempi record e la gara per fortuna è salva. Il mondiale si disputerà, la figuraccia internazionale è scongiurata. Si scopre poi che il presidente della società organizzatrice è finito in carcere per evasione fiscale negli anni precedenti… argh, che brutta storia! In ogni caso i restanti giorni si susseguono velocemente (anche per via della Pasqua), io nel frattempo corro pochissimo per arrivare riposato, ed eccoci al weekend, inizia la grande avventura!

Venerdì 10 aprile, la giornata è calda e primaverile, il sole splende… finalmente è arrivato il mio clima preferito! Carichiamo in auto uno sproposito di bagagli (borse, trolley, branda, sedie, cuscini, coperte, sacco a pelo, ecc.) e nel primo pomeriggio partiamo verso Torino: siamo io, papà e Francesca. Mio cugino purtroppo non è riuscito a venire per un contrattempo, ma poi resterà costantemente informato al telefono. Giunti a Torino, il mondiale ci accoglie subito all’entrata nel Parco Ruffini, dove correremo l’indomani: mentre andiamo a ritirare il pettorale arrivano infatti anche le delegazioni straniere e siamo circondati dagli atleti da ogni parte del mondo con le tute delle nazionali… non sono proprio abituato, che spettacolo! Lo spettacolo prosegue e ci lascia a bocca aperta poco dopo, quando nello stadio inizia la cerimonia di apertura in stile Olimpiadi per ognuna delle 42 nazioni: Algeria, Argentina, Australia, Austria… fino all’Italia che entra per ultima con un’ovazione del pubblico. Assistiamo guardando la pista (dove poi correremo in ogni giro) con la sfilata degli atleti e delle delegazioni con la bandiera e poi ci si siede tutti insieme sugli spalti in un clima molto allegro e accogliente. Faccio una marea di foto, ho la nazionale italiana (e un po’ di amici azzurri) nella fila davanti a me, di fianco ho australiani, austriaci, belgi, canadesi… la festa è cominciata, anche papà e Francesca sono emozionati!

Arriviamo ormai col buio in hotel, ci fermiamo lì a cena e troviamo amici di altre ultramaratone, e pure a colazione sarà così: l’albergo è praticamente invaso da runner! Nella notte mi sveglio alle 3.30 e per quasi due ore non mi riaddormento, ma nonostante ciò riposo bene e mi sveglio alle 7 con la voglia di correre. La giornata è incantevole e soleggiata, che fortuna! Ci rechiamo nuovamente al Parco Ruffini con un paio di ore di anticipo sull’inizio della gara, l’atmosfera è incredibile, le nazionali sono tutte in prossimità dello stadio (pieno dei loro gazebo a bordo pista, uno per nazione, con tutti gli assistenti e i volontari), mentre noi della gara “open” ci accampiamo nel viale antistante, colmo a lato della strada di tende, gazebi, tavoli, sedie, brande. Facciamo i primi incontri, c’è il consueto raduno del forum, ma troviamo anche gli amici e le loro compagne visti alla Torino-Saint Vincent in ottobre e ci si mette tutti vicini, come in un campeggio… Francesca e papà avranno compagnia tutto il giorno e tutta la notte, meno male!

Ci siamo. Foto pre-gara con Giuseppe (colui che per primo mi ha spinto a partecipare), Mauro e Dodo (gli amici del forum, oltre a Eugenio e Antonio), saluti ai tifosi, punzonatura, briefing tecnico con i giudici di gara nell’area di partenza (noi della “open” posizionati circa 100 metri dietro dagli atleti delle nazionali), l’adrenalina sale ancora e alle 10 di sabato mattina si parte! Inizia la mia prima 24 ore, inizia una sfida grande e con mille incognite, ma sono sereno e fiducioso. L’obiettivo è abbastanza prudente, 160 km, passando intorno alle 11 ore sui 100 km. Poi ci sarà la notte, la stanchezza, chissà cosa accadrà, è meglio stare cauti nelle aspettative.

Il giro di 2 km da compiere consiste in 6 rettilinei del parco su asfalto, con una inversione a U, ma c’è anche una rampa assai insidiosa di circa 70-80 metri da fare in discesa per entrare nello stadio e poi in salita per uscire, dopo il giro di pista. Sarà dura per tutti, non è un tracciato da record. Comincio sui ritmi ipotizzati, molto spesso in compagnia di Dodo, esperto e ottimo ultramaratoneta che ha l’obiettivo dei 200 km. Giriamo tra i 10 e gli 11 kmh, andatura chiaramente dettata dalla freschezza di inizio gara, ma non fatichiamo. Sto correndo accanto a statunitensi, neozelandesi, australiani, tedeschi, giapponesi, argentini, francesi, svedesi, olandesi, russi, ecc. (sia uomini che donne) tutti con le divise nazionali… è assolutamente incredibile. Ci sono ovviamente anche tanti italiani (15 atleti nazionali e gran parte dei partecipanti alla gara open) e con gli azzurri ci si saluta e ci si incita a vicenda, non ci sono “distanze”, ma c’è un clima di grande amicizia, nonostante l’importanza dell’evento. Mi saluta e mi incita spesso anche il selezionatore degli azzurri, conosciuto a Putignano, e la cosa mi fa un gran piacere. Gli amici del forum intanto mi consigliano di mangiare un po’ di pasta al ristoro verso l’ora di pranzo, lo faccio perché mi fido di chi ha più esperienza di me anche se non sono troppo convinto. Lo farò anche ad inizio serata, e sarà uno dei pochi alimenti che prenderò in 24 ore, insieme a qualche biscotto e ad alcuni spicchi di mela. Il mio fisico è decisamente particolare (direi un po’ anomalo), nelle ultime 10-12 ore di gara infatti sono stato praticamente senza mangiare e quasi senza bere, cosa decisamente stravagante ma che non mi ha creato alcun problema.

Con Dodo passiamo alle 4 ore di gara sopra i 41 km, poi ci si perde di vista, e un’oretta dopo inizia il mio primo momento di difficoltà, con un rallentamento inatteso a 19 ore dal termine. Mi chiedo cosa possa fare, Giuseppe mi trova sul percorso, mi dà una grossa mano e mi rincuora con la sua esperienza, dicendomi di stare tranquillo e che la crisi è momentanea e passerà. Ha ragione, così come è arrivata se ne va, e torno a correre regolare, pur su ritmi minori dell’inizio. Queste del pomeriggio sono peraltro le uniche ore in cui Francesca si prende una pausa dalla gara, con un blitz in hotel e a fare la spesa, comprando alimenti per me (che però non mangerò) e per il gruppo di tifosi ed altri amici runner. Sono contento di vederla tornare… e poi non andrà più via fino alla fine, è una ragazza straordinaria. Le ore passano, il pomeriggio è torrido (intorno ai 25 gradi), ma non mi lamento, è il mio clima prediletto, ma farà molte vittime illustri. Verso il tramonto, alla nona ora ho il secondo breve momento di difficoltà, che passa come il primo. Cala la sera, si accendono i lampioni, la temperatura inizia a scendere in picchiata e arrivo ai 100 km intorno alle 11h20’, abbastanza in linea con le previsioni. A metà gara sono sui 105 km, decisamente soddisfatto, mi fermo un attimo all’angolo tifosi con papà e Francesca, ma faccio l’errore di sedermi due minuti e perdo decisamente brillantezza nelle gambe. Alla ripartenza sono indurito e imballato nella corsa e poco dopo decido, saggiamente, che va bene anche camminare a buon passo. Facendo conti (come faccio spesso nelle mie ultramaratone per tener attiva la mente) mi rendo conto che camminando fino alla fine, senza soste, potrei essere intorno ai 170 km… e sarà proprio così. Da casa intanto tante persone mi stanno seguendo sul sito del live, gli amici del forum, quelli dell’Atletica Segrino, alcuni colleghi… e intanto Francesca fa tantissime foto e aggiorna continuamente un po’ di loro che le chiedono news. Grazie!

Nel frattempo i miei amici del forum in gara hanno qualche imprevisto. Si ferma Giuseppe (che stava facendo una gara eccezionale) per un’indisposizione della moglie, si ritira acciaccato Dodo e torna in taxi nello stesso nostro hotel con mio papà, che intanto ne approfitta per dormire una manciata di ore (e tornerà all’alba al Parco Ruffini), e poi si fermerà anche Antonio nel cuore della notte. Io e Mauro invece proseguiamo, ogni tanto ci si incontra e ci si saluta sul percorso o nell’angolo tifosi e a tratti Mauro si ferma a rifocillarsi o riposare. Io cammino, sto bene, faccio quasi 6 kmh in modo costante e mi fermo solo per un triplo cambio di vestiario ravvicinato nello spazio di pochi giri. La temperatura infatti è crollata, è sotto i 10 gradi e Francesca mi dice che la percepita è intorno ai 5-6 (siamo in un parco), ma io, piuttosto caloroso di natura, ho l’impressione siano ancora meno per lo sbalzo termico affrontato e i 20 gradi in meno rispetto al pomeriggio. La maglietta non è più sufficiente e proseguo dalla notte fino a fine gara con addosso la maglia termica, una maglia leggera a maniche lunghe e la maglietta sociale, non sono mai stato così coperto in vita mia neppure di inverno. Le gambe restano coperte solo dai pantaloncini e a tratti ho freddo, ma continuo così, anche perché non ho (volontariamente) portato pantaloni lunghi in borsa, non li metto mai.

Si ritira o crolla, ora dopo ora, un buon numero di atleti del mondiale: quelli partiti fortissimo, compreso il giapponese che stava girando su ritmi da record del mondo, ma anche il russo, lo svedese, e purtroppo anche il grande Ivan Cudin, l’italiano tra i favoriti, che mentre è quarto ha un problema fisico e finirà le ultime ore camminando e con cui spesso interagirò con chiacchere e incoraggiamenti reciproci. Gli sport di fatica generano campioni di grande umiltà, ogni volta ne ho la dimostrazione. Vedo sui volti di alcuni atleti la delusione, la fatica, le lacrime. Sono gare in cui non basta essere preparati, al mondiale i nazionali sono arrivati tutti pronti e desiderosi di fare il meglio, ma una 24 ore va oltre questi aspetti, è una combinazione di troppi fattori. Anche le donne della nazionale azzurra sono piuttosto sfortunate, si fermano in quattro (su cinque) tra sera e notte, compresa l’amica Laura con cui corro due giri poco prima del suo abbandono. Poi, da lì in poi, in ogni giro di pista dal box azzurro riceverò il suo gradito incitamento, così come quello dei tanti amici torinesi del forum, che si susseguono sul tracciato ora dopo ora dal pomeriggio e fino a notte, e che ringrazio di cuore per la gentilezza. Menzione speciale per Milo che viene due volte e si ferma in entrambe per parecchie ore, fino a notte fonda.

Intanto la gara continua e di notte è assai suggestiva, un po’ di tifo resta sul percorso, ma la gente al Parco Ruffini diminuisce nettamente; anche tanti “open” si fermano a dormire o si ritirano (compresi grossi nomi), mentre io continuo a camminare a passo costante. Mancano tante ore ancora, e trovo Dario, la cui moglie sta seguendoci insieme a Francesca: anche lui adesso ha deciso di camminare. Il mio amico leccese ha effettuato due giri più di me, è in una eccellente posizione di classifica (anch’io a dire il vero) e per entrambi proseguire così si rivela vantaggioso e piacevole. Siamo nei primi 20 della gara open, e ne siamo felici vedendo le classifiche aggiornate ogni ora con la nostra posizione sempre più su. A metà della notte si corricchia per un’oretta e poi succede un imprevisto: allo stadio salta l’impianto elettrico, i fari si spengono, ed insieme alla puzza di bruciato sulla pista cala l’oscurità. Si accendono subito decine di luci frontali e torce prese dagli assistenti delle varie nazionali e dagli organizzatori, ma per quasi un’ora resta tutto spento (soltanto allo stadio, compreso il tabellone con le classifiche, mentre il restante pezzo del percorso nel parco è illuminato). Arrivano a sirene spiegate i Vigili del Fuoco per sistemare il danno e poi torna la luce. Dopo un’oretta ci sarà un nuovo problema elettrico, seppur di minore entità e durata, e stavolta la luce non salta, nonostante nella zona dello stadio si senta odore di bruciato e ritornino i Vigili del Fuoco.

Ma ormai è quasi l’alba. Io e Dario proseguiamo regolarissimi, ogni giro ha durata simile, ogni giro rassicuriamo le nostre compagne che è tutto ok, stiamo bene e chiacchieriamo mentre tanti altri atleti sono in condizioni ben peggiori. Vediamo runner pallidi come cenci, atleti delle nazionali che vomitano, altri che barcollano, o distesi sui lettini dei massaggi. Ovviamente, per fortuna, c’è anche chi prosegue serenamente, concentrato nei suoi pensieri, oppure sorridendo. Verso le 6 il cielo comincia a rischiarare e il circuito si ripopola, mancano “solo” 4 ore, io ho già superato i 150 km dopo 20 ore e l’obiettivo che mi ero posto è a un passo. A tratti proviamo ancora a corricchiare un pochino, ma più che altro camminiamo, correndo infatti sono indolenzito e non vorrei incorrere in infortuni evitabili. Se tutto va come deve fino alla conclusione, chiuderò intorno a 172/173 km, lo dico più volte al mio clan di instancabili tifosi! Che intanto aumenta, infatti appena fa luce ritorna papà e si aggiunge a Francesca e al resto del gruppetto… tutti veramente eroici, l’impresa l’hanno fatta loro. Sorge il sole con mia grande gioia, ma il clima resta frizzante. Tre ore al termine, il tempo vola… e arrivo ai prefissati 160 km a due ore e quindici dalla fine, con il mio sorriso che aumenta giro dopo giro. Lo stadio e i viali del parco si riempiono di nuovo di tifosi italiani e stranieri molto chiassosi, è uno spettacolo indescrivibile. I gazebi delle varie nazioni sulla pista, con decine di assistenti e gli atleti ritirati, incitano tutti a più non posso, qualcuno piange, ormai siamo alla fine, la fatica si mischia alla gioia e le sensazioni sono amplificate. Per un paio di volte mi viene un groppo in gola dalla commozione ma resisto e continuo col fedele Dario la nostra 24 ore.

Ultima ora! Il sole adesso scalda ma resto coperto, sono le 9 di domenica mattina, è un tripudio. Le gambe sono dure, molto dure nelle cosce, ma manca così poco che quasi non ci faccio caso, anche se sono in movimento da 23 ore. Francesca e papà vanno con gli altri nello stadio, ormai sono quasi tutti là con tanti tifosi stranieri, il mondiale sta infatti per eleggere il campione iridato. Vincerà un tedesco con 263 km la gara maschile (con secondo polacco e terzo britannico), mentre gli Stati Uniti piazzeranno tre atlete nelle prime quattro di quella femminile (244 km per la vincitrice) e la svedese coglie il bronzo. Lo speaker ci sprona, cominciano a spuntare bandiere di ogni nazione (con cui chiuderanno la gara gran parte degli atleti del mondiale). Nell’ultima ora ci consegnano un piccolo cono di plastica con il nostro nome e il nostro numero da appoggiare a terra al momento dello sparo finale per la misurazione ufficiale dei metri fatti. Ormai siamo vicini all’ultimo giro, manca meno di mezz’ora, ho superato anche i 170 km, sono letteralmente euforico; io e Dario ricominciamo a correre a ritmo blando per il gran finale, è doveroso. A 8 minuti dal termine entriamo per l’ultima volta in pista, è una bolgia, io saluto tutti, rido, esulto con Francesca e con papà e continuo, chiuderò la gara nell’altro lato del percorso e sarò intorno ai 173 km. Ultimi due minuti: vedo tre atleti della gara open correre a buon passo davanti a me. Non so la classifica, mi viene il dubbio che possano avermi superato di qualche metro, non voglio rischiare una beffa simile. Accelero, ma molto più del previsto, e faccio un allungo a ritmo “normale” come se avessi appena iniziato e non fosse la 23°ora e 59 minuti. La mente è davvero tutto in gare di questo tipo. Li supero e li stacco, mentre Dario mi resta in scia, poi sentiamo lo speaker che fa il countdown, alzo le braccia al cielo, urlo e lo sparo indica la conclusione della gara. Gli ultimi metri di corsa sono stati da pelle d’oca, un’emozione fortissima e travolgente. Appoggio il cono, mi congratulo con l’atleta spagnolo che finisce ad un paio di metri da me, abbraccio il grande Dario, felicissimo come me e andiamo subito nello stadio dai nostri straordinari tifosi.

Scendo i gradini dello stadio con difficoltà immani… le cosce mi hanno praticamente abbandonato e vedo rapidamente babbo e Francesca tra la folla, li abbraccio, stringo forte la mia dolcissima e meravigliosa Francesca e li ringrazio per tutto il supporto che mi hanno dato. Entrambi sono emozionati, felici e orgogliosi, sono contentissimo anche io di avercela fatta, di essere andato meglio dell’obiettivo e di non aver deluso le aspettative in questa gara così piena di incognite e così impronosticabile. Finisco 18° tra i maschi della gara open e 19° assoluto, su 150 partecipanti. Pur essendo una classifica separata, mi lascio alle spalle anche 110 atleti (60 uomini e 50 donne) dei 300 partecipanti al mondiale, ed è un risultato davvero positivo e sorprendente per me! Ma in gare di questo tipo le classifiche contano relativamente, chiunque alla 24ma ora sa di avere fatto una cosa grande e non comune, comunque sia andata. Alla fine chiudo con 172,868 km percorsi, che sono poco meno di quelli che faccio mediamente in un mese… è sicuramente un esordio da incorniciare, che felicità!

Resto seduto un po’ nell’erba dello stadio, a stare in piedi fermo infatti mi gira un po’ la testa, bevo, saluto i tanti amici che arrivano e poi piano piano torniamo verso l’uscita del parco, dove un taxi ci porterà in hotel e pure lì sarò accolto con enfasi. Dopo la lunga e rilassante doccia torniamo al Parco Ruffini, pranziamo in zona e per caso in trattoria troviamo Mauro e Giuseppe con la famiglia e ci uniamo a loro per un’altra bella ora insieme tra racconti, ricordi e risate. Mangio primo, secondo e contorno, mi è venuta fame… mentre poco prima di uscire dall’hotel avevo detto che non avrei pranzato! Torniamo nello stadio (camminando a ritmo lentissimo per colpa mia!) poiché ci sono le premiazioni dopo un’oretta: io sono secondo di categoria e in segreteria mi dicono che premieranno anche me per la gara Open, suscitandomi un ulteriore tumulto di emozioni (ma non sarà così, purtroppo, e tra l’altro non ci hanno dato neppure la medaglia di partecipazione, a cui tutti noi amatori tenevamo… anche se nei giorni seguenti ci è arrivata una comunicazione che dice che ci verrà spedita a casa tramite posta, meno male!). Nell’attesa io e Francesca ci addormentiamo di colpo su una panchina del parco e al risveglio è già l’ora della cerimonia di premiazione. Anche qui, come per quella di apertura, è una cosa davvero suggestiva. Siamo tutti sulle tribune dello stadio, tifosi e atleti, e in inglese vengono chiamati tra gli applausi tutti i podi della gara mondiale maschile, femminile e a squadre. Gli atleti vanno felici verso il podio e qualcuno di loro si muove a fatica come me! Ogni premiazione si conclude con l’inno nazionale del vincitore e lo stadio tutto in piedi. Poi premiano effettivamente anche la gara Open, ma solamente il podio assoluto maschile e quello femminile e qui la cerimonia si conclude (senza le premiazioni di categoria) quando sono da poco passate le ore 17. Salutiamo il simpaticissimo Mauro, rimasto con noi allo stadio, e torniamo all’auto pronti per il ritorno verso la Brianza, chiudendo così un weekend davvero bellissimo ed emozionante, forse irripetibile.

Questa però non credo sarà la mia unica 24 ore, come pensavo alla vigilia della gara e anche per alcune ore correndo. E’ una competizione troppo bella, suggestiva e particolare, voglio riprovare queste emozioni e ho la predisposizione e la resistenza alle gare molto lunghe. Chi lo sa, vedremo nei prossimi mesi… ma questa ormai è un’altra storia, quella del Campionato Mondiale finisce qui!
PB:
21K:1:22:50('11) - 42K:2:59:49('12)
100K:8:57:38('18) - 6h:70,942*('20) *no Fidal
12h:121,724 km('16): 1° 12h Reggio Em.
24h:200,920 km('17)
Backyard:31h - 207,8 km('23)
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Lord_Phil
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Re: Mondiale 24 ore Torino 11/12 aprile 2015

Messaggio da Lord_Phil »

Letto tutto d'un fiato...era come essere presente...bravissimo! =D>
100 12”62 200 25”45 400 57”10 800 2'18" - 2'52
1000 3'04” 1500 4'55" - 3'16
3km 10'39" - 3'33" 5km 18'25" - 3'41
10km 38'22" - 3'50" 21km 1h25'32" - 4'02
42km 3h35'58" - 5'07
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deuterio Utente donatore Donatore
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Re: Mondiale 24 ore Torino 11/12 aprile 2015

Messaggio da deuterio »

Pelle d'oca Marcello, che spettacolo di gara (e di racconto)!
:hail: :hail: :hail: :hail: :hail:
"Quando la sorte ti è contraria e mancato ti è il successo, smetti di far castelli in aria e va a piangere sul..."
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Albertozan
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Re: Mondiale 24 ore Torino 11/12 aprile 2015

Messaggio da Albertozan »

Grandissimo Marcello!!!! Da pelle d'oca!! =D> =D> =D> =D> =D> =D>
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StePo8 Utente donatore Donatore
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Re: Mondiale 24 ore Torino 11/12 aprile 2015

Messaggio da StePo8 »

Grandissimo! E bel racconto.... Meno male che l'ho letto di Sabato, ho risparmiato il giorno di ferie :mrgreen:
... i secondi persi all'inizio, sono minuti guadagnati alla fine...
43 Maratone: LMM 3h13' , Six Stars Finisher :star: :star: :star: :star: :star: :star:
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