Si parla spesso di allenamento fisico, di condizione, di carichi e ripetute ma molte volte si tende a dare poca importanza all'allenamento di "testa".
Ad alcuni non mancano né la buona volontà né la testardaggiane per cimentarsi in lunghi periodi di corsa. E prima o poi i risultati arrivano ma a volte a caro prezzo (infortuni, scelte approssimative sul riposo e sull'alimentazione, motivazioni volte solo al cronometro o ai km, ecc ecc) . Sono arrivato alla conclusione - scontata - che delle ottime gambe da prestazione ti fanno essere una persona dotata di un gran bel fisico, conciliare il tutto con la testa e l'intelligenza ti fanno essere un' atleta.
P.S. Una persona che di podismo se ne intende un bel po' ripete spesso "che chiunque può essere atleta, anche se passeggia con il cane nel parco..."
Nello sport, come nella vita, serve testa. E la testa va allenata, proprio come si fa col cuore, con le gambe e con i polmoni. Ma capisco che forse è più semplice allenare muscoli.
Per allenare la testa intendo quelle emozioni negative che si manifestano in fase di allenamento, quella paura che condiziona l'approccio al nostro percorso podistico, lo stress familiare e di lavoro che si scontra con la libertà di concentrazione, tutte quelle immagini non funzionali all’obiettivo (come per esempio tempi cronometrici e puramente statistici troppo al di là dei nostri reali valori), demotivazione (una cena abbondante o le notti insonne passate a curare i pianti dei nostri figli ... e il sonno delle nostre mogli...), mancanza di concentrazione e molto altro che, come zavorra, si legano all’atleta e non lo lasciano esprimere.
Educare la mente agli obiettivi, con delle piccole certezze che motivano, senza creare aloni da supereroi. Gli atleti non sono supereroi. Almeno non dalle mie parti.
Poetica(mente) ha scritto:Per allenare la testa intendo quelle emozioni negative che si manifestano in fase di allenamento, quella paura che condiziona l'approccio al nostro percorso podistico, lo stress familiare e di lavoro che si scontra con la libertà di concentrazione, tutte quelle immagini non funzionali all’obiettivo (come per esempio tempi cronometrici e puramente statistici troppo al di là dei nostri reali valori), demotivazione (una cena abbondante o le notti insonne passate a curare i pianti dei nostri figli ... e il sonno delle nostre mogli...), mancanza di concentrazione e molto altro che, come zavorra, si legano all’atleta e non lo lasciano esprimere.
Be su questo non ti dò torto,l'ultimo lungo di quasi 3 ore che ho fatto è stato condizionato da una grigliata con gli amici e relativo rientro alle 1.30 di notte e relativo bambino(il più piccolo) che non mi ha fatto riposare bene,insomma alle 6.30 di mattina ero distrutto,ma il mio capoccione mi ha fatto uscire lo stesso,speriamo bene per il prossimo LL.
L'unico giorno facile era ieri.
Fin dove il cuore mi resse arditamente mi spinsi.
io devo tutto alla mia testa, in senso positivo e negativo
positivo perchè mi ha fatto finire due maratone di roma con una preparazione assolutamente inadeguata, negativo perchè nonostante cerchi di fregare la mia mente non c'è niente da fare, parto sempre troppo piano per paura di non finire la gara.
e poi siamo pieni di casi di grandi maratoneti che, pur preparati atleticamente, a un certo punto della gara si bloccano di testa e non c'è più niente da fare.
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Ciao Krily, per sempre con me
Be su questo non ti dò torto,l'ultimo lungo di quasi 3 ore che ho fatto è stato condizionato da una grigliata con gli amici e relativo rientro alle 1.30 di notte e relativo bambino(il più piccolo) che non mi ha fatto riposare bene,insomma alle 6.30 di mattina ero distrutto,ma il mio capoccione mi ha fatto uscire lo stesso,speriamo bene per il prossimo LL. [/quote]
Facci sapere come è andato! Se la testa ha fatto il proprio lavoro
MaxF ha scritto:io devo tutto alla mia testa, in senso positivo e negativo
positivo perchè mi ha fatto finire due maratone di roma con una preparazione assolutamente inadeguata, negativo perchè nonostante cerchi di fregare la mia mente non c'è niente da fare, parto sempre troppo piano per paura di non finire la gara.
e poi siamo pieni di casi di grandi maratoneti che, pur preparati atleticamente, a un certo punto della gara si bloccano di testa e non c'è più niente da fare.
Verissimo quel che dici. Ci sono anche maratoneti (vedi Baldini) che, a detta di vari allenatori, proprio grazie alla testa, all'uso della stessa, hanno vinto e stravinto, seppur in condizioni fisiche precarie.
Ho conosciuto personalmente un ragazzo di 23 anni marocchino che aveva tempi da sballo fino al km 35/37, tempi da primi in gara e poi... scoppiava come un preservativo lasciato attaccato alla cannella dell'acqua, all'improvviso. Ogni volta in gara, anche dopo allenamenti mirati. E il suo allenatore parolacce che non ti dico...
Il problema era che si "dimenticava" di allungare il braccio per prendere da bere.