Mircuz e Sandruz nello stesso 3d.
Oltre al discorso appoggio, falcata, frequenza, drop ecc è importante anche "dove" si appoggia: cercare di appoggiare sotto il busto con la gamba leggermente piegata è la soluzione meno traumatica per le ginocchia (mentre lavora di più la catena posteriore).
Una roba così:
PB 21k 1h22’25” (Brescia Half Marathon 10/03/19) 42k 2h58’46” (Maratona di Reggio Emilia 08/12/19)
questo concorda un po' con quanto leggevo sul libro di Massini circa l'inclinazione, anche se nel libro non si menzionano minimamente le implicazioni per le articolazioni. Effettivamente quest'impostazione concorda con le falcate corte e veloci a cui accenna anche Mircuz (e ahime discorda con il mio modo di correre, l'inclinazione c'e` ma la falcata e` tendenzialmente lunga)
Oggi visto che avevo tempo ho fatto un uscita extra per provare a correre un po' avanzato e con la falcata più corta, direi che l'effetto è decisamente strano ma ritmo e affaticamento non paiono risentirne. Proverò ancora, magari su di un percorso + lunghetto, per vedere come rispondono le beneamate ginocchia.
Grazie a tutti
Sicuramente il miglioramento è molto apprezzabile. Correre con una falcata più corta e leggermente inclinato in avanti ti porta sicuramente a scaricare meno sui talloni e di conseguenza le ginocchia ne risentono meno.
Per il resto trovo che sia solo questione di abituarsi.
Ma secondo te e` fattibile di cambiare stile di corsa a 38 anni? E` l'unica perplessita` che mi resta.
Ho notato effettivamente che quando corro con scarpe normali (ad esempio dietro all'autobus, cosa che mi capita un giorno si e uno no) effettivamente corro spontaneamente in maniera molto piu` simile a quanto descritto. Forse dovrei prendere veramente in considerazione delle drop 0.
Ciao, l'età non conta, casomai influisce di più da quanti anni corri, per il cambiamento della tecnica. Per le scarpe a drop 0, sicuramente favoriscono questa tecnica, però devi essere molto prudente se fai questa scelta, accorciare i percorsi e fare molta attenzione fino a che il fisico non si adatta. Io preferisco correre con delle scarpe più protettive pur cercando sempre di correre in maniera corretta.
@mircuz: io saro` un vecchio trombone ma sono naturalmente diffidente verso le novita`, leggo con interesse della filosofia minimal e trovo che anche quel genere di scarpa abbia una sua collocazione (allenamento, recupero dell'elasticita` ed anche, appunto, postura) tuttavia marciapiedi e asfalto non hanno nulla di "natural" pertanto resto anche io pragmaticamente ancorato all'idea che l'ammortizzazione e la protezione siano imprescindibili. Il mio fondo ideale sarebbe la terra battuta e lo sterrato ma l'inverno e le giornate corte non lasciano molta scelta.
Mi chiedo pero` se scarpe con il drop ridotto (ma sempre protettive) possano aiutare a correre di avampiede senza la sensazione di incespicare (che ho provato ieri sera). In ogni caso corro da pochissimo pertanto spero che almeno questo fattore sia dalla mia parte
Personalmente sono molto scettico riguardo al minimal. Io rimarrei con scarpe "tradizionali". Nonostante ciò è sempre possibile cambiare stile di corsa, ovviamente, come ti ho già detto, non sarà semplice. L'importante è che il gesto, dopo un periodo di "assestamento", diventi spontaneo e naturale e non qualcosa di forzato.
Tornando al capitolo scarpe, senza andare nel minimal, ti consiglierei di provare con Saucony, in quanto è la marca che minimizza maggiormente il drop (8 mm, contro i 10/12 che hanno quasi tutte le Asics, Brooks, ecc...). Se sei normopeso (o comunque, meno di 75 kg) puoi andare con delle Ride, viceversa le Triumph sono fantastiche! Io stesso, che non ho l'esigenza di avere drop ridotti, ho trovato in Saucony la marca migliore.
Terro` presente grazie, intanto vedro` se mi riesce di riadattarmi con le mie scarpe attuali con consigli tu. A proposito: ora rialzandomi dalla scrivania sento distintamente i tendini d'achille, evidentemetne ieri ho effettivamente fatto un movimento di diverso dal solito.