tomaszrunning ha scritto:sottoscrivo!ciromi ha scritto:@cbc complimenti! Grande atleta ma soprattutto leggendo le tue riflessioni grande persona!
XXXIV Firenze Marathon - 26/11/2017
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vitovalente
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Re: XXXIV Firenze Marathon - 26/11/2017
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10 km Casamassima 24/09/2023 - 39:29
21 km Trani 12/10/2025 - 1:26:23
42 km Vienna 06/04/2025 - 3:07:13
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tomaszrunning
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CorriBabboneCorri
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Re: XXXIV Firenze Marathon - 26/11/2017
su tds gia' disponibili i video!
1h20’38” mezza maratona del Progresso - Castel Maggiore (BO) 18/12/22
2h53'48" Firenze marathon 26/11/17
4h22'52" 58 km Misano Adriatico 29/01/23
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manto82
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Re: XXXIV Firenze Marathon - 26/11/2017
@cbc e stefan davvero complimenti! Racconti bellissimi.
E soprattutto bravissimi tutti!
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tomaszrunning
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FrancescoM81
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Re: XXXIV Firenze Marathon - 26/11/2017
Porca miseria... grazie a questa tua dritta ho realizzato che...ma che panza ho quando corroCorriBabboneCorri ha scritto:su tds gia' disponibili i video!
Non che quando non corra non ci sia!
Dovrò correre ancora di piu, allora!
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mike runner
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Re: XXXIV Firenze Marathon - 26/11/2017
ho visto il video del tuo arrivo, quell'urlo liberatorio mette i brividi, grande.CorriBabboneCorri ha scritto:su tds gia' disponibili i video!
PB.
10 km Taranto 15/05/2016 - 41:33
21 km Barletta 19/02/2017 - 1:28:48
30 km Cortina Dobbiaco 31/05/2015 2:22:55
42 km Treviso 31/03/2019 - 3:19:37
http://connect.garmin.com/modern/profile/mikebux
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tomaszrunning
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Re: XXXIV Firenze Marathon - 26/11/2017
video?
mi faccio schifo
non so correre
anzi, se mi vedono quelli di Umbrella Corporation, mi sparano subito
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nickbramb
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Re: XXXIV Firenze Marathon - 26/11/2017
Ho seguito di tanto senza intervenire questo thread di una maratona cui mi ero iscritto come sono solito fare con buon anticipo ma cui, fermo per problemi ad una gamba per un buon mese, disperavo di partecipare.
Alla fine, più per avere già biglietto ferroviario e alloggio con amici sono partito alla volta di Firenze con l'idea realistica di provare una decina di chilometri o forse una mezza a sensazione sfruttando i ripetuti passaggi nei pressi del centro per scendere al momento opportuno dalla giostra.
Ma, passata la mezza in circa 1h 35' e superato un ideale punto di non ritorno dal centro storico quel qualcosa che mi fa aggiungere un allungo, un chilometro, il rettilineo dietro l'angolo, la salita sopra il ponte ed aggiungere una sfida, anche improvvida e incosciente per saziare la curiosità del limite, aveva già preso una decisione prima che lo ammettessi a me stesso. Constatate nonostante tutto gambe sufficienti, energie ragionevoli e presa una spinta di incoraggiamenti dal generoso pubblico in una pausa della pioggia, solo ho staccato in qualche misura l'acceleratore per andare ad aggiungere ancora cinque chilometri e ancora cinque chilometri. Ho dosato il carico negli appoggi, mi sono concentrato sulla respirazione, ho preso un gel e ad un ristoro ho bevuto quel po' di acqua e sali necessari per proseguire in modalità cruise, in disparte alla linea di percorso ideale senza badare alle decine, centinaia di corridori che via via mi superavano. Un percorso silenzioso sotto una pioggia che riprende e si fa più insistente, accompagnata da crescenti raffiche che presto fanno scendere la temperatura percepita in modo inaspettato rispetto alle previsioni metereologiche, consultate solo un paio d'ore prima della partenza. Ed eccomi come in mare aperto o in alta montagna esposto agli elementi senza protezione. Non ci dovevo essere, proprio non dovevo essere qui, così, io incosciente, ma pure eccomi fradicio per vialoni semideserti e semiallagati nella tempesta in calzettoni, pantaloncini, una maglietta termica a maniche corte sotto la canotta, una fascetta per le orecchie e senza nemmeno i guanti leggeri, rimpiangendo almeno i manicotti che stanno nella sacca consegnata alla partenza, assieme alla tuta ed il piumino, il mio caldo piumino con cappuccio. Non ho nemmeno la velocità abituale per difendermi bruciando calorie esorbitanti: ammesso di poter rielevare il ritmo, mi è del tutto evidente che non arriverei in porto come se dessi fuoco per scaldarmi alla esile barchetta su cui galleggio. E allora dal trentesimo chilometro è stata pura sopravvivenza, non fermarsi e correre con due spugne strette nei pugni lividi, un telo termico arrotolato sul petto e le gambe anestetizzate dal freddo, tutto pensando al traguardo che non è quello solito, vissuto nelle precedenti maratone, pur faticate in ragione del cronometro, ma un punto di salvezza. Il tempo non conta, non contava alla partenza, tanto meno ora, conta invece concentrarsi sul livello di energie da spendere metro per metro, non troppe poche non troppe. Mai in altra gara, né l'agonismo, né la determinazione mi avevano fatto vedere gli altri atleti così silenziosamente distanti, evidentemente tutti compresi in una lotta contro pura sofferenza. Forse, mi sono detto dopo l'arrivo una volta rivestito con tutto ciò che di asciutto disponevo e guardando i circostanti compagni di gara altrettanto stremati, proprio affrontare contro ogni logica questa lotta è quanto da un senso a certe azioni e perché riponendo una medaglia di metallo nello zaino sono ancora una volta e di più grato della vita.
Alla fine, più per avere già biglietto ferroviario e alloggio con amici sono partito alla volta di Firenze con l'idea realistica di provare una decina di chilometri o forse una mezza a sensazione sfruttando i ripetuti passaggi nei pressi del centro per scendere al momento opportuno dalla giostra.
Ma, passata la mezza in circa 1h 35' e superato un ideale punto di non ritorno dal centro storico quel qualcosa che mi fa aggiungere un allungo, un chilometro, il rettilineo dietro l'angolo, la salita sopra il ponte ed aggiungere una sfida, anche improvvida e incosciente per saziare la curiosità del limite, aveva già preso una decisione prima che lo ammettessi a me stesso. Constatate nonostante tutto gambe sufficienti, energie ragionevoli e presa una spinta di incoraggiamenti dal generoso pubblico in una pausa della pioggia, solo ho staccato in qualche misura l'acceleratore per andare ad aggiungere ancora cinque chilometri e ancora cinque chilometri. Ho dosato il carico negli appoggi, mi sono concentrato sulla respirazione, ho preso un gel e ad un ristoro ho bevuto quel po' di acqua e sali necessari per proseguire in modalità cruise, in disparte alla linea di percorso ideale senza badare alle decine, centinaia di corridori che via via mi superavano. Un percorso silenzioso sotto una pioggia che riprende e si fa più insistente, accompagnata da crescenti raffiche che presto fanno scendere la temperatura percepita in modo inaspettato rispetto alle previsioni metereologiche, consultate solo un paio d'ore prima della partenza. Ed eccomi come in mare aperto o in alta montagna esposto agli elementi senza protezione. Non ci dovevo essere, proprio non dovevo essere qui, così, io incosciente, ma pure eccomi fradicio per vialoni semideserti e semiallagati nella tempesta in calzettoni, pantaloncini, una maglietta termica a maniche corte sotto la canotta, una fascetta per le orecchie e senza nemmeno i guanti leggeri, rimpiangendo almeno i manicotti che stanno nella sacca consegnata alla partenza, assieme alla tuta ed il piumino, il mio caldo piumino con cappuccio. Non ho nemmeno la velocità abituale per difendermi bruciando calorie esorbitanti: ammesso di poter rielevare il ritmo, mi è del tutto evidente che non arriverei in porto come se dessi fuoco per scaldarmi alla esile barchetta su cui galleggio. E allora dal trentesimo chilometro è stata pura sopravvivenza, non fermarsi e correre con due spugne strette nei pugni lividi, un telo termico arrotolato sul petto e le gambe anestetizzate dal freddo, tutto pensando al traguardo che non è quello solito, vissuto nelle precedenti maratone, pur faticate in ragione del cronometro, ma un punto di salvezza. Il tempo non conta, non contava alla partenza, tanto meno ora, conta invece concentrarsi sul livello di energie da spendere metro per metro, non troppe poche non troppe. Mai in altra gara, né l'agonismo, né la determinazione mi avevano fatto vedere gli altri atleti così silenziosamente distanti, evidentemente tutti compresi in una lotta contro pura sofferenza. Forse, mi sono detto dopo l'arrivo una volta rivestito con tutto ciò che di asciutto disponevo e guardando i circostanti compagni di gara altrettanto stremati, proprio affrontare contro ogni logica questa lotta è quanto da un senso a certe azioni e perché riponendo una medaglia di metallo nello zaino sono ancora una volta e di più grato della vita.
Ultima modifica di nickbramb il 27 nov 2017, 20:57, modificato 1 volta in totale.
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poco82
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Re: XXXIV Firenze Marathon - 26/11/2017
@nickbramb non ricordavo il tuo nick (inteso come nickname) ma dalle tue prime righe ho riconosciuto lo stile 



