E anche la mia terza partecipazione a vedere la pura perfomance è stata travagliata.
Partiti tardi con un pettorale altissimo ed infoiati per la lunga attesa, sulle ali dell'entusiasmo alimentato dall'atmosfera sempre fantastica, abbiamo da subito tenuto un ritmo più alto di quello idealmente pianificato.
Agevolati dal clima fresco siamo arrivati tutto sommato senza grandi sofferenze all'Adda in circa 2h 10', dove io però avevo prime avvisaglie di disturbi di stomaco.
Si sa come l'alimentazione e l'idratazione siano su queste distanze in generale fondamentali, ma nella Monza Resegone finiscono per esserlo ancora di più proprio al variare repentino e di temperature, ritmi e tipi di sforzo.
Il conto è arrivato così puntualmente con crampi, non solo miei, e nausea sul prà di rat, con gli ultimi due chilometri da calvario percorsi in quarantasette minuti a chiudere in quattro ore e sette, bruciando gli ampi margini che avevamo sul nostro obiettivo orario di quattro ore.
Il quale obiettivo cronometrico per la verità, qui più che altrove, è solo un dato del gioco.
Te ne rendi conto all'alba tornando sulla terra nella pianura brianzola, in un nuovo giorno coi compagni di avventura e sofferenze.


