Quando i miei genitori mi hanno concepito si sono dimenticati di darmi un pò di vena poetica...quindi non aspettatevi niente di che da questo punto di vista.
Io voglio parlarvi di questa estate quando sono andato in vacanza in montagna in Lombardia...percorso inverso rispetto la maggio parte degli italiani che dal nord si dirigono al mare del sud(....anche della mia Puglia!).
Il terzo giorno era in programma l'escursione più lunga e difficile: la Val Zebrù con salita finale al Rifugio Quinto Alpini.
Partenza la mattina presto e primo tratto in compagnia di mia sorella: 10 km con qualche strappo ma regolari...la natura ci circondava in pieno...il sole splendeva nel cielo...c'eravamo solo noi, il torrente che scorreva rabbioso a causa dello sciogliersi del ghiacciaio che lo alimenta e la natura. Si gestisce la fatica perchè immaginavamo cosa ci aspettava dopo...qualche pausa per bere o recuperare le energie... Dopo la metà del percorso ogni tanto ci toccava uscire dalla stupenda atmosfera in cui ci eravamo immersi per il passaggio delle jeep che portavano i turisti alla Baita del Pastore

. Il primo tratto richiedeva 2 h di cammino...noi camminavamo da 1h e 30' e vediamo un punto ristoro in lontananza. Dalla cartina sembrava potesse essere proprio la Baita del Pastore....ma il cervello in questi casi è capace di negare l'evidenza per nascondere gli entusiasmi. Infatti era proprio la Baita del Pastore...bene...la prima parte è fatta.
Ci fermiamo e recuperiamo le forze...le jeep da qui non proseguono più e sono costrette a tornare indietro. Mia sorella accusa il colpo di vari acciacchi alle ginocchia e deve fermarsi lì con i miei genitori che erano saliti in jeep. Io guardo la cartina. Il Rifugio sembra vicino, ma solo sulla carta: poco meno di 2 km...tempo previsto 2h e 10'

...dislivello di poco più di 700 m
Quest'ultimo pezzo lo affronterò da solo: io, il mio zaino, ed una pietraia che mette paura. Parto con passo regolare, sono le 12.30, l'idea è di non fermarmi per nessun motivo al mondo...prendo già la borraccia dell'acqua in mano perchè so che ne avrò bisogno...il sole è forte e ora è proprio sopra di me. La salita non lascia scampo...all'inizio solo tornanti che non ti permettono di estendere la vista oltre la curva successiva...poi la strada si fa dritta ma pur sempre ripida. Si inizia a vedere una costruzione arancio su uno sperone di roccia...è il Rifugio...ma non voglio pensarci. Il respiro sale e ogni tanto devo rallentare per regolarizzarlo...non voglio affaticarmi allo stremo...non devo fermarmi...e non mi fermerò! Ora lo sperone di roccia con arroccato il rifugio è proprio sopra di me...ma il sentiero (chiamarlo sentiero è eccessivo) ricomincia con una serie di tornanti sulla mia destra. Non guardo l'orologio da quando sono partito...non voglio esser condizionato dallo scorrere del tempo per godermi a pieno la natura e la fatica, si...voglio godermi la fatica!!! Lungo tutta la salita ho salutato con un cenno di testa tutte le persone che ho incontrato...le ho superate tutte e nessuno ha superato me! L'ultimo pezzo di sentiero l'ho fatto con il sorriso stampato sulle labbra...ero felice e soddisfatto. Eccomi arrivato...guardo l'orologio: le 13.20...il mio sorriso si allarga ancora di più

Obiettivo raggiunto...sono proprio felice. Mi godo un pò lo spettacolo naturale che mi offre il rifugio ed uno squisito piatto di polenta con uova e speck con un boccale di birra....me lo sono proprio meritato
Sono quasi le 15 quando riparto...so già che la discesa sarà lunga e che affrontarla da solo non sarà facile
Per non sentire la solitudine e la fatica cerco di ricordarmi tutto ciò che avevamo incontrato all'andata...cercando di ricordarmi cosa avrei visto di lì a poco. Ma ciò che incontravo era come se lo vedessi per la prima volta...il sentiero era lo stesso ma il nuovo punto di vista offriva scenari nuovi e sorprendenti. Anche ora non voglio fermarmi se non per riempire la borraccia, bere e mangiare qualcosa. La fatica si fa sentire...quasi trascino le gambe anche a causa di un dolore alla caviglia (consiglio di non usare un paio di scarpe da trekkin appena comprate per un percorso così duro

)...mi sento svuotato di tutte le forze nonostante abbia mangiato e bevuto in continuazione. Erano quasi le 18 quanso sono tornato al parcheggio di Niblogo...stanco ma felice!
Tutto questo per cercare di descrivervi le emozioni che riesco a trarre dal trekking, anche se sfortunatamente lo posso praticare solo d'estate!