@zeromaratone probabilmente mi sono espresso male... ero in fila all'ikea e avrò editato diverse volte, il risultato sarà stato confusionario, capita
Il senso era:
- che la qualità di una rivista (a differenza di ciò che sottende il glorioso tempi.it che non è certamente specializzato in bibliometria) è sostanzialmente indipendente dal fatto se la rivista in questione sia a pagamento o meno (lo dico perché purtroppo sono laureato in biblioteconomia e archivistica e tra laurea e phd queste cose le ho studiate alla nausea)
- che molte riviste non OA comunque richiedono una fee per essere pubblicati
- che capita anche a riviste piuttosto quotate (OA o chiuse) di pubblicare falsi (non ricerche e teorie poi smentite... proprio delle truffe, dei falsi). Come nel caso dello "studio" di Wakefield
Sulla ricerca (comunque interessante a mio avviso, altrimenti non l'avrei citata) di Bohannon concordo particolarmente con Michael Esien
http://www.michaeleisen.org/blog/?p=1439
Soprattutto quando scrive:
There are deep problems with science publishing. But the way to fix this is not to curtain open access publishing. It is to fix peer review.
Ciò non significa che tutte le pubblicazioni siano "merda". Solo che lì, come nei forum ce ne è una buona quantità e quindi si devono avere gli "anticorpi" per sfuggire alle più perniciose. Perché il meccanismo delle review è tutt'altro che infallibile. Perché spesso il peer review è fatto a mentula canis (se ti piace il latino

). Perché la bibliometria e la valutazione della ricerca sono tutt'altro che scienze esatte.
Tutto qui. Forse così è più chiaro.
So il significato del mio nickname anche se è preso più nell'eccezione di Frank Herbert in Dune (mi ha sempre incuriosito il dualismo Shaitan/Shai-Hulud che è più negli occhi di chi guarda che nella "divinità" stessa) che nell'uso comune arabo del termine.
Tutto molto bello ma mi sa che siamo OT
