dreamer ha scritto:
Io prendo come termine di paragone il consumo di latte: nell'uomo l'enzima che scinde il lattosio si disattiva progressivamente allontanandosi dall'età infantile, così come sarebbe naturale (fine lattazione = fine latte come elemento dietetico: pensandoci è assurdo che prendiamo latte da un mammifero così diverso da noi

). Eppure da quando l'uomo ha cominciato a bere latte vaccino (più o meno nello stesso periodo dell'avvento dell'agricoltura, presumo) l'organismo si è adattato a quest'impulso.
Dopo aver letto il primo libro di Barry Sears, mi sono reso conto della mia totale ignoranza in campo alimentare. Andando sul sito dell'Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (
http://www.inran.it), mi sono dato una occhiata alla composizione di molti alimenti e sto cercando di imparare.
Partiamo da un fatto incontrovertibile: l'uomo è onnivoro, deve variare la sua dieta inserendo alimenti differenti, quindi non mi sembra molto "assurdo" bere latte di vacca, così come mangiare carne di animali che stanno andando in putrefazione (perché di questo si tratta), oppure mangiare le uova delle galline, che sarebbero potute essere pulcini. L'essere umano ha necessità di alimentarsi, e siamo la specie dominante forse anche per la nostra capacità di mangiare un po' tutto.
Veniamo al discorso relativo al fatto che l'uomo non sia geneticamente adatto alla dieta ricca di cereali e derivati: il paragone del latte secondo me non regge. Il latte, soprattutto quello parzialmente scremato, contiene protidi, lipidi e glucidi in quantità perfette per quello che indica l'alimentazione a zona, quindi l'organismo umano non ha nessun problema ad assimilarlo. I prodotti invece che siamo abituati a trovare in abbondanza sugli scaffali dei supermercati, cereali e derivati, sono prodotti che hanno dal 70% al 90% di carboidrati. Quando ci mangiamo 100g di pasta, il nostro corpo si trova in difficoltà nel ricevere così tanti carboidrati in così alta concentrazione, ed ecco che aumenta la glicemia e tutti i problemi annessi (obesità generale ed il diabete di tipo 2, più precisamente l'insulinoresistenza).
Quello che si diceva qualche post sopra, è che ci vorranno molte migliaia di anni prima che l'uomo si abitui ad una dieta così ricca di carboidrati e ad avere un pancreas più "tranquillo" che non spari insulina alla prima merendina. Alcuni dolcificanti (generati tramite l'alcol dello zucchero) inseriti nelle famose caramelle senza zucchero, provocano la secrezione dell'insulina alla sola masticazione. Il corpo umano, sentendo tramite le papille gustative la presenza di alta concentrazione di zuccheri, si prepara ad abbassare la glicemia generando insulina in anticipo. Pensiamo di modificare questi meccanismi con qualche centinaia di anni?