dubai...crollo totale delle prestazioni

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docdennis
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Re: dubai...crollo totale delle prestazioni

Messaggio da docdennis »

Grazie mille delle info ! Io per ora continuo sulle tre uscite a settimana, facico quel che posso senza cercare prestazioni, giusto per non fermarmi del tutto. Sui lunghi invece ancora faccio casino, tiro 6/7 km senza sosta e poi inzia il calvario tra passo e corsa leggera, la prossima uscita provo ad impormi una sosta di 5 min. ogni 4km e vediamo come va (certo l'acqua al seguito purtroppo questo mese è esclusa....)
Andrea1969
Maratoneta
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Re: dubai...crollo totale delle prestazioni

Messaggio da Andrea1969 »

lore75auh ha scritto:
docdennis ha scritto:ciao, il mio dubbio non era legato al fatto che con il caldo le prestazioni possano decrescere, ma piuttosto che dopo due mesi di allenamenti regolari nulla fosse cambiato rispetto ai primi giorni. mi ha stupito che ci mettessi così tanto ad abituarmi, ....
Guarda, facciamo a capirsi.
Lungi da me l’intenzione di impartire alcuna, alcunissima “lezioncina”. O se proprio vuoi interpretarla come tale, allora prendila come l’unico tipo di lezione che chiunque, in vita propria, dovrebbe sempre e comunque accettare se gli venisse impartita: la lezione di basilare buonsenso.
La mia risposta NON è stata indotta dalla tua intenzione – legittima – voler di correre a quelle temperature, bensì dalla tua manifestazione di sorpresa e meraviglia che, in quelle condizioni, le tue prestazioni scadessero a livello di “crollo verticale”.

L’impostazione della questione in questi termini, da parte tua, è platealmente dimostrata dal titolo stesso che hai dato al thread. E allora, ripeto, è per questo e soltanto per questo che ne è derivata la mia risposta: con la quale volevo semplicemente esprimere la mia sorpresa e meraviglia per la tua sorpresa e meraviglia.

Ho visto che hai in parte corretto il tiro affermando che cose ovvie per molti possono non esserlo per tutti; poi puntualizzando che in realtà la tua sorpresa si riferiva alla mancanza di adattamento dopo due mesi; e poi ancora, facendo riferimenti a tutti coloro che vivono in modo permanente in climi caldi.

In realtà anche tutte queste precisazioni spostano di poco la sostanza: la quale rimane quella di una meraviglia egualmente stupefacente. Seguendo la tua concezione di “capacità di adattamento”, infatti, significherebbe che il nostro corpo sarebbe in grado di adeguarsi a qualsiasi condizione ambientale e climatica, anche la più estrema, semplicemente dopo un periodo più o meno lungo di tempo, riuscendo alla fine a conservare ed esprimere al 100% le proprie potenzialità in modo assolutamente inalterato. In sostanza, qualsiasi sforzo noi riusciamo a compiere alle nostre latitudini e temperature (corsa compresa) tempo 1-2-3 mesi e potremmo tranquillamente replicarlo anche all’ Equatore o al Polo Sud. E se questo non accade, dovremmo vibrantemente meravigliarci: ma come, corpo mio, mi tradisci così ? Non ti adatti ? Ti vuoi prendere gioco di me e della mia volontà e della mia passione ?

L’ho buttata un po' sull’ironia, ma solo per evidenziare la palese assurdità della tesi: attenzione, non l’assurdità del concetto di “adattamento” ma soltanto del senso e dell'accezione estremizzata che gli attribuisci. "Adattarsi" non significa recuperare e ripristinare tutte le potenzialità, ma semplicemente mettere in atto meccanismi che limitino i danni: un po' come coprirsi sentendo freddo e scoprirsi sentendo caldo. Lo stesso sudore rappresenta una forma di adattamento fisiologico, e così le variazioni della frequenza cardiaca e quelle del metabolismo, del sonno e così via. Ma questo nulla ha a che vedere con le prestazioni. Paradossalmente, un corpo che “crolla” nelle prestazioni è proprio un corpo che lancia al cervello un preciso messaggio, ossia la richiesta di non venire sovraffaticato in quanto già stressato nelle proprie funzioni vitali dalle condizioni ambientali circostanti.

Del resto, quando ti riferisci alle popolazioni che vivono lì, vorrei sommessamente farti notare che se c’è un motivo per il quale da secoli esiste un mondo sviluppato ed uno sotto-sviluppato, evidentemente è in gran parte proprio per questo: vivere a certe temperature è come partire ad handicap, l’adattamento del corpo avviene proprio muovendosi in modo più lento, e non solo il corpo ma anche la mente. Significa muoversi meno, pensare meno, produrre meno. Questo è l’adattamento: una vita al rallentatore. E di qui il sotto-sviluppo. E’ sul clima che si sono costruite le fortune del mondo occidentale, perché altrimenti dovremmo dedurre che gli africani sono dei fessi (e, fisicamente, dei menomati) ma così non è come dimostrano tutti quelli che, appunto, vivono e sono vissuti in America ed Europa e facendosi valere nei campi più disparati, da Carl Lewis a Obama passando per innumerevoli scienziati, atleti, ecc. Il “crollo delle prestazioni” nella corsa altro non è che uno dei diecimila decadimenti in cui incorrerebbe un occidentale (americano o europeo che sia) trasferito di peso in quelle condizioni ostili. E tu te ne sorprendi ?
Ribadisco, il mio intervento verteva su questo: la tua interpretazione radicale di “adattamento”. Che è un po’ come pretendere di correre allo stesso modo stando bene oppure con 40° di febbre addosso, magari sorprendendosi del crollo delle prestazioni. Insomma, mi è sembrato di leggere la ribellione a una vera e propria legge fisiologica o legge di natura; un po’ come chiedere alla forza di gravità di smettere di esistere. Tutto qui, nessunissima “lezione” !
Andrea1969
Maratoneta
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Re: dubai...crollo totale delle prestazioni

Messaggio da Andrea1969 »

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microgroove
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Re: dubai...crollo totale delle prestazioni

Messaggio da microgroove »

Complimenti per il lessico.... =D>

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