Holden ha scritto:Alan ha scritto: Bisognerà ridurre un pò i carichi, ma non fermarsi dice!!!
Per fortuna almeno da altri frequentatori del forum arrivano notize confortanti e positive: dispiace continuare ad essere l'unico ad usare toni negativi in ogni messaggio... e comunque, nonostante tutto, "guarda me, prendo tutta la vita com'è, non la faccio finita ma incrocio le dita e mi bevo un caffè"

@Holden
Inutile dirti che continuerò ad aggiornarti (gli intervalli tra i vari messaggi in realtà dipendono solo dalla concomitanza di varie condizioni : avere effettive novità da comunicare, averle prima un minimo verificate e confermate, e poi avere un sufficiente ritaglio di tempo e calma per scrivere ...). Per come son fatto, non esiste proprio dimenticarsi di una persona con cui si sono condivise seppur virtualmente esperienze, a maggior ragione sofferenze. Tantopiù poi visto che è un attimo ritornare a condividerle.
Sì, perché intendiamoci : mi sto rendendo conto che queste situazioni sono tutto un divenire, è tutto un IMPARARE tramite prove e controprove. Pr capirsi, della serie : togli l'asfalto, aggiungi il tempo e vedi che succede ; riaggiungi l'asfalto, togli un po' di tempo, e aggiungi un po' velocità e vedi che succede; al primo dolore fermati del tutto e vedi come va ; al secondo fermati un po' di meno (oppure viceversa di più) e vedi se ci sono differenze; una volta prova un giorno d'intervallo, un altro due, un altro tre; e così via.
E' indubbiamente un lavoro certosino, per certi versi estenuante, per altri versi dotato anche di un paradossale fascino perché sembra veramente di essere in un laboratorio e utilizzare se stessi come cavie (un po' come capitato a te sul serio con l'Università). Per poi arrivare faticosamente a "conclusioni" che bisogna avere comunque l'umiltà di non considerare mai definitive, sempre suscettibili di essere rimesse in discussione.
Nel mio caso posso solo richiamarmi a quello che io ho sempre sostenuto come il mio timore principale di situazioni come le nostre : la girandola di infiniti tentativi con altrettante presunte "cure" delle quali prima o poi una, in modo del tutto casuale, finisce per sovrapporsi alla remissione della patologia, anche solo parziale ma comunque del tutto SPONTANEA. Inducendo così al più classico degli abbagli, cioè quello di farsene attribuire il "merito" : ossia convincere di aver finalmente trovato la mitica "cura giusta", mentre in realtà non c'entra per nulla. E rischiando pure di andarsi a cercare ulteriori guai se quelle pseudo - cure, oltre a non servire a nulla, comportano magari anche effetti collaterali negativi. E' stata in fondo questa idea, questa convinzione a darmi la testardaggine di sopportare un supplizio che sull'arco di 15 mesi ha richiesto a tratti prove di autentico stoicismo senza buttarmi appunto tra le braccia di quella pletora dei più disparati "guru" che in questo campo sembrano star lì ad aspettare come avvoltoi sulla riva del fiume le aspettative di gente annaspante, spesso ormai depressa e con una qualità della vita distrutta, mossa nient'altro che dalla disperazione e dalla sensazione di avere "nient'altro da perdere" se non i soldi (dei quali però di fronte alla salute non importa più nulla: ma, senza voler generalizzare, gli avvoltoi aspettano proprio questo). Già m'immagino la scena : anche solo per questi parziali ma per me stratosferici miglioramenti che sto sperimentando, adesso sarei qui a darne merito all' ultima "(casualissima) cura provata, magari pure dispensando consigli a destra e a manca su quanto beneficio ne abbia tratto e consigliando a tutti di provarla: il tutto mentre invece non c'entra un fico secco.
Intendiamoci : proprio perché si tratta di viaggiare nella "certezza dell'incertezza", nulla si può dare per scontato e si continua comunque a vivere giorno per giorno. La mia sensazione è di essere risalito dal baratro fin sul crinale di quel fifty-fifty dove muoversi diventa questione di equilibrismo, perchè basta la minima scompostezza per rischiare ogni momento di ricadere dalla parte sbagliata (cioè nel baratro) anziché da quella giusta, dove ci si trovava in origine. Di sicuro, visto che leggendo i vari commenti ed anche leggendo la tua esperienza è citato l'agonism, posso dire che per me quest'ultimo resterà, per sempre, a dir poco una meteora nella mia vita : in quanto durato appena 3 mesi (dico tre!), giusto sufficiente a farmi capire che anche alla mia età avrei potuto avere un futuro e togliermi begli sfizi e soddisfazioni ma ancor più sufficiente ahimè - ad avermi infilato nel successivo inferno.
Del resto, essendo giunto alle conclusioni (appunto tramite le ripetute prove e controprove di cui parlavo) che per me sono micidiali sia l'asfalto, sia certe velocità, sia certe durate, ebbene già questo basta ed avanza a rendere l'agonismo intrinsecamente incompatibile con la mia situazione.
Ma in realtà neppure mi interessa : in fondo non averlo praticato per 20 anni è la miglior involontaria dimostrazione di come nel mio intimo la corsa non sia mai stata (come invece avviene per tanti altri) uno dei tanti possibili pretesti per sfogare il desiderio di "competizione", né un escamotage per darsi autodisciplina e tantomeno una fonte di autostima compensatrice di carenza di stimoli o di scarse soddisfazioni in altri campi, bensì una pura e semplice fonte di benessere e pace con me stesso. E del resto proprio il medesimo senso di libertà che mi regala la corsa è quello che mi rende refrattario a ogni forma di ingabbiamento in schemi di allenamento. Quindi rimettermi a gareggiare senza neppure chissà quale desiderio, privo di quella preparazione senza la quale si fa fare solo bella figura ad altri e soprattutto con la consapevolezza che questo mi farebbe ripiombare all'inferno, sarebbe solo folle autolesionismo: in altri termini, è privo di senso sotto tutti i profili.
Detto quanto sopra come premessa generale, quanto prima cercherò di dettagliare meglio le ultime settimane e tutte le mie ultime "prove". Le vivo sempre con l'ansia di veder svanire da un istante all'altro le mie speranze e congetture, ma tant'è...anche a questo ci sto facendo l'abitudine.
Un saluto a te e ovviamente a tutti.
Andrea