Certificato medico: istruzioni per l'uso

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gnr
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Re: Certificato medico: istruzioni per l'uso

Messaggio da gnr »

gunny5 ha scritto: Ho notato che quest'anno la prova al cicloergometro è stata più impegnativa: mi hanno imposto di tenere un ritmo di 90 contro i 75 dell'anno scorso! :nonzo: Le misurazioni dei cicloergometri sono tutte standardizzate, vero?

Posto che, fatto così, mi pare più serio come esame e quindi ci ritornerò l'anno prossimo, però mi chiedevo perché non stabiliscano delle regole oggettive per fare questo esame in modo che lo sforzo sia sempre misurato nella stessa maniera... :nonzo:
Delle regole oggettive ci sono, purtroppo sono poco realistiche e dunque fa bene il medico che le "interpreta" un po', per esempio
aumentando la frequenza di pedalata (che diminuisce la forza richiesta e dovrebbe risultare meno impegnativo, almeno per chi
riesce a coordinare il gesto).
Comunque il test e' fatto a gradini di potenza, la frequenza di pedalata non influisce su questa misura.
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panros
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Re: Certificato medico: istruzioni per l'uso

Messaggio da panros »

@gnr infatti stavo cercando anche io il documento proposto dal coni per capire. Ma dal cellulare faccio fatica.
Sorridi anche se il tuo sorriso è triste, perché più triste di un sorriso triste c'è la tristezza di non saper sorridere.
J.M.
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gnr
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Re: Certificato medico: istruzioni per l'uso

Messaggio da gnr »

panros ha scritto:@gnr infatti stavo cercando anche io il documento proposto dal coni per capire. Ma dal cellulare faccio fatica.
Ci faresti fatica anche dal PC, i motori di ricerca non sono quelli "neutri" di una volta ](*,)
Comunque per quanto mi risulta vige la legge regionale, nel bene o (a mio parere) nel male.
markvno
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Re: Certificato medico: istruzioni per l'uso

Messaggio da markvno »

Ho fatto la visita presso il centro di medicina dello sport della AUSL.
mi hanno richiesto esame urine recente (meno di un mese fa) e certificato che attesti che sono apposto con antitetanica
mi hanno fatto:
- spirometria
- esame obiettivo con escultazione e palpazione
- ecg e misurazione della pressione a riposo
- cicloergometro con ecg continuo sottosforzo e ripetute misurazioni della pressione fino al raggiungimento delle frequenza massimale teorica (220 - età, nel mio caso 220-43=177). Ho fatto cmq presente al dottore che la mia frequenza massimale è probabilmente molto più alta in quanto correndo raggiungo facilemnte anche i 190 battiti (una volta ricordo di aver raggiunto i 197).

Idoneo e arruolato :salut:

Marco
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Re: Certificato medico: istruzioni per l'uso

Messaggio da Doriano »

protocollo standard :thumleft:
PB:
10k: 43.03 (Alpin Cup 2015)
21k: 1.33.22 (Novara 2016)
42k: 3.34.48 (Pisa Marathon 2016)

fai correre anche tu il porcellino :pig: di Running Forum, scopri qui come! viewtopic.php?t=46765
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Re: Certificato medico: istruzioni per l'uso

Messaggio da MadSeason »

Buono che almeno abbiano avuto la "voglia" di testarti fino a frequenze alte.
Nel mio caso se applicassero la FC Max teorica con il 220 - l'età, stiamo lì due giorni, perchè a 182 non ci arrivo nemmeno se mi lanciano da un burrone
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Re: Certificato medico: istruzioni per l'uso

Messaggio da tafaz73 »

Aggiungo la mia. Avendo fatto pallavolo agonistica più o meno dall'età di 16 anni ti posso assicurare che la visita é assolutamente identica, nonostante i due sport siano quanto più distante uno possa pensare. Per il discorso gradino-cicloergometro fintanto che ho giocato a pallavolo (fino a 32 anni) ho sempre fatto il gradino. Da quando corro (37 anni) ho sempre fatto cicloergometro. Abito in Lombardia e ho sempre fatto la visita nello stesso centro.
luca74
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Re: Certificato medico: istruzioni per l'uso

Messaggio da luca74 »

Ciao, giusto per aggiungere una info io (42 anni) ho sempre fatto la prova sotto sforzo sullo scalino. Faccio la visita in un centro privato in Piemonte.
saluti
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Certificato Medico: utile o no?

Messaggio da The Observer »

Un post sulla rubrica Italians, diretta da Beppe Severgnini, pone il problema dell'unicità o quasi della regolamentazione italiana in tema di certificato medico. Io non so se statisticamente il certificato medico - al contrario di quel che dice l'autore - sia utile o meno. Certo è che per molti residenti all'estero come me la necessità di procurarsi il certificato è un potente disincentivo a correre nelle gare del nostro bellissimo Paese. Nel mio caso ancora non mi sono posto veramente il problema, ma me lo dovrò porre prima o poi.

Voi che ne pensate? Ma anche al di là delle opinioni sull'opportunità o meno di rompere gli zebedei richiedendo pezzi di carta ed esami, avete dati in supporto di una tesi o dell'altra?

Maratone in Italia: il certificato medico e il Comma 22

Caro presidente del CONI Giovanni Malago’, sono Ercole Guidi, podista 67enne canadese. Agli stranieri non residenti, per partecipare a una maratona in Italia vengono richiesti: 1. Tessera “Runcard” 2. Certificato medico d’idoneita’ alla pratica sportiva agonistica dell’atletica leggera rilasciato dal medico sportivo abilitato, secondo le norme vigenti in Italia. Mentre la Runcard, includendo l’assicurazione per gli infortuni mi sembra una richiesta da pubblicizzare e incoraggiare, la certificazione medico-sportiva precipita il podista straniero nel classico paradosso del Comma 22 ( https://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_del_Comma_22 ). Nel mio caso si chiede, se ho capito, a un medico canadese di firmare un certificato in cui deve attestare di avermi visitato secondo le norme vigenti non in Canada – dove, come negli USA, Germania, Gran Bretagna e Giappone, per restare ai paesi delle 6 Abbott World Marathon Majors (ma anche nel resto del mondo, eccetto Italia e Francia) per partecipare alle maratone basta sottoscrivere una liberatoria (waiver) – ma secondo le norme vigenti in Italia. Parlandone tra podisti di varie nazionalita’, tutti mi hanno detto di avere escluso l’Italia (e la Francia) dai loro itinerari turistico-podistici proprio per l’ostacolo della certificazione medica; vista la crescita continua del turismo podistico, presumo anche a sostanziale discapito dell’indotto economico in Italia. Le statistiche recenti, tra l’altro, sembrerebbero smentire l’efficacia degli esami richiesti per la certificazione medico-agonistica (essi infatti non accertano la probabilita’ di aterosclerosi coronarica, che e’ la causa piu’ frequente della morte da sport dopo i 40 anni), visto che in Italia ci sono stati 6 morti negli ultimi 5 anni nelle maratone (Palermo; Maremontana; Roma-Ostia; Firenze; Pescara; Stramilano), e 0 morti in quelle di Boston e New York City negli stessi anni con il quintuplo dei partecipanti. L’intento del legislatore di preservare la salute, nell’attualita’ dei numeri sembrerebbe ridursi a un costoso adempimento burocratico. Ho corso diverse maratone, tra cui Boston e New York nel 2015; vorrei, prima di diventare decrepito, correre la maratona di Roma, la mia citta’ natale. Mi aiuta, caro presidente, a superare il Comma 22 della richiesta di un certificato che nessun medico canadese puo’ rilasciare?
Ercole Guidi
“Great things are done when men and mountains meet" -- William Blake, circa 1793
Il mio DIARIO. Le mie corse su Strava
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Joe Mestizia
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Re: Certificato Medico: utile o no?

Messaggio da Joe Mestizia »

Boh, io so che lo sport nazionale italiano purtroppo è ripetere il solito mantra auto-flagellante:
"Solo in Italia ... all'estero invece sì che le cose si fanno come vanno fatte".

Parlando con diversi amici all'estero mi risulta che appunto, come scrivi tu, invece in molte nazioni il protocollo di controllo medico è molto più "leggero" che in Italia; in diverse nazioni sembra si possa correre anche solo con semplici autocertificazioni.
Onestamente più passa il tempo più constato che i controlli dalle mie parti diventano ancora più severi.
E nonostante ciò ...
A Novembre 2014 ero alla Maratona di Firenze dove c'erano davvero tantissimi stranieri da ogni parte del mondo (su un totale di quasi 10.000 iscritti). Ricordo di aver parlato con Francesi, Tedeschi, Americani, GIapponesi, Olandesi, Svizzeri, Inglesi. Molti di loro erano in gruppi ed erano ormai degli affezionati della gara.
E purtroppo è stato alla fine di quella gara che è mancato il povero Luigi Ocone, un runner della Madonna, che è crollato al 41esimo km quando stava passando mi pare intorno alle 2 ore e 40 (era nei primi 50 della classifica se non ricordo male).
Pure lui supercontrollato, con visita in ordine.
Non lo so, non credo che i controlli possano salvare dalle fatalità ma comunque definire rotture di zebedei le visite mediche richieste in Italia mi sembra non appropriato.
E anche il valore statistico che citi tu sarebbe da discutere perché ... non sappiamo quante persone sono state probabilmente "salvate" in quanto è stata loro negata l'idoneità, non credi?
Last but not the least: è verissimo quello che dici sul fatto che il protocollo non include controlli per l'aterosclerosi coronarica però oggi alla minima alterazione riscontrata sul tracciato a riposo e/o sotto sforzo ti mandano subito a fare ecocardio e/o holter e/o scintigrafie varie, esami doppler, ecc. ecc.
Ti assicuro perché è successo anche a me.

Con affetto.

Joe
Per aspera ad astra ...

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