beh...come piu volte ho detto in questo forum, cioe che secondo me i BCAA sono utili a favorire il recupero e vanno presi solo nel post allenamento o post gara (e nel caso di allenamenti solo dopo quelli particolarmente impegnativi o lunghi ) e non servono a un bel niente invece se presi prima...(io li prendo nel post allenam o post gara), ecco a voi un copia incolla di un articolo di Enrico Arcelli! direi un interessantissimo articolo del prof Arcelli!
Chi sa chi è il prof Arcelli non c'è bisogno di presentarlo qui! per chi non sapesse chi è, dico semplicemente che è uno dei migliori e piu qualificati tecnici preparatori dell'atletica in Italia e un medico, con alcune specializzazioni tra cui e non da ultima in scienza dell'alimentazione!
dal sito
http://www.novararunning.it/Arcelli/ami ... ficati.htm
Enrico Arcelli per Novararunning:
Fra gli integratori che, a torto o a ragione, sono molto usati dagli atleti ci sono sicuramente gli aminoacidi a catena ramificata, indicati anche come BCAA dalla terminologia inglese Branched Chain Aminoacids. Si tratta di tre aminoacidi che devono il loro nome al fatto che c'è una ramificazione nella catena carboniosa che ne costituisce lo scheletro; sono la valina, la leucina e la isoleucina. Essi (assieme alle vitamine e ad alcuni acidi grassi) vengono detti essenziali per il fatto che sono molecole che hanno contemporaneamente due caratteristiche: da un lato sono indispensabili all'organismo; dall'altro lato l'organismo - che pure è capace di sintetizzare molte migliaia di molecole differenti - non è capace di fabbricarli. Essi, dunque, devono essere obbligatoriamente assunti dall'esterno.
Ricordo che ad un convegno un tale ne parlava come se fossero farmaci, sosteneva che erano pericolosi per il fegato e proponeva di considerarli doping. Gli dissi allora che sapevo che quel giorno li aveva presi anche lui e quel tale, indignato, mi chiese di ritirare subito quello che avevo detto. Gli spiegai che nella carne circa il 4% del peso è rappresentato proprio da aminoacidi a catena ramificata e che, essendo sostanze essenziali, se non ne avesse presi almeno 5 grammi per giorno, dapprima si sarebbe ammalato, poi sarebbe morto!
Quanto alla possibilità che facessero male al fegato, si trattava di una di quelle falsità che - per il fatto di essere ripetute continuamente - finiscono per essere credute verità sacrosante. Gli aminoacidi a catena ramificata, del resto, vengono dati proprio ai malati di fegato (il "Free Liver", il prodotto della Bracco a base di questi aminoacidi, è nato proprio per gli epatopatici e soltanto in un secondo tempo è stato "riciclato" per gli sportivi; per questo ha un nome che significa "fegato libero"). L'idea di reputarli sostanze dopanti, poi, non può stare in piedi; possono essere ritenuti dopanti, infatti, soltanto i farmaci, non gli integratori, quali semmai sono gli aminoacidi a catena ramificata.
Ma gli aminoacidi a catena ramificata possono essere utili agli atleti, in particolare ai corridori del mezzofondo e del fondo?
Come "carburante" da prendere prima di una gara o di un allenamento, non sembrano funzionare. Uno studioso molto importante, il britannico E.A. Newsholme, aveva sostenuto che i BCAA permettevano di avvertire in misura minore alla fatica, poiché avevano la capacità di ridurre nel cervello la produzione di un neurotrasmettitore che, appunto, fa sì che si avverta la sensazione di affaticamento; ma anche le ricerche compiute in questo senso non hanno dato esito favorevole.
Un tempo si sosteneva anche che essi fossero molto utili per favorire l'incremento della massa e della forza dei muscoli; da questo punto di vista, invece, le ricerche indicano che nell'atleta il vantaggio è minimo o nullo.
Quello che è certo, ad ogni modo, è che gli aminoacidi a catena ramificata sono utili nel favorire il recupero dopo una gara o dopo un allenamento impegnativo; essi, infatti, consentono di avere meno dolori muscolari e, soprattutto, fanno sì che siano minimi gli squilibri ormonali (abbassamento degli ormoni con effetto anabolico, come il testosterone, e innalzamento di quelli con effetto catabolico, come il cortisolo), squilibri che, invece, si hanno quando l'organismo è sottoposto ad uno stress fisico. Insomma: è semmai il caso di utilizzarli - specie quando non si è allenati al meglio - quando, per esempio, si fa una corsa a tappe oppure si hanno due corse molto vicine, una situazione che nell'atletica non è fra le più comuni.
Per il fatto che si possono trasformare in glutammina, poi, possono anche aiutare ad evitare di incorrere nelle malattie infettive, per esempio in quelle delle prime vie aeree che colpiscono talvolta l'atleta quando si allena molto duramente o fa uno sforzo al quale non è abituato. In questi casi, infatti, l'organismo - che di solito non ha problemi a produrre tutta la glutammina di cui necessita - non riesce a soddisfare le richieste; e a soffrirne sono anche i tessuti che sono impegnati nel produrre le difese contro gli agenti infettanti. Se si è fra coloro che prendono il mal di gola ogni volta che si allenano molto o quando fanno una gara molto dura, si può anche prendere in considerazione l'eventualità di utilizzarli, in alternativa alla glutammina ed eventualmente in combinazione con la vitamina C.
Temo, in definitiva, di avere deluso chi sperava di avere un vantaggio cronometrico dal fatto di assumere i BCAA. Anche a prenderne molte decine di grammi in una volta sola, di sicuro non si guadagna neppure un secondo!
(Enrico Arcelli)