BananaJoe ha scritto:Andrea mi dispiace ma la vita non ruota intorno alla corsa. Non puoi correre, va bene. Allora? Allora fai altro, nuota se ne sei capace o va in bici. L'unica cosa che conta, detto da me uno senza medaglie, e' continuare a fare attivita' fisica e, ovviamente, vedere il futuro con positivita'.
In bocca al lupo per tutto.
Quello che cerchi e' dentro di te, altrimenti e' nel frigo
Ciao, rompo il silenzio per rispondere a te (e approfitto comunque per chiarire che leggo tutti, e con piacere), semplicemente perché mi ci "costringe" la prima frase del tuo post.
Forse non è chiaro : se c'è uno che ha sempre malvisto (e interiormente persino biasimato) le persone che fanno "ruotare" o addirittura fagocitare la propria vita su una sola cosa fino a livelli talvolta patologici, questo sono io. Magari sbagliando, ma le ho sempre considerate persone un po' "povere" (umanamente parlando), con cui non mi ha mai fatto granchè piacere aver a che fare. La cosa ovviamente vale anche per la corsa ed i relativi maniaci.
Pur correndo da 25 anni, appena 2 anni fa (e per giunta su "spinta" di un amico) ho comprato il primo orologio della mia vita ed ho partecipato alle prime - e rimaste uniche - quattro - cinque gare. Quindi giusto per dire come non abbia mai fatto minimamente dell'agonismo o della competizione, o delle tabelle di allenamento o dei miglioramenti misurati col cronometro la "molla" della mia attività, che invece è sempre e solo stata basata come mezzo per ottenere uno stato di benessere, salute, per combattere lo stress. Sempre chilometraggi più che normali, lontani dunque mille miglia dalle degenerazioni rambistiche generalizzate a cui abbiamo assistito in questi ultimi anni, dove sempre più gente sembra usare la corsa per ottenere quell'autostima che evidentemente non sa ricavare da tutti gli altri aspetti e componenti della propria vita.
Quindi sentirmi dire (io!) che la vita non ruota intorno alla corsa mi sembra un abbaglio colossale fin dalla premessa.
Il problema qui è che questo "mostro" (così l'ho definito) sembra volersi prendere tutto, un pezzo dietro l'altro. Ho smesso di correre. La vacanza mi ha fatto capire che anche con l'alpinismo potrei aver chiuso, e persino con gran parte del semplice escursionismo.
Mi dici "vai in bici", sì, mi è "rimasta quella, l'ho fatto oggi, ma quando uno smette di fare cose complementari finisce per regredire su tutto : senza corsa perdi il fiato, senza fiato anche andare in bici diventa una sofferenza e non puoi più fare quello che vorresti (e che prima potevi) : appena verificato oggi, se pure ce ne fosse bisogno .Parli del nuoto : e già, ma perdonami, se si tratta di arrivare al punto di dover ripiegare su una cosa purchessia (anche una mai piaciuta), beh, allora perché non anche il golf, biliardo, il pugilato ?
Mi sembra francamente anche un po' offensivo definire in modo sottile e sottinteso qualcuno "grizzly" (il famoso "schizzinoso" della ministra Fornero) perché dopo essersi visto negare al 100% tutte le cose che gli piacevano - nessuna esclusa - non se ne "fa piacere" qualche altra.
La vita non ruota intorno alla corsa, ma il fatto è che la mia non ruota più neppure intorno alla montagna, neppure più intorno alla bici e addirittura - per dirla tutta - neppure più al SEMPLICE CAMMINARE, visto che è diventato doloroso persino quello: e qui parliamo di quotidianità. Cosa faccio, risolvo con una bella carrozzella così posso fare attività fisica girandone le ruote ?
Senza contare che questa logica del "doversi far piacere" già la patisco da anni in veste di celiaco, non sai le cose che mi sono dovuto far piacere non potendo mangiare qualsiasi derivato del grano. Quindi per me è un po' la pioggia che cade sul bagnato.
Scusa la franchezza, ma sono sicuro che - almeno adesso - comprenderai anche lo stato d'animo.