La mia maratona numero 5 inizia esattamente 10 mesi fa, quando la vigilia di Natale decido di farmi un bel regalo ed iscrivermi, del resto ritengo che un maratoneta italiano non possa non correre questa gara, e ora che l’ho percorsa non posso che confermare.
Contrariamente alle mie abitudini, consigliato da alcuni amici decani (@giampis su tutti) e per limitare giorni di ferie e/o assenza mi decido a fare tutto in giornata, partenza con un bus di podisti della zona alle 5 (quindi sveglia alle 4) e rientro con il bus stesso direttamente da Tronchetto. Logisticamente forse la scelta migliore, ma il rovescio della medaglia, oltre alla levataccia (ma anche chi alloggiava in zona non ha potuto evitare di fare trasferimenti), è stata l’impossibilità di godere la città nel pre e post gara e soprattutto il clima della vigilia, in particolare l’expo e l’ingresso alla Villa Parini. Davvero un peccato, ma non si può avere tutto.
Come da tradizione dormo poco ma stavolta esagero: ben 2 ore dalle 22 a mezzanotte! Sento che il corpo nonostante tutto ha riposato, ma la mente continua a frullare: la prossima volta giuro che mi bevo una bella camomilla

Il bus arriva a Stra di buon ora, abbiamo tutto il tempo per prepararci, e ci vengono distribuiti pettorali e pacco gara. Qualcuno ha già descritto il pacco gara, a me tutto sommato non è dispiaciuto, anche la maglia la trovo diversa dalla solita mezza manica e la M mi calza bene, forse solo le maniche sono un po’ lunghe…
Per arrivare alla partenza si cammina attorno alle mura della villa, c’è già un sacco di gente e ne approfitto per il bagno, le file sono già lunghe…per fortuna non fa troppo freddo, e la pettorina gentilmente fornita dal mio gruppo è sufficiente sopra la maglia a mezze maniche, così consegno la sacca e, mentre bevo una miscela esplosiva di the bollente e Red Bull, mi dirigo sulla linea di start per il raduno RF. Non riconosco nessuno, così mostro il cellulare con la home page (maialino compreso

) ma tutti mi guardano come si guarderebbe un venditore di rose in mezzo al deserto, quindi con aria poco rassicurante, ergo nessuno è ancora arrivato, così ne approfitto per fare una capatina al parco della villa per le foto di rito.
Al mio ritorno ai gradini mi accorgo di essere l’ultimo ad arrivare al raduno: un saluto veloce a @raptor che rivedo con piacere dopo la ColleMarathon e una stretta di mano a tutti gli altri. Meno male che c’ero io col telefono per fare la foto!
Nel giro di pochi minuti è ora di entrare in griglia, e così entro in compagnia di @Kitt e @Zoi93: vedo che loro due sono già belli carichi e concentrati, entrambi puntano a un tampone, io non dico che sono rilassato ma sento meno la tensione, così un po’ chiacchieriamo ma non ci dilunghiamo più di tanto, ci saranno a breve altre occasioni per farlo!

Cresce l’attesa e con essa l’emozione: molto bello davvero trovarsi in mezzo a tutti gli altri con l’elicottero di Raisport che ci riprende, lo speaker che ci incalza, l’adrenalina che sale!
Piccolo intoppo con l’Inno Nazionale fatto partire troppo tardi, così senza nemmeno il count down nel bel mezzo dell’Inno si parte. Ma era così tassativo rispettare l’orario di partenza? Non si potevano aspettare quei 30 secondi in più? Probabilmente ragioni tecniche legate al cronometraggio o esigenze televisive…
Siamo in buona posizione, perdo subito di vista i due forumisti, ed ho già il primo problema: la vescica! La miscela di cui sopra, l’emozione, il fresco, … sta di fatto che non posso correre 42km in questa condizione, e così imito un altro corridore e alla prima siepe del km 2 ne approfitto. Mi accorgerò che contrariamente al mio solito e pur bevendo molto durante e dopo la gara non espleterò le mie funzioni idrauliche fino alle 21. La maratona davvero comporta tali stravolgimenti al fisico.
L’ambizione era quella di stare nei ritmi della Wachau Marathon di un mese fa e giocarsela nel finale, ma fin dai primi km mi accorgo che oggi non è sagra, le gambe sono dure e capisco che non sarà una passeggiata. Ma è davvero emozionante attraversare tutti i paesi nella Riviera del Brenta, con una sacco di gente festante, applausi, musica (ho contato 21 gruppi musicali!), i bambini, qualche cartellone, … insomma una grande festa.
Nei primi km mi avvicino ad un gruppo di volontari vestiti di giallo schiamazzanti e fischiettanti: sono gli amici di Sammy Basso, e così ho il buontempo di tirar fuori il telefono e immortalare il mio incontro con questo ragazzo simpaticissimo con un selfie in corsa: sono un pessimo fotografo e non sono neppure fotogenico, ma per l’istante colto, le nostre espressioni, lo sfondo dei volontari incitanti, bah questo scatto me lo ricorderò a lungo. Grande Sammy e grandi i suoi amici accompagnatori!
Ai ristori bevo e mi nutro regolarmente e con parsimonia, questa è la prima volta che trovo le bottigliette e devo riconoscere che è moooooooolto meglio dei bicchieri, è un peccato sullo spreco ma davvero si beve senza spezzare il fiato, mi rinfresco pure, soprattutto in faccia per cercare di mantenere la lucidità (tentativo vano dal 30esimo in poi). I volontari sono eccezionali, ma a Mestre mi lascio andare ad un istante di nervosismo quando prendo dalla mano di uno di essi una marmellatina ancora confezionata: azz avrei mangiato pure la carta per non mettermi lì ad accartocciarmi per aprirla!
Comunque pian piano si arriva a Mestre, bello il passaggio in città con la folla festante, poi nel parco San Giuliano davvero un bel clima con molta gente, biker, passeggiatori, molti con parole di incitamento, pure un tizio un cartello che recitava più o meno WE’RE PRIDE OF YOU col quale ci siamo scambiati un energico five, supero un encomiabile atleta in carrozzina che giustamente riceve molti elogi dagli altri atleti e dal pubblico.
E poi si parte con i ponti: su quello in uscita dal Parco mi sembrava davvero di essere ubriaco! Oddio non che fossi del tutto lucido, più o meno in quel tratto la stanchezza comincia a farsi sentire e sono costretto a calare il ritmo, sento che la fiammella comincia a spegnersi ma ho ancora un buon margine per stare nelle 3h25. Fortunatamente il clima mite e quasi per niente ventoso mi aiuta a superare il Ponte della Libertà senza ulteriori patemi, ma i veri problemi inizieranno con l’ingresso a Venezia: più avanzo e più faccio fatica, agli ultimi due ristori decido pure di fermarmi per qualche secondo, imponendomi di limitare la sosta il più possibile non tanto per il crono ma per non spezzare il ritmo (se così si può definire la mia andatura in quei frangenti), molti runners mi superano, da lì in poi sarà sempre peggio, così, facendo tutta quella fatica sui primi ponti, quando capisco che il PB è ormai lontano, non impiego molto a mettermi il cuore in pace e a iniziare a corricchiare. Ma non tutto il male viene per nuocere: sono distrutto ma procedendo lentamente (gli ultimi due km sono intorno ai 6’) riesco a godermi meglio la magnifica vista e atmosfera. In Piazza San Marco è un tripudio, la attraverso tutta a braccia alzate richiamando il pubblico, la gente mi sta davvero spingendo verso l’arrivo, davanti alla Basilica ho pure la forza di fare il gesto del Cristiano (in quei momenti avevo bisogno davvero di tutti i Santi). Mi superano a vagonate, dopo la U in Piazza incrocio pure i pacers delle 3h30. Eh no va bene tutto ma almeno il sub 3h30 non posso lasciarmelo scappare e così ritrovo un piccolo obiettivo, la mente si riaccende, esco dallo stato di catalessi in cui mi stavo piacevolmente cullando e raccolgo le energie residue per tenerli a distanza.
Ultimi faticosi ponti, nuovo tripudio di folla, e l’esaltante arrivo. Il crono dice 3h29, il real sarà poi di circa 30 secondi meno.
Sono esaltato ma stravolto, mi siedo davanti al deposito borse, gentilmente mi viene chiesto di fermarmi solo pochi minuti, trangugio succo e integratore del sacchetto post gara. Vorrei fermarmi ai massaggi ma c’è troppa fila, e così mi ripiglio su una panchina e mi sembra di rinascere. Vago alla ricerca delle docce, praticamente non ho trovato indicazioni e ho chiesto informazioni non so a quante persone, pure ad una cameriere di un ristorante, finché sotto l’acqua e in mezzo al delirio di quei corpi nudi rinasco definitivamente (non per i corpi nudi eh).
Di nuovo bello lavato e profumato mi fermo un po’ in zona arrivo, siamo intorno alle 4h30, e mi emoziono vedendo le facce stravolte e soddisfatte dei runners ancora in gara. Chiamo pure mamma, la quale ha seguito la diretta e per una vaga somiglianza era convinta che fossi il pettorale 19, per intenderci la lepre della prima donna. Magari!

però devo dire che con quelle riprese televisive finalmente molti amici profani e i miei genitori hanno potuto apprezzare la bellezza di questi eventi, l’emozione di viverli da dentro, la fatica e la soddisfazione che si provano a correrla.
È anche ora di mettere qualcosa sotto i denti che non sia frutta o liquidi e così mi dirigo al vaporetto verso il Tronchetto, un po’ mi dispiace lasciare quell’atmosfera e quella meraviglia di città, ma al bus ho appuntamento all’abbondante ristoro del gruppo, dove oltre a riempirsi la pancia ci si racconta la bellissima esperienza appena provata. Ed i racconti e le chiacchiere proseguiranno pure nel viaggio di rientro praticamente fino a sera…
Tirando le somme, al di là di piccoli intoppi questa maratona merita un 10 e lode per il percorso, l’organizzazione e tutto il contorno in una realtà problematica come ben sappiamo essere Venezia, posso confermare alla grande i racconti entusiasti di chi mi ha preceduto quest’anno e gli anni scorsi.
Quando non batti il PB dici che il crono non conta: ebbene sarebbe stato magnifico fare 5 minuti meno, ma per le mie aspirazioni il bicchiere è sempre abbondantemente mezzo pieno, tutti confermiamo che il finale è molto duro, scambio volentieri le emozioni provate ieri e tuttora presenti con un record personale! Per quello ci saranno altre occasioni…
Ringrazio tutti quelli che mi hanno prima incoraggiato e che poi si sono complimentati, ringrazio gli amici del raduno, è stato un piacere conoscersi anche per pochi minuti!