
Come sempre faccio le cose al contrario.
Ed allora inizio dalla fine, ringraziando davvero tutti, di cuore (anche perché non so quanti di voi avranno voglia di leggersi sto papirazzo fino alla fine); senza retorica, è stato un piacere ed un onore esserci ed avere condiviso con voi gli avvenimenti dello scorso weekend, che è stato davvero un susseguirsi ininterrotto di emozioni. GRAZIE!!!

Qui di seguito, ho cercato di riassumere (ma il dono della sintesi non mi appartiene, evidentemente

- un sonno d’alta quota, che ha spazzato via i pensieri di una densa settimana lavorativa per lasciare posto ad una bravata adolescenziale; una di quelle che fanno scuotere la testa a padri preoccupati e sospirare madri ansiose mentre tu, incurante di tutto, sei determinato a portare a termine l’avventura pianificata, sicuro che il suo ricordo sarà degno di essere rievocato più volte negli anni a venire durante le migliori serate tra amici: quelle trascorse al solito locale, chiacchierando davanti ad un’ottima birra rossa a doppio malto.
- un cambio di valige volante, che ha portato a Roma poche cose futili e molte altre del tutto inutili, facendomi dimenticare l’unica cosa che, scarpe a parte, mi avrebbe permesso di partecipare alla gara competitiva: il certificato medico. Quando, alla consegna del pettorale, ho scoperto che la competitiva rappresentava una porta chiusa, non immaginavo che un portone grande così si stava già spalancando…..
- il viaggio d’andata: l’auto che percorre serenamente i circa 650km come fosse su binari, tranquillizzata dai miei occhi che, drogati dall’adrenalina che inizia a salire, non danno segni di stanchezza. Le chiacchiere con Marco87, una piacevole scoperta, caratterizzate da brevi discussioni di corsa e lunghe conversazioni di vita.
- Il pre-raduno: un’eccitazione bambina, come quelle che a casa dei nonni mi accompagnavano per tutta la vigilia di Natale, nella febbrile attesa del momento in cui avrei potuto scartare i regali, mentre fuori della finestra fiocchi candidi scendevano placidamente, ovattando il mondo.
- Il raduno. E’ come partecipare ad una festicciola in una piccola baita di montagna, dove un camino crea subito un’atmosfera complice e poi… gli abbracci dei vecchi amici, le vigorose strette di mano con i volti nuovi, l’odore della legna, un brandy profumato, la musica che non è né troppo malinconica né troppo chiassosa... Insomma, hai presente quanto si sta proprio bene?
Poi mi estraneo per un momento e apprezzo il contesto. Eh già, perché la cornice è senza dubbio suggestiva: ci si trova al tramonto, sovrastati dalla maestosità della basilica più famosa al mondo e della sua favolosa cupola, mentre l’abbraccio rassicurante della creazione Vasari ci avvolge. Estasiante.
- La cena per me è una standing ovation per Podistica San Damaso che per stare leggero in vista della gara “se fa n’abbacchio”, la sua compagna che non corre ma se si beve allora se ne può parlare ed dunque prende in considerazione l’idea dell’Arrancabirra, Gaby che “di corsa” riesce a piazzare qualche monosillabo mentre Heydi prende fiato tra una mitragliata e l’altra, e Fat Daddy che corre il rischio di auto-digerirsi perché prima di lui i camerieri hanno portato da mangiare perfino al gatto del vicino. Il tutto, arricchito dalla piacevole frizzantezza della Armandos’s family al completo (Armà, tuo figlio è una vera forza!). L’atmosfera rilassata ed al contempo allegra che si respira è squassata da un tizio dalla faccia da ferro da stiro ed una terribile camicia anni ’80 che ci invita a saldare il conto e liberare i tavoli; il tutto con la cortesia ed il tono conciliante di un sergente dei marines.
- Fine serata con Ing, Fat, Gaby e Grid (mitici!) diretti al B&B (ziopanda santo subito), puntando dritto verso quel letto che mi vedrà svenire sul cuscino col timore di russare come un grizzly con problemi di adenoidi per tutta la notte.
- Con la stessa combriccola, dopo un’insufficiente dose di caffeina, l’indomani mattina procedo verso lo stadio delle terme di Caracalla, dove lo striscione che campeggia sul gazebo di Running Forum (grazie Castoro&Heydi) mi ricorda il motivo per cui sono a Roma, mentre il mio mononeurone sta ancora cercando di fuggire dalle grinfie di Morfeo.
Ancora presentazioni, soprattutto con i simpaticissimi amici RomaniddeRoma, chiacchiere e propositi pre-gara.
MarcelloS. inizia il riscaldamento quando il tizio che sparerà lo start è ancora al bar a farsi un cappuccio, concentrato come un chirurgo di fronte ad un operazione a cuore aperto, mentre qualcun altro sta cercando il modo per fare pipì osservando una condotta ritenuta civile.
- La strategia della mia gara ricalca il cinismo del catenaccio buon vecchio Trapattoni, ovvero provare ad ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo: in questo caso il massimo risultato è rappresentato dal divertimento, mentre il minimo sforzo dall’esigenza di coprire i 13Km del percorso stancandomi il meno possibile: non voglio fare il fenomeno ignorando la stanchezza già accumulata e giocarmi anche il carico da 11 dello strapazzo di una gara tirata, soprattutto perché ho subodorato che successivamente un baccanale mi potrebbe causare una leggerissssima sonnolenza post-prandiale.
Parto con la dovuta calma insieme alle superpinks Runningmami, Corsamatta, Lalla, Heidy, Francesca Savonese e Tolly, prodigandomi nell’interpretazione del ruolo che mi riesce meglio: quello del buffone.

Il gruppo si sfilaccia e rimaniamo io e la straripante Heidy, che dal pozzo delle sue mille risorse pesca il jolly di una splendida idea: poiché né io né lei abbiamo il chip (ecco il portone!), possiamo traghettare al traguardo Tolly, che nel frattempo abbiamo raggiunto e deve scappare a casa appena giunta all’arrivo, che le altre fanciulle che si trovavano leggermente attardate. E mettiamo in pratica questo piano, giungendo così al traguardo due volte a braccia alzate, tutti mano nella mano e con lo sguardo ed il pensiero rivolto al cielo.
- Il pic-nic post gara è devastante per numero di Kcal ingerite (per quanto mi riguarda, credo siano state pari a quelle necessarie ad un pinguino per sopravvivere all’intero inverno antartico

- Poi c’è stato l’arrivo di una giovane donna…. l’incedere lento ma sicuro, il sorriso dolce incorniciato dal pallore di un volto gentile, l’istinto materno che non perde mai di vista una bimba inconsapevole di ricambiare lo sguardo del mondo con due occhi speciali… momenti di tumulto interiore ed occhi lucidi.
- La giornata si conclude tra i baci e gli abbracci tipici di una rimpatriata tra commilitoni (con il vantaggio che qui però l’atmosfera è ingentilita dalle pink)
Arrivederci amici…. alla prossima… e speriamo sia davvero presto…
- Il viaggio di ritorno mi preoccupa di più: finora ho tenuto bene ma adesso (con la ventrazza impegnata a digerire un cocktail di salumi e formaggi nostrani, insalate di riso e pasta, creme pasticcere e krumiri) ho paura che degli inesorabili piombi si aggrappino con forza alle mie palpebre, rendendo inaffidabile lo zelante cocchiere che c’è in me, mettendo in pericolo anche Marco87 e Sarah13, graditissimi passeggeri della diligenza diretta alle prealpi longobarde.
L’unico modo per tenermi vigile è bombarmi di caffeina e continuare a parlare con i ragazzi: quindi ingurgito espressi e coca cola a garganella e poi inizio a raccontare episodi legati alla mia vita, invitando i presenti a fare altrettanto.
In questo modo sono venuto a conoscenza di torbidi episodi che hanno visto coinvolta la nostra top runner al tempo in cui frequentava un famigerato college d’oltralpe, ma non ho intenzione di divulgare pubblicamente quanto appreso poiché risulta molto più remunerativo utilizzare tali informazioni a scopo estorsivo (ai danni di Sarah13 o Euge, questo è ancora da definirsi).
Anche Marco87 partecipa attivamente alla chiacchierata e, ad un certo punto, ammettere candidamente di abbandonarsi, nei suoi momenti di intimità sessuale, a selvagge pratiche masochiste, con particolare riferimento al calpestamento (il tutto però, senza mai separarsi dai suoi amati pedalini bianchi a coste). E mi fermo qua solo perché ho letto il regolamento
Comunque, grazie a loro anche il viaggio è stato un vero piacere.
- Tornato a casa, fisicamente ridotto come uno straccio bagnato, finalmente riabbraccio la mia compagna, che ringrazio per lo spirito con il quale sopporta me, il mio lavoro, ed a volte pure le mie follie.
- Dentro, rimangono un grande ricordo, un forte senso di appartenenza, un pizzico di malinconia, e taaanta voglia di rifarlo


Mirko