Lord_Phil ha scritto:Marcos ha scritto:Pero' gnr una cosa non mi e' chiara.
Se il consumo di glicogeno e' legato alle calorie bruciate, perche' dici che dipende dal tempo e non dalla distanza ?
Io ho sempre saputo che si bruciano calorie in rapporto alla distanza percorsa e il tempo che ci si mette e' ininfluente e infatti si considerano i 30km una soglia grosso modo valida per tutti (uomo sui 70kg) indipendentemente dal ritmo (ovviamente si parla di sforzo aerobico).
Non ti è chiara perche hai ragione

Altrimenti non si parlerebbe di muro dei 30km...secondo la teroia di gnr Gebreselassie incontrerebbe il muro al km 30, altri al km 25, quelli piu scarsi al km10 perche vanno piu piano

Lascierei stare il muro, che non e' un fenomeno cosi' preciso tant'e' che sia i professionisti sia gli amatori ben allenati non lo incontrano mai, zuccheri o meno..
mentre quelli poco allenati lo possono beccare a qualsiasi distanza (a me nella prima maratona a 38km)...
per Noakes ed altri non si tratterebbe neppure di un fenomeno energetico ma di natura probabilmente neuro-muscolare.
La domanda di Marcos invece e' lecita ed interessante, se lo scarso (termine sdoganato da te

) va meno veloce a parita di %VO2max, perche' il suo glicogeno non dura per piu' tempo, compensando in termini di distanza totale?
I motivi sono tanti, a partire dal fatto che lo scarso non e' (purtroppo per lui) un Bekele con polmoni piu' piccoli.
E' probabile che immagazini meno glicogeno, anche perche meno allenato.
E' quasi sicuro che sia meno efficiente nella corsa, consumando piu' energia "a vuoto" per ogni km.
Lo stesso vale per la sua efficienza termica e la sua propensita' di sudare, perdendo efficienza nella contrazione muscolare.
Ma sopratutto a questa intensita' e' vincolato nel tempo (come il professionista) dal fegato, che ha una capacita' molto limitata di immagazzinare glicogeno
in rispetto alla sua portata in uscita (con un valore massimo fisso) per rifornire i muscoli e cervello di glucosio (vedi Hawley et al or Jeukendrup).
Esaurito il glicogeno del fegato, la corsa si rallenta notevolmente, anche se i muscoli delle gambe possiedono ancora notevoli depositi di glicogeno.
Perdipiu' si sviluppa una significativa ipoglicemia che porta nei migliori di casi a confusione mentale, scarsa coordinazione e disinteresse per gli obbiettivi di gara.
Il risultato e' che il nostro scarso in assenza di zuccheri ingeriti ha perso la sua possibile posizione in classifica ben prima dei 30km.
Certo che poteva evitare questi casini senza assumere zuccheri semplicemente impostanto un passo molto piu' cauto,
in modo di consumare molto piu' grassi. In quel caso il limite dei 30km o meno sparisce, basta pensare al caso limite di uno che cammina per 42km.
Ma cosi' non sta piu' facendo gara, o perlomeno non con un suo pari che prende i zuccheri e va il piu' forte possibile
