Ieri ho festeggiato così l'ingresso negli anta

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21 km nel Parco Regionale Velino_Sirente, in Abruzzo, salendo al rif. Sebastiani dalla val Morretano, proseguendo poi per la cresta che sovrasta il rifugio e tornando indietro per una valle parallela a quella dell'andata.

Alla fine il Garmin segna un dislivello di 1565 m.

Il ritmo è stato mooolto rilassato, di poco inferiore ai 9/km di media. Sono riuscito a correre per tutta la prima parte della salita (i primi 6 km) tranne un passaggio nel sottobosco dove il letto di foglie era troppo morbido e insidioso e tranne lo strappo finale per arrivare al valico. Sono arrivato su stanco morto; inoltre i 3 litri di liquidi sulle spalle (più altri pesetti vari nello zaino) si facevano sentire. Ho recuperato fiato in discesa nonostante il fondo (prato montano molto secco pieno di buchette, senza traccia di sentiero) richiedesse molta attenzione. Nonostante il recupero, quando è riiniziata la salita per il rifugio, abbastanza ripida, le gambe non ne volevano sapere, quindi ho tirato fuori i bastoncini e ho cercato di tenere un buon passo. Sosta al rifugio (km 9 circa) per scambiare due chiacchiere con un vecchio amico che non vedevo da secoli e poi su per gli ultimi 200 metri di dislivello fino al punto più alto. Anche qui, a parte il primo breve tratto in falsopiano appena dopo il rifugio, non ci ho pensato nemmeno a correre, visto il sentiero molto ripido e scivoloso. Dalla cima è iniziata la parte più spettacolare della gita, con un percorso di cresta in discesa fino circa al km 12 sul quale ho corso con estrema cautela ed attenzione per il fondo caratterizzato da affioramenti rocciosi tipici di questi terreni calcarei, con roccioni talienti ed irregolari, per cui ho preferito affrotnare alcuni passaggi di passo. Giunto alla selletta dopo il km 12, ho dovuto di nuovo tirare il freno perché la discesa molto ripida, era di nuovo senza traccia e delicata. Purtroppo ho dovuto continuare al passo anche dal km 14 al 16, perché la traccia non era segnata (correvo sulle tracce delle mucche) e il rischio di sbagliare era notevole. Poi la traccia finiva su una carrareccia dove ho potuto riprendere a correre... ma oramai le gambe non ne potevano più e ogni salita appena più ripida o lunga finiva forzatamente al passo.
In definitiva, un bellissimo giro, in una zona di quelle montagne che non ero mai riuscito a esplorare in tanti anni di frequentazione, in perfetta solitudine. Per i miei standard, sono stato davvero soddisfatto. Mi sarebbe piaciuto riuscire a correre anche un po' di più o un po' più forte, ma sicuramente mi mancava la resistenza, visto che anche su strada è da parecchio che non supero i 14-15 km. Oggi ho le gambe tutte indolenzite, ma sono felice come un bimbo.

Dico quello che penso, faccio quello che dico.