Secondo me la corsa può essere affrontata anche con un approccio scientifico (chi lo avrebbe mai detto eh che io la pensi così). Perché coinvolge una serie di meccanismi fisiologici che sono stati ampiamente studiati.
Ovviamente io non so giustificare i dati da cui provo a partire. Non ne ho le capacità tecniche. Cerco solo di rifarmi a studi compiuti da chi ci ha speso una vita, magari non su internet, ma nelle aule universitarie, nei laboratori e sulle piste e strade di tutto il mondo
Quindi non so giustificare il perché la fascia di frequenza cardiaca ideale per la mezza sia 88 90 % ma ho capito il perché lo si dice (la frequenza cardiaca è il dato più facilmente misurabile fra i vari che possono misurare lo sforzo fisico del corpo). A questo punto leggo che oltre un certo valore si inizia a produrre più acido lattico di quanto si riesce a consumare. Leggo che i muscoli doloranti e duri dipendono da questo. Leggo che a seconda delle gare si può allenare il corpo a usare l'acido lattico in modo più o meno efficiente. Leggo che nelle gare corte, dove si sta su velocità oltre la soglia anaerobica, la produzione di acido lattico si ha maggiormente all'inizio raggiungendo il livello di stop prestissimo (si parla nei primi 200 metri in un 800). Leggo che nella mezza l'equilibrio sta lì e nella maratona sta intorno alla soglia aerobica.
Leggo tutte queste cose basandomi sulla credibilità della fonte. Poi provo ad osservare cosa succede a me e a voi e ci trovo una connessione.
Mi appassiono quindi all'idea di capire i meccanismi per ottimizzare la macchina corsa. Probabilmente tra l'altro senza poterlo neppure provare direttamente io.
Ma è un approccio poco emozionale certo, ma che non si può confondere con i discorsi di vari santoni più o meno improvvisati dei vari metodi "strani"
Poi c'è da dire che spesso il tutto coincide con quello che dice chi ha esperienza
Del resto se corro ogni giorno un oretta a 124 126 bpm...a qualche cosa dovrò pur pensare no ?
