Dal Dizionario Ragionato della Corsa:
Tecar
L’ultima frontiera dei trattamenti terapeutici effettuati dai fisioterapisti è la c.d. Tecar, il cui principio scientifico, così come illustratomi da un operatore, è il seguente: “cioè, interviene sulle cellule e le scalda, così guariscono prima, cioè, meglio, ma non tutte le cellule, solo quelle in profondità, infatti non senti caldo, si va beh, quella volta mi ero addormentato e te l’ho lasciata accesa venticinque minuti sul ginocchio, e un po’ si è arrossato, cioè, solo un po’, comunque scaldandosi la cellula sta meglio, in pratica, cioè.”
Più complicata ed incomprensibile di questa, ho sentito soltanto la spiegazione della separazione degli isotopi nella procedura di arricchimento dell’uranio...
La denominazione Tecar pare derivi dal commento di un podista piemontese che, rivolgendosi all’apparecchio, per non insultare direttamente il terapeuta che gli aveva presentato il conto, avrebbe affermato: “Vaca boia, se t’è car…”
La leggenda vuole poi che il predetto, tornato a casa dalla moglie, e spiegatole che la famiglia non sarebbe potuta andare in vacanza, a causa delle ingenti spese sostenute per il trattamento della contrattura subita al “Giro delle colline di Saluzzo”, sarebbe stato accolto dal seguente gelido commento del coniuge: “Cretino, hai fatto i conti senza l’oste-opata”.
