Domenica strana...o forse sarebbe meglio dire:particolare. Mi sveglio alle 7.00 e affacciatomi alla finestra vedo una coltre bianca che ha ricoperto il paesaggio e la neve che continua a cadere, ancora, copiosa (e pensare che solo pochi giorni prima morivo di caldo!). Percorro con la macchina i 25 km che mi separano da L'Aquila e nel frattempo la neve diventa pioggia con l'abbassarsi della quota. Quando arrivo a nei pressi del capoluogo (la prima volta dopo il 6 aprile) comincio a vedere alcune case sventrate, altre, in legno, in fase più o meno avanzata di costruzione e chiesette che sembrano reggersi in piedi come i castelli fatti con le carte da gioco e che, probabilmente, non sono state demolite solo per il loro valore artistico. E' davvero strana questa giornata molto grigia e alla partenza mi rendo conto che gli atleti sono quasi tutti di Roma e questo mi dà quasi la conferma di un mio pensiero ricorrente: "L'Aquila è come un braccio di Roma che si protende ad est"...non so se ne siano contenti gli aquilani

, ma è una mia sensazione! Che dire invece della gara? Tostarella! Saliscendi!
Sampietrini scivolosi! Siamo passati in mezzo al centro storico (il più colpito dal sisma) ma aldilà di aver notato un sacco di impalcature, la mia attenzione non è andata oltre, perchè concentrata sul mio sforzo (a me capita sempre così in gara). Tempo? Boh! Il crono mi segnava 44'19" da quando l'ho fatto partire a quando l'ho fermato...solo che non sono sicurissimo che quei due istanti corrispondessero all'inizio e al termine della gara

! Bevo un tè caldo, prendo la macchina e ritorno in mezzo alla neve con una sensazione strana dentro!