La prima volta che correvo sulla neve: è stata un'esperienza "Regale".
Soprattutto, è stata un'esperienza completamente nuova, sconosciuta, diversa.
Trionfale.
Una perdita di verginità con fuochi d'artificio.
Un modo completamente differente di vivere il mio Sport. Dove la corsa è gettarsi a capofitto in una discesa senza paura, sapendo che se cadessi atterreresti sul morbido. E' lottare di continuo contro le Leggi dell'equilibrio, della gravità e della fisica, in una perenne danza per rimanere in piedi, che nemmeno la Moonwalk di MIchael Jackson. Dove la corsa significa sprofondare nella neve fino ai pettorali, rimanere incastrati, e a fatica tirarsi fuori, ridendo a crepapelle come un cretino perché a volte l'esistenza è una cosa semplice.
Giornata di un Sole tale che avrebbe convertito in credente anche l'ateo più impenitente. Sopra i 1300m moltissima neve, e paesaggi incantevoli, molto nordici e fiabeschi in alcuni tratti.
Una marea di gente per una gara di questo tipo, e la solita organizzazione vicina alla perfezione della galassia dell'Alto Vicentino.
La mia gara: andatura turistica i primi 2/3. Andatura molto competitiva nell'ultima parte, nell'ultima discesa e nella salita finale. Dopo 5 mesi senza gare, ed "allenamenti" con cuffiette nelle orecchie - definirli tali è offensivo per coloro che si allenano -, un responso nemmeno troppo negativo.
Ho concluso in 1.44 alto o in 1.45 basso, confesso di essermi dimenticato di accendere il cronometro in partenza.
Ottima compagnia: Raptor, il quale va ringraziato 10000000000 volte per avermi convinto a venire, ormai sempre più PR delle terre Serenissime

, e il grande Ceskorigo fresco di ritorno alle competizioni, il quale ha cercato di imitare Pantani a Madonna di Campiglio nel 1999, partendo ultimo e rimontando l'80% delle posizioni - il tutto senza EPO né il Dr. Conconi -.
Due considerazioni finali:
1) Io, mezza sega, in discesa sulla neve sono forte. Più forte che in salita. Io, caga-sotto, in discesa sulla neve mi diverto. Più che in salita. E' il Mondo al contrario più estremo.
2) La Felicità esiste, ed ha la forma dei savoiardi ai ristori, da pociare nel té.
