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Resoconto del 1 novembre 2013, Corsa dei Santi.
Roma 10 km
Un ottobre tiepido e piacevole a Roma non è inusuale, ma come quello di quest'anno, penso che sia proprio difficilmente ricordabile. Primo novembre e nulla di nuovo dal punto di vista climatico: oggi si corre in una giornata meravigliosa, Roma è come sempre tutta da ammirare.
Sveglia abbastanza presto, ma non troppo: corro praticamente sotto casa, visto che per arrivare e parcheggiare alle 7:40 del mattino ho bisogno di soli 9 minuti. I gazebo delle società sono a sotto al Mausoleo di Adriano, cioè Castel Sant'Angelo che sta lì, sulla riva del Tevere a fare da sentinella da 1000 anni, anche se le sue origini, come dice il nome, risalgono al grande imperatore Adriano e quindi ai famosi anni delle riforme agrarie, gli anni 10 e 20 del secondo secolo; successivamente, nell'ottocento, diventata la famosa prigione della Santa Sede, non dopo aver attraversato mille vicende, alla quale è ancora materialmente unita con il famosissimo passetto... Mentre mi cambio l'ammiro più volte: uno spogliatoio di lusso!
Sotto “castello” inizia il solito via vai di amici e amiche podisti: Stefano Colabros, come sempre allegro e simpatico, mi saluta e poi sparisce dopo pochi secondi e poi tanti altri. Vestizione rapida ma meticolosa. Oggi in programma un CV (corsa veloce) che secondo le tabelle del còcce, assente dal patrio suolo per la trentunesima trasferta a NY, va corsa al 90% delle mie possibilità.
Riscaldamento solitario in mezzo a tanti amici che saluto e risaluto e passaggio più volte davanti alla mia chiesa preferita: il Santuario della Divina Misericordia, già Santo Spirito in Sassia, proprio alle spalle di via della Conciliazione.
Arrivo in zona partenza e scavalco le transenne insieme ad altri due atleti e mi posiziono a pochi metri dalla griglia riservata ai più forti; il solito inutile runner polemico, rimarca la irritualità della manovra. Gli faccio notare che siamo a Roma, nota città di portoghesi, dove tutto si può fare basta che ci sia garbo e, secondo cosa, lo interrogo sul suo preventivato passo gara, ed alla sua risposta sul passo da vero e proprio podista della domenica, lo invito a prendere ognuno il proprio posto ...il suo a fondo piazza San Pietro mentre si scatenano le risate dei vicini.
Allo sparo c'è qualche spintone, ma in fondo non devo perdere molto tempo per correre tranquillo al passo voluto.
Via della Conciliazione passa subito e attraversato il Tevere ci troviamo su corso Vittorio; qui corro in tranquillità, scambiando quattro chiacchere con l'immenso Giancarlo Dilar dei Ramarri di Villa Pamphili e con qualche altro amico del Paolo Rosi, una delle piste dove mi alleno.
Quest'anno corso Vittorio è aperto per tutta la sua larghezza, e l'ingresso a piazza di Torre Argentina non è drammatico. La zona archeologica sottostante è bellissima e qui il profumo di Roma è eccezionale, siamo nell'antica zona del Campo Marzio ed è qui che avvenne l'epilogo della congiura contro Giulio Cesare. Correre qui non ha prezzo.
Svolta a sinistra e via verso piazza Venezia, che sfioriamo solamente, lasciandola alla nostra sinistra. Qui troviamo anche la prima salitella, che percorro senza grossi affanni. Su via del Teatro Marcello e via Petroselli, mi sposto con altri runners sul marciapiede di sinistra per evitare di correre sui sampietrini (l'acciottolato di Roma), perché le leggere Brooks T7 trasmettono troppo le asperità del terreno e non è così agevole appoggiare correttamente i piedi.
Costeggiamo il Circo Massimo per tutta la sua lunghezza e poi, svolta a sinistra su via di San Gregorio con solito spettacolo mozzafiato della vista del Colosseo che dietro la curva si staglia in tutta la sua bellezza; anche qui mi sposto sul marciapiede di destra per correre meglio. Corro da solo, non avendo trovato nessun compagno di avventura che condivida il mio passo. Poco male, fin ora la gara è andata via tranquilla, ma anche questo secondo dislivello si fa' sentire e la svolta su via di san Giovanni in Latrano, anche se il leggera salita, servirà a riprendere fiato.
Unica nota negativa della gara: alla fine di via di San Gregorio, c'era uno dei peggiori ristori che abbia mai visto. Tre tavolinetti traballanti con un po' d'acqua e sali, nessun tavolino sul lato sinistro ed io sono costretto a saltare il rifornimento: a Castel Chiodato, per la “corri fra le cerase” il ristoro era molto meglio.
Da San Giovanni andiamo dritti verso Santa Maria Maggiore e dal lì giù verso Fori Imperiali. La lunga discesa mi riconcilia con il cronometro, infatti ho perso qualche secondo sulla tabella di marcia ed ora scendendo giù a 3'30”/3'40” e tengo un passo inferiore ai 4' per tutto l'ottavo e nono km. Non voglio forzare più di tanto per non allontanarmi dallo sforzo richiesto per rispettare la tabella di allenamento.
Su corso Vittorio riprendo Viviana, la mia compagna di corsa per tutta la mezza del Lago di Vico; è in grave crisi, la incito e percorriamo tutto il corso insieme, ma purtroppo lei non ne ha più e gira sui 4'20” e quasi alla fine del corso, prima di tornare dall'altra parte del Tevere, mi incita ad andare via da solo.
Percorro il ponte e con la svolta a sinistra siamo di nuovo su via della Conciliazione. La vista dell'arco di arrivo mi induce a sprintare, ma la lunghezza di via della Conciliazione mi fa' correre in continua progressione fino all'arrivo.
La gara è conclusa e la progressione finale indica come fossi ancora in grado di far girare le gambe con una certa disinvoltura. Il passaggio ai 10k ferma il crono sui 40'49” che è anche il PB; un personale corso in scioltezza e su un percorso non adatto ed il cui merito è in gran parte da attribuire al còcce Orlando; inoltre la distanza totale di 10650 non ha permesso lo sprint all'arrivo dei 10000, ma dopo.
Ristoro finale con i soliti amici, parlando del più e del meno e corricchiando torniamo a Castel Sant'Angelo per il cambio mentre i quasi 4000 runners invadono la zona in un festoso dopo gara.
Anche questa è fatta! Buone corse a tutti ed alla prossima gara.