la filosofia è la seguente: resto convinto che esageri, che sia inutilmente talebano, e che il suo modo di intendere la corsa è dannoso per la salute (fisica e mentale) di un runner medio, dato che non tiene conto della componente emozionale che è racchiusa nelle esperienze dei singoli corridori e che non si può riassumere in formule di VoMAX, SAN e quant'altro.
Ciò detto, molti su questo forum lo hanno seguito nei suoi principi generali, e ne hanno ottenuto dei benefici in termini prestativi. Finora ho seguito tabelle pressochè solo per maratone (solo una volta una specifica per la mezza), usando una volta l'approccio myasics e le rimanenti 3 Pizzolato. In 3 casi su 4 ho raggiunto i miei obiettivi, e quando non li ho raggiunti la tabella c'entrava poco (

), quindi ho constatato che sono metodi di allenamento che "funzionano" su di me. Volendo riuscire a migliorarmi il più possibile, credo sia comunque giusto tentare nuovi approcci, anche filosoficamente diversi da quelli usati finora (Pizzolato = ripetute velocissime e LL molto lenti vs Albanesi = ripetute non troppo spinte e LL a RG +7/10'').
Rimane, di fondo, una diversità di vedute fra me e Albanesi per via di quanto già detto sopra. Voglio però vedere se, al di là dell'approccio ingegneristico che proprio non riesco a digerire, il metodo funziona anche su di me.
E' una sfida, e al contempo cercare di smontare le mie convizioni più profonde sulla corsa. Non so se sperare di avere successo o di fallire clamorosamente. Ma come ogni buon runner, la risposta è scontata, in realtà
