Tor Des Géants - 10-17/09/2017
Moderatori: franchino, runmarco, deuterio, Evuelledi
-
kawua75
- Aspirante Maratoneta
- Messaggi: 224
- Iscritto il: 6 dic 2016, 16:39
- Località: Bovisio Masciago (MB)
Re: Tor Des Géants - 10-17/09/2017
Tanta roba! Ragazzi, tanta roba!
Ho il massimo rispetto di chi si presenta alla partenza, figuratevi di chi riesce a concluderla.
Impresa inimmaginabile per me...
BRAVI! BRAVI! BRAVI!
Ho il massimo rispetto di chi si presenta alla partenza, figuratevi di chi riesce a concluderla.
Impresa inimmaginabile per me...
BRAVI! BRAVI! BRAVI!
-
cicciofuser
Donatore
- Ultramaratoneta
- Messaggi: 1371
- Iscritto il: 1 giu 2017, 14:45
- Località: Milano
Re: Tor Des Géants - 10-17/09/2017
Io manco sapevo che esistesse una roba del genere...il Tor Des Geants...il massimo che avevo sentito nominare ai miei amici appassionati di ultra trail era il trail dell'isola di minorca
tanto tanto tanto rispetto, complimenti a voi che l'avete portata a termine.

tanto tanto tanto rispetto, complimenti a voi che l'avete portata a termine.
HOKA Arahi 6
Brooks Defyance 10
1km: 4:12 - 5km: 24:44 (08/04/2018) - 10km: 50:39 (08/04/2018) - km max: 16
Adidas Supernova Glide Boost 8 (ritirate dopo 720km)
Brooks Defyance 10
1km: 4:12 - 5km: 24:44 (08/04/2018) - 10km: 50:39 (08/04/2018) - km max: 16
Adidas Supernova Glide Boost 8 (ritirate dopo 720km)
-
zeromaratone
- Top Runner
- Messaggi: 5448
- Iscritto il: 17 mar 2014, 9:17
- Località: Torino
Re: Tor Des Géants - 10-17/09/2017
Dal 2014:18 maratone, 6 stars finisher; 2018 100km del Passatore, Ironman70:3
I miei libri: Il Passatore da zero https://tinyurl.com/er5tzd3z +il mio blog [url]https://zeromaratone.blogspot.com[/url]
I miei libri: Il Passatore da zero https://tinyurl.com/er5tzd3z +il mio blog [url]https://zeromaratone.blogspot.com[/url]
-
MarcelloS.
Donatore
- Top Runner
- Messaggi: 23126
- Iscritto il: 26 mag 2010, 22:45
- Località: Arezzo proveniente da Erba (CO)
Re: Tor Des Géants - 10-17/09/2017
Complimenti ai nostri fantastici finisher!!!

PB:
21K:1:22:50('11) - 42K:2:59:49('12)
100K:8:57:38('18) - 6h:70,942*('20) *no Fidal
12h:121,724 km('16): 1° 12h Reggio Em.
24h:200,920 km('17)
Backyard:31h - 207,8 km('23)
9 Colli Finisher 202 km ('18, '19)
Maratone:22+1eco - Ultra:115 (2 ritiri)
21K:1:22:50('11) - 42K:2:59:49('12)
100K:8:57:38('18) - 6h:70,942*('20) *no Fidal
12h:121,724 km('16): 1° 12h Reggio Em.
24h:200,920 km('17)
Backyard:31h - 207,8 km('23)
9 Colli Finisher 202 km ('18, '19)
Maratone:22+1eco - Ultra:115 (2 ritiri)
-
CasalingaDisp
- Guru
- Messaggi: 2258
- Iscritto il: 20 mag 2014, 16:01
- Località: Profondo Nord
Re: Tor Des Géants - 10-17/09/2017
complimenti a tutti
Ale e Silvyetta specials!!!

Ale e Silvyetta specials!!!
Se esistesse veramente la costituzione robusta perché nei campi di concentramento tutti erano scheletrici? [Albanesi]
-
calcatreppola
- Maratoneta
- Messaggi: 316
- Iscritto il: 31 gen 2017, 9:32
- Località: Udine – FVG e Bp-HU
Re: Tor Des Géants - 10-17/09/2017
fantastici!
complimenti per tutto... viva i finishers e anche quelli che hanno anche solo il coraggio di provarci!
complimenti per tutto... viva i finishers e anche quelli che hanno anche solo il coraggio di provarci!
Meglio una lotta disperata che una disperazione senza lotta
91/93 kg, H 1,76. "narancs az élet", "sötét felhő", "kék ég", "tök tök". "terepfelhő", "mosoly"
91/93 kg, H 1,76. "narancs az élet", "sötét felhő", "kék ég", "tök tök". "terepfelhő", "mosoly"
-
rondo
- Maratoneta
- Messaggi: 290
- Iscritto il: 15 ott 2010, 8:34
Re: Tor Des Géants - 10-17/09/2017
E' passata una settimana esatta dal mio arrivo...ma la mente è ancora a vagar per monti.
Vorrei condividere due righe che ho scritto per il sito del mio amico Alen http://www.runningblog.it
TOR DES GEANTS 2017.
E’ il 04/06 sono ormai diversi mesi che non corro, se non qualche sgambata di ca 30′ una volta alla settimana, il TOR dello scorso anno ha lasciato il segno, ed il mancato sorteggio del 2017 ha fatto il resto, ricevo una telefonata da Francesca e Paolo del Free Run, i quali mi chiedono se posso passare dal negozio che hanno bisogno, capita spesso di incontrarci per i più svariati motivi, quindi non penso certo al TOR.
La domanda secca di Paolo: ” che impegni hai dal 10 al 17/09″? ed io, come un pollo ancora non capisco di cosa sta parlando, rispondo vagamente “al momento nessuno” …”ti abbiamo riservato una wild card per il TOR, non te lo abbiamo neanche chiesto, ci hanno dato l’ok e tu sei dentro, quindi non puoi dire di no”.
Giuro mi sono commosso ed ancora con gli occhi lucidi vado a casa…chiamo Simona ed i ragazzi li avviso e senza aspettare un secondo di più, vado a correre.
Poco più di 90gg so non essere tanti ma non mi interessa e mi butto a testa bassa in questa nuova avventura.
Il tempo passa, è il 10/09 ed in questi tre mesi ho fatto davvero tanta strada e tanto dislivello, volutamente non ho fatto gare, proprio per tenere lontano il senso di adrenalina che solo le gare ti danno quindi alla partenza sono molto rilassato e sereno sto cercando il mio viaggio.
Alle ore 10.20 si parte alla volta del primo colle, il col d’arp il quale ovviamente passa via leggero, diciamo che il vero primo obbiettivo di giornata è la base vita di Valgrisa ed arriverà solo dopo aver attraversato, col d’arp, colle alto, e la spettacolare salita al crosatiè, dove gli ultimi 300mt sono una scalata abbastanza esposta, su corde fisse.
L’arrivo a Valgrisa è regolare, sto bene ma è anche vero che non sto forzando per niente, mangio qualcosa mentre Simona, come da programma, gestisce il materiale di ricambio e fa le opportune verifiche al materiale obbligatorio nello zaino.
Riparto alla volta di Cogne in tanto comincia a calare il buio, dovrò scavallare di notte il Col Fenetre 2900+, entrelour3000+ e col louson 3300+ tre mazzate un in fila all’altra che se non le gestisci bene ti spezzano.
Nel frattempo si è unito a me un vecchio amico di Berlino, Falk, conosciuto al TOR del 2014 ed assieme saliamo con passo deciso, decideremo di fare una pausa di 40’ ad Eaux Rousses sotto al durissimo col Louson, credo sia stata una delle migliori scelte strategiche di tutta la corsa, venivamo da cinque colli durissimi, uno in fila all’altro, il Louson, il più duro per ultimo andava affrontato bene e possibilmente col minor dispendio di energie.
Alle 4.00ca usciamo dal rifugio e ci apprestiamo a salirlo, è lunghissimo, si arriva fino ai 2900 con traiettorie interminabili che spaziano dalla dorsale sx a quella dx del vallone accompagnati da vento gelido, gli ultimi 400+ sono su polvere di roccia, credo sia gneis, a tratti verdi, non si arriva più!
Arrivati in cima scendiamo verso la Valnontey e poi Cogne, questo tratto caratterizzato da un fondo abbastanza compatto ci permette di correre abbastanza bene.
Arrivato a Cogne mi faccio una doccia…freddaaaa amen…mangio qualcosa, mi cambio e riparto alla volta del rifugio sogno di Berzè, mi aspettano il vallone dell’Urtier e le finestre di Champorcher, dopo di che, l’interminabile, noiosissima e spacca gambe discesa a Donnas, direi la parte più brutta del TOR.
Arrivato a Chardonnay, mancheranno ancora 19km di discesa su lastre, frane e grandi massi, questa a mio avviso è una delle parti che mette più a dura prova perché, una volta a Donnas, sei molto stanco e neanche a metà, qui la prima grande prova dove devi scavarti dentro per trovare le motivazioni a proseguire.
Arrivato alla seconda base vita di Donnas decido di riposare bene, il raggiungimento della base vita successiva di Grassoney, non è meno duro.
Dopo una bella dormita di 4ore riparto ben riposato e molto carico, ho dormito benissimo ma soprattutto sto benissimo!!!…ndr e ti credo hai dormito e mangiato da re!
Io e Falk in tanto ci siamo persi, non so più dov’è, pazienza, come spesso accade forse ci ritroveremo più avanti o magari all’arrivo ma per quello è ancora troppo presto.
Arrivo in sequenza a Perloz, Sassa, rif. Coda e rif. Balma, niente di particolare da evidenziare, sto bene e vado su come un treno, mi avvio verso il colle della vecchia e via sulla noiosa dorsale sotto bosco che porta a Niel, mangio qualcosa di veloce e poi riparto per il Col del Lasoney, arrivato in cima un vento freddo gelido e pungente mi attraversa e non mi fa avanzare come vorrei, comincio ad essere stanco, le mi risorse si stanno esaurendo, sento la necessità di ricaricarmi, il freddo non permette di fermarmi tanto, prorpio in uno dei più bei ristori, qui siamo nella valle del Loo, torte e formaggi prelibati sul tavolo ma il freddo mi infastidisce, spizzico al volo, saluto, ringrazio e riparto.
Base vita di Gressoney, la terza, ho passato i 200km e tutto sommato sto bene, è sera, quindi decido di riposare almeno tre ore.
Simona ed i ragazzi nel frattempo sempre puntuali e attenti non mollano l’osso, da Niel, dove hanno trascorso gran parte della giornata, si sono trasferiti a Gressoney, Simona entra subito con la sua borsa gialla , massaggio ai piedi mangio qualcosa di rapido e mi infilo subito in un letto. Correre è faticoso ma mi rendo conto che seguire attraverso tutta la valle e ad orari folli non sia meno complesso, questa è la nostra corsa.
Riparto che è ancora notte fonda, non più da solo, si unisce a me Giulia, una ragazza Veronese che dopo una notte di solitudine non ha più voglia di andare da sola, ovviamente fa molto piacere anche me, passare anche la terza notte da solo a parlare coi sassi magari proprio no.
Bene, iniziamo questa nostra prima parte assieme, primo obbiettivo col Pinter, brevissima pausa a Champoluc poi col di Nana fino a raggiungere la 4^base vita, Valtournanche, sono 40km con circa 3000mt+… in mezzo, la pausa al rif. Gran Tourmalein è d’obbligo, è uno dei tanti rifugi che, oltre al cibo standard rifornito dall’organizzazione, mette a disposizione anche del loro e qui mi faccio uno dei minestroni di verdure più buoni che mai abbia mangiato in vita mia e, dall’appetito di Giulia direi che il giudizio su questo piatto non si discute.
La giornata ha girato al bello, abbiamo percorso 240km attendo che Gliulia si faccia medicare un piede e ripartiamo, mancano 100km ancora tanta salita, due notti e le previsioni meteo danno neve oltre 2500 la tappa che stiamo per affrontare che ci porterà fino ad Ollomont a 49km di distanza, è praticamente sempre oltre la quota neve, noi spingiamo e pensiamo solo a salire poi, in base al percorso fatto ed al nostro stato penseremo alla strategia della notte, infatti, arrivati al rif. Magià ci fermiamo a riposare 3ore abbondanti ma, prima di metterci a dormire ci scoliamo…una birraaaa!!!
Il piano pare ben riuscito, in tanto il meteo ci sta dando tregua, pare che il brutto tempo sia davanti a noi.
Usciamo dal Magià alle 2.00± raggiungiamo in brevissimo il Rif Cuney dove mettiamo appena il naso dentro e scappiamo fuori alla svelta, come sempre un posto poco ospitale, procediamo verso il bivacco Clermont dove si respira la vera aria di montagna, 10mtq bella gente e bei sorrisi, due penne in bianco, un saluto e via , ci aspetta una lunga discesa fino ad Oyace, dove purtroppo 3 anni fa fui costretto al ritiro ma pare che questa volta stia andando diversamente.
Arrivati ad Oyace 274km capiamo di stare bene, facciamo una brevissima sosta, un saluto alla Rondo family e via, direzione base vita Ollomont.
Oltre ad avere raggiunto Ollomont, abbiamo anche raggiunto il brutto tempo, ora piove e anche parecchio, in alto è neve, pazienza, abbiamo tutto il necessario per affrontare questo livello di perturbazione.
Mentre Giulia si fa fare un massaggio, io ne approfitto per chiudere gli occhi 10/20’ in certe condizioni anche pochi minuti sono parecchio rigeneranti.
Ripartiamo che piove, ormai la coppia e “salda” si parla di tutto e direi che in compagnia la monotonia del silenzio si spegne che è un piacere, parlando credo che ognuno tragga energia dall’altro ma, soprattutto parlando riusciamo ad ingannare la crisi.
Salendo di quota la pioggia inizia a trasformarsi in neve ma da lì a breve tutto si calmerà tornando a correre all’asciutto.
Arriviamo al Col Champillon molto rapidamente, purtroppo ora ci aspetta un’altra discesa lunga e noiosa che ci porterà a navigare per il centro di qualche borgata fino ad arrivare a S.Rhemy en Bosses questo tratto di discesa che poi, non è che fosse così brutto, tra l’altro molto ben corribile mi aveva messo un po’ in crisi, forse perché volevo arrivare alla svelta, perché da S.Rhemy saremmo partiti alla volta di Courma e nessuno ci avrebbe più fermati, insomma, volevo arrivare!
Finalmente si riparte, abbraccio Simona e le dico, “vai, ci vediamo Courma” …Usciamo da S.Rhemy direzione rif. Frassati a 2500+ dove in terra c’è neve ghiacciata, arrivati al rifugio decidiamo di fare un riposino di 1h30’ d’altronde sono 70km che andiamo ininterrottamente, da qui in avanti il Malatrà è coperto di neve ghiacciata e salendo, lo spessore di neve è sempre maggiore.
L’ultima parte della salita al Malatrà 2900+ è la parte più bella di questo viaggio, il freddo, la neve, la notte stellata sta rendendo questa avventura qualcosa che va oltre, molto oltre di una svilente corsa in montagna, oserei dire piuttosto un grande viaggio interiore che è riuscito mettere in comunicazione e accordo mente e corpo: la volontà di andare alla volontà di restare, come se le due parti, inizialmente in disaccordo, strada facendo avessero trovato il compromesso di viaggiare assieme.
Arrivati sul col del Malatrà ci affacciamo sulla val Ferret, le gran jorasse sono di fronte a noi, ci danno il ben venuto a sx il profilo nero della cima del bianco si proietta sul cielo che lentamente si sta accendendo.
Scendendo la gamba sx cede brutalmente, non ho più la forza di contrastare il mio peso in discesa, il dolore aumenta e comincio a preoccuparmi seriamente, mancano 15km sono pochi ma, non in queste condizioni.
Eccomi dalle stelle alle stalle, sto attraversando la balconata più bella delle alpi ma, non mi sto divertendo, alla mia dx sua maestà il Monte Bianco mi sta guardando soffrire come un cane, i bastoni li sto utilizzando come stampelle e penso, forse impreco ma… voglio arrivare, voglio vedere la Simo, l’Ale, Fede il vero motore la vera forza di questa nostra avventura.
Passa il tempo ma il dolore non dà tregua, anzi in continuo aumento, prossimo obbiettivo rif. Bertone, ci arrivo, entro ed esco praticamente subito, la discesa ora è molto impegnativa e non è certo d’aiuto alla mia gamba ma scendo, stringo i denti ed impreco, finalmente la discesa finisce, è tempo di pensare al traguardo, Giulia è andata, anzi l’ho “cacciata” già da un po’ non volevo rimanesse lì con me e perdersi il piacere di questo arrivo.
Finalmente Courma, i campanacci mi danno il senso della distanza dal traguardo, la gente per strada mi saluta, qualcuno applaude, imbuco il viale ed ancora non ci credo mi vengono incontro gli amici ma soprattutto vedo la mia famiglia, ho voglia di arrivare e di stare con loro più tempo che posso.
La linea gialla FINISH, due salti e sono sopra la pedana, il grande sogno che inseguo da tre anni si è avverato, giro lo sguardo cercando di incrociare gli unici sguardi che mi interessano, Simo, Ale e Fede…ce l’abbiamo fatta!!
Vorrei condividere due righe che ho scritto per il sito del mio amico Alen http://www.runningblog.it
TOR DES GEANTS 2017.
E’ il 04/06 sono ormai diversi mesi che non corro, se non qualche sgambata di ca 30′ una volta alla settimana, il TOR dello scorso anno ha lasciato il segno, ed il mancato sorteggio del 2017 ha fatto il resto, ricevo una telefonata da Francesca e Paolo del Free Run, i quali mi chiedono se posso passare dal negozio che hanno bisogno, capita spesso di incontrarci per i più svariati motivi, quindi non penso certo al TOR.
La domanda secca di Paolo: ” che impegni hai dal 10 al 17/09″? ed io, come un pollo ancora non capisco di cosa sta parlando, rispondo vagamente “al momento nessuno” …”ti abbiamo riservato una wild card per il TOR, non te lo abbiamo neanche chiesto, ci hanno dato l’ok e tu sei dentro, quindi non puoi dire di no”.
Giuro mi sono commosso ed ancora con gli occhi lucidi vado a casa…chiamo Simona ed i ragazzi li avviso e senza aspettare un secondo di più, vado a correre.
Poco più di 90gg so non essere tanti ma non mi interessa e mi butto a testa bassa in questa nuova avventura.
Il tempo passa, è il 10/09 ed in questi tre mesi ho fatto davvero tanta strada e tanto dislivello, volutamente non ho fatto gare, proprio per tenere lontano il senso di adrenalina che solo le gare ti danno quindi alla partenza sono molto rilassato e sereno sto cercando il mio viaggio.
Alle ore 10.20 si parte alla volta del primo colle, il col d’arp il quale ovviamente passa via leggero, diciamo che il vero primo obbiettivo di giornata è la base vita di Valgrisa ed arriverà solo dopo aver attraversato, col d’arp, colle alto, e la spettacolare salita al crosatiè, dove gli ultimi 300mt sono una scalata abbastanza esposta, su corde fisse.
L’arrivo a Valgrisa è regolare, sto bene ma è anche vero che non sto forzando per niente, mangio qualcosa mentre Simona, come da programma, gestisce il materiale di ricambio e fa le opportune verifiche al materiale obbligatorio nello zaino.
Riparto alla volta di Cogne in tanto comincia a calare il buio, dovrò scavallare di notte il Col Fenetre 2900+, entrelour3000+ e col louson 3300+ tre mazzate un in fila all’altra che se non le gestisci bene ti spezzano.
Nel frattempo si è unito a me un vecchio amico di Berlino, Falk, conosciuto al TOR del 2014 ed assieme saliamo con passo deciso, decideremo di fare una pausa di 40’ ad Eaux Rousses sotto al durissimo col Louson, credo sia stata una delle migliori scelte strategiche di tutta la corsa, venivamo da cinque colli durissimi, uno in fila all’altro, il Louson, il più duro per ultimo andava affrontato bene e possibilmente col minor dispendio di energie.
Alle 4.00ca usciamo dal rifugio e ci apprestiamo a salirlo, è lunghissimo, si arriva fino ai 2900 con traiettorie interminabili che spaziano dalla dorsale sx a quella dx del vallone accompagnati da vento gelido, gli ultimi 400+ sono su polvere di roccia, credo sia gneis, a tratti verdi, non si arriva più!
Arrivati in cima scendiamo verso la Valnontey e poi Cogne, questo tratto caratterizzato da un fondo abbastanza compatto ci permette di correre abbastanza bene.
Arrivato a Cogne mi faccio una doccia…freddaaaa amen…mangio qualcosa, mi cambio e riparto alla volta del rifugio sogno di Berzè, mi aspettano il vallone dell’Urtier e le finestre di Champorcher, dopo di che, l’interminabile, noiosissima e spacca gambe discesa a Donnas, direi la parte più brutta del TOR.
Arrivato a Chardonnay, mancheranno ancora 19km di discesa su lastre, frane e grandi massi, questa a mio avviso è una delle parti che mette più a dura prova perché, una volta a Donnas, sei molto stanco e neanche a metà, qui la prima grande prova dove devi scavarti dentro per trovare le motivazioni a proseguire.
Arrivato alla seconda base vita di Donnas decido di riposare bene, il raggiungimento della base vita successiva di Grassoney, non è meno duro.
Dopo una bella dormita di 4ore riparto ben riposato e molto carico, ho dormito benissimo ma soprattutto sto benissimo!!!…ndr e ti credo hai dormito e mangiato da re!
Io e Falk in tanto ci siamo persi, non so più dov’è, pazienza, come spesso accade forse ci ritroveremo più avanti o magari all’arrivo ma per quello è ancora troppo presto.
Arrivo in sequenza a Perloz, Sassa, rif. Coda e rif. Balma, niente di particolare da evidenziare, sto bene e vado su come un treno, mi avvio verso il colle della vecchia e via sulla noiosa dorsale sotto bosco che porta a Niel, mangio qualcosa di veloce e poi riparto per il Col del Lasoney, arrivato in cima un vento freddo gelido e pungente mi attraversa e non mi fa avanzare come vorrei, comincio ad essere stanco, le mi risorse si stanno esaurendo, sento la necessità di ricaricarmi, il freddo non permette di fermarmi tanto, prorpio in uno dei più bei ristori, qui siamo nella valle del Loo, torte e formaggi prelibati sul tavolo ma il freddo mi infastidisce, spizzico al volo, saluto, ringrazio e riparto.
Base vita di Gressoney, la terza, ho passato i 200km e tutto sommato sto bene, è sera, quindi decido di riposare almeno tre ore.
Simona ed i ragazzi nel frattempo sempre puntuali e attenti non mollano l’osso, da Niel, dove hanno trascorso gran parte della giornata, si sono trasferiti a Gressoney, Simona entra subito con la sua borsa gialla , massaggio ai piedi mangio qualcosa di rapido e mi infilo subito in un letto. Correre è faticoso ma mi rendo conto che seguire attraverso tutta la valle e ad orari folli non sia meno complesso, questa è la nostra corsa.
Riparto che è ancora notte fonda, non più da solo, si unisce a me Giulia, una ragazza Veronese che dopo una notte di solitudine non ha più voglia di andare da sola, ovviamente fa molto piacere anche me, passare anche la terza notte da solo a parlare coi sassi magari proprio no.
Bene, iniziamo questa nostra prima parte assieme, primo obbiettivo col Pinter, brevissima pausa a Champoluc poi col di Nana fino a raggiungere la 4^base vita, Valtournanche, sono 40km con circa 3000mt+… in mezzo, la pausa al rif. Gran Tourmalein è d’obbligo, è uno dei tanti rifugi che, oltre al cibo standard rifornito dall’organizzazione, mette a disposizione anche del loro e qui mi faccio uno dei minestroni di verdure più buoni che mai abbia mangiato in vita mia e, dall’appetito di Giulia direi che il giudizio su questo piatto non si discute.
La giornata ha girato al bello, abbiamo percorso 240km attendo che Gliulia si faccia medicare un piede e ripartiamo, mancano 100km ancora tanta salita, due notti e le previsioni meteo danno neve oltre 2500 la tappa che stiamo per affrontare che ci porterà fino ad Ollomont a 49km di distanza, è praticamente sempre oltre la quota neve, noi spingiamo e pensiamo solo a salire poi, in base al percorso fatto ed al nostro stato penseremo alla strategia della notte, infatti, arrivati al rif. Magià ci fermiamo a riposare 3ore abbondanti ma, prima di metterci a dormire ci scoliamo…una birraaaa!!!
Il piano pare ben riuscito, in tanto il meteo ci sta dando tregua, pare che il brutto tempo sia davanti a noi.
Usciamo dal Magià alle 2.00± raggiungiamo in brevissimo il Rif Cuney dove mettiamo appena il naso dentro e scappiamo fuori alla svelta, come sempre un posto poco ospitale, procediamo verso il bivacco Clermont dove si respira la vera aria di montagna, 10mtq bella gente e bei sorrisi, due penne in bianco, un saluto e via , ci aspetta una lunga discesa fino ad Oyace, dove purtroppo 3 anni fa fui costretto al ritiro ma pare che questa volta stia andando diversamente.
Arrivati ad Oyace 274km capiamo di stare bene, facciamo una brevissima sosta, un saluto alla Rondo family e via, direzione base vita Ollomont.
Oltre ad avere raggiunto Ollomont, abbiamo anche raggiunto il brutto tempo, ora piove e anche parecchio, in alto è neve, pazienza, abbiamo tutto il necessario per affrontare questo livello di perturbazione.
Mentre Giulia si fa fare un massaggio, io ne approfitto per chiudere gli occhi 10/20’ in certe condizioni anche pochi minuti sono parecchio rigeneranti.
Ripartiamo che piove, ormai la coppia e “salda” si parla di tutto e direi che in compagnia la monotonia del silenzio si spegne che è un piacere, parlando credo che ognuno tragga energia dall’altro ma, soprattutto parlando riusciamo ad ingannare la crisi.
Salendo di quota la pioggia inizia a trasformarsi in neve ma da lì a breve tutto si calmerà tornando a correre all’asciutto.
Arriviamo al Col Champillon molto rapidamente, purtroppo ora ci aspetta un’altra discesa lunga e noiosa che ci porterà a navigare per il centro di qualche borgata fino ad arrivare a S.Rhemy en Bosses questo tratto di discesa che poi, non è che fosse così brutto, tra l’altro molto ben corribile mi aveva messo un po’ in crisi, forse perché volevo arrivare alla svelta, perché da S.Rhemy saremmo partiti alla volta di Courma e nessuno ci avrebbe più fermati, insomma, volevo arrivare!
Finalmente si riparte, abbraccio Simona e le dico, “vai, ci vediamo Courma” …Usciamo da S.Rhemy direzione rif. Frassati a 2500+ dove in terra c’è neve ghiacciata, arrivati al rifugio decidiamo di fare un riposino di 1h30’ d’altronde sono 70km che andiamo ininterrottamente, da qui in avanti il Malatrà è coperto di neve ghiacciata e salendo, lo spessore di neve è sempre maggiore.
L’ultima parte della salita al Malatrà 2900+ è la parte più bella di questo viaggio, il freddo, la neve, la notte stellata sta rendendo questa avventura qualcosa che va oltre, molto oltre di una svilente corsa in montagna, oserei dire piuttosto un grande viaggio interiore che è riuscito mettere in comunicazione e accordo mente e corpo: la volontà di andare alla volontà di restare, come se le due parti, inizialmente in disaccordo, strada facendo avessero trovato il compromesso di viaggiare assieme.
Arrivati sul col del Malatrà ci affacciamo sulla val Ferret, le gran jorasse sono di fronte a noi, ci danno il ben venuto a sx il profilo nero della cima del bianco si proietta sul cielo che lentamente si sta accendendo.
Scendendo la gamba sx cede brutalmente, non ho più la forza di contrastare il mio peso in discesa, il dolore aumenta e comincio a preoccuparmi seriamente, mancano 15km sono pochi ma, non in queste condizioni.
Eccomi dalle stelle alle stalle, sto attraversando la balconata più bella delle alpi ma, non mi sto divertendo, alla mia dx sua maestà il Monte Bianco mi sta guardando soffrire come un cane, i bastoni li sto utilizzando come stampelle e penso, forse impreco ma… voglio arrivare, voglio vedere la Simo, l’Ale, Fede il vero motore la vera forza di questa nostra avventura.
Passa il tempo ma il dolore non dà tregua, anzi in continuo aumento, prossimo obbiettivo rif. Bertone, ci arrivo, entro ed esco praticamente subito, la discesa ora è molto impegnativa e non è certo d’aiuto alla mia gamba ma scendo, stringo i denti ed impreco, finalmente la discesa finisce, è tempo di pensare al traguardo, Giulia è andata, anzi l’ho “cacciata” già da un po’ non volevo rimanesse lì con me e perdersi il piacere di questo arrivo.
Finalmente Courma, i campanacci mi danno il senso della distanza dal traguardo, la gente per strada mi saluta, qualcuno applaude, imbuco il viale ed ancora non ci credo mi vengono incontro gli amici ma soprattutto vedo la mia famiglia, ho voglia di arrivare e di stare con loro più tempo che posso.
La linea gialla FINISH, due salti e sono sopra la pedana, il grande sogno che inseguo da tre anni si è avverato, giro lo sguardo cercando di incrociare gli unici sguardi che mi interessano, Simo, Ale e Fede…ce l’abbiamo fatta!!
-
Frecciadelcarretto
- Guru
- Messaggi: 4060
- Iscritto il: 4 ott 2013, 5:41
- Località: Brescia
Re: Tor Des Géants - 10-17/09/2017
Bel racconto rondo! E si capisce che sei ancora in trance
, una gara in realtà l'hai fatta ma magari non te ne sei neanche accorto (c'ero anch'io
) , preso com'eri dall'obiettivo 
Ultima modifica di Frecciadelcarretto il 22 set 2017, 12:23, modificato 1 volta in totale.
Dai monti al mare ed altri racconti li vedi qui http://quaglia69.wordpress.com
Last race: SUSR stopped Hirzer 84,4/6350
FEED THE PIG
scopri qui come!
Last race: SUSR stopped Hirzer 84,4/6350
FEED THE PIG
-
gambacorta
Donatore
- Moderatore
- Messaggi: 9650
- Iscritto il: 15 dic 2011, 10:07
- Località: Mestre
Re: Tor Des Géants - 10-17/09/2017
…”quando l’uomo ha mete da raggiungere non può invecchiare” … cit. EF
fai correre anche tu il
scopri->qui<-come!
fai correre anche tu il
-
cicciofuser
Donatore
- Ultramaratoneta
- Messaggi: 1371
- Iscritto il: 1 giu 2017, 14:45
- Località: Milano
Re: Tor Des Géants - 10-17/09/2017
Che bel racconto...complimenti ancora
HOKA Arahi 6
Brooks Defyance 10
1km: 4:12 - 5km: 24:44 (08/04/2018) - 10km: 50:39 (08/04/2018) - km max: 16
Adidas Supernova Glide Boost 8 (ritirate dopo 720km)
Brooks Defyance 10
1km: 4:12 - 5km: 24:44 (08/04/2018) - 10km: 50:39 (08/04/2018) - km max: 16
Adidas Supernova Glide Boost 8 (ritirate dopo 720km)

