Comunque...cosa mi spinge ogni volta ad andarmi ad allenare?
La fame. La fame dell'aria fredda del mattino, da mordere con le gote intirizzite prima ancora che con i denti.
Il ghiaccio che sale nelle narici, il fiato che diventa fumo soprattutto per i primi 100, 200 metri. E poi tutto cambia, l'aria diventa tiepida, il mio corpo diventa fuoco. Via il cappello, via lo scaldacollo, via i guanti: ritorno una bambina pestifera che corre sotto la pioggia, malgrado i richiami della mamma.
E'un'ora tutta per me, un'ora nella quale non mi viene chiesto di rispondere al telefono, di essere sempre disponibile, di essere carina con qualcuno.
E'un'ora in cui non ci sono per nessuno: ci sono solo io, e la strada.
...Ah, e l'ho già detto che la corsa mi ha fatto venire delle supergambe?
