Dolomiti Extreme Trail - Val di Zoldo - 7-8-9/06/2024
Moderatori: franchino, runmarco, deuterio, Evuelledi
-
- Maratoneta
- Messaggi: 254
- Iscritto il: 26 mar 2013, 1:09
Re: Dolomiti Extreme Trail - Val di Zoldo - 7-8-9/06/2024
Gara fatta nel 2022, non ero molto per la quale di rifarla.. non la trovo per niente dura, non ci sono salite lunghe come in Val d’Aosta, in gare tipo Tot Dret o Walser.. ma me l'ha prescritta il medico (!) così ritorno su questi sentieri, con tutt'altro allenamento rispetto a due anni fa, la prima vera prova pre-Tor. Tutto gira bene fino al bivacco, nella salita recupero un po' di posizioni, avendo anche da discutere con dei francesi che, mezzi impiantati, non mi lasciavano passare nonostante stessi salendo a velocità doppia.. in queste gare la regola è dare spazio a chi va più veloce.. poi però nella discesa perdo tutto il vantaggio, in special modo sui nevai, in cui non ho nessuna voglia di scivolare.. così mi abbacchio un po' e proseguo fino alla base vita di Staulanza. Lì mi fermo il minimo indispensabile (per non perdere tempo, non avevo consegnato nemmeno la borsa..) e così quando riparto mi rendo conto di aver recuperato sicuramente un po’ di posizioni e riprendo il buonumore! Proseguo spingendo, per la maggior parte del tempo senza bastoncini, per far girare le gambe (segno che le salite non sono particolarmente ripide). Mi tengo comunque le energie per l’ultima salita a Bosconero, che ricordo come un vertical brevissimo ma tremendamente ripido, e poi per gli ultimi km di discesa infinita e con millemila risalite, che due anni fa feci nella notte, in dormiveglia. Oggi ci arrivo col sole e con la forza di correre tutte le salite, e piombare sul traguardo a 3’30”/km, chiudendo in 21h14’, 4 ore e mezza in meno rispetto alla scorsa volta!
Grandissima soddisfazione, galvanizzante per il mio nuovo percorso. Gara fatta per buona parte in solitaria, tranne qualche tratto con un siciliano e con un valdostano, forumendoli non ne ho visti, nonostante siamo arrivati a pochi minuti uno dall’altro!
Grandissima soddisfazione, galvanizzante per il mio nuovo percorso. Gara fatta per buona parte in solitaria, tranne qualche tratto con un siciliano e con un valdostano, forumendoli non ne ho visti, nonostante siamo arrivati a pochi minuti uno dall’altro!
-
Donatore
- Aspirante Ultramaratoneta
- Messaggi: 539
- Iscritto il: 31 mar 2020, 21:58
Re: Dolomiti Extreme Trail - Val di Zoldo - 7-8-9/06/2024
Urca che miglioramento! Complimenti! Cosa hai cambiato per migliorare così?
-
- Maratoneta
- Messaggi: 254
- Iscritto il: 26 mar 2013, 1:09
Re: Dolomiti Extreme Trail - Val di Zoldo - 7-8-9/06/2024
Non mi sono mai allenato prima d'ora.. sempre preparato gara su gara.. poi da novembre scorso mi sta seguendo una mia amica, Lisa Borzani.. ora esco 3 volte in settimana, su strada, più sabato e/o domenica uscita in montagna o doppia gara.. ovvio che, passano da zero a cento, il boost c'è! la cosa bella è che (contrariamente a quanto pensavo/temevo, il carico non mi sta pesando..!)
-
Donatore
- Aspirante Ultramaratoneta
- Messaggi: 539
- Iscritto il: 31 mar 2020, 21:58
Re: Dolomiti Extreme Trail - Val di Zoldo - 7-8-9/06/2024
A be, con un’amica così non si può che migliorare. Complimenti a tutti e due!
-
- Maratoneta
- Messaggi: 413
- Iscritto il: 19 gen 2022, 10:36
- Località: San Donà di Piave
Re: Dolomiti Extreme Trail - Val di Zoldo - 7-8-9/06/2024
@Luke Skywalker complimenti, gran bel passo, ed ottimo tempo! Che dire, grande stima per chi riesce a fare senza soffrire troppo una gara che io considero un "massacro collettivo" (cit. un noto gruppo metal italiano degli anni 90)
Siparietto simpatico: hanno pubblicato gli arrivi della DXT sul portale ITRA, inserendo però i classificati del 2023 sul 2024. In sostanza, mi ritrovo finisher a mia insaputa
Siparietto simpatico: hanno pubblicato gli arrivi della DXT sul portale ITRA, inserendo però i classificati del 2023 sul 2024. In sostanza, mi ritrovo finisher a mia insaputa

2025:
- Bora 84 Finisher
- UB 65 Finisher
- Istria 168 Finisher
- Madruk 27 Finisher
- DXT 103 Finisher
- LUT120 DNF
- TOR 330 Finisher
- Bora 84 Finisher
- UB 65 Finisher
- Istria 168 Finisher
- Madruk 27 Finisher
- DXT 103 Finisher
- LUT120 DNF
- TOR 330 Finisher
-
- Mezzofondista
- Messaggi: 101
- Iscritto il: 1 dic 2022, 22:10
Re: Dolomiti Extreme Trail - Val di Zoldo - 7-8-9/06/2024
Prima gara veramente tosta della mia vita. Avevo fatto la Trans d'Havet (80km / 5300+) l'anno scorso, ma la DXT 100 è su un altro livello.
Arrivo alla partenza pronto, le gambe stanno bene e sono cariche come molle. Mi riscaldo un po' correndo su e giù per gli ultimi 500m della gara senza praticamente fare fatica.
Nel giro di pochi minuti si parte. Guardo l'orologio, stiamo andando a 4'10"/km.
Forse un po' troppo e lascio andare gli altri concorrenti. Arriviamo all'inizio della prima salita e intorno a me c'è già gente con il fiatone. Io sono fresco, i battiti bassi e sono tranquillo. Prendo la salita camminando, intorno a me gente che continua a correre a 1000 e mi supera: fuori di testa, come faranno ad arrivare all'arrivo loro? Mah.
Fino al primo ristoro il sentiero è molto divertente, con alcuni attraversamenti tecnici, ma spettacolari, davanti e dietro di me vedo le frontali degli altri. Dopo il primo il ristoro mi ritrovo improvvisamente da solo nel buio pesto. Arrivo ad un ultima forcelletta, dopo aver superato alcuni ripidi pendii in salita, dove trovo un volontario che mi informa che in 15-20 Min c'è il Rif. pramperet, dove in effetti arrivo in poco: primo tratto tecnico superato. In altri 5 Min di sentiero tranquillo arrivo al primo ristoro vero: malga Pramper, 19 km, 3h:15. Eh sì, il tratto affrontato era bello tecnico e mai corribile. Inizia a fare freddo, ma mi sento ancora pieno di energie. Al ristoro, capisco che ho preso la quarta donna e capisco, quindi, che sto correndo bene, come volevo.
Da lì, breve tratto di sterrato tranquillo, che dura però troppo poco. Infatti subito dopo parte un sentierino su cenge strapiombanti in mezzo ai mughi. Verso valle si vedo le luci di Forno e dei lampi in lontananza. Il tratto mi sta divertendo e sto molto bene, quando all'improvviso il sentiero si impenna nel bosco con pendenze proibitive, bestemmie.
La Vertical mette a prova le gambe, che rispondono ottimamente. Fortuna non dura tanto, massimo un 100m+ fatti però in 100 m. Da lì inizia una discesa morbida nel bosco, l'unico problema è che ho avuto difficoltà ad orientarmi nel bosco: le balise c'erano, ma non sempre erano ben visibili. Così mi faccio raggiungere da un gruppetto e proseguo con loro. Possiamo il bivio di ricongiungimento con la 55k e da lì la conosco. Fino al Duran è infinita, ma me l'aspettavo. Purtroppo qui inizio a soffrire un po', a causa principalmente del sonno, ma riesco a stare a ruota del gruppetto con cui ero. Fortunatamente c'era poco fango e si riusciva a correre abbastanza.
Arrivo al Duran in 5h:20. 30km, 2500m+. Mi fermo quasi 10 Min per recuperare un po' e fare un paio di operazioni che mi ero programmato, ma mi rendo conto che mi sto raffreddando troppo. Riparto e sento il freddo che mi prende all'improvviso ed inizio a tremare, così accelero il passo per cercare di scaldarmi e la cosa sembra funzionare. Tuttavia, iniziando la salita al Grisetti mi inizia la prima vera crisi di giornata: sonno, ipoglicemia e freddo. Mi regolo e prendo due gel di glucosio nel giro di 15 Min, bevo tanto e dopo un po' mi copro meglio. Tuttavia la salita a gradini sulle rocce non aiuta, per fortuna la conosco e so che è breve. Così riesco ad arrivare al Grisetti che inizia ad albeggiare e vedo che il gruppetto che mi aveva staccato dopo il Duran è in realtà un minuto più avanti. La discesa dal Grisetti mi diverte molto, recupero bene le forze e la stanchezza svanisce, alla fine della discesa recupero il gruppetto con la quarta donna e mi accodo a loro fino a malga Grava. È l'alba, sto di nuovo bene e le montagne iniziano a fare capolino tra le nubi e le foschie. 37 km, 7h:27 di gara.
Da lì fino allo Staulanza procede tutto senza intoppi: la solita Vertical nel bosco dopo le palanche la faccio bene, poi corro fino alla Vertical del fertazza e il tratto da fertazza allo Staulanza lo faccio veloce in un' ora spaccata e mi sembra addirittura godibile. Allo Staulanza ci sono in 10h:58. Mi riposo circa 15 Min in cui mi cambio e rifocillo.
Il tratto fino a Zoppè lo prendo con calma prima camminando e poi cercando di correrlo di più e la discesa fino a Zoppè scorre via veloce. In perfetta tabella di marcia: 13h spaccate di gara e solo 1h:45 dalla mia ripartenza dallo Staulanza. Ottimo.
Tratto che ricordavo bene e che sapevo che doveva essere fatto senza fretta e senza soffrire il caldo.
Da Zoppè al Talamini è in buona parte corribile: risalita ripida dopo il ristoro e poi 3km di asfalto corsi quasi tutti. Al Talamini, la volontaria del ristoro mi offre un po' di brodo di carne resuscita morti, ma molto stupidamente rifiuto: forse inizio a perdere di lucidità, ma credevo di stare ancora bene.
Da lì attacco la salita al Rite, ultima salita lunga di giornata: 600m+ che calcolo di fare in circa 1h.
Inizio e sento subito salire l'afa dal terreno umido: inizio a partire il caldo e mi parte di botto la stanchezza. La salita dopo circa 1km di piccoli saliscendi, parte ripida nel bosco. Arrivo subito sotto Forcella Deona: il bosco finisce, c'è il sole a picco e il mio corpo si "spegne" all'improvviso. Riconosco subito i sintomi: mi sta partendo un colpo di calore. Mi fermo e mi butto mezza borraccia d'acqua in testa. In pochi secondi mi riprendo e a fatica faccio gli ultimi 50m per la forcella, dove un po' di vento mi aiuta a riprendermi meglio. Riprendo a camminare con passo regolare ed arrivo in cima sofferente dove mi aspetta la mia compagna. Le dico che arrivo al Cibiana e lì decido se ritirarmi o continuare. Sono a pezzi. A salire il Rite alla fine ci ho messo 1h:40!
Per fortuna la discesa non è tecnica e in 45 minuti sono al cibiana: 16h:15 di gara, 82km. Nella discesa mi sono ripreso, al ristoro mi fermo 10 minuti e mi ricarico un po'. Decidi di continuare: la prossima salita la conosco bene ed è tranquilla, poi si vedrà: dovrei farcela in 5h al massimo ad arrivare a forno anche se la camino tutta. Cosa vuoi che siano 20km...
Come da programma la salita la faccio tranquillo e rilassato, nel bosco si sta bene e mi sembra di recuperare un po' di energie. In 50' sono all'inizio della Calada, che mi dà il benvenuto con una bella folata di aria calda e secca che risale dalla valle. Panorama stupendo. Inizio a scendere, le gambe girano bene e non mi sembra poi così difficile: ogni tanto qualche radice, qualche piccolo balzo roccioso, qualche passo più esposto da fare con attenzione, ma sembra filare tutto liscio e si perde quota velocemente. All'improvviso sento uno arrivarmi da dietro velocemente, così mi fermo per farlo passare. Come mi fermo parte un crampo terribile al polpaccio e mi butto a terra. Il tizio mi vede crollare a terra e si ferma subito ad aiutarmi: mi solleva la gamba e mi tira il piede. Inizio a sudare copiosamente e mi butto l'acqua in testa per raffreddarmi. Passa un tipo americano che offre una bomba di sale: accetto e mi scolo anche metà flask da 500. Per fortuna mi passa: ringrazio i miei due salvatori e riprendo ad andare giù. Fortunatamente il crampo non si ripresenta e il resto della discesa lo affronto bene: alla fine in 25' l'ho scesa tutta, di cui tre persi steso per terra causa crampo. Quindi penso che nonostante tutto sto bene ed il peggio è passato. Magari...
Alla fine della discesa c'è un ristoro provvisorio dove offrono dell'acqua e mi avvertono che ad un km c'è il ristoro del Bosconero. Ottimo: riempio la flask vuota, sorso d'acqua e riparto. Entro nel bosco e vedo una serie di balise che salgono su dritte per il pendio. Penso: "e mo' che ca*** faccio? Maledetti..."
Comunque inizio a salire: ogni passo fai tipo mezzo metro di dislivello. La gamba cede, la testa cede, sale la nausea. Fiatone. Provo a continuare: non mi reggo in piedi. Mi stendo vicino ad un albero e chiudo gli occhi. Appena chiudi gli occhi mi calmo, il fiatone passa, la nausea si ferma. In due/tre minuti mi sento rigenerato. Bevo un sorso d'acqua e mi rimetto in piedi. Alzo lo sguardo e mi rendo conto che mancano due-tre tornantini ripidi: delle ragazze che avevano iniziato la salita con me sono arrivate alla fine dei tornantini e adesso stavano correndo in piano. Manca poco: il morale torna alto e riparto. In effetti in poco e senza soffrire finisco questa maledetta Vertical. Al Bosconero ci arrivo in alto 15 minuti senza problemi, dove incontro altri concorrenti che si rifocillano e chiaccherano con i gestori. 89km e 18h:29 di gara. Non male.
Le discesa del Bosconero è molto soft e tranquilla e la corro tutta senza problemi. Finita la discesa inizia a piovere seriamente, ma è quasi piacevole e non mi copro. Da lì sono tutti saliscendi, un altro paio di salitine che mi portano all'ultima discesa. Ormai ho capito che posso terminare sotto le 21h anche andando tranquillo e quindi evito di sforzarmi inutilmente. L'ultima discesa in pochi minuti mi porta alla strada che scende dal Cibiana, e da lì parto a corricchiare un po': la gambe vanno ancora, almeno in piano. Comunque gli ultimi due km passano senza intoppi. L'orologio si è spento ai 96km alla fine dell'ultimo strappo sotto i tralicci ed è da un po' che non ho più idea di che ore sono. 500m prima del traguardo incontro mio padre: "Che ore sono?" "Le sette meno cinque" "Ah c**** devo andare!!" E ricomincio a correre, ultima discesa, svolta e rettilineo del traguardo. Emozione immensa, mi godo appieno questo ultimi 200m e taglio il traguardo felicissimo di avercela fatta.
20h:57
Che avventura! Che dura. Extreme di nome e di fatto.
Da rifare gestendo meglio gli ultimi 20km. La gambe c'erano, mi mancava solo un po' di esperienza.
Arrivo alla partenza pronto, le gambe stanno bene e sono cariche come molle. Mi riscaldo un po' correndo su e giù per gli ultimi 500m della gara senza praticamente fare fatica.

Nel giro di pochi minuti si parte. Guardo l'orologio, stiamo andando a 4'10"/km.


Fino al primo ristoro il sentiero è molto divertente, con alcuni attraversamenti tecnici, ma spettacolari, davanti e dietro di me vedo le frontali degli altri. Dopo il primo il ristoro mi ritrovo improvvisamente da solo nel buio pesto. Arrivo ad un ultima forcelletta, dopo aver superato alcuni ripidi pendii in salita, dove trovo un volontario che mi informa che in 15-20 Min c'è il Rif. pramperet, dove in effetti arrivo in poco: primo tratto tecnico superato. In altri 5 Min di sentiero tranquillo arrivo al primo ristoro vero: malga Pramper, 19 km, 3h:15. Eh sì, il tratto affrontato era bello tecnico e mai corribile. Inizia a fare freddo, ma mi sento ancora pieno di energie. Al ristoro, capisco che ho preso la quarta donna e capisco, quindi, che sto correndo bene, come volevo.
Da lì, breve tratto di sterrato tranquillo, che dura però troppo poco. Infatti subito dopo parte un sentierino su cenge strapiombanti in mezzo ai mughi. Verso valle si vedo le luci di Forno e dei lampi in lontananza. Il tratto mi sta divertendo e sto molto bene, quando all'improvviso il sentiero si impenna nel bosco con pendenze proibitive, bestemmie.

Arrivo al Duran in 5h:20. 30km, 2500m+. Mi fermo quasi 10 Min per recuperare un po' e fare un paio di operazioni che mi ero programmato, ma mi rendo conto che mi sto raffreddando troppo. Riparto e sento il freddo che mi prende all'improvviso ed inizio a tremare, così accelero il passo per cercare di scaldarmi e la cosa sembra funzionare. Tuttavia, iniziando la salita al Grisetti mi inizia la prima vera crisi di giornata: sonno, ipoglicemia e freddo. Mi regolo e prendo due gel di glucosio nel giro di 15 Min, bevo tanto e dopo un po' mi copro meglio. Tuttavia la salita a gradini sulle rocce non aiuta, per fortuna la conosco e so che è breve. Così riesco ad arrivare al Grisetti che inizia ad albeggiare e vedo che il gruppetto che mi aveva staccato dopo il Duran è in realtà un minuto più avanti. La discesa dal Grisetti mi diverte molto, recupero bene le forze e la stanchezza svanisce, alla fine della discesa recupero il gruppetto con la quarta donna e mi accodo a loro fino a malga Grava. È l'alba, sto di nuovo bene e le montagne iniziano a fare capolino tra le nubi e le foschie. 37 km, 7h:27 di gara.
Da lì fino allo Staulanza procede tutto senza intoppi: la solita Vertical nel bosco dopo le palanche la faccio bene, poi corro fino alla Vertical del fertazza e il tratto da fertazza allo Staulanza lo faccio veloce in un' ora spaccata e mi sembra addirittura godibile. Allo Staulanza ci sono in 10h:58. Mi riposo circa 15 Min in cui mi cambio e rifocillo.
Il tratto fino a Zoppè lo prendo con calma prima camminando e poi cercando di correrlo di più e la discesa fino a Zoppè scorre via veloce. In perfetta tabella di marcia: 13h spaccate di gara e solo 1h:45 dalla mia ripartenza dallo Staulanza. Ottimo.

Da Zoppè al Talamini è in buona parte corribile: risalita ripida dopo il ristoro e poi 3km di asfalto corsi quasi tutti. Al Talamini, la volontaria del ristoro mi offre un po' di brodo di carne resuscita morti, ma molto stupidamente rifiuto: forse inizio a perdere di lucidità, ma credevo di stare ancora bene.
Da lì attacco la salita al Rite, ultima salita lunga di giornata: 600m+ che calcolo di fare in circa 1h.
Inizio e sento subito salire l'afa dal terreno umido: inizio a partire il caldo e mi parte di botto la stanchezza. La salita dopo circa 1km di piccoli saliscendi, parte ripida nel bosco. Arrivo subito sotto Forcella Deona: il bosco finisce, c'è il sole a picco e il mio corpo si "spegne" all'improvviso. Riconosco subito i sintomi: mi sta partendo un colpo di calore. Mi fermo e mi butto mezza borraccia d'acqua in testa. In pochi secondi mi riprendo e a fatica faccio gli ultimi 50m per la forcella, dove un po' di vento mi aiuta a riprendermi meglio. Riprendo a camminare con passo regolare ed arrivo in cima sofferente dove mi aspetta la mia compagna. Le dico che arrivo al Cibiana e lì decido se ritirarmi o continuare. Sono a pezzi. A salire il Rite alla fine ci ho messo 1h:40!
Per fortuna la discesa non è tecnica e in 45 minuti sono al cibiana: 16h:15 di gara, 82km. Nella discesa mi sono ripreso, al ristoro mi fermo 10 minuti e mi ricarico un po'. Decidi di continuare: la prossima salita la conosco bene ed è tranquilla, poi si vedrà: dovrei farcela in 5h al massimo ad arrivare a forno anche se la camino tutta. Cosa vuoi che siano 20km...

Come da programma la salita la faccio tranquillo e rilassato, nel bosco si sta bene e mi sembra di recuperare un po' di energie. In 50' sono all'inizio della Calada, che mi dà il benvenuto con una bella folata di aria calda e secca che risale dalla valle. Panorama stupendo. Inizio a scendere, le gambe girano bene e non mi sembra poi così difficile: ogni tanto qualche radice, qualche piccolo balzo roccioso, qualche passo più esposto da fare con attenzione, ma sembra filare tutto liscio e si perde quota velocemente. All'improvviso sento uno arrivarmi da dietro velocemente, così mi fermo per farlo passare. Come mi fermo parte un crampo terribile al polpaccio e mi butto a terra. Il tizio mi vede crollare a terra e si ferma subito ad aiutarmi: mi solleva la gamba e mi tira il piede. Inizio a sudare copiosamente e mi butto l'acqua in testa per raffreddarmi. Passa un tipo americano che offre una bomba di sale: accetto e mi scolo anche metà flask da 500. Per fortuna mi passa: ringrazio i miei due salvatori e riprendo ad andare giù. Fortunatamente il crampo non si ripresenta e il resto della discesa lo affronto bene: alla fine in 25' l'ho scesa tutta, di cui tre persi steso per terra causa crampo. Quindi penso che nonostante tutto sto bene ed il peggio è passato. Magari...
](./images/smilies/eusa_wall.gif)
Alla fine della discesa c'è un ristoro provvisorio dove offrono dell'acqua e mi avvertono che ad un km c'è il ristoro del Bosconero. Ottimo: riempio la flask vuota, sorso d'acqua e riparto. Entro nel bosco e vedo una serie di balise che salgono su dritte per il pendio. Penso: "e mo' che ca*** faccio? Maledetti..."
](./images/smilies/eusa_wall.gif)
](./images/smilies/eusa_wall.gif)
Comunque inizio a salire: ogni passo fai tipo mezzo metro di dislivello. La gamba cede, la testa cede, sale la nausea. Fiatone. Provo a continuare: non mi reggo in piedi. Mi stendo vicino ad un albero e chiudo gli occhi. Appena chiudi gli occhi mi calmo, il fiatone passa, la nausea si ferma. In due/tre minuti mi sento rigenerato. Bevo un sorso d'acqua e mi rimetto in piedi. Alzo lo sguardo e mi rendo conto che mancano due-tre tornantini ripidi: delle ragazze che avevano iniziato la salita con me sono arrivate alla fine dei tornantini e adesso stavano correndo in piano. Manca poco: il morale torna alto e riparto. In effetti in poco e senza soffrire finisco questa maledetta Vertical. Al Bosconero ci arrivo in alto 15 minuti senza problemi, dove incontro altri concorrenti che si rifocillano e chiaccherano con i gestori. 89km e 18h:29 di gara. Non male.
Le discesa del Bosconero è molto soft e tranquilla e la corro tutta senza problemi. Finita la discesa inizia a piovere seriamente, ma è quasi piacevole e non mi copro. Da lì sono tutti saliscendi, un altro paio di salitine che mi portano all'ultima discesa. Ormai ho capito che posso terminare sotto le 21h anche andando tranquillo e quindi evito di sforzarmi inutilmente. L'ultima discesa in pochi minuti mi porta alla strada che scende dal Cibiana, e da lì parto a corricchiare un po': la gambe vanno ancora, almeno in piano. Comunque gli ultimi due km passano senza intoppi. L'orologio si è spento ai 96km alla fine dell'ultimo strappo sotto i tralicci ed è da un po' che non ho più idea di che ore sono. 500m prima del traguardo incontro mio padre: "Che ore sono?" "Le sette meno cinque" "Ah c**** devo andare!!" E ricomincio a correre, ultima discesa, svolta e rettilineo del traguardo. Emozione immensa, mi godo appieno questo ultimi 200m e taglio il traguardo felicissimo di avercela fatta.
20h:57
Che avventura! Che dura. Extreme di nome e di fatto.
Da rifare gestendo meglio gli ultimi 20km. La gambe c'erano, mi mancava solo un po' di esperienza.

2025:
Aim trail 36k
Ultrabericus 65K
Malcesine Baldo Trail 55
DXT100
Trans d'Havet 80k
Lessinia Legend Run 50k
Fiemme Ultra Sky 120K
Aim trail 36k
Ultrabericus 65K
Malcesine Baldo Trail 55
DXT100
Trans d'Havet 80k
Lessinia Legend Run 50k
Fiemme Ultra Sky 120K
-
- Aspirante Maratoneta
- Messaggi: 244
- Iscritto il: 13 giu 2022, 14:34
Re: Dolomiti Extreme Trail - Val di Zoldo - 7-8-9/06/2024
Eccomi al racconto!
Scusate il ritardo ma sono stato fagocitato dal lavoro.
Il mio racconto inizia esattamente due settimane prima della gara. Due sabati prima della gara esco per un lungo ma dopo appena 25 km rientro a casa sfinito. Penso che sia dovuto al troppo carico nei giorni precedenti e decido di riposare un po’. Ma no. La notte mi sale un febbrone da cavallo e passo gli otto giorni successivi a letto con febbre che supera i 39°. Il medico dice essere un virus ma il COVID test è negativo. Dopo qualche giorno dice che forse ci sono coinfezioni batteriche e comincio l’antibiotico. Così oltre alla febbre ho pure la diarrea. Il lunedì prima della gara ho ancora qualche linea di febbre ma sto meglio. Martedì meglio ancora. Mercoledì esco per un’oretta di corsa. Tutto sommato reggo. Ma poi ne pomeriggio sono così stanco che devo fare un pisolino (che io non faccio mai). Siamo a soli due giorni dalla gara.
Sono abbastanza convinto di rinunciare, ma il mio amico va e mi dispiace lasciarlo da solo. Quindi all’ultimo momento (ovvero il giovedì sera) decido di partire anche io per Zoldo. Ma l’idea è quella di passare una giornata sulle dolomiti e nulla più. Poi però mi rendo conto che non abbiamo un posto dove dormire la notte del venerdì e tra il passare la notte non so dove o a correre tra i boschi preferisco la seconda. Così decido di partire. Parto e dove arrivo arrivo! Ogni km è un km strappato alla notte e alla malattia!
Pronti via e come al solito ecco la partenza a tuono! Mancano più di 100 km e la gente è già a 4’/km… Non lo capirò mai…
Dopo la galleria si comincia a salire e mi rendo conto subito che la cosa che più mi manca è la forza. Sul veloce sono sempre stato scarso ma di solito sulle salite ripide dove c’è da andare di potenza è dove vado forte e faccio la differenza. Ma oggi nulla. Sento le gambe vuote e deboli. Me la prendo con calma e salgo del mio passo.
Non ricordavo ma il primo ristoro è dopo un bel po’ di km. Prima di quel ristoro l’antibiotico fa il suo effetto e devo fermarmi 2-3 volte nel bosco (alla fine saranno sei volte nei primi 30 km…). Non ho forza e non riesco a mangiare molto, mi salvo con brodo e gel (combinazione gourmet!). E quando sei in questa situazione la notte è brutta. È buio (ma va! E notte!!!) fa un misto di caldo umido ma con vento freddino che un po’ mi secca. Soffro. Piano piano arrivo al passo Duran e sono convinto di ritirarmi. Ma è buio e freddo e poi se mi ritiro mi portano a Forno e poi dove vado? Meglio continuare…
Fango e radici e arrivo alla “salita dei mughi”. Due anni fa qui recuperai tantissime posizioni. La salita si adatta perfettamente alle mie caratteristiche. Ma questa volta non va. Le gambe non riescono a fare forza. Però piano piano arrivo al bivacco che è già giorno. Discesa tecnica e per me va bene. Alle corde fisse un gruppo di spagnoli è assolutamente bloccato e devo aspettare un po’. Sono sempre stupito come alle gare di trail ci sia gente che magari corre forte ma che tecnicamente è assolutamente imbranata…
Arrivo a malga Grava in condizioni pietose ma ormai tanto vale continuare per il passo Staulanza, dove mi ritirerò di sicuro.
Salita, poi discesa con tratti di neve “sciabili”. Poi altra salita ripida. Poi malga Pioda e salita sulla pista da sci. Continuo a soffrire ma meno di prima. La discesa sulla pista da sci la ricordo un incubo ma invece mi passa abbastanza bene. E poi veloce fino a Passo Staulanza. Fino a poco fa ero convinto di ritirarmi qui, ma ora va un po’ meglio.
A passo Staulanza ci sono gli yogurt. Belli freschi. Me ne mangio quattro. Mi cambio da testa a piedi e mi riposo qualche minuto. Mi guardo intorno. C’è una bella atmosfera, c’è il sole e c’è il Pelmo. E in realtà ho un certo margine sul tempo limite. Decido allora di continuare. Ci provo. Al massimo mi faccio un trekking ai piedi del Pelmo con il sole.
E invece riparto bene! E riesco a correre quasi tutto il tratto di falsopiano ai piedi del Pelmo. Riguadagno anche un bel po’ di umore. La differenza fra la notte e il giorno quando sei stanco è enorme. Ora con il sole è tutt’altra cosa. Verso Zoppè il mio problema principale sono gli sfregamenti. Credo che sia dovuto anche questo a antibiotico e pelle secca (forse un po’ disidratato?) perché zaino, mutande e pantaloncini sono gli stessi del TOR. Non è possibile che ora mi devastino dopo “soli” 60 km. Mi spalmo mezzo tubetto di vasellina in vari punti del corpo e va un po’ meglio. Arrivo a Zoppè correndo. Poi tratto noiosissimo fino al rifugio Talamini ma riesco a correre abbastanza anche grazie ad un po’ di compagnia. Al rifugio Talamini il brodo vero con la carne mi rimette al mondo. Ne prendo tre piatti ed è la prima volta che mangio qualcosa di “vero” da quando sono partito.
Riparto. Due anni fa sul monte Ritte salii come un treno ma ora c’è ancora quel problema della forza nelle gambe e faccio decisamente molta più fatica. Però in discesa riesco a correre. È una cosa strana, riesco a correre in discesa dove di solito non riesco ma vado piano in salita dove di solito vado forte. Per la prima volta mi sento come un “normale” trail runner che dopo un po’ anela le discese e odia le salite. Di solito io maledico le discese e vado bene nelle salite anche dopo tanti km.
Arrivo a passo Cibiana e per la prima volta penso che ce la posso fare. Inizia a tuonare ed accelero nel tentativo di evitare il temporale sulla Calada. Ci riesco al pelo. Non appena finisce la Calada mi devo mettere la giacca e inizia un forte temporale. La salita verso il Bosconero unisce due difficoltà. Alla mancanza di forza che su quelle pendenze si fa sentire, si unisce il fatto che io corro con occhiali da vista e la combinazione di pioggia e temperature abbastanza alte è micidiale. Occhiali appannati e non vedo una mazza. Se tolgo gli occhiali peggio… Fortuna che i segni sono abbastanza frequenti e non mi perdo. Arrivo al Bosconero e non mi fermo nemmeno un minuto. Piove, prenderei solo freddo. Riparto. La discesa la ricordo molto peggiore. È un po’ scivolosa ma la ricordavo molto peggio. Poi c’è quell’enorme traverso verso Forno ma ormai ci siamo. Gli ultimi km riesco a correrli abbastanza bene e arrivo a Forno in 21h 13’. Circa un’ora e un quarto più di due anni fa. Ma considerando le condizioni in cui sono partito direi che essere arrivato è già una grandissima cosa e tutto sommato sono contento della situazione. E devo dire che da passo Staulanza in poi me la sono anche goduta!
PS. Il giorno dopo ero completamente bloccato con il collo e così è stato per un paio di giorni, ma a parte quello sono abbastanza un essere umano e stamattina sono anche tornato a correre.
Scusate il ritardo ma sono stato fagocitato dal lavoro.
Il mio racconto inizia esattamente due settimane prima della gara. Due sabati prima della gara esco per un lungo ma dopo appena 25 km rientro a casa sfinito. Penso che sia dovuto al troppo carico nei giorni precedenti e decido di riposare un po’. Ma no. La notte mi sale un febbrone da cavallo e passo gli otto giorni successivi a letto con febbre che supera i 39°. Il medico dice essere un virus ma il COVID test è negativo. Dopo qualche giorno dice che forse ci sono coinfezioni batteriche e comincio l’antibiotico. Così oltre alla febbre ho pure la diarrea. Il lunedì prima della gara ho ancora qualche linea di febbre ma sto meglio. Martedì meglio ancora. Mercoledì esco per un’oretta di corsa. Tutto sommato reggo. Ma poi ne pomeriggio sono così stanco che devo fare un pisolino (che io non faccio mai). Siamo a soli due giorni dalla gara.
Sono abbastanza convinto di rinunciare, ma il mio amico va e mi dispiace lasciarlo da solo. Quindi all’ultimo momento (ovvero il giovedì sera) decido di partire anche io per Zoldo. Ma l’idea è quella di passare una giornata sulle dolomiti e nulla più. Poi però mi rendo conto che non abbiamo un posto dove dormire la notte del venerdì e tra il passare la notte non so dove o a correre tra i boschi preferisco la seconda. Così decido di partire. Parto e dove arrivo arrivo! Ogni km è un km strappato alla notte e alla malattia!
Pronti via e come al solito ecco la partenza a tuono! Mancano più di 100 km e la gente è già a 4’/km… Non lo capirò mai…
Dopo la galleria si comincia a salire e mi rendo conto subito che la cosa che più mi manca è la forza. Sul veloce sono sempre stato scarso ma di solito sulle salite ripide dove c’è da andare di potenza è dove vado forte e faccio la differenza. Ma oggi nulla. Sento le gambe vuote e deboli. Me la prendo con calma e salgo del mio passo.
Non ricordavo ma il primo ristoro è dopo un bel po’ di km. Prima di quel ristoro l’antibiotico fa il suo effetto e devo fermarmi 2-3 volte nel bosco (alla fine saranno sei volte nei primi 30 km…). Non ho forza e non riesco a mangiare molto, mi salvo con brodo e gel (combinazione gourmet!). E quando sei in questa situazione la notte è brutta. È buio (ma va! E notte!!!) fa un misto di caldo umido ma con vento freddino che un po’ mi secca. Soffro. Piano piano arrivo al passo Duran e sono convinto di ritirarmi. Ma è buio e freddo e poi se mi ritiro mi portano a Forno e poi dove vado? Meglio continuare…
Fango e radici e arrivo alla “salita dei mughi”. Due anni fa qui recuperai tantissime posizioni. La salita si adatta perfettamente alle mie caratteristiche. Ma questa volta non va. Le gambe non riescono a fare forza. Però piano piano arrivo al bivacco che è già giorno. Discesa tecnica e per me va bene. Alle corde fisse un gruppo di spagnoli è assolutamente bloccato e devo aspettare un po’. Sono sempre stupito come alle gare di trail ci sia gente che magari corre forte ma che tecnicamente è assolutamente imbranata…
Arrivo a malga Grava in condizioni pietose ma ormai tanto vale continuare per il passo Staulanza, dove mi ritirerò di sicuro.
Salita, poi discesa con tratti di neve “sciabili”. Poi altra salita ripida. Poi malga Pioda e salita sulla pista da sci. Continuo a soffrire ma meno di prima. La discesa sulla pista da sci la ricordo un incubo ma invece mi passa abbastanza bene. E poi veloce fino a Passo Staulanza. Fino a poco fa ero convinto di ritirarmi qui, ma ora va un po’ meglio.
A passo Staulanza ci sono gli yogurt. Belli freschi. Me ne mangio quattro. Mi cambio da testa a piedi e mi riposo qualche minuto. Mi guardo intorno. C’è una bella atmosfera, c’è il sole e c’è il Pelmo. E in realtà ho un certo margine sul tempo limite. Decido allora di continuare. Ci provo. Al massimo mi faccio un trekking ai piedi del Pelmo con il sole.
E invece riparto bene! E riesco a correre quasi tutto il tratto di falsopiano ai piedi del Pelmo. Riguadagno anche un bel po’ di umore. La differenza fra la notte e il giorno quando sei stanco è enorme. Ora con il sole è tutt’altra cosa. Verso Zoppè il mio problema principale sono gli sfregamenti. Credo che sia dovuto anche questo a antibiotico e pelle secca (forse un po’ disidratato?) perché zaino, mutande e pantaloncini sono gli stessi del TOR. Non è possibile che ora mi devastino dopo “soli” 60 km. Mi spalmo mezzo tubetto di vasellina in vari punti del corpo e va un po’ meglio. Arrivo a Zoppè correndo. Poi tratto noiosissimo fino al rifugio Talamini ma riesco a correre abbastanza anche grazie ad un po’ di compagnia. Al rifugio Talamini il brodo vero con la carne mi rimette al mondo. Ne prendo tre piatti ed è la prima volta che mangio qualcosa di “vero” da quando sono partito.
Riparto. Due anni fa sul monte Ritte salii come un treno ma ora c’è ancora quel problema della forza nelle gambe e faccio decisamente molta più fatica. Però in discesa riesco a correre. È una cosa strana, riesco a correre in discesa dove di solito non riesco ma vado piano in salita dove di solito vado forte. Per la prima volta mi sento come un “normale” trail runner che dopo un po’ anela le discese e odia le salite. Di solito io maledico le discese e vado bene nelle salite anche dopo tanti km.
Arrivo a passo Cibiana e per la prima volta penso che ce la posso fare. Inizia a tuonare ed accelero nel tentativo di evitare il temporale sulla Calada. Ci riesco al pelo. Non appena finisce la Calada mi devo mettere la giacca e inizia un forte temporale. La salita verso il Bosconero unisce due difficoltà. Alla mancanza di forza che su quelle pendenze si fa sentire, si unisce il fatto che io corro con occhiali da vista e la combinazione di pioggia e temperature abbastanza alte è micidiale. Occhiali appannati e non vedo una mazza. Se tolgo gli occhiali peggio… Fortuna che i segni sono abbastanza frequenti e non mi perdo. Arrivo al Bosconero e non mi fermo nemmeno un minuto. Piove, prenderei solo freddo. Riparto. La discesa la ricordo molto peggiore. È un po’ scivolosa ma la ricordavo molto peggio. Poi c’è quell’enorme traverso verso Forno ma ormai ci siamo. Gli ultimi km riesco a correrli abbastanza bene e arrivo a Forno in 21h 13’. Circa un’ora e un quarto più di due anni fa. Ma considerando le condizioni in cui sono partito direi che essere arrivato è già una grandissima cosa e tutto sommato sono contento della situazione. E devo dire che da passo Staulanza in poi me la sono anche goduta!
PS. Il giorno dopo ero completamente bloccato con il collo e così è stato per un paio di giorni, ma a parte quello sono abbastanza un essere umano e stamattina sono anche tornato a correre.
-
- Mezzofondista
- Messaggi: 101
- Iscritto il: 1 dic 2022, 22:10
Re: Dolomiti Extreme Trail - Val di Zoldo - 7-8-9/06/2024
Infatti mi avevano messo finisher sulla 55
](./images/smilies/eusa_wall.gif)
Communique complimenti ancora a tutti! Bellissimo racconti

Complimenti anche a tutti quelli che sono partiti male affrontando tante sfighe, ma hanno stretto i denti e sono riusciti a chiudere bene

2025:
Aim trail 36k
Ultrabericus 65K
Malcesine Baldo Trail 55
DXT100
Trans d'Havet 80k
Lessinia Legend Run 50k
Fiemme Ultra Sky 120K
Aim trail 36k
Ultrabericus 65K
Malcesine Baldo Trail 55
DXT100
Trans d'Havet 80k
Lessinia Legend Run 50k
Fiemme Ultra Sky 120K
-
- Aspirante Ultramaratoneta
- Messaggi: 990
- Iscritto il: 28 set 2016, 12:00
Re: Dolomiti Extreme Trail - Val di Zoldo - 7-8-9/06/2024
Ragazzi, leggendo i vostri racconti, ho rivissuto tutti i vari passaggi della gara ma con altri occhi, non quelli della fatica estrema che provavo il giorno dopo. mi sono rivisto i panorami strepitosi del Pelmo e le slavine del Civetta, la discesa improponibile ed impensabile del Cibiana seguita dal vertical al 50-60% di pendenza....i sorrisi dei volontari e le chiacchere con gli altri atleti... infine il brodo fatto in casa con la carne di tacchino del Rifugio Talamini che risveglia pure i morti!! Che spettacolo!
Mi avete fatto quasi venir voglia di re-iscrivermi un'altra anno....
Adesso intanto penso alla 90k di Gressoney tra 4 settimane (che mi dicono essere addirittura forse più dura di questa) poi ci pensiamo!
Mi avete fatto quasi venir voglia di re-iscrivermi un'altra anno....

Adesso intanto penso alla 90k di Gressoney tra 4 settimane (che mi dicono essere addirittura forse più dura di questa) poi ci pensiamo!
PB
10K: 38.48; 21K: 1h25.06; 42K: 2h59.04 Reggio E.18; 50k: 4h13 Ultrak
Amazing race: su strada 33°VeniceMarathon con acqua alta.
trail: UTMB 2024 Un'esperienza che ti rimane nel cuore
https://www.strava.com/athletes/12683832
10K: 38.48; 21K: 1h25.06; 42K: 2h59.04 Reggio E.18; 50k: 4h13 Ultrak
Amazing race: su strada 33°VeniceMarathon con acqua alta.
trail: UTMB 2024 Un'esperienza che ti rimane nel cuore
https://www.strava.com/athletes/12683832
-
- Aspirante Ultramaratoneta
- Messaggi: 518
- Iscritto il: 20 nov 2014, 0:09
- Località: Cadore
Re: Dolomiti Extreme Trail - Val di Zoldo - 7-8-9/06/2024
questa parte mi ha fatto morire perchè alla fine della gara con un mio amico, io 72 e lui 100 la prima cosa che ci siamo detti è stata riguardo gli yogurt allo staulanza, arrivando entrambi alla conclusione che se li mangiassimo durante la gara significherebbe concimare il restante del percorso, però evidentemente non avevo pensato al fatto che magari chi ha problemi di stomaco possono tornare utili per via dei fermenti lattici...se ne impara sempre una cavoli