Detto ciò, ho letto con attenzione i vostri commenti, di cui vi ringrazio e sui quali sto meditando, ma francamente non capisco proprio come possa essere che la strategia preventiva migliore sia quella di tirare alla stessa velocità tutta la corsa, quando é evidente che le condizioni fisiologiche variano durante la corsa a causa della stanchezza, della motivazione, della deriva cardiaca.
Semmai mi sarei aspettare che devi correre secondo quello che "ti dice il corpo", cioè senza alcuna indicazione preliminare, adattando il ritmo a come la corsa evolve.
Tra l'altro, cercando su internet, qualche consiglio l'ho trovato. In questo articolo di RW c'é per esempio una suddivisione in 3 parti disegnata proprio per principianti alla loro propria mara (o mezza) come me. Tradotto in italiano:
(1) primi 22 km a CL
(2) fino a 28-35 aumentare leggermente fino a CRLI
(3) ultimi 2-3 km dare via tutto quello che (ancora...) si può. Cercando di evitare di schiattare naturalmente...

Non pretendo di saper giudicare la ragionevolezza di questo schema come chi ha corso molte maratone come voi, ma con tutto il rispetto per Doriano mi sembra più ragionevole che tentare di tenere un ritmo che si potrebbe avere sbagliato dall'inizio. Inoltre permette aggiustamenti "in corsa" a seconda del livello di esaurimento che ci si ritrova e di conservare energie che possono servire alla fine.
Altre reference: http://journals.plos.org/plosone/articl ... ne.0057602