Piave Marathon, il giorno dopo! Com'è andata? Beh, non bene come le previsioni, ma nemmeno malaccio, non è che si possono ritoccare i PB di cinque minuti a ogni maratona. A voler dividere le responsabilità, inoltre, il 3h52' finale è comunque più colpa mia che di fattori esterni. Innanzitutto ho affrontato la prima metà gara con eccessiva supponenza, ignorando bellamente il piano gara predisposto nei giorni precedenti. Partenza a bomba, aspettative troppo alte, insomma, tutti quegli errori che chiunque (soprattutto io) commette di tanto in tanto. Poi, certo, le solite cose: un po' di tosse e raffreddore (oggi ho la febbre), l'ora legale, il trasferimento, le cavallette, il terremoto, eccetera. É ormai anche evidente che, a parità di preparazione, il mio bioritmo ha i suoi picchi in autunno piuttosto che in primavera.
In sintesi ho fatto una buona gara fino al 23° km, con un taglio della mezza decisamente troppo veloce (un tre minuti buoni sotto il programma e quasi uno sotto il mio PB - invero altino - sulla mezza) seguito dall'inevitabile scoppio intorno ai 28. A quel punto ho rallentato progressivamente, ha ceduto forse anche un po' la testa e, passeggiando qua e là, ho chiuso tagliando il traguardo con mio cognato che mi aveva superato intorno ai 35 km e che ho ripreso a quota 39 circa.
Tra i miei peccati (sia mortali che veniali) ci metto anche la non riposantissima notte di sonno precedente la gara (a letto intorno alle 23.00, sveglia alle 5.45 - in realtà 4.45 per ora legale), la colazione fatta troppo presto (oltre tre ore prima della partenza, quando il mio fisico è generalmente abituato a una colazione due ore max prima dello sparo) e una generale sottovalutazione dei possibili problemi e sopravvalutazione delle mie possibilità. Sono errori che avevo già fatto, avevo già pagato, e che ho rifatto e ripagato. Forse un giorno imparerò.
Pro e contro:
- Bello il pacco gara; bellissima la maglietta Diadora, giusto ed equilibrato il contenuto (formaggio, pasta, un po' di depliant sponsor);
- Grande disponibilità da parte dell'organizzazione, che mi pare abbia colto bene e al volo certe difficoltà sottolineate dai partecipanti. Su tutte cito il posticipo dell'ora di consegna dei bagagli che ha permesso ai runner di non prendere freddo dalle 8.45 (ora originaria) alle 9.30, ora dello start;
- Davvero tanti i volontari, sempre numerosi e cortesi, così come buoni i ristori, sia quelli ufficiali che di quelli extra e/o spontanei (il signore che offriva birra e panini a pochi km dall'inizio, gli Alpini con acqua attorno al 32°, eccetera);
- Molto buona la zona arrivo, efficienti le docce (quando è toccato a me, ho aspettato davvero pochissimi minuti), praticamente in tempo reale l'esposizione delle classifiche, buono il pasta party, con la scelta tra ragù e pomodoro per i runner vegetariani/vegani;
- Molto bella la prima metà tracciato, quasi "eco", con un bel saliscendi, sterrati giusti e zone interessanti. A mio avviso una bella mezza maratona Fortogna-Belluno sarebbe davvero bella. Inevitabilmente un po' più noiosa la seconda parte, con stradoni e paesini uno uguale all'altro.
Contro:
- Si è percepito (magari sbagliando) il fatto che l'organizzazione avesse un po' sottostimato le reali difficoltà della gara, presentando come più facili le salite e più lunghe/frequenti le discese. Nessuna bugia degli organizzatori, sia chiaro, ma più di un runner, sia durante che dopo, ha commentato cose del tipo: "Se avessi capito che era così dura, col cappero che ci venivo". Colpa ovviamente di chi non ha capito cosa andava a correre, ovvio (io per primo), ma di fronte a un percorso così nervoso e vario forse serviva un ulteriore sforzo di comunicazione che non si limitasse a definizioni sul genere "salite corribili" e "tracciato filante e velocissimo". Anche il "Piave, fiume sacro alla Patria", non è che si sia visto molto, in effetti;
- L'expo in piazza dei Martiri non era davvero gran cosa: interessante il camion Diadora, con personale competente che mi ha fatto provare un po' di scarpe/abbigliamento, ma tutto il resto era davvero di scarso interesse, in primis i ladroni che offrivano calici di vino a prezzi sopra i 4,50€. E anche gli altri stand mi sarebbe piaciuto fossero un po' più a tema "running". Confronto a questo di Belluno, l'expo della Maratona di Treviso 2016 a Conegliano sembrava una fiera internazionale;
- La medaglia (sempre fonte di discussioni), me l'aspettavo un po' più solida. Dal post pubblicato qualche giorno fa su Facebook dagli organizzatori, si aveva l'idea che fosse color bronzo e col nastrino tricolore. Quella reale, invece, mi è sembrata un po' leggerina. Bella, eh, sia chiaro, sicuramente meglio di altre medaglie "pesantissime" ma poi prive di fascino (vedi Verona Marathon 2015).
In conclusione, il giudizio è nettamente positivo: sicuramente vario e impegnativo il percorso, più che buona l'organizzazione, qualche difettuccio qua e là, ma quale evento di portata simile ne è esente? Per quanto mi riguarda, al netto dei miei errori/malesseri, sono contento di avere corso la Piave Marathon. Troppo dislivello per i miei gusti, e se decidessero di riproporla n futuro non ci tornerei, ma questa è una considerazione privata e non riguarda certo la gara.