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Strava)
Ok, ok! Scherzavo...

Dopo racconto anche la storiella di Moni Ovadia.
Ieri è stata un po' dura. L'umidità era feroce anche alle 7 di sera, e a 28 gradi correre mi ha affaticato un po' la muscolatura. Mancava quella brezza marina un po' più secca di due giorni fa. E poi ho deciso di puntare verso Sud, sempre correndo parallelo al mare. Per i primi 3 km si trattava di un bel sentiero nel giardino, purtroppo però pieno di carovane di cinesi e russi (questo posto è molto popolare in Russia e c'è un low-cost diretto), per cui dovevo continuamente cambiare direzione. Dopo un po' si passava sulla spiaggia, che rallenta come noto tantissimo la corsa. Poi ci si immetteva su una stradaccia sempre più brutta che attraversa un quartiere molto povero, dove gli avventori di queste specie di trattorie dove vendono cibo da strada - molto popolare qui - ammutolivano letteralmente al mio passaggio. Pochi turisti si avventurano laggiù. A volte si tratta di carrelli e addirittura biciclette-ristorante che vendono strani frutti e pesci alla gente che passa e che siede su tavolini microscopici e consunti.
Alla fine mancava anche il marciapiede, o era in tali condizioni che era impossibile correre senza inciampare... ad un certo punto, al buio, ho visto solo all'ultimo momento una TRAVE disposta a interrompere una stradina laterale, ad altezza ginocchio. In un altro punto due tubi fognari... insomma, piuttosto complicato! Ma era possibile lo stesso continuare a correre sulla strada, "incrociando" letteralmente orde di motorini.
Per capire come sia possibile senza ritrovarsi rapidamente a guardare gli alberi dalla parte delle radici, bisogna farsi un'idea del traffico tipico dei paesi orientali (almeno mi sembra, anche se il Vietnam spicca abbastanza anche in questo). Strisce pedonali, incroci, sensi di marcia, sono considerati simpatici arredi stradali. Infatti il traffico proveniente dalle due direzioni, fatto in prevalenza da scooter, si "compenetra" in un flusso continuo e rumoroso. In genere viaggiano tutti a bassa velocità. Per fortuna! Taxi, autobus ed auto suonano continuamente il clacson. Beep beeep beeeeeep! Ma nessuno se la prende, semplicemente i più lenti si scostano. Il clacson infatti non è segno di irritazione, ma di avviso "guarda che sto arrivando io!".
Agli incroci nessuno si ferma veramente. Tutti procedono uno contro l'altro, dando l'impressione che stia per accadere il disastro! Ma all'ultimo momento, miracolosamente, tutti si evitano in qualche modo senza toccarsi, frenare o accelerare

Le rotatorie vengono spesse affrontate contromano e per attraversare le strade trafficate bisogna imparare a buttarsi camminando sulla strada. Le strisce per terra sono TOTALMENTE insignificanti. Roma je farebbe un baffo a questi! Il traffico a quel punto si "apre" in due lasciandoti passare, sempre senza fermarsi. Come un gas...

La cosa incredibile è che, al contrario di altri paesi del terzo mondo dove si guida male - ed infatti ci sono continuamente carcasse di auto ammucchiate al bordo della strada - qui gli incidenti avvengono abbastanza di rado. Almeno sembrerebbe....

E' semplicemente un set di regole alternativo, ma coerente.
Quindi è possibile correre sulla carreggiata di una strada a 4 corsie senza grossi problemi. Il nugolo di motorini e auto si allontana come fosse un gas da te. Nessuno viaggia a velocità molto diverse da quella media e il tutto avviene abbastanza civilmente intorno a te... basta imparare!
Ad Hanoi questo stupefacente effetto "compenetrazione dei corpi" è ancora più visibile, soprattutto dalla finestra di qualche albergo: le strade sono traversate da due flussi che viaggiano in senso contrario e che spesso occupano TUTTA la carreggiata. Sembra una battaglia medievale, ma senza scontri!
L'unico problema reale ieri è che la strada era molto inquinata. E senza quasi vento sono tornato a casa piuttosto provato rispetto al mio solito. Doccia di mezz'ora ma anche stamattina i miei muscoli ne risentivano un po'. Stasera provo su treadmill in palestra...
Ma veniamo alla storiella di Moni Ovadia. L'ho raccontata talmente tante volte che adesso è ormai una storia diversa dalla sua

, ma la trovo la descrizione più calzante, anche se esagerata - di quello che accade quando ci si trasferisce in un'altro Paese. E gli Ebrei si che se ne intendono...
Insomma... un sant'uomo muore e va in Paradiso. All'ingresso incontra San Pietro che gli apre la porta e gli propone un giro guidato per il Paradiso. Mostra al nuovo arrivato un luogo tranquillo, molte coppie che passeggiano con calma tra le nuvole discettando di filosofia e religione, vestiti di una lunga tunica bianca. La calma avvolge il tutto. Niente schiamazzi, il luogo è incantevole. Alla fine del giro San Pietro chiede al nuovo arrivato "Guardi, io le ho fatto visitare il Paradiso. Comunque, se lo desidera, lei può anche andare di sotto a dare un'occhiata all'Inferno. Tanto per farsi un'idea. E poi SCEGLIERE".
Il sant'uomo è un po' stupefatto, e chiede a San Pietro "Ho capito bene?? Posso andare a visitare l'Inferno e poi... decidere tra i due?". "Si, esatto. Non si preoccupi. Dopo la visita lei torna qui e mi dice cosa vuol fare. Liberamente...". Molto incuriosito, e dopo essersi accertato che non ci sia il rischio di rimanere intrappolati all'inferno, il tizio prende l'ascensore (immagino!

) e scende fino all'inferno per ritrovarsi di fronte ad un enorme portone di noce.
Bussa.
Dopo qualche secondo la porta si apre ed.. appare un affascinante signore vestito di tutte punto, con al fianco due ragazze da schianto in abitino supersexy: "Buongiorno, caro sant'uomo. Prego, si accomodi, sono Satana".
Il tizio, visibilmente sorpreso, entra e si ritrova in una splendida hall, arredata con cura, tra marmi colorati ed enormi fioriere. "Venga pure, le facciamo vedere com'è qui", gli dice Satana sorridendo. Le due ragazze lo prendono a braccetto e lo accompagnano per un lungo corridoio. La prima porta si apre e dentro ecco un magnifico salone con grandi tavoli rotondi ricoperti di ogni ben d'iddio! cibi di ogni tipo, vini d'annata! Un gran numero di commensali, sempre accompagnati da splendide donne, ride e chiacchiera amabilmente (lo stesso per le "dannate", accompagnate da splendidi e nerboruti giovani uomini

). Sempre più stupefatto il tizio chiede a Satana di che si tratti "Oh, questo è uno dei nostri ristoranti! Aperto 24 ore al giorno". Si incamminano di nuovo nel corridoio e aprono una seconda porta. Dentro una grande piscina piena di gente, bellissime ragazze seminude ovunque, distese a prendere il fresco, servitori, etc.
La visita continua tra sale da gioco, saloni, camere da letto sfarzesche, bagni turchi, etc. Alla fine il tizio riprende l'ascensore e torna da San Pietro. Con aria un po' apologetica, quasi vergognandosi, gli dice:
"Caro San Pietro... il Paradiso è affascinante, intellettuale... etc. ma sa, ho vissuto tutta la vita nella castità e povertà per cui pensavo che forse meglio andare all'Inferno. Tanto per divertirsi un po', finalmente! Niente di personale eh! Spero che mi capisca!"
"Ma assolutamente non si preoccupi!" risponde San Pietro. "Lei ha tutto il diritto di andare giù all'Inferno. Arrivederci e grazie per la visita."
Il tizio scende giù, e bussa alla porta di noce.
Questa si apre e... ne esce una terribile puzza di zolfo! Satana, tutto peloso, nudo e con le corna lo prende per la collottola e lo tira dentro, tra le fiamme e migliaia di dannati che gridano per il dolore.
Al che il tizio gli chiede "Ma come???? Ma prima era tutto così bello qui"!!!.
Al che Satana risponde: "Si, ma prima eri un TURISTA, ora sei un RESIDENTE!".