Salve a tutti.
Non milanese e scarso conoscitore della città (per anni frequentata solo per trasferte di lavoro, mi limito quindi a pochi tragitti in metropolitana e a molti ristoranti, oltre alle corse serali lungo il perimetro esterno del parco Sempione), domenica scorsa ho corso la mia ottava maratona, per la prima volta a Milano, e -premettendo che l’impressione è stata complessivamente positiva- ho piacere a lasciare qui alcuni spunti che potrebbero essere utili agli organizzatori per migliorare ulteriormente l’evento in vista delle prossime edizioni.
1. Mi ha stupito che il venerdì pomeriggio l’ufficio informazioni del Comune di Milano sito in Galleria non disponesse di piantine dettagliate del percorso della maratona e anzi non sapesse in quali strade sarebbero transitati i runners e lamentasse una scarsissima comunicazione con gli organizzatori. È un evento della città, non degli organizzatori o degli sponsor.
2. La mattina della gara, sceso alla fermata Turati della gialla, mi aspettavo di trovare indicazioni, cartelli, oppure volontari che indicassero i percorsi più brevi verso i varchi di accesso alla “zona rossa” dei giardini Montanelli; e invece nulla, solo pioggia (ma questo ovviamente non dipende dagli organizzatori

) e pochissimi passanti a cui chiedere;
3. Una volta arrivato al P3, l’attesa di 30 minuti. Per carità, uno poi si mette a chiacchierare, ti confronti coi compagni di fila sulle maratone precedenti e future, e il tempo passa; come pure evidenti e lodevoli sono le misure di sicurezza da predisporre per un evento di questa portata e di questo richiamo mediatico; tuttavia, già se anziché un solo posto di controllo c’è ne fossero stati tre, i tempi di attesa si sarebbero ridotti a 10 minuti e la sacrosanta ritualità del pre-gara non avrebbe dovuto essere compressa;
4. Poi la gara. Veloce, per altri più che per me, ma questo non è un problema. Personalmente non ho apprezzato la parte di percorso extra-urbano (o forse mi esprimo male, scusate; forse è meglio dire di “estrema periferia”) compreso tra il km 19-20 (con addirittura il passaggio in quello che mi è sembrato un raccordo autostradale) e il 30-32. Ho trovato il tutto molto anonimo, non caratterizzante Milano; magari anche bello, nella parte in cui si fiancheggiavano bei parchi, ma certo avrei preferito una corsa più cittadina. Chiaro, questo avrebbe comportato chiudere strade, disagi maggiori per la cittadinanza e la circolazione, e mille altri aspetti organizzativi che probabilmente non conosco. Ma forse avrebbe fornito anche ai runner qualche elemento di distrazione in più, in una fase della gara in cui per molti si affacciano le prime crisi (ieri mi sono rivisto la registrazione della diretta Sky e vedendo le riprese personalmente non ricordavo affatto di essere passato per certe strade, tanto il paesaggio non mi aveva colpito);
5. Infine, a fine gara avevo bisogno di un po’ di ghiaccio al polpaccio, per una pizzicatina che avevo sentito negli ultimi km; vado..., gentilissimi, professionalissimi, ..tutto issimi..., solo che poi anziché farmi uscire da dove ero entrato (il che mi avrebbe permesso di rimescolarmi al flusso degli atleti appena arrivati e di passare a prendere il pacco gara con acqua, frutta, etc.), mi hanno fatto uscire da un altro varco che in pochi metri mi ha fatto arrivare direttamente alla parte dei Giardini dove c’erano deposito borse e spogliatoi..., e quindi alla fine non mi sono potuto prendere il pacco gara.
Insomma..., l’esperienza complessivamente è stata positiva; leggendo ho capito che in questi anni la Milano Marathon molto è cresciuta, e forse io e salto di qualità potrà venire oltre che dall’effetto richiamo determinato dal “tempo e” del vincitore, anche dal sistemare e mettere a punto alcuni dettagli, perché appunto di dettagli si tratta.
Ciao