Uh dai, proviamo a buttare giù due righe, visto che i polpastrelli rientrano nel gruppo dei pochi muscoli che oggi non mi fanno male..
Bella, bellissima gara, con l'Ultrabericus è stato amore a prima vista l'anno scorso e non era un gran segreto che mi ci sarei iscritto un secondo dopo l'apertura delle iscrizioni 2013, con la differenza che questa volta ci arrivo un po' più preparato (cosa non difficile, visto che all'esordio 2012 non mi ero preparato affatto!

).
Nessun obiettivo dichiarato, il terreno pesante (non fangosissimo come la Montefortiana o le 6h di Pastrengo, ma comunque non proprio "asciutto") mi rendono incapace di fare una stima dei tempi attesi: dopo la personale "colazione del campione" (due krapfen imbottiti di crema

) e davanti ad un caffè con Tommaso, Matteo, Daniele e Andrea (ragazzi, grazie ancora della piacevole compagnia!

) sarei pronto a firmare per un crono simile all'anno scorso (10h 08'), ma non mi creo aspettative, confidando nella saggezza del "vecchio" Foia che sappiamo recitare di
"Non cercare ostinatamente il PB. Sarà il PB a trovare te!" e quindi si parte all'avventura, ognuno col suo viaggio, ognuno diverso, ognuno in fondo perso per i c***i suoi.
I primi 10 km passano tranquilli in compagnia di Matteo_inchi oggi in modalità "very soft" (se non fosse così, col cavolo che frenerebbe per stare al mio passo!), Daniele e Tommaso già lanciati a velocità Mach2 e con Andrea che ci attende al primo ristoro, incitandoci come un cavallo dopato "Vai così, siete grandi, grandissimi!!", giudizio incoraggiante ma sin troppo lusinghiero visto che viaggio di poco più veloce del Servizio Scopa, ma tant'è...
Dopo il primo stop, perdo Matteo, lo anticipo un po' zigzagando per superare quei tanti trailer incapaci di correre con i bastoncini (non ci vuole una laurea in astrofisica nucleare per capire che le punte vanno rivolte verso il davanti, cazzarola!), accellero per un pit-stop strategico

e...sono solo.
Tempo climatico ottimale, alla partenza battevo i denti dal freddo, ma ora correndo con maniche corte e manicotti (santi subito!) sto troppo bene, anche stavolta azzecco la scelta degli indumenti (azzecco dal punto di vista squisitamente tecnico, perchè, Teo e Barbara, mi spiace ammettere che dal punto di vista
cromatico sono tristemente sul grigio-nero).
Arrivo in zona cambio staffetta (34° Km) con il piede sinistro che da almeno un paio d'ore mi sta facendo male (è un classico, al 20° km sistematicamente inizio a vedere le stelle...), ma non gli presto la minima attenzione: ad ogni ristoro mi fermo il minimo tempo necessario per bere del thè caldo, riempire la borraccia d'acqua e mangiucchiare qualcosa, senza sostare troppo, conscio che se mi stoppo non riparto più; al ristoro successivo (47°?) inizio ad essere un po' cotto, ma allo stesso tempo sento che oggi non voglio mollare nulla (del resto mancano ancora una ventina di km e sarebbe alquanto prematuro farsi prendere dallo sconforto).
La discesa al lago già descritta da Andrea (siamo al...boh, 50° km) mi dà il colpo di grazia: ora il dolore al piede è soffocato dal fatto che...mi fa male tutto, quindi per assurdo è un miglioramento psicologico, non concentrando più la mente su un solo punto dolente, penso meno alla fatica e corro meglio (lo so, sono mentalmente contorto, al mio trapasso donerò il mio cervello alla scienza affinchè ne studi i più recondito meandri!).
L'ultimo ristoro non mi fermo quasi nemmeno un minuto, riempio solo la borraccia di thè caldo (ne avrò bevuto tre litri!), indosso giubbino e frontale pronto per l'ultimo tratto che farò al buio e riparto.
Gli ultimi km supero una quantità di corridori che vanno al passo anche sui tratti corribili, fregandomene della posizione in classifica, concentrato solo sul tempo (a sto punto so che potrei stare sotto le 10 ore e voglio assolutamente provarci) e "dopato" dalla frontale (è inutile, a correre nel buio mi diverto come un bambino!): spettacolare l'ultimo tratto in salita, quando di colpo ti appare il magnifico spettacolo di una Vicenza illuminata e sai che ormai è solo la passerella finale: passerella che faccio correndo veloce (per lo meno l'impressione era quella, probabilmente dopo 65 km andavo come un bradipo, ma...lasciatemi cullare in quest'illusione!

), tra il pubblico che incita e applaude (grandiosi, mi hanno fatto davvero emozionare

) ed io che pirleggio mandando baci a destra e sinistra.
Alla fine mi fermano il chip su un inatteso quanto orgoglioso 9h 47'. Felice, davvero felice, stavolta sono contento di me!
Mi è spiaciuto non salutare i compagni di avventura all'arrivo, ma i rispettivi tempi non collimavano e quando sono arrivato ormai erano già docciati per la maggior parte: per una birra ci si incontra alla prossima occasione!
