Barbara ha scritto:Dimostrami che è un procedimento che non esiste, ne sarei felice.
ma non voglio dimostrare che non esiste, ci mancherebbe.
è solo che - personalmente - tendo a mantenere il senso delle proporzioni, non essendo "di solito" l'apicoltura un affare da produzioni mastodontiche. spesso anche i grandi produttori non sono che consorzi di raccolta e distribuzione, come accade anche per il latte.
di solito l'apicoltura è una questione di "amore". è molto facile trovare prodotti "etici" anche al supermercato: locali, provenienti da apicoltori vicini e piccoli, che spesso curano la propria produzione all'interno di aziende agricole con prodotti variati e familiari, e spesso anche solo per hobby.
sicuro come che la merda puzza che le cose che hai riportato accadono. quello che dico è che non esiste solo quello, e che sicuro non è la realtà globale delle cose. capisci che è il lavoro di certi imprenditori a essere "assolutamente" scorretto, non l'apicoltura in sé. (poi uno può legittimamente vederla - estremizzando - anche come sfruttamento, e così la mungitura delle vacche, la tosatura delle pecore, e via dicendo, ma viaggiando su questo binario non si finirebbe mai).
Barbara ha scritto:Il fatto che diamo certi cibi agli animali domestici non vuol dire che sia sano anche se gli piace (come non è sano magiare solo hamburger e patatine fritte, anche se ad alcuni piace).
Se credi alla moralità della maggior parte delle ditte industriali anche tu credi alle favole
non sento il bisogno di credere alla moralità assoluta delle ditte. è proprio lontano da me, perché è una cosa indimostrabile in termini assoluti.
dico: il gatto in sé è un animale che vive gran parte del tempo libero. se trova un pesce che è saltato fuori da un fiume se ha fame e se è in buone condizioni lo mangia, non sta a vedere se è una tinca o un salmone. se caccia un animale - a guardar bene - sono le interiora che divora subito (sono le più nutrienti) e non i muscoli. se trova un rimasuglio di budella di rinoceronte morto d'asma e ha fame credo che lo mangi senza troppe storie, a meno di altre evenienze. questo dico. perché è ovvio che un gatto non caccia un bisonte, ma non è vero che ogni animale (nel caso carnivoro) si ciba esclusivamente di cose che sono alla sua esclusiva portata. ho visto con i miei occhi - per esempio - dei gatti intorno a una volpe morta, nonostante i gatti non caccino le volpi.
Barbara ha scritto:Non è perché una cosa è letta che è vera, ovviamente.
Tendo effettivamente a cominciare a credere che non siano prive di fondamento cose che leggo da varie fonti e che non vedo smentite da altre fonti altrettanto ben documentate.
Dubitare è lecito e intellettualmente sano, ma si può eccedere anche in quello a mio avviso.
Ripeto, se mi dimostri che le cose alle quali credo sono sbagliate, ti darò ragione. Ma non ti basterà dire che le "mie" fonti non sono abbastanza affidabili.
sicuramente le cose che citi hanno fondamento, non lo metterei mai in dubbio. ma il fondamento non fa la Verità, questo è quello che penso. sono cose che hanno il loro valore di verità nel loro esclusivo contesto e che razionalmente non possono essere estese a tutte le situazioni singole e globali.
io non voglio dimostrare nulla, tutt'altro. penso sia impossibile dimostrare razionalmente il valore e l'utilità della sensibilità come è anche impossibile (e inutile) razionalizzare un'ideologia cercando di giustificarla. perché ci sono limiti entro i quali un'ideologia è racchiusa, e come la religione o la si accetta in tutto e per tutto o si cade nell'assenza di senso.
le cose in cui credi sono giuste, giustissime, fintanto che non dai loro un valore assoluto. nel momento in cui vai a giustificarle dentro altri ambiti (non ne hanno bisogno) decreti d'ufficio la loro sconfitta.
pare assurdo, ma l'unica cosa che rafforza le idee non è la loro dimostrazione a discapito di altro ma la comprensione di tutto ciò che sta fuori dai loro confini. soprattutto in un ambito come questo.
non credo di dire cose fuori dal mondo.