EugeRambler ha scritto:Sapevo che non potevo deludervi. E soprattutto avevo promesso a me stesso che questa volta sarei arrivato in fondo.
Durante la corsa non ho quasi mai avuto dubbi, sono sempre stato bene, le gambe tenevano e non facevano male. Il problema, ma penso sia normale, erano i piedi, ma cercavo di pensare ad altro.
Sono partito molto indietro nella mia "onda", infatti sulla prima salita era più il tempo che aspettavamo fermi che quello di marcia.
Diciamo che fino a dopo La Fouly il percorso era davvero congestionato. La cosa andava bene perchè mi teneva buono e tranquillo in salita, però in discesa avrei preferito andar giù un po' più forte, ma non volevo prendere rischi inutili solo per passare un po' di gente, alla fine non sarebbe servito a nulla.
Dopo La Fouly discesa di 10 km un po' su asfalto un po' su sterrate larghe e pulite: è stato il primo tratto in cui ho capito di star veramente bene. Andavo giù bene, ho fatto quei 10km in un'ora, contando in mezzo anche un paio di pause per bere e far pipì. Sulla successiva salita verso Champex sono intruppato, ma sono anche un po' duro, quindi rallento e mi metto al passo della fila che ho davanti.
L'arrivo a Champex è commuovente, una bolgia. Ho quasi le lacrime agli occhi. E Ciro è stato un grande: mi ha assistito e seguito fin quasi a Martigny. L'ho fatto tirare da bestia con la macchina perchè andavo giù davvero forte. Scendiamo in un paese un po' più indietro di Martigny, poi si sale in mezzo ai vigneti, fantastico! Nel successivo tratto misto, prima di scendere inizia a calare il buio e accendo la frontale. Intanto si alza il vento freddo e cominciano le prime gocce.
Al rifornimento di Martigny decido di mettere subito la giacca, scelta che si rivela azzeccata perchè comincia davvero a fare un freddo becco e la pioggia cresce ben presto di intensità. Saliamo prima lungo una strada asfaltata, passando davanti alle case. E qui, una delle immagini più belle della mia CCC: parecchie persone hanno allestito dei tavolini con thè caldo davanti alle loro abitazioni, giovani coppie e pure signore anziane. Chissà se è più la pena, il disprezzo o l'ammirazione che ha questa gente per noi
La salita taglia le gambe, specialmente quando comincia il tratto sterrato. Non riesco più a salire con la scioltezza di qualche chilometro prima, mi sembra di andare piano, anche se in realtà il guadagno di quota è intorno ai 700m/h. Ciro mi aveva detto al volo che la salita ci avrebbe portati intorno ai 1.400m, così poco prima dei 1.000, verso la metà, mi prendo un paio di minuti di riposo seduto su un muretto. Quando riprendo a salire sto decisamente meglio. A 1.400 però, dello scollinamento neanche l'ombra. Arriviamo fin quasi a 1.600m battuti da un vento gelido che mi costringe a fermarmi dietro un muro per mettermi addosso quasi tutto quello che ho: guanti, cappello, intimo termico e maglia a manica lunga leggera. Qui arriva il momento più difficile di tutta la mia corsa. Sono le 22.30 circa. Faccio per ripartire ed esco da quel posto riparato dal vento e

. Non riesco a fare 3 passi, torno indietro tremante. Dopo pochi secondi riprovo: ancora peggio, mega folata di vento. Sono scoraggiato. Torno al riparo, mi vien da piangere, picchio i bastoncini per terra. Sto meditando davvero di fermarmi, ma NO, oggi non si può. Riprovo. La folata di vento non c'è più, allora inizio a correre per scaldarmi un po' e in breve si arriva a Trient, dove prendo un thè caldo e ci bagno dentro un po' di pane. Mi prendo parecchio tempo per cercare di scaldarmi un po', poi si riparte, prima lungo la statale che porta a Chamonix, poi per un'altra asfaltata che sale a tornanti, prima di diventare sterrata. Anche qui arriviamo intorno ai 1.600 metri. Mi sono ripreso, sto salendo bene e il freddo è un po' passato. Non ho idea, e come me probabilmente nessuno di quelli che vedo, della strada che ci aspetta per arrivare al traguardo. Anche una volta scesi a Vallorcine, dove ormai capisco che ce l'ho fatta. Mentre bevo un po' di thè caldo con il pane, leggo un messaggio che Sarah mi aveva scritto alle 22.40, proprio appena superato il momento di crisi: "Ti amo! Tieni duro! Sono fiera di te!

". Beh, le energie si rimoltiplicano, mi sento fresco come alla partenza! Le informazioni sono confuse e riparto con zero certezze, ma tanta voglia di arrivare. Nel frattempo piove sempre più forte, il sentiero è tutta una pozzanghera, ma spingo forte fino al Col de Montets, dove comincia la discesa verso Argentiere. Da lì mancano circa 9km, ma non ho idea di cosa aspettarmi. Qualcuno dice che la salita è finita, il mio altimetro invece dice che ce ne manca ancora un po' per arrivare ai 5.100 metri di D+ che ci hanno promesso al mattino a Courmayeur. Ed effettivamente di salita ce n'è ancora parecchia, a strappi, per farcela sudare fino in fondo questa CCC. Ormai sono carichissimo, in salita continuo a superare gente, in discesa pure. A sinistra si vedono le luci della statale che va a Chamonix, pian piano sento che ci stiamo avvicinando, e quando tra la pioggia e la nebbiolina che fanno un riflesso terribile con la luce della frontale si comincia a vedere le luci del paese...giù a tutta! L'ingresso in Chamonix mi carica ancora di più, non smetto di correre, anzi, accelero pure e mi lancio nella mia volata solitaria per andarmi a prendere quel gilet con la scritta finisher!
Ce l'ho fatta, ULTRATRAIL (il motto degli ultimi mesi, già prima della LUT)
Perdonate in anticipo qualsiasi sgrammaticatura o frase zoppicante, ho dormito tre ore, dopo averne corse 17 e mezzo.
GRAZIE A TUTTI, a Teo che mi ha intrattenuto alla partenza dove ero un po' teso, ma comunque nella norma, a Ciro per la preziosa assistenza e il grande supporto a Champex e sulla discesa, a Sarah in costante contatto, che mi dava la forza di continuare, oltre che una bellissima notizia

, a tutti voi che mi avete seguito correndo un po' insieme a me in questa notte da lupi!

a tutti Voi!