@Patrick: questo è importante, ovvero fare le pause al passo sin dall'inizio, quando non senti il minimo bisogno di farle... per poi eliminarle quando ormai sei in dirittura d'arrivo.
Credo che l'esordio sia una gara particolare, che ti regala tante emozioni e trovare il modo di godersi quei 42km è il massimo, e secondo me le pause al passo ti aiutano a rimanere lucido per tutti quei 42km e soprattutto di goderti gli ultimi che sono proprio nel centro pulsante della Capitale
Poi come ti è stato detto già in diverse occasioni, puoi anche pensare di fare i lunghi con le pause al passo e poi di decidere di eliminarle in gara... dipende da come valuterai la tua preparazione.
Esperienza personale: a Carpi avevo deciso di fare diverse pause al passo perché non avevo per niente fiducia nella mia preparazione poi ho incontrato Ventilitri e per stragli dietro le ho eliminato quasi tutte... beh, al 42km ci sono arrivata lo stesso!
Quindi morale della favola: il metodo Galloway ti lascia anche l'opportunità di essere flessibile e di decidere in seguito come gestire la tua gara.
@Teomat: sento che mi ha dato molto introdurre le pause al passo nei miei allenamenti... è forse solo una sensazione ma arrivo a fine allenamento molto più fresca e il giorno dopo sono sempre pronta a tornare in strada. Con le pause al passo non mi sono quasi mai svegliata con le gambe pesanti il giorno dopo, affronto ogni allenamento con più serenità e contando le pause all'interno del cronometraggio complessivo sono anche meno severa con me stessa sul riscontro cronometrico... Galloway mi ha aiutato a capire che sono più importante le sensazioni del cronometro e quando sento arrivare l'affanno semplicemente mi concedo qualche minuto al passo e ogni volta riprendo a correre meglio di prima...