Il mio primo ritiro!!
Una preparazione che io scientemente ho mandato in vacca un mese fa: di colpo, complici altri pensieri, la corsa ha perso interesse e la testa si è messa a pensare ad altro.
Morale: km percorsi nell'ultimo mese
22, lunghi in montagna per preparare il trail
ZERO.
Con queste premesse a pochi giorni dalla partenza avevo deciso di starmene a casa, poi la vena di follia ha preso il sopravvento ed ho deciso di provarci, memore del dignitoso risultato dell'Ultrabericus, ottenuto anch'esso con una preparazione che definire approsimativa è un eufemismo.
Ma il 3v (80 km D+4.500) è un "zinzino" differente dall'Ultrabericus e te ne accorgi subito dalla prima simpaticissima rampa che in breve ti porta a quota 2.200 sotto un sole cocente, che ha bollito più di un partecipante (di 51 partenti, credo che alla fine i ritirati saranno almeno una quindicina, tra problemi di stomaco, crampi e malesseri vari).
Scenari spettacolari, è un trail bellissimo che ti porta a viaggiare sulle creste dei monti bresciani, dominando le vallate e il lago di Iseo.
Primo cancello ai 24 Km, quello con il dislivello positivo più consistente: vi arrivo relativamente tranquillo e relativamente fresco. Mi dico che il peggio è passato e sono quasi convinto di poter arrivare in fondo in qualche modo.
Ho (come "qualcuno" ha fatto notare

) il più voluminoso e pesante zaino tra i partecipanti, ma...lasciatemi dire che nulla di quello che vi ho messo dentro si è rivelato alla fine superfluo: dopo la bollita sotto il sole cocente (primo ristoro idrico al 18° km - il mio Camel Bak Santosubito!!!), quando raggiungiamo la cresta del santuario sono le 21, il sole è calato e in quota tira una bava da far tremare: faccio un cambio completo e mi copro ben bene, sorseggiando un thè caldo che infonde calore e fiducia.
Fiducia che se ne va via via che proseguo la marcia: son sempre solo, guidato dalla luce della frontale ed i tratti nel bosco sono suggestivi, quanto ansiogeni (mi è passato vicino non so che animaletto e dopo il mio incontro ravvicinato con un cinghiale - vi racconterò... - di qualche tempo fa, sono molto suscettibili all'argomento wild nature).
Inizio a prender atto che sono arrivato alla frutta e sono solo a metà gara: procedo sempre più lento e incerto, riuscendo pure a perdermi nel bosco.
Sono in piena escursione termica: se sto in maniche corte ho i brividi freddi, se indosso il giubbotto antivento sono in piena sauna
Al 50° c'è un ristoro e chiacchero con gli ultimi 3 ritirati che stanno aspettando il rientro a Brescia: ho voglia di fermarmi anch'io, non mi sto più divertendo e le gambe mi reggono a fatica. Mi faccio convincere ad insistere: "Prova a ripartire sino al prossimo check point. Sono solo 7 km in leggera discesa su strade tranquille, la fai in un'oretta e poi vedi..."
Quell'oretta per me diventano 2h e un 15', l'ultimo km barcollando a destra e a sinistra. Ed io dovrei farne altri 24 così sulle creste, rischiando di volare a valle?
Si accende il lume della ragione (ogni tanto, raramente, capita anche a me) e capisco che così non ha alcun senso continuare.
Mi porto a casa 57km, non so quanto dislivello positivo (direi almeno 3.000), ed un grande bagagli di esperienza.
Ora la mia sete di fatica e di farmi del male fisico è appagata per tutto il 2012, forse anche 2013!
