cryni89 ha scritto:sono arbitro di calcio
a noi anche per un fatto "estetico" obbligano a correre solo ed esclusivamente sull'avampiede
Corsa sull'avampiede
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				Oscar78
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Re: Corsa sull'avampiede
"Quel senso di libertà e leggerezza che provo quando percorro i miei sentieri,
quel perdermi nei miei pensieri e nei miei sogni,
quella stanchezza fisica che prevale su tutto, che ti svuota....e allora sei pronta ad accogliere"
Cecilia Mora
			
						quel perdermi nei miei pensieri e nei miei sogni,
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				cryni89
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Re: Corsa sull'avampiede
oscar
eh si!!
quando vengono a visionarci mettono i voti anche sull'estetica e se non corri sulle punte..povero te!!!
			
			
									
						
										
						eh si!!
quando vengono a visionarci mettono i voti anche sull'estetica e se non corri sulle punte..povero te!!!
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				jesus_was_rasta
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Re: Corsa sull'avampiede
Mah, sono scettico...  
 
Vero che gli evoluzionisti dicono che siamo stati fatti così, studiati per correre e camminare; ed in effetti se provate a correre a piedi nudi vi viene istintivo non appoggiare sul tallone (fa malissimo, almeno per me che sono 90+kg...).
Diciamo che la comodità moderna ci ha indotti a perdere questa naturale forma di approccio al terreno, questo è vero. Si cammina "di tallone", e molte volte ci si fa male o si hano i piedi dolenti proprio per l'andatura "da Balanzone" (almeno noi uomini, le donne, tacco complice, sono più brave).
Però se non siamo dei pigmei (senza offesa, era per dire "persone abituate da generazioni") la vedo dura sostenere questo genere di sforzi; soprattutto per le lunghe distanze: vero che l'uomo primitivo correva per cacciare, ma mica si faceva 40km...
 
Io sono un novellino della corsa, ma mi piace informarmi ed approfondire; da qualche che so e da quel che sento e provo su me stesso, direi che tale pratica è da considerarsi perlomeno sconsigliabile.
Se proprio si vuole migliorare la reattività e la risposta del proprio apparato locomotore (vedasi gli allenamenti del pugile succitati), si corra in salita: il principio dell'avampiede viene sposato giocoforza, solo che verrà più naturale (vista la fatica...) adeguarsi piano piano e migliorarsi senza distruggersi ossa e legamenti.
Questa la mia (modestissima) opinione!
			
			
									
						
										
						Vero che gli evoluzionisti dicono che siamo stati fatti così, studiati per correre e camminare; ed in effetti se provate a correre a piedi nudi vi viene istintivo non appoggiare sul tallone (fa malissimo, almeno per me che sono 90+kg...).
Diciamo che la comodità moderna ci ha indotti a perdere questa naturale forma di approccio al terreno, questo è vero. Si cammina "di tallone", e molte volte ci si fa male o si hano i piedi dolenti proprio per l'andatura "da Balanzone" (almeno noi uomini, le donne, tacco complice, sono più brave).
Però se non siamo dei pigmei (senza offesa, era per dire "persone abituate da generazioni") la vedo dura sostenere questo genere di sforzi; soprattutto per le lunghe distanze: vero che l'uomo primitivo correva per cacciare, ma mica si faceva 40km...
Io sono un novellino della corsa, ma mi piace informarmi ed approfondire; da qualche che so e da quel che sento e provo su me stesso, direi che tale pratica è da considerarsi perlomeno sconsigliabile.
Se proprio si vuole migliorare la reattività e la risposta del proprio apparato locomotore (vedasi gli allenamenti del pugile succitati), si corra in salita: il principio dell'avampiede viene sposato giocoforza, solo che verrà più naturale (vista la fatica...) adeguarsi piano piano e migliorarsi senza distruggersi ossa e legamenti.
Questa la mia (modestissima) opinione!
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				lele 71
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Re: Corsa sull'avampiede
Ho letto con interesse questo topic e lo rispolvero per dire la mia.
Nel corso dell'ultimo anno e mezzo ho provato a sperimentare sulle mie gambette i 2 metodi di corsa dei quali si sente abbastanza parlare oltreoceano:
Parlare di corsa "sugli avampiedi" e' spesso troppo riduttivo, non possiamo partire e pretendere di modificare solo l'appoggio correndo come abbiamo sempre fatto, perche' tutto parte dalla postura ed il piede e' solo l'ultimo anello della catena, importantissimo naturalmente, ma se non viene supportato dal resto del corpo l'infortunio e' praticamente inevitabile e purtroppo in tempi brevissimi.
Per tornare alla domanda iniziale di Now and forever ti posso dire che ad oggi sto correndo sugli "avampiedi" tutte le mie distanze (non sono un maratoneta, gare sui 5/10k e lunghi sui 15/18K) a qualsiasi ritmo (anche a 5'30"/5'40", quindi la lentezza non e' un problema).
Ho intenzionalmente virgolettato la parola "avampiedi" perche' in effetti e' li che vado a caricare il peso e ad appoggiare (diciamo tra il metatarso e 2/3cm dietro il metatarso), pero' la cosa rientra in un discorso posturale abbastanza ampio che parte dall'alto, oltretutto noto che correndo con delle A3/A4 il tallone della scarpa arriva comunque a toccare o sfiorare terra, il peso pero' sta da un'altra parte ed e' questa la cosa importante (come gia' scritto da AndyTheRunner).
A chi volesse provare uno di questi metodi (ripeto, molto diversi tra loro, quasi opposti oserei dire) personalmente suggerirei il chi-running, decisamente meno efficiente del pose (in termini di velocita') secondo me, ma l'ho trovato molto meno traumatico e meno "muscolare" rispetto all'altro, soprattutto per quanto riguarda i polpacci e (credo) i tendini di achille, in quanto il carico nel chi-running e' tutto o quasi nel "core" (addominali/lombari) e la postura porta il movimento della corsa ad una sorta di "equilibrio instabile" (credo si chiami cosi' in fisica), dove le gambe si muovono solo per contrastare la caduta in avanti del corpo e quindi appoggiano senza mai andare in spinta (questo nel chi-running e' uno dei fondamenti: non esiste la spinta).
E' piu' un casino da spiegare a parole che da vedere, pero' se vi interessa posso raccontarvi un po' le differenze, le posture e (purtroppo...) anche i miei infortuni.
			
			
									
						
										
						Nel corso dell'ultimo anno e mezzo ho provato a sperimentare sulle mie gambette i 2 metodi di corsa dei quali si sente abbastanza parlare oltreoceano:
- - pose method
- chi-running 
Parlare di corsa "sugli avampiedi" e' spesso troppo riduttivo, non possiamo partire e pretendere di modificare solo l'appoggio correndo come abbiamo sempre fatto, perche' tutto parte dalla postura ed il piede e' solo l'ultimo anello della catena, importantissimo naturalmente, ma se non viene supportato dal resto del corpo l'infortunio e' praticamente inevitabile e purtroppo in tempi brevissimi.
Per tornare alla domanda iniziale di Now and forever ti posso dire che ad oggi sto correndo sugli "avampiedi" tutte le mie distanze (non sono un maratoneta, gare sui 5/10k e lunghi sui 15/18K) a qualsiasi ritmo (anche a 5'30"/5'40", quindi la lentezza non e' un problema).
Ho intenzionalmente virgolettato la parola "avampiedi" perche' in effetti e' li che vado a caricare il peso e ad appoggiare (diciamo tra il metatarso e 2/3cm dietro il metatarso), pero' la cosa rientra in un discorso posturale abbastanza ampio che parte dall'alto, oltretutto noto che correndo con delle A3/A4 il tallone della scarpa arriva comunque a toccare o sfiorare terra, il peso pero' sta da un'altra parte ed e' questa la cosa importante (come gia' scritto da AndyTheRunner).
A chi volesse provare uno di questi metodi (ripeto, molto diversi tra loro, quasi opposti oserei dire) personalmente suggerirei il chi-running, decisamente meno efficiente del pose (in termini di velocita') secondo me, ma l'ho trovato molto meno traumatico e meno "muscolare" rispetto all'altro, soprattutto per quanto riguarda i polpacci e (credo) i tendini di achille, in quanto il carico nel chi-running e' tutto o quasi nel "core" (addominali/lombari) e la postura porta il movimento della corsa ad una sorta di "equilibrio instabile" (credo si chiami cosi' in fisica), dove le gambe si muovono solo per contrastare la caduta in avanti del corpo e quindi appoggiano senza mai andare in spinta (questo nel chi-running e' uno dei fondamenti: non esiste la spinta).
E' piu' un casino da spiegare a parole che da vedere, pero' se vi interessa posso raccontarvi un po' le differenze, le posture e (purtroppo...) anche i miei infortuni.
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				m4nticore
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Re: Corsa sull'avampiede
Io ho fatto atletica leggera per circa 5 anni (gare di velocità). L'allenatore ci rompeva l'anima per sto fatto della corsa sugli avampiedi. A volte facevamo degli allenamenti mirati soltanto a farci abituare a correre appoggiando soltanto l'avampiede e a "sentire" la gravità (nn so come spiegarlo, ma è praticamente il pose method di cui qualcuno ha già parlato). In quegli anni, mai avuto in infortunio, e mi allenavo anche 5 volte a settimana. 
Adesso l'ho un pò persa quell'abitudine per quanto riguarda le andature lente, mentre per quelle più veloci mi viene naturale correre sugli avampiedi. Sto cercando di riabituarmici ma a ritmi lenti dopo l'allenamento sento i polpacci duri come una roccia e un pò indolenziti (che cmq svanisce dopo adeguato riscaldamento).
			
			
									
						
										
						Adesso l'ho un pò persa quell'abitudine per quanto riguarda le andature lente, mentre per quelle più veloci mi viene naturale correre sugli avampiedi. Sto cercando di riabituarmici ma a ritmi lenti dopo l'allenamento sento i polpacci duri come una roccia e un pò indolenziti (che cmq svanisce dopo adeguato riscaldamento).
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				Luka
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Re: Corsa sull'avampiede
ragazzi io corro quasi sempre sull'avampiede,anche qnd pratico l'interval training.I dolori ai polpacci ci sono eccome però riesco a fare benissimo l'allenamento.Anche quando corro i 10 km vado sempre sull'avampiede,anke se alla lunga appoggio anke il tallone.Ragazzi essendo io un novellino vorrei chiedervi voi cosa ne pensate delle diverse tipologie di appoggio
			
			
									
						
										
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				POD4PASSION
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Re: Corsa sull'avampiede
Ogni esercizio deve essere appropriato per chi lo esegue.
Non puo correre di avampiede chi ha problemi di peso,oppure chi ha delle velocità assurde come le mie.
 
Si inizia a parlare di avampiede per tutti coloro che hanno una media sulla "corsas lenta" attorno i 4'40.
 
			
			
									
						
							Non puo correre di avampiede chi ha problemi di peso,oppure chi ha delle velocità assurde come le mie.
Si inizia a parlare di avampiede per tutti coloro che hanno una media sulla "corsas lenta" attorno i 4'40.
Cio che si ama non si possiede.
lentamente.....ma inesorabilmente
La verità null'altro è che il proprio punto di vista
			
						lentamente.....ma inesorabilmente
La verità null'altro è che il proprio punto di vista
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				Luka
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Re: Corsa sull'avampiede
già ke ci siamo ragà,come si effettua una buona rullata?
			
			
									
						
										
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				lele 71
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Re: Corsa sull'avampiede
No POD, su questo non sono d'accordo, la corsa lenta a 5'30"/5'45" non mi crea problemi, e' una questionedi postura e tecnica corretta.POD4PASSION ha scritto: Si inizia a parlare di avampiede per tutti coloro che hanno una media sulla "corsas lenta" attorno i 4'40.
Il problema e' anche culturale IMHO, la corsa ha una componente tecnica non trascurabile, cosa che invece la maggior parte delle persone che iniziano a praticarla in eta' avanzata ed in autonomia tendono a sottovalutare o addirittura ad ignorare.
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				POD4PASSION
														 - Guru
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Re: Corsa sull'avampiede
Quello che scrivi è vero,ma non sono d'accordo sulla velocitàlele 71 ha scritto:No POD, su questo non sono d'accordo, la corsa lenta a 5'30"/5'45" non mi crea problemi, e' una questionedi postura e tecnica corretta.POD4PASSION ha scritto: Si inizia a parlare di avampiede per tutti coloro che hanno una media sulla "corsas lenta" attorno i 4'40.
Il problema e' anche culturale IMHO, la corsa ha una componente tecnica non trascurabile, cosa che invece la maggior parte delle persone che iniziano a praticarla in eta' avanzata ed in autonomia tendono a sottovalutare o addirittura ad ignorare.
Tieni presente che ho parlato di "lento"
Non di ripetute o altro,lento si intende almeno 1 ora di corsa.
Quindi se la corri di avampiede con una media di 5'30-5'45 sei molto propenso agli infortuni secondo me.
Cio che si ama non si possiede.
lentamente.....ma inesorabilmente
La verità null'altro è che il proprio punto di vista
			
						lentamente.....ma inesorabilmente
La verità null'altro è che il proprio punto di vista
