Ciao ragazzi, rientrato oggi da NYC ed eccomi qui con il mio racconto. Forse mi son fatto prendere la mano e n’è venuto fuori un posto molto lungo….sorry!
Onestamente non pensavo di correre NYC nel 2022. Inizialmente ero iscritto a Boston e pensavo poi al max di correre una gara in Europa. Invece a fine gennaio il covid ha ben pensato di farmi cambiare tutti i programmi. Grazie all'assicurazione sono riuscito a farmi rimborsare Boston e grazie al tempo ottenuto a Berlino 2021, ho fatto application per NYC. E pochi giorni dopo è arrivata la conferma.
Tutto è filato liscio fino a mercoledì 13 luglio, quando scendendo stupidamente da un muretto, mi son procurato una bella distorsione di 2° grado. E quindi quasi un mese di stop con conseguente perdita di forma.
A Inizio agosto ho riiniziato a correre, attorno al 22 ho iniziato la vera e propria preparazione: le prime sessioni son state belle dure. Poi però qualcosa è cambiato, i tempi sono migliorati e sono arrivato alla settimana della maratona in ottima forma.
Essendo una persona molto competitiva, ho organizzato la trasferta a NYC praticamente in funzione della maratona: partenza il giovedì, solo io e mia moglie (viviamo in Belgio e i bimbi venivano da 2 settimane di vacanze, non potevamo fargli saltare altra scuola. Per cui loro sono rimasti a casa con i santi nonni, che sono venuti specificatamente per l’occasione). Come hotel avevo prenotato un Apart Hotel al 110 di Wall Street, soluzione che straconsiglio per tanti aspetti: a 10 minuti a piedi dalla partenza del Ferry per Staten Island, a 5 minuti a piedi dal Pier 17 dove ci sono ottimi ristoranti e a 3 dalla stazione della metro, con cui raggiungere tutti gli angoli di Manhattan. Ma soprattutto, soluzione che mi ha permesso di poter cucinare e mangiare cose sane fino a domenica mattina.
Allora, come dicevo: siamo arrivati a NYC il giovedì nel primissimo pomeriggio, passato il controllo passaporti velocissimi e alle 3 in punto eravamo già in camera. Sistemazione, spesa al supermarket locale, poi un po’ di relax e cena sana e leggera in un ristorante del Pier 17. Ora, spesa al supermarket e cena sono stati sufficienti a farci capire quanto NYC fosse diventata super cara. NYC economica nn lo è mai stata, e sicuramente il cambio attuale sfavorisce noi europei, ma anche guardando i prezzi in moneta locale, nn si può non rimanere allucinati da certi prezzi: per un caffè siamo tra i 4 e 5 $ (anche ai vari chioschetti che si trovano nei parchi), una birra (non bevuta fino a domenica pomeriggio

) 9 $ minimo, ecc,,,
Venerdì invece inizia la vera e propria missione maratona: alle 7 l’ultima sgambata pre-maratona lungo l’east-river e alle 11 siamo all’expo! Ritiro del pettorale e del pacco gara (abbastanza modesto, con maglietta NB di qualità davvero scarsa) sono state operazioni velocissime. L’ingresso all’expo invece è stato più laborioso vista fila abbastanza lunga, comunque più veloce di quel che sembrava. Una volta dentro ho fatto un po’ di shopping allo store di NB perché la maratona di NYC ha sempre un gran fascino. I prezzi però non sono proprio popolari e quindi c’è da fare ben attenzione al portafoglio. Il resto dell’expo è del tutto standard.
Una volta usciti, mi sono concesso uno dei pochi momenti turistici prima della gara: camminata lungo l’high line e pic-nic (con insalatona preparata a casa prima) sulla nuova Little Island.
Da quel momento e fino a domenica mattina ho davvero centellinato i passi, lasciando mia moglie libera di sfogarsi con lo shopping.
E così arriviamo al gran giorno: sveglia alle 4:30, colazione classica, vestizione e preparazioni varie e alle 5:40 sono in marcia verso il ferry. Già entrando nel terminal si capisce sarà una giornata speciale, con tutti i volontari che ti salutano, ti augurano una gran giornata e ti fanno sentire speciale. Alle 6 partiamo con il primo albeggiare: lo skyline di Manhattan e la statua della Libertà hanno sempre un gran fascino. Alle 6:25 circa siamo a Staten Island, 5 minuti di cammino e sono in coda per il bus che prendo senza grosse attese. La cosa più noiosa è invece proprio il trasferimento in bus: una trentina di minuti per fare 8km. Sceso dal bus, velocissimo controllo sicurezza e si è dentro al Villaggio. E sono solo le 7:10. Quindi posso dire che, al contrario di quel che si racconti, per me tutta la procedura è stata davvero molto facile e molto ben organizzata.
A questo punto inizia la lunga attesa….pipì, preparativi vari, pipì, si entra nel corral, di nuovo pipì e alle 9 circa si sale sul ponte. Mamma mia quanto caldo! Alle 9:10 si parte e qui non so cosa succede ma io inizio la mia prima maratona di NY in modo folle: troppo veloce!
La salita del ponte di Verrazzano, essendo all’inizio, passa veloce, tra uno sguardo al Garmin ed uno al panorama NewYorkese. Io sono inoltre nel blocco verde, quindi sono nella pancia del ponte, protetto dal sole.
I km successivi, passano tranquilli, fino a quando, poco dopo il cartello del 5km, si svolta a dx e si entra in 4th Avenue e li scoppia la festa….mamma mia che casino! Cartelli incredibili, musica, urla, applausi…. Ed io continuo con la mia condotta di gara sconsiderata. Anche perché, avevo settato il Garmin in miglia, per poter monitorare il passo manualmente…bella cazzata! La cosa mi ha praticamente fatto perdere ogni riferimento (tra le altre cose, usando Stryd, non avrei avuto alcun problema vista la precisione del podometro. A fine maratona avevo un errore di soli 200 m). Poi, attorno al 17esimo si piomba nel silenzio ed indifferenza totale dell’ortodossia ebraica. In alcuni casi si rischia anche l’incidente quando 3 di loro ci attraversano la strada giusto davanti.
Attorno al 20esimo si ritorna ad avere aria di festa, e li inizia una delle parti x me più dure: Greenpoint e Pulaski Bridge: non c’è un metro all’ombra, il caldo inizia ad essere davvero fastidioso e la salita del ponte si fa sentire per bene. Ed io passo alla mezza in 1h25mins…..idiota. Da lì, per qualche km, inizia l’attesa per il famoso Queensboro Bridge: di nuovo cala il silenzio, la strada sale, io abbasso il ritmo per cercare di preservare le gambe. E così si arriva a Manhattan e di nuovo scoppia il casino (anche se nettamente meno rispetto a Brooklyn). Una volta su 1st Avenue provo a rilanciare le gambe e qui scatta l’allarme: capisco che loro non hanno alcuna idea di girar più veloci. Inizio a far due conti e mi metto in modalità “sopravvivenza ma non si molla un metro”. 1st Avenue è lunga ed io faccio un bel sospiro di sollievo quando capisco che stimo arrivando al Bronx. Qui di nuovo il pubblico è meno caloroso, io continuo a tener duro, facendo i miei calcoli e aspettando solo l’ultimo terribile finale. Madison Avenue Bridge passa indolore, tengo botta mentre corriamo per Harlem e finalmente si arriva all’angolo con Central Park. Da qui la strada sale inesorabile. Io abbasso ulteriormente un po’ il ritmo ma mi da morale vedere che sto comunque riprendendo diversi runners che mi avevano superato. Comunque questo miglio non finisce più. E le gambe non ne possono più. Entro in Central Park, passo il cartello dei 40 km e provo a rilanciare un po’, ma niente. E allora capisco che è meglio tenere duro e finire così. Finalmente esco dal parco, anche il rettilineo della 59 nn finisce più. Ma si arriva alla rotonda di Colombo e si rientra nel parco….ultimi metri, la strada sale…ma finalmente compare il traguardo: faccio gli ultimi metri camminando, non ne posso davvero più… e chiudo in 2h57mins35secs. Sono distrutto! E anche contento per come ho saputo tenere duro! E perché anche la seconda Major sub 3h è fatta.
L’uscita dal Parco è stata davvero lunga: avevo male ovunque e camminavo a rilento. Ma dalle 2 in poi è iniziata la vera vacanza: burgers, IPA e camminate x NYC….che merita sempre!
Adesso a mente fredda faccio due riflessioni:
La prima sulla mia maratona di NYC: Sono stato davvero fortunato a tenere duro e chiudere comunque sotto le 3h. Il passaggio così veloce nella prima parte, unito al caldo di domenica, avrebbe potuto rovinare tutto. E’ andata davvero bene e posso tirare un bel sospiro di sollievo (ma ho ben imparato la lezione). Poi penso anche che un 2h57’35” a NYC con 25° non valga tanto meno del mio PR di 2h54’33” fatto a Berlino l’anno scorso;
La seconda sulla maratona di NYC in generale: è sicuramente la maratona più famosa al mondo. Ma vale davvero la sua fama? Per certe cose assolutamente si: gli americani sono i migliori quando vogliono farti sentire speciale. I volontari sono gentilissimi, tutto è organizzato al meglio, il pubblico lungo il percorso è allucinante. Però ci sono anche cose che mi hanno lasciato un po’ perplesso: I costi per correre questa maratona sono davvero alti. Ora, sappiamo tutti il valore del marketing e sappiamo bene come gli US siano ben più cari rispetto all’Europa. Ma trovo che gap tra una maratona come Berlino e NYC sia davvero grande e non del tutto giustificabile. Infine il percorso: oltre che molto duro (e questo non è un aspetto negativo) passa x diverse zone molto anonime e non sempre bellissime. Ora, con questo non voglio dire che mi sia pentito di averla corsa, anzi. Anche perché volendo correre le 6 majors, era obbligatorio farla. Se però un amico runner non troppo esperto mi chiedesse, quale maratona potrei correre, nn so se la mia prima scelta sarebbe NYC. Credo che gare come Berlino, Parigi, Valencia, Barcellona possano essere delle validissime alternative.
E adesso mi concedo una settimana di riposo (anche xche nel dopo maratona mi son preso un bel raffreddore) poi un mesetto tranquillo, poi iniziamo a costruire di nuovo volume e da metà gennaio testa a Boston 2023!!!
Ciao